Da sinistra: Giuseppe Bommarito, Andrea Foglia e Mario De Rosa
di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
«Aveva ancora le patate nel forno, si è fatto una dose ed è morto. La cosa più difficile dire alla mia figlia maggiore che papà, il suo super eroe, era un tossicodipendente».
Sara ex moglie di Alessio Galatolo
Il racconto di Sara, la moglie di Alessio Galatolo, morto per overdose lo scorso ottobre, commuove e scuote la platea del convegno “Fiumi di cocaina”, organizzato oggi pomeriggio dall’associazione ‘Oltre’ con Mario De Rosa e l’avvocato Giuseppe Bommarito. Ci si aspettava numeri e analisi su uso abuso e consumo di stupefacenti a Civitanova, ma l’impatto delle parole della giovane ex moglie e madre delle bambine dell’ex dipendente comunale ha dato un quadro ancora diverso rispetto al pregiudizio su tossicodipendenza e responsabilità sociali. Sara, che aveva già raccontato il suo punto di vista proprio a Bommarito sulle nostre pagine (leggi l’articolo), ha spiegato di come l’uso dell’eroina avesse trasfigurato il marito: «Non so dire quando è iniziato tutto – racconta – Ale era bello, intelligente, colto, aveva un bel lavoro, una casa e una bellissima famiglia, ma questo ad un certo punto non gli è bastato. Forse un malessere che viveva da quando aveva perso la madre adolescente, ma ad un certo punto ha smarrito la strada. Era uno spirito libero, non amava le regole e le congetture e questa libertà l’ha raggiunta con la morte e un po’ l’ha regalata anche a noi che non viviamo più col mostro dell’eroina». Sara racconta anche della prima volta al Sert: «quando la psicologa gli chiede perché si drogasse ha detto: “perché mi annoio, le consuetudini della vita di tutti i giorni mi fanno sentire più vicino alla morte che alla vita. Però tranquilla, la so gestire”. Invece l’eroina ti toglie tutto non hai più interesse per niente e ad Ale ha tolto tutto anche la vita. Quando sei un debole cadi e tutti ti puntano il dito contro e nessuno riesce a risollevare quel momento di fragilità. In tutto questo la droga credo sia una patologia».
Tanti i presenti all’incontro che si è svolto nella sala parrocchiale della chiesa di San Pietro, fra essi anche consiglieri comunali ed il sindaco Fabrizio Ciarapica. A passare la palla sul tema l’organizzatore dell’incontro Andrea Foglia di Oltre che ha strutturato il dibattito come un confronto fra la domanda di droga e l’offerta. A Mario De Rosa, dirigente del Sert, il compito di tracciare il quadro sulla domanda e sui nuovi stili di consumo e sul cambio dei modelli educativi, mentre l’avvocato Bommarito, che ha più volte pungolato il sindaco sul ruolo della politica nel contrasto ai fenomeni di illegalità connessi allo spaccio ha avuto il compito di effettuare una disanima esaustiva sui rapporti fra criminalità organizzata, spaccio e sul “caso Civitanova”.
A portare un saluto anche il primo cittadino Fabrizio Ciarapica: «Parlo sia come sindaco e come tale responsabile della salute dei suoi cittadini, ma anche come padre di due bambini che a breve diventeranno adolescenti. Non ci sono territori più sicuri e altri meno, la droga è un problema che purtroppo attanaglia la nostra società e colpisce sempre più fasce della società. Da amministratore e padre per cui dico che nessuno può girarsi dall’ altra parte e che servono gli sforzi di tutti, associazioni, forze dell’ordine, amministrazione, per dare risposte».
Mario De Rosa, dirigente Sert
«La cocaina un tempo era la droga delle elite, oggi è diventata una droga per un consumo di massa – ha spiegato De Rosa – E questo perché da 30 anni ad oggi è cambiato lo stile educativo. Prima era basato su un modello etico di regole e limiti, dall’idea del bambino come un essere che deve essere plasmato con regole sociali rigide ad un modello più liberista, un’educazione alla possibilità, il bambino come essere già dotato di capacità da favorire non da reprimere. Ma questo modello agevola una struttura narcisistica. Oggi i nostri giovani vivono in una grande promessa, nell’affermazione del proprio sé, con stimoli ed aspettative elevate. La frustrazione delle aspettative rispetto ad un ideale grandioso portano all’utilizzo della chimica».
Giuseppe Bommarito, presidente dell’associazione “Con Nicola oltre il deserto dell’indifferenza”
Giuseppe Bommarito ha tracciato invece il quadro sul caso “Civitanova” ovvero sul perché in questa città il consumo è maggiore che in altre zone secondo i dati forniti dal Sert. Secondo il presidente dell’associazione “Con Nicola oltre il deserto dell’indifferenza” le ragioni sono da ricercare in una combinazione di fattori: «Civitanova è ormai al centro di una macroarea che comprende 250mila abitanti perché qui orbitano anche comuni come Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a mare, Montegranaro, Monte San Giusto, Montecosaro, Potenza Picena. Il casello autostradale di Civitanova è il più frequentato dopo quello di Bologna sull’A14, qui arriva tanta droga perché ci sono tanti soldi e in nero e dove ci sono i soldi le associazioni criminali se li vanno a prendere – ha spiegato – poi ci sono attività, legali e non che predispongono all’uso di sostanze. Tra queste la prostituzione, il gioco d’azzardo, l’estorsione che si sta affacciando sul territorio e la movida».
Il sindaco Fabrizio Ciarapica
Bommarito ha poi pungolato il sindaco sulle sale slot (il Comune non ha ancora mai approvato il regolamento sul gioco d’azzardo e non ha ritirato la delibera che il Consiglio di Stato ha bocciato sull’apertura della sala slot di via Pellico). Ma ha sottolineato anche le responsabilità di forze dell’ordine e deputate al controllo: «è evidente che un poliziotto che fa uso di sostanze non può andare a cercare gli spacciatori – riferendosi al caso dell’agente Alessandro Giordano in manette per aver sparato ad Ancona ad un ragazzo e ritrovato poi positivo a droga e alcool- ma è anche vero che nel Commissariato di Civitanova, in mezzo a tanti poliziotti scrupolosi e desiderosi di fare il proprio dovere ci sono mele marce». Infine una panoramica sul mercato dello spaccio a Civitanova gestito da stranieri e italiani «che se ne stanno buoni e in accordo per gestire meglio i traffici. E poi qui a Civitanova la droga costa meno perché ci sono i depositi in un fiorente mercato fra albanesi, tunisini e marocchini e poi italiani della camorra e dell’ndrangheta».
I numeri indicano un problema: «Su 10 nuovi accessi al Sert di Civitanova, 9 sono per cocaina»
I guai del commissariato di Civitanova: poco personale e qualche storia spinosa
Drug test per le forze di polizia: il caso Giordano è allarmante, la cocaina straripa a Civitanova
La droga continua ad uccidere nelle Marche e il problema è ancora troppo sottovalutato
Overdose fatale a 45 anni, la drammatica fine dell’ex dipendente comunale
Tutto molto bello. Qualcuno che ha le palle di dire che la battaglia alla droga è finta, che allo stato serve la droga per alzare il PIL e che tanti bar, ristoranti, concessionarie e attività imprenditoriali servono solo per pulire i proventi della malavita, che a suo modo garantisce lavoro, impieghi e stipendi ? Facciamo a capirci che il patto stato mafia è esattamente questo ? Si prende lo spacciatore da mezzo grammo ma il grosso è assolutamente autorizzato e anzi, incentivato ?
Marco Marcoaldi Negli anni '70 si scoprì l'esistenza di una operazione della CIA in Italia, denominata "Blue Moon", consistente nella diffusione di sostanze stupefacenti negli strati giovanili con il fine di destabilizzare il movimento di contestazione.
Molto bene De Rosa e Bommarito, quello che si dice parlar chiaro! una analisi precisa e puntuale, anche nelle parole di Alessio Galatolo riferite da sua moglie. Non esistono isole felici, quando la realtà che si vive resta in superficie, distante dal proprio vero sé, non si riesce più a fare esperienza di nulla...e cosa non si farebbe per sconfiggere la noia....
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Bravi tutti, organizzatori e ospiti, bravo persino il Sindaco ad intervenire e dare un segno e al solito grandissimi De Rosa e Bommarito.
De Magistris ci disse insieme ai ragazzi della scuola di secondo grado che bisognava scegliere da che parte stare.
Tra l’altro affermò che fa comodo avere l’emergenza a molti volti “all’affare” e quindi non risolverla. L’emergenza droga dura da lustri e sono cambiate solo le modalità di spaccio e assunzione di pari passo alla metamorfosi antropologica della società. Questo fatto non ci assolve dal prendere coscienza della disastrosa situazione civitanovese illustrata dall’avvocato e dallo psichiatra, guai minimizzare.
https://itanpud.org/…/Appello-per-una-legge-del-Buon… Ottimi gli interventi di Bommarito e di De Rosa.
Sotto trovate il riferimento alla legge soprannominata del” buon samaritano” che permetterebbe ai cittadini di soccorrere chi è in overdose e simili circostanze senza incorrere nel pericolo di essere indagato. Sembra che, nonostante ci sia l’obbligo di soccorrere chi sta male in Italia, molti fuggano per paura delle conseguenze.
Ottimi gli spunti di De Rosa sugli obiettivi e le prestazioni individuali(quasi psicanalitici) che non collimano con il reale, “normalizzato”, nel ventennio delle TV commerciali e ora interessa tutta la società cambiata , ma sempre offuscata dal commercio di droga, soprattutto cocaina (la droga dello sballo e dei colletti bianchi).
Noi di Civitasvolta siamo convinti che la base di partenza del cambiamento per non far coincidere la domanda con l’offerta sia la verità su Civitanova e dintorni per poi coinvolgere ancora le scuole a partire dalle elementari.
È per caso stata effettuata una registrazione degli interventi? Sarebbe possibile visionarla?
Complimenti. Così deve essere fatta una conferenza sul tema droga.
Verità senza giri di parole e stimolare l’intera società ad impegnarsi contro la droga anche se è difficile quantificare quanti sono favorevoli alla lotta.
Bisogna considerare che gli assuntori non denunciano e quindi sono i primi a fornire una rete di protezione alla criminalità.
Il dott. De Rosa afferma che il nuovo modello educativo “del non dire mai di no” apre le porte a tutte le tentazioni ma anche il modello etico di trenta anni fa non era perfetto perché troppo rigido.
Ogni generazione ha contestato il modello educativo del momento ed una società che si evolve prova a cambiare i modelli con risultati positivi e negativi.
Ogni generazione ha affrontato il percorso di crescita ed ognuno si è ritrovato con sigarette, alcool, canne e droghe varie e la teoria “della rana bollita” è il miglior esempio di adattamento passivo a cose negative.
L’avv. Bommarito ha giustamente pungolato le istituzioni perché è un loro preciso compito affermare la sicurezza, ha fornito dati molto precisi sul sistema criminale nella nostra zona ma molto spesso nelle istituzioni si fanno lotte grazie all’iniziativa di pochi (vedi il Questore Pignataro che ha dedicato ogni minuto alla lotta alla droga) e ci vuole anche un supporto dal basso perché c’è anche chi nella società civile fa ostruzionismo per un proprio beneficio. Per ultimo concordo nel fare i nomi di chi è una mela marcia ma bisogna fare i nomi dei criminali che vivono con i grossi proventi della droga e non è obbligatorio farlo pubblicamente, ci sono molti canali a disposizione.
Se è vero che si vuole arginare il fiume di droga, tutti devono contribuire alla lotta. Tommyg
Una delle tante incongruenze del caso Pamela è il fatto che questa ragazzina in grave stato di confusione mentale, senza essere mai stata prima a Macerata, in pochissimo tempo ha trovato un pusher, impresa d’una difficoltà sovrumana per magistratura e forze dell’ordine. Qui è Rodi e anche Cipro e anche Creta…