«A Macerata facilissimo trovare il crack
e la cocaina si spaccia in molti locali»

L'INTERVISTA di Giuseppe Bommarito - Mario (nome di fantasia) ha iniziato a consumare i cristalli di cocaina nel 2022: «Gira tra gli studenti. C’è qualcuno che è talmente dipendente che va avanti a farsi e a rifarsi per quattro o cinque giorni consecutivi. Io sto cercando di smettere, vado al Sert e ho avuto la fortuna di avere un grande amico che mi sta aiutando passo dopo passo a salvarmi»

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito*

Si sta sempre più diffondendo a Macerata l’uso del crack, uno stupefacente pericolosissimo che si ottiene mescolando, con determinate modalità, acqua, bicarbonato e cocaina. La miscela così ottenuta viene poi “cucinata”, cioè scaldata, producendo un particolare scricchiolio in fase di lavorazione (da qui il nome crack, il rumore degli scoppiettii quando i cristalli di cocaina vengono bruciati), e infine fumata. Gira molto in città, confermando peraltro una tendenza di livello nazionale, perché consente di spezzettare in più porzioni la cocaina che si intende acquistare, ottenendo parecchie dosi a forma di cristalli con un prezzo molto basso, alla portata di tutti. Per gli spacciatori è ovviamente una manna, perché consente di allargare ulteriormente il mercato dei consumatori. Per questi ultimi è una dannazione, perché si tratta della versione più micidiale possibile della cocaina.

Ne abbiamo parlato con un giovane maceratese di circa trent’anni, nome di fantasia Mario.

Quando è entrato nel mondo degli stupefacenti?

Ho iniziato a tredici anni con le canne e con l’alcol, dapprima vino di bassa qualità e poi superalcolici. Nel 2007 sono passato all’eroina. Nei primi tempi la fumavo o la inalavo, poi inevitabilmente sono passato al buco in vena. Ho provato anche l’ecstasy nei fine settimana, quando andavo in discoteca. Nel 2010 però ho smesso con l’eroina perché mi sono spaventato: ho visto morire per overdose troppi amici e tante amiche.

crackLa cocaina per lei è arrivata in quel momento?

No, già ne facevo un uso leggero, e così è stato sino al 2012, poi ho molto intensificato arrivando a tre-quattro assunzioni a settimana. Nel 2017 ho avuto un fortissimo crollo psicologico, depressione, ansia, attacchi di panico, così ho cercato di smettere, ma ho dovuto compensare di più con l’alcol, per sedare le mie ansie. Ciò mi ha provocato ulteriori squilibri e crisi depressive. Piangevo spesso e avevo paura di morire. Ho cercato rifugio anche nelle canne, che hanno un qualche effetto di rilassamento, complicandomi sempre più la vita. Sono andato avanti così sino a metà 2022, poi un amico mi ha convinto a provare il crack. È sempre cocaina, ma ti dà una botta fortissima, in pochi secondi la droga arriva al cervello, è come farsi più righe di coca tutte insieme, come vivere più orgasmi nello stesso momento. E così ho cominciato con un paio di volte al mese, ma velocemente sono arrivato a quattro volte alla settimana. La cocaina fumata ti stravolge la vita, perché ti prende proprio nel cervello, ti porta ad un desiderio ossessivo di riassunzione.

Certo, come tutte le droghe, più potenza e velocità del principio attivo significa più assuefazione fisica e psicologica e più rapida e forte dipendenza, dalle quali è molto difficile venire fuori…

In effetti è stato così. Anche perché l’effetto del crack è sì forte, molto concentrato, ma di breve durata, diciamo dieci-quindici minuti (mentre l’effetto della cocaina sniffata dura circa mezz’ora), poi subito entri in ansia e hai bisogno di rifarti di nuovo, e poi di nuovo ancora. Aumentando il dosaggio ho iniziato a sentire dolori al petto, tachicardia, tosse, complicazioni a livello respiratorio, tutte brutte sensazioni, a volte anche istinti violenti, di aggressività. Comunque perdi il contatto con la realtà. Adesso sto cercando di smettere (così come ho smesso di bere, almeno ci sto provando con i dodici passi) perché ho paura di un arresto cardiaco, di un ictus o di un blocco della respirazione. Ora vado al Sert, prendo dei medicinali e fumo sigarette per tranquillizzarmi e far scendere l’ansia, ma a volte ho l’impressione, il timore di non farcela.

Dicono che la preparazione del crack sia laboriosa…

No, ci vuole solo un po’ di pazienza, un cucchiaio, un po’ di cocaina, acqua e bicarbonato, una bottiglietta da plastica da bucare oppure lattine. E qui mi fermo perché non voglio essere io a dare istruzioni precise. Comunque è una cosa da fare in casa.

E’ facile trovare il crack a Macerata?

Facilissimo, specialmente quello non di ottima qualità, ci sono spacciatori italiani, africani, albanesi. Alcuni te la vendono già pronta, e allora costa un po’ di più. Sono tutti dei furbastri, però. La cocaina destinata a farci il crack te la fanno pagare più di quella normale, perchè meno tagliata e perchè sanno che tu puoi frazionarla in unità più piccole e andarci avanti più a lungo.

E’ vero che il crack inibisce molto le prestazioni sessuali?

Vero, il crack, nella fase down, ti schiaccia nell’apatia, in una fortissima depressione, che ti toglie la voglia di fare sesso. Diciamo che ti rende quasi impotente e per fare sesso hai bisogno di aiutarti con quei farmaci studiati apposta. Comunque ti si scatenano fantasie sessuali molto strane e trasgressive, anche se poi non ce la fai a concretizzarle, salvo l’aiutino chimico.

C’è molta cocaina fumata in giro a Macerata tra gli studenti?

Mi risulta di sì, qui a Macerata si spaccia in molti locali pubblici, specialmente nell’ambiente universitario, ma non solo. C’è qualcuno che è talmente dipendente che va avanti a farsi e a rifarsi di crack per quattro o cinque giorni consecutivi, senza fermarsi mai, senza mangiare, senza nemmeno dormire, cucinando non so quanti grammi, sicuramente molti. Vanno avanti finchè hanno la materia prima perché provano una voglia di rifumare esageratamente forte, poi magari dormono uno o più giorni interi, per ricominciare il giro da svegli perché ad un certo punto ti viene una voglia irresistibile da dentro e non riesci a fermarla.

Altri effetti negativi?

A me non è successo, ma molti fumatori di crack parlano di paranoie assurde, vedono cose che non ci sono, hanno paura della polizia, dei vicini, di tutto. Questo, in verità. vale anche per quelli che la cocaina la sniffano solamente, e non la fumano con il crack. Nei pochi momenti di lucidità ti fai schifo, ti rendi conto che stai facendoti del male, che sei depresso al massimo, che per farti di crack ti chiudi in casa per ore e ore passate a “cucinare” la sostanza e ti giochi la vita vera, diventi un alienato a livello sociale, ma comunque seguiti ad inseguire come un deficiente quel piacere così forte ed effimero, portatore subito dopo di tanta sofferenza. Io voglio assolutamente uscirne, ma ho tanta paura di non farcela, anche se ho avuto la fortuna di avere un grande amico che mi sta aiutando passo dopo passo a salvarmi. Devo ringraziarlo, perché senza di lui oggi sarei al cimitero o in galera.

*Presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”

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