No unanime del Consiglio comunale di Macerata al riordino delle Province, così come proposto dal Governo Monti nell’ambito del Decreto sulla spending review, in discussione in questo giorni alla Camera dei Deputati. L’assemblea, convocata in via straordinaria su richiesta del sindaco Carancini e dei gruppi consiliari, ha approvato ieri notte un documento unitario in cui, pur condividendo le finalità di riordino della spesa pubblica degli enti provinciali, esprime la propria forte contrarietà ad ogni ipotesi di riordino che veda sopprimere la provincia di Macerata, nonché al declassamento del comune di Macerata da capoluogo di provincia.
Il documento individua due direttrici d’azione: attraverso i parlamentari marchigiani affinché si possa rivedere, in questa fase di conversione alla Camera, l’impostazione del decreto soprattutto per la parte relativa ai criteri di individuazione del capoluogo di Provincia (il comune più popoloso o il territorio più popoloso?); e attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali, la provincia di Macerata, la giunta regionale ed i consiglieri regionali perché, nella fase che seguirà la conversione del decreto, si adoperino affinché non sia perpetrata un’azione che penalizzerebbe fortemente il territorio maceratese.
“L’ipotesi di riordino comporterebbe per il nostro territorio effetti devastanti – ha detto il sindaco Carancini – La nostra non è una posizione campanilistica, ma vuole affermare un principio che va nella direzione dell’equilibrio e dello sviluppo della nostre comunità, che sarebbero messi in forte crisi dall’aggregazione di territori disomogenei tra loro per storia, cultura e vocazione, mettendo a repentaglio anche le peculiarità e le eccellenze di ciascuna di esse. E’ importante che si riportino nel territorio le scelte sulla riorganizzazione, ponendo in primo piano le autonomie locali e la regione”.
Come è noto, il processo di riordino-soppressione attraverso criteri della popolazione residente (non inferiore a 350 mila abitanti) e del territorio (non inferiore a 2.500 km quadrati) porterebbe all’accorpamento delle province di Macerata Fermo e Ascoli Piceno, mentre sarebbero salve quelle di Pesaro Urbino e Ancona.
Macerata ha una estensione territoriale di 2.774 Km quadrati, superiore quindi alla condizione minima prevista dal decreto, ma una popolazione inferiore ai 350 mila abitanti. Lo scenario all’orizzonte, con un’unica provincia del sud delle Marche con Ascoli capoluogo ed un territorio disomogeneo di 5.000 km quadrati e 700.000 abitanti, avrebbe un effetto devastante per l’intera comunità maceratese che rivendica il diritto alla propria autonomia.
Carancini ha messo in luce durante il suo intervento alcune peculiarità che rischiano di essere disperse, quali la forte identità della nostra provincia che per secoli è stata capitale della Marca e che è tra le 59 province esistenti fin dall’unità d’Italia, l’impronta culturale che la contraddistingue, con due prestigiose Università (Macerata e Camerino) e l’Accademia di Belle Arti, lo Sferisterio, la caratterizzazione del proprio sistema economico che la vede prima delle Marche nel rapporto tra il numero delle imprese (36.552) e la popolazione residente, l’incidenza delle imprese a conduzione femminile (9.102), 18° provincia in Italia nel settore industriale (14,9%), con una presenza artigiana del 32.1%, superiore di 4 punti percentuali alla media nazionale.
Il dibattito – cui sono intervenuti Narciso Ricotta (PD), Giuliano Meschini (IDV), Massimiliano Bianchini (Pensare Macerata), Ivano Tacconi (Udc), Fabio Pistarelli (Pdl), Luciano Borgiani (Federazione della Sinistra), Fabio Massimo Conti (lista Conti), Giorgio Ballesi (lista Ballesi), Stefano Blanchi (Comunisti Italiani), Uliano Salvatori (Gruppo Misto), Fabrizio Nascimbeni (Macerata è nel cuore), Anna Menghi (gruppo Menghi) – ha sottolineato come questa situazione sia il frutto della crisi della politica e della perdita di forza del nostro territorio per cui è necessario aprire un percorso per recuperarne senso e forza.
Di ciò devono essersi resi conto in Parlamento, visto che in sede di conversione al Senato sono state apportate al decreto alcune modifiche che coinvolgono le autonomie locali (il Consiglio delle Autonomie Locali costituito in ogni regione (CAL) e la Regione stessa) nel processo di partecipazione alla decisione definitiva. Questi dunque i prossimi step dell’iter di riordino: entro 70 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il CAL può proporre alla regione un’ipotesi di riordino sulla base dei criteri noti e su modifiche di circoscrizioni provinciali proposte dai comuni. La Regione, entro i 20 giorni successivi, trasmetterà al Governo la proposta di riordino delle province ubicate sul proprio territorio.
Sulla questione interviene anche Fabio Pistarelli, capogruppo del Pdl, chiedendo un diverso livello di dibattito e di azione politica: « L’esigenza – scrive – attraversa tutti gli schieramenti, in crisi di rappresentanza e di rappresentatività regionale e nazionale. La vera forza rappresentativa è nel territorio, è nei Comuni, ma in questi anni sono stati privati di voce. Le istituzioni locali sono le più esposte e in prima linea, ma nella scala dei valori sono le ultime, così come nei processi decisionali, nelle risorse, nello status dei suoi organi. Quando poi si è tolto ai cittadini il diritto di scelta dei propri parlamentari allora il disegno si è completato: impoverito e spogliato di ogni collegamento il “territorio” è poco più che una “espressione geografica” che può essere cancellata con un tratto di penna. Per di più in questi ultimi anni, mancando completamente una seppur minima consapevolezza dei ruoli ed una visione soprattutto da parte di chi, come Macerata, era stata posta a “capo di un luogo”, abbiamo pure assistito alla divisione all’interno dei territori e al completo silenzio di chi li doveva difendere e valorizzare in aree vaste regionali o in ambito nazionale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: neppure per la Salute dei cittadini (Sanità) o la Giustizia (vicenda Tribunale) c’è una unica voce! Che fare? Il rischio di venire cancellati con un tratto di penna spero risvegli la consapevolezza dei Comuni e del territorio di essere autentica forza, rappresentanza e rappresentatività, spazzando via divisioni, timori e i tanti simulacri di politica che si aggirano dalle nostre parti. Che si faccia subito una riunione con tutti i rappresentanti del nostro territorio maceratese al CAL, magari promossa dalla Camera di Commercio, affiancati da tutte le forze politiche e sociali. Si rediga un documento di indirizzo da confrontare con le altre realtà territoriali, da Pesaro ad Ascoli Piceno. Si batta un colpo, il primo!
Commentano criticamente il consiglio comunale di ieri sera i consiglieri del Pdl Deborah Pantana, Marco Guzzini e Francesco Luciani:
«L’inutilità del consiglio comunale di ieri sera, a cui si potrebbe dare come titolo “ Salviamo la Provincia di Macerata “, si è manifestata nel documento votato all’unanimità, dove sostanzialmente si invitano i parlamentari e i consiglieri regionali delle Marche a salvaguardare Macerata come capoluogo di Provincia. E’ paradossale che il Sindaco di Macerata si accorge solo il 3 di agosto che Macerata sta perdendo il suo ruolo di capoluogo, sono anni che noi lo denunciamo dai banchi dell’opposizione avvertendo che prima o poi questo sarebbe accaduto, vista l’inconsistenza di una classe politica di governo locale che nulla ha fatto negli anni per far crescere la città. Dove si notano i segni che Macerata è capoluogo di provincia? Non bastano i pochi uffici ministeriali rimasti sul territorio, mancano i rapporti sul territorio provinciale; negli anni Macerata ha perso il suo ruolo di guida e non ha più avuto rapporti con nessuno, i nostri politici hanno isolato la città da un contesto provinciale, Poi allargando il ragionamento non si può che non toccare l’aspetto della rappresentanza del nostro territorio, in molti sono convinti che anche la legge elettorale che non permette ai cittadini di esprimere la loro preferenza riguardo agli eletti in Parlamento rimarca ancora di più lo svilimento attuale delle istituzioni, però dobbiamo constatare che anche in passato i parlamentari eletti non hanno certamente favorito Macerata o la nostra provincia. Quindi nel momento in cui si è pensato di fare un consiglio comunale per cercare di salvare in “zona Cesarini” Macerata e il suo capoluogo, almeno si dovevano invitare i parlamentari ed i consiglieri regionali e provinciali, invece si è voluto dare ancora una volta un contesto isolato del problema, come se perdere il capoluogo di provincia sia un affare personale di pochi : dovevamo scendere in piazza e fare un consiglio comunale di fronte ai cittadini è lì che avremmo tratto la forza per far valere le nostre ragioni. Perdere il capoluogo non è una semplice pratica consiliare, sancisce il fallimento della classe politica che ha governato Macerata negli ultimi 20 anni e che non ha saputo portare la nostra città ai livelli a questo punto di Ascoli Piceno che oggi giustamente festeggia questo passaggio provinciale. Macerata non doveva diventare, a detta di qualche politico locale, la città dei centomila abitanti? Se alla fine ci sarà da parte di Macerata la perdita del suo ruolo di capoluogo per coerenza il sindaco e la sua giunta dovrebbero dimettersi perché non sono riusciti a difendere le sorti di Macerata.
Intanto è nato un comitato spontaneo di cittadini per “Salvare il territorio di Macerata”che vuole difendere la propria provincia da un provvedimento deciso dall’alto, senza il coinvolgimento dei territori interessati: nei locali cittadini si stanno raccogliendo firme per chiedere azioni volte ad evitare l’accorpamento e soprattutto che capoluogo sia Ascoli, il cui bilancio mostra gravi difficoltà economiche alle quali vanno aggiunti quasi 10 milioni di euro del risarcimento stabilito dal tribunale che dovrà pagare con Fermo, al commissario liquidatore dell’impresa Rozzi per gli espropri della superstrada Ascoli-Mare.
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Un’idea: perchè non sopprimiamo anche il consiglio comunale?
Sono terrorizzati!!! Abolite tutte le Province, perfavore. Basta magna magna! Andate a guadagnarvi il pane come la gente normale!
Dobbiamo pagare una cambiale politica ai nostri colleghi della Provincia (e al contempo, in chiave elettorale, dobbiamo far vedere alla popolazione che ci impegnamo, per fare cosa non si sa, ma ci impegnano…)
… Ecco il sunto della inutile riunione straordinaria di ieri sera.
Non c’è niente da sopprimere.Basta accoppare i comuni sotto i mille abitanti ai comuni limitrofi.Un comune,due frazioni,tre paesi!!!!!
Tempo perso, parole inutili!
Macerata (Ap)
che tristezza. . . . .
dovremo iniziare a parlare anche abruzzese?
ma che senso ha il no del consiglio comunale, anzi che valore ha? Riguardassero i libri di diritto e spendessero meglio i soldi dei contribuenti è per colpa di “loro” che siamo in questa situazione….
eeeeeh già cosa si non si fa x la poltrona
AAA Convocasi consiglio comunale eprsalvare il posto di alcuni celebri politici maceratesi… che vergogna!!!!
I CITTADINI VOGLIONO CHE VENGA ABOLITA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dove erano questi signori tutti, quando nei programmi elettorali nazionali le PROVINCIE dovevano essere abolite “TUTTE” ed i cittadini che avevano espresso il loro parere favorevole da ambedue le parti passando anche per il centro, erano confortati da dichiarazioni di assensoi su tale questione?
Certo come per tante questioni erano perl loro, solo semplice declamazione di principio…….non faceva paura, solo voto.
Ora invece si fà sul serio e spuntano le barricate.
Chissà quanti consiglieri, assessori, presidenti, organi di amministrazione ecc ecc. ci sono?
Chissà quante persone potrebbero perdere la diaria……..
Ecco cosa credo sia la peculiarietà provinciale e scusate se son di malanimo.
Vorrei solo sapere, perche ignoro tale dato del bilancio la percentuale di quanto gli organi politici incidono sullo stesso.
Chissà se mai avrò questa curiosità tolta.
@marco travaglio
ti prego cortesemente di nn parlare a nome dei cittadiniperche, x fortuna, c’e’ ancora qualcuno che ha a cuore la citta’ diversamente da te – basta leggere cio’ che scrivi a fianco del nick name. ti chiedo, cosa hai contro micheli?.
@massimo
spuntano le barricate non x difendere LE province (che andrebbero eliminate) ma x evitare che la il nostro territorio vada sotto ad un’ALTRA provincia
felice nottata a tutti
Potrei essere d’accordo per la eliminazione di TUTTE le Province italiane… Però, qui, il problema è Provincia di Macerata SI’, Provincia di Macerata NO. Che il Comune di Macerata si sia espresso – pur con i dovuti distinguo – per la non eliminazione della Provincia è positivo. Mancano, però, gli altri Comuni…
Capisco che sono in ferie tra Porto Civitanova e la Sardegna, ma gli assessori della maggioranza amministrativa di Corridonia dovrebbero organizzare immediatamente un ordine del giorno con una mozione da dibattere e votare in consiglio comunale. Nel contempo, invito i capigruppo della minoranza Alberto Rita ed Enzo Salvucci a rendersi promotori di una medesima iniziativa.
Mettiamoci in testa che la perdita della Provincia porterebbe danno ai nostri Comuni, ai nostri imprenditori e a parecchi cittadini: quindi, gambe in spalla!
Questo Consiglio Comunale vive in un contesto surreale. Non hanno capito ancora che la popolazione la provincia non la vuole perché è un altro ente in più da mantenere.
@Matteo Scip
Mi spieghi il tuo ragionamento invece:
Se mai Micheli ami la politica di Macerata?
Se odi Micheli odi la provincia di Macerata?
Ragionamento senza senso di chi difende questa provincia e Micheli…
L’ordine del giorno, approvato dal comune, pur nella sua inutilità è un atto “dovuto” (qualcuno è a conoscenza di altro comune capoluogo italiano che ha preso posizione in senso opposto ? ;-)).
Per tutti quelli che tifano per la scomparsa di Macerata provincia, considerate che le tasse per l’ente continuerete a pagarle, sono che la gestione sarà fatta da Ascoli. L’ipotetico risparmio, non quantificato ovviamente, non compenserà la riduzione dei servizi sul territorio. Felice di sbagliarmi.
Quissi vole perde tempo e pija li getto de presenza, perché quillu c’ha voluto votà per fasse granni non conta cosa
@marco travaglio
difendo micheli perchè ho lavorato diversi anni allo sferisterio e di cose ne ho viste. dal mio punto di vista (ripeto, dal mio punto di vista) ha fatto un buon lavoro, facendo diventare il sof quello che non è mai stato cioè eventi collaterali alla lirica. poi se micheli è uomo messo li dalla politica o da qualche zio non mi interessa. guardo il risultato.
ma il maceratese classico è buono sola alla polemica
invito tutti a leggere una lettera inviata al corriere adriatico di oggi da un abitante di Monticelli sul tema delle province. Si vanta della propria ascolanità e vuole la sua provincia. Significa che a Mc siamo tutti intelligentoni e in ascoli sono fessi perchè difendono le poltrone? Si chiama senso di appartenenza. Provate a chiedere ad uno di matelica, potenza picena, porto recanati….di scrivere qualcosa di simile. Vi sputerebbe in faccia. Da noi, neanche i maceratesi (?) difendono la propria città figuriamoci gli altri.
Ossequi
@Matteo Sciap. Sono pienamente d’accordo con te, lo spirito di appartenenza non è mai stata una virtù del cittadino Maceratese, lo possiamo notare nelle lamentele per ogni manifestazione culturale o sportiva che sia! La lamentela,invece, è una peculiarità indiscussa! Ricordo a tutti che POPSOPHIA (indiscusso successo culturale che da visibilità a Civitanova Marche) è stata rifiutata dall’amministrazione comunale per tutelare la “quiete” del centro storico e non offuscare la stagione lirica!
Saluti.
Il problema va risolto alla radice : sovranita’ monetaria.
Senza quest’ultima il debito aumentera’ automaticamente anche se i politici lavorassero gratis
e la gente lavorasse 20 ore al giorno.
Quante inutili discussioni.
Inutili Consigli Comunali
Inutili prese di posizione di sindacalisti, politici, imprenditori….
Tranquilli, restate tranquilli….
Siamo la città definita “ATENE delle MARCHE”
E’ l’aratro che traccia il solco ma la spada che lo difende.
Respingeremo gli ascolani sul bagnasciuga.
Spezzeremo le redini ai fermani.
La Provincia ci spetta per diritto divino!!!!
🙂
Un chiarimento.. le provincie Italiane furono abolite quando si crearono le amministrazioni regionali, il decreto venne firmato dal Presidente Gronchi, stiamo parlando del 1953/55, entro i due anni successivi, le provincie dovevano essere eliminate……
Ora mettiamo da parte il fatto che una legge non è stata applicata, con conseguente sperpero di danaro, passi anche questa, ma di cosa si occupa questo consiglio comunale, di aria fritta?
Sig. sindaco, Lei doveva fare una riunione sul fatto perchè le Provincie esistono ancora, ma di cosa parlate…
Attenzione …ricordiamoci comunque che, in questo paese l’istituzione che più di ogni altra trita le nostre risorse finanziarie, sono le REGIONI, quelle dovrebbero essere abolite o ridimensionate, sig. sindaco parli di questo …le provincie svolgono alcune funzioni in modo buono, valido, magari devono essere ridimensionate o ristrutturate….ma sono le Regioni che devono essere eliminate, ma come al solito in questo paese si cerca sempre di deviare l’attenzione da ciò che è una delle cause del grande disastro finanziario, basta guardare la regione SicilIA.
Avete mai fatto caso che quando lo stato centrale riduce le risorse alle regioni, queste invece di attuare una politica di restrizione sulle spese del personale,(stipendi, privilegi, indennità, rimborsi, auto blu, cosa fa?
“Saremo costretti ad eliminare dei servizi essenzieli, la sanità, gli anziani ecc.”
Meditate popolo…..continuano a parlare di aria fritta…e la barca affonda…
@ Rondoni: la barca è già affondata.
La crisi è tutta contenuta nella cifra del debito pubblico che marciando senza freni verso lo spaventevole baratro dei 2.000 miliardi di euro ha travalicato di molto il volume del prodotto interno e proietta la sua ombra rapace non solo sulla nostra vita ma anche su quella dei nostri figli, nipoti e pronipoti. Una serie di governi di destra e di sinistra hanno lasciato che il debito crescesse anno dopo anno fino a raggiungere una dimensione prossima alla bancarotta, quindi ingovernabile. Ovvero governabile, ma solo a patto di una cura churchilliana da lacrime, sudore e sangue. Come andrà allora a finire ? La barca Italia non andrà a picco, non esploderà toccando il fondo. È già sul fondo e, anche volendo, non potrebbe scendere più giù.
Non si perda tempo a discutere sulle province si le province no.
LE PROVINCE VANNO ELIMINATE. TUTTE
Pare di oggi la notizia che da Roma vietino la compravendita di comuni, provincia vicina alla scomparsa. Ora tutti i poltici a spartirsi solo i posti in comune. Chi rimarrà fuori?
ahahahhahaah era ora!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cmq passate le elezioni un bel referendum per cambiare al costituzione ed eliminarle tutte!!!
Personalmente ritengo giuste le critiche alla classe politica locale ma non posso condividere le posizioni ipercritiche e disfattiste di alcuni sedicenti maceratesi nei confronti della città. Si sa che il maceratese medio critica aspramente sputando sul piatto dove mangia quando se si trova in situazioni deficitarie mentre è il primo a salire sul carro dei vincitori quando se ne presenta l’occasione! Da questo punto di vista credo che nessuno meglio di noi impersoni la mentalità italiana, ma non si deve scherzare su stravolgimenti del genere che rischierebbero di creare un grave squilibrio economico e sociale. Sinceramente io non sono per le mezze misure all’italiana…o la soppressione di TUTTE le province o solo di quelle di recente costituzione! Francamente, nonostante qualche migliaio di abitanti in meno rispetto ad Ascoli, non ritengo che Macerata sia meno importante, ricca e vitale del capoluogo piceno…anzi! Non dimentichiamo che Ascoli non ha nemmeno l’Università e che tutti i ragazzi ascolani studiano fuori sede (molti dei quali a Macerata) e che d’estate vanno a San Benedetto! Se proprio dovremo perdere la Provincia, ricordiamoci che prima di finire sotto Ascoli ci sarebbe l’alternativa della fusione con Fermo, visto che anche loro eviterebbero volentieri di tornare sotto Ascoli e se proprio Macerata dovrà scomparire come Capoluogo di Provincia preferirei di gran lunga andare sotto Ancona che almeno è anche capoluogo di Regione!
@Matteo Spiap
Sul serio nessuno ha capito che non è l’asse “Carancini-Micheli” che contesto.
Io faccio il regista e mi sento davvero deluso dalla qualità di questi anni, soprattutto dal fatto che un giovane venga qui e nn collabori con chi fa ARTE nella provincia di Macerata.
Micheli lho incontrato e credo sia davvero il contrario di quello che tutti dipingono.
Però io lo sfido se il livello è questo, si può fare di meglio, io saprei farlo, Orazi o un Ferretti saprebbero farlo meglio di me,
Poi che sia secondo tutti incontestabile mi sembra riduttivo.
amen.
Micheli nn accetta la sfida, io nn mi accontento, lo scontro va avanti.
Lo scontro l’ha voluto lui, Micheli è felice di ciò, ne sono certo.
Gianni Rondoni, ti quoto in pieno e mi riaggancio al tuo intervento per sviluppare quello che accennai giorni fa.
La discussione, prima sull’abolizione delle province, adesso sul loro riordino , sta dimostrando tutto lo scollamento che c’è tra politica e realtà con le sue esigenze di governo. A sentire certi commenti ,sembra assistere al tavolo postbelllico di disegnazione dei confini della ex Jugoslavia., mentre a livello politico, i sindaci dei capoluoghi sono tutti impegnati a barattarsi i comuni. senza entrare nel dibattito affrontando il vero nocciolo della questione.
Ma quale è la finalità ultima di questa riforma? Quella del risparmio tout court, o a rendere più funzionale ed efficente al sistema un ente territoriale? Nemmeno il Governo lo sa bene.
E da dove nasce , quando, da chi, questa catena di idea oggi è avvertita in massa come priorità necessaria ?
Scommettiamo , che se si facessero a caso queste tre domande a bruciapelo per strada:, il 99% degli intervistati non saprebbe che rispondere? Però, siccome è diventato modaiolo gridare slogan per la loro abolizione, è normale che dev’essere così, e così sia.
Tra qualcuno quindi che si fa portavoce senza sapere bene perchè, tra chi ne fa una questione di utilità da sportello dicendo, tanto a che serve, chi ci vai mai nelle stanze della provincia? Tra quellli che godono solo al pensiero che questa giunta vada a casa ( io non l’ho votata, eppure non me ne rallegro affatto ) e quelli che se infischiano proprio:,viva l’Italia, sempre, che sa distinguersi per agghiacciante menefreghismo e superficialità di ragionamento.
Sta infatti succedendo esattamente il contrario di quanto accade per quelle che in ambito psicosociale vengono definite parole scariche, cioè termini che sopravvivono nell’uso linguistico ma che non hanno più come significatii alcun aggancio coi contenuti di realtà. Qui, ,un’idea è diventata parola chiave che si è gonfiata gonfiata di significato, al di là delle sue effettive ragioni.
Ma prima di dire aboliamo le province ,ma la conosciamo la storia recente, soprattutto quelli nati dopo la riforma del 1970 che ha istituito le regioni , che hanno preso potere sulle province, e queste dopo allora hanno l’unico torto di essere state mantenute in vita fino ad oggi con un potere amministrativo poco più che simbolico rispetto a prima e arrivare a capire quindi che è questo il motivo che le fa apparire superflue ?
Una lettura causa-azione, un po’ come quella dei bambini di pochi anni che giocando a palla colpiscono il vaso che si rompe, e dicono che non sono stati loro ,ma la palla
Perciò io rifletterei su questo:
1) Perchè non mettere invece in discussione 21 parlamenti, dicansi 21, di cui 5 a statuto speciale ( + 1, quello nazionale) tanti quanti sono le regioni in un territorio minuscolo come l’Italia rispetto nazioni confinanti e la stessa America a cui si voleva fare il verso coi governatorati , tanto che impropriamente i Presidenti di Regione vengono chiamati governatori , e che in alcune materie sono concorrenti a livello legislativo statale mentre per quelle residuali in molti casi in contrasto con quelle europee?
2) Eliminato il ruolo delle province che assorbivano tutte le materie più importanti sul territorio , dalla sanità in giù ( e funzionava questo reparto sotto i direttori sanitari, vi assicuro, guardate il ruolo svolto dagli ex dispensari e sanatori in mano alla provincia, che esercitava oltretutto sui dipendenti un controllo rigido e stretto ) , il loro vuoto è stato colmato da un moltiplicarsi di enti locali come le Comunità montane, pedamontane, le aree di programma, l’area vasta, consorzi fra comuni:: tutti surrogati di una funzione territoriale venuta meno con l’abolizione del ruolo incisivo che avevano le vecchie province.
3) Da allora i trasferimenti statali sono diventati un po’ come la filastrocca cantata da Branduardi …e venne l’acqua, che spense il fuoco ,che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto che si mangià il topo,…un fagocitarsi di risorse economiche l’uno sull’altra prima di arrivare a destinazione. . Eppure anche allora, si disse, la riforma sarebbe dovuta servire ad eliminare gli sprecchi con l’accentramento periferico dello Stato in mano alle Regioni. Rondoni sopra ricordava la situazone in Sicilia , ma gli scandali sanità e altri scandali nelle grandi regioni , o l’acquisto degli stessi presidi medici a prezzi notevolmente variabili da regione a regione? .
4) La regione è un’entità astratta sul territorio, contrariamente alla provincia fatta di aree più ristrette a stessa vocazione socio-economica-culturale, Preferiamo lo spottone surreale con Dustin Hoffmann o un’ azione politica che ci tocchi sul territorio , casa-casa, strada-strada, famiglia-famiglia, scuola-scuola, lavoratore-lavoratore, impresa-impresa ?
5)Non sarebbe più logico oggi , sia per il riassetto della spesa pubblica che per ragioni di ordine pratico, fare un passo indietro rispetto il dettato costituzionale del ‘1948, tenuto conto anche dei cambiamenti a livelllo mondiale da allora (.. la globalizzazione, l’avvento della CE che inducono a una sempre maggiore tutela per la sopravvivenza dei nostri prodotti tipici locali e di un mercato del lavoro sempre più spostato verso l’estero) e tornare a : Stato-Province ridotte e riorganizzate- Comuni?
Ci si è accorti che rispetto al dopoguerra, con la sua fase ottimistica di sviluppo l’Italia era proiettata verso grandi dimensioni territoriali, industriali etc, e che oggi attraversata quella fase , siamo disorientati nel nostro futuro e quindi gli stessi parametri di allora non possono essere adottati pari pari ? Al contrario, si dovrebbe andare in direzione opposta , al recupero della dimensione più localistica per tornare di nuovo a sognare benessere e sviluppo.
@marco travaglio
rispetto la tua opinione, ci mancherebbe.
da ex lavoratore dello sferisterio, più che micheli, mi interesserebbe che si tornasse a 15 anni fa quando dava da lavoro a maestranze locali (macchinisti e facchini erano tutti MACERATESI!!!!!) per 6 mesi all’anno perche le scenografie (nei limiti) venivano allestite in loco e non comprate già fatte (in miniatura) per poi piazzarle nei vari teatri. Se poi ci aggiungi l’utopia di unire sotto un’unica gestione sferisterio e lauro rossi, gli attuali dipendenti potrebbero lavorare, messi nelli condizioni di allestire laboratori, quasi un anno ed avere una vita lavorativa quasi normale (adesso se riescono a lavorare 2 mesi è una manna). Pensi che micheli sia il male peggiore?