di Laura Boccanera
Parole tante, ma il dato è uno solo e lo dà il responsabile del Sert Mario De Rosa: su 10 nuovi accessi al Sert, 9 sono per cocaina. Un numero che dovrebbe far saltare sulla sedia anche perché il medico della struttura mette in guardia su un nuovo approccio agli stupefacenti :«Non è più come prima» e lo ripete come un appello accorato.
Da sinistra Gianni Giuli direttore dipartimento prevenzione, Mario De Rosa direttore Sert Civitanova e Jose Berdini responsabile comunità Pars
E’ questa l’unica vera notizia di un consiglio comunale aperto sulla sicurezza che si presenta anomalo e stonato per diversi aspetti. Il primo: arriva a 6 mesi di distanza dai fatti clamorosi per cui è stato convocato. L’opposizione lo chiese infatti dopo gli omicidi di Alika e di Rached Amri, delitto avvenuto nell’ambito dello spaccio. In secondo luogo nessun rappresentante delle forze dell’ordine era presente per relazionare sui numeri di reati e denunce in modo tale da fornire un quadro della criminalità in città. Ne esce una rappresentazione forse utile sul piano sociale per fotografare devianza, disagio giovanile e tossicodipendenza, ma del tutto anestetizzato rispetto al problema reale della criminalità. Perché poi si è parlato di tutto e di più rendendo banale e a volte imbarazzante la discussione (da chi cita basso bacino del Chienti o la scala della scuola di via Ugo Bassi come problema sulla sicurezza finanche al vicesindaco Morresi che addirittura invita un amministratore che gira sul marciapiedi in bicicletta a non farlo più). Tanto che dopo 2 ore di discussione è un cittadino, Maurizio Gennari a dirlo a voce aperta «E’ stato tutto incentrato sul disagio giovanile, tutto interessante, tutto vero, ma non perdiamo di vista la sicurezza in generale perché là fuori ci sono riciclatori, spacciatori, ladri, ndranghetisti e delinquenti comuni».
Nulla insomma a che fare con i consigli comunali sulla sicurezza del passato, al fulmicotone, dove l’allora opposizione, oggi maggioranza, contestava su sicurezza percepita e reale e fulminava l’allora sindaco Tommaso Corvatta che indicava la riqualificazione dei luoghi come deterrente alla criminalità venendo deriso da coloro che oggi dalla maggioranza portano invece gli stessi argomenti. Pochissime invece le presenze fra il pubblico, oggi, di attivisti politici o candidati di centrosinistra.
Il Consiglio si è aperto però anche con la denuncia di dissenso per la presenza di Fausto Troiani a presiedere l’assise dopo la condanna per diffamazione a Laura Boldrini e la chiusura delle indagini per lesioni e violenza privata verso una ragazza (presente oggi tra il pubblico) con cui, sostiene la donna, aveva avuto una relazione. Appello presentato da Lidia Iezzi del Pd e da Lavinia Bianchi e Silvia Squadroni di Siamo Civitanova che poi hanno abbandonato l’aula rimanendo tra il pubblico. «Esprimiamo il nostro dissenso perché ci troviamo qui senza che la maggioranza abbia affrontato il problema dell’opportunità che a presiedere sia Troiani – legge la Iezzi – condannato in primo grado per diffamazione e con un procedimento in corso ed esprimiamo analogo dissenso per il fatto che l’assessore Cognigni a sua volta indagato e delegato proprio alla sicurezza mantenga tuttora la sua carica quando sensibilità etica ed istituzionale gli chiederebbero di fare un passo indietro» E sulla convocazione del consiglio aggiunge:
«Gli spacciatori stanno riempiendo la città di droga. A questo consiglio comunale si arriva dopo due omicidi e una serie di furti e reati. Sarebbe stato importante avere le forze dell’ordine per avere un quadro più reale. Anche perché abbiamo notato che le notizie di reato non vengono più comunicate dagli enti preposti. Ciò che esce è frutto di informazioni carpite dai giornalisti spesso grazie alla conoscenza diretta dei fatti o tramite canali personali».
Il presidente del consiglio comunale Fausto Troian
L’intervento del sindaco Fabrizio Ciarapica è in linea con l’andamento del consiglio ovvero: “tutto è sicurezza”: «Spiace che alcuni consiglieri abbiano cambiato argomento e cercato la strumentalizzazione politica – dice parlando del riferimento a Troiani – Civitanova non è una città insicura e fuori controllo, i fatti di questa estate seppur gravi non possono etichettare Civitanova come una città in cui non c’è sicurezza. Sono fatti spiacevoli che hanno riguardato però persone che non sono stanziali di Civitanova e totalmente imprevedibili. Il problema della sicurezza non ha colore politico anche se ereditammo dalla precedente amministrazione una situazione grave con fenomeni di abusivismo commerciale e nomadismo» concludendo poi l’intervento con la lista dei provvedimenti presi a contrasto tra cui telecamere, rinnovo del parco auto alla polizia municipale, riqualificazione delle aree verdi e poi sulla movida dice: «Sicurezza e vivacità commerciale sono in correlazione, i locali della movida non sono elementi negativi, è limitativo parlare di sicurezza basandosi sul numero dei reati, occorre alzare il livello della discussione».
Gianni Giuli e Mario De Rosa
Livello della discussione che si è elevato grazie alla presenza dei tecnici (tra cui Gianni Giuli direttore del dipartimento dipendenze patologiche e José Berdini della cooperativa Pars) ed in particolare del dottor Mario De Rosa del Sert che con parole lucide e numeri (gli unici ascoltati in questo consiglio comunale) ha raccontato una Civitanova sommersa ma sotto gli occhi di tutti, quella della cocaina. Un fenomeno pervasivo della tossicodipendenza che ha portato praticamente quasi la totalità dei nuovi accessi a soffrire per dipendenza da questa sostanza. «Lo stile di dipendenza sta cambiando – dice De Rosa – un dato a spanna è che su 10 nuovi ingressi 9 sono per cocaina e questo è un punto centrale. Se non sosteniamo Sert e servizio psichiatrico il problema della sicurezza a breve sarà non riuscire più a far fronte a situazioni patologiche serissime. Abbiamo 85 inserimenti, 122 soggetti che arrivano in alternativa alla pena e altri 129 per patenti ritirate, trattiamo circa 70 soggetti per abuso di cocaina che si associa a problematicità sociale in un quadro di assenza di critica e giudizio, senza alcun rispetto delle regole. Questi soggetti narcisistici non sentono di avere un problema e spesso vengono trascinati o dalla psichiatria o dalle forze dell’ordine o dalle famiglie esasperate. Non è più come prima, e non c’è esenzione per nessuno né per età né per classi sociali. Abbiamo anche 60enni che consumano con una facilità inquietante e spesso anche con strane combinazioni con alcool e gioco azzardo patologico. Credo che non bisogna abbassare la guardia e riprendere dai principi dell’uomo e non dal desiderio onnipotente. L’educazione va fatta in questa direzione altrimenti non c’è più rispetto del limite e delle regole. No va minimizzato il problema del consumo di cocaina».
Della necessità della prevenzione parla anche Gianni Giuli che spiega come purtroppo si è abbassata l’età dell’incontro con la prima droga: «A fare prevenzione partiamo dalle elementari – racconta – perché ormai è assodato che i ragazzi incontrano le droghe a partire dalla prima media. Tutti conoscono la droga e chi si ubriaca hanno in prima media la prima esperienza di che vuol dire droga. E partiamo dalle elementari dando ai ragazzi abilità psicologiche e cognitive. Civitanova fa parte della rotta balcanica, non possiamo negarlo, arriva droga dal mare e dall’Umbria. Le forze dell’ordine intercettano il 5% di ciò che entra. Serve l’educativa di strada e la scuola e la famiglia sono fondamentali».
Andrea Foglia di CitaNò alla dorga
Tra gli interventi delle associazioni che hanno partecipato anche Andrea Foglia di ‘CitaNò alla droga’ e del progetto ‘Oltre’ che ha presentato le proposte legate alla prevenzione della devianza giovanile primo fra tutti la nascita di un osservatorio permanente sui giovani per le politiche sociali per la salute e per il benessere. «E’ un progetto nato dal basso, animato dal privato sociale che metterà tutto il suo impegno per fornire strumenti necessari a leggere e interpretare i bisogni che animano il territorio per individuare azioni ed interventi». Foglia ha poi richiesto anche la convocazione di una riunione al presidente della commissione sociale per discutere di questi temi e una maggiore collaborazione rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi.
La droga continua ad uccidere nelle Marche e il problema è ancora troppo sottovalutato
Città ricca e con disagio sociale. : un classico
un Consiglio convocato ad hoc su un argomento di interesse della cittadinanza, che è servito a testare l'opinione pubblica sulla opportunità della presidenza del Consiglio a Troiani.... Sulla sicurezza si discute con dati alla mano, e se l'eredità di questa amministrazione sono stati i commercianti abusivi e i nomadi (cit. Ciarapica) che sono stati allontanati dalla città, possiamo forse affermare oggi che la criminalità a Civitanova non siano ancora furti nelle case e contraffazione?
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La cocaina è la fase 2, la fase 1 è l’hashish, che quindi è pericoloso perché apre la strada alla cocacina.
La situazione della cocaina a Civitanova Marche ormai dilagante ed egemonizzata dai clan albanesi è stata denunziata da tempo dal sottoscritto su questo giornale. La denuncia del dott. De Rosa, con tanto di dati numerici che sono terrificanti, è ineccepibile, ma anche lui parla da anni al vento.
Le autorità comunali non fanno nulla per contrastare questo fenomeno sempre più grave, anzi, irresponsabilmente, fanno di tutto per rendere la città ancora più attrattiva per quella utenza che usa e mescola alcol, droga (soprattutto eccitanti) e gioco d’azzardo. E parliamo, ovviamente, non solo di consumatori, ma anche di tutta quella fauna criminale che da tempo è radicata a Civitanova e nel suo vasto hinterland in rappresentanza delle più strutturate famiglie delle varie mafie italiane e straniere e ricicla a tutto spiano.
Non si accorgono, le autorità, che a lungo andare questo andazzo, che rende il territorio sempre più insicuro in quanto controllato, appunto, da pericolose cosche della criminalità organizzata italiana e straniera che fanno milioni di euro grazie alle droghe, si rivolterà contro chi punta a questo distorto turismo ludico e caratterizzato dagli eccessi e dagli stupefacenti.
Girano in città, anche nei locali più frequentati, boss italiani (calabresi soprattutto) e albanesi, che spendono e spandono senza limiti e si sentono autorizzati a fare tutto ciò che vogliono, anche atti di violenza, nell’indifferenza e nell’omertà dei proprietari e del personale di sicurezza interna.
Questa estate si sono verificati, e sono stati puntualmente sottaciuti, anche colpi d’arma da fuoco esplosi nottetempo sul lungomare nord.
Per fortuna che un po’ di prevenzione viene svolta dalle associazioni che lavorano in questo campo sul territorio, visto che la Prefettura ha addirittura soppresso il Comitato provinciale che si sforzava di coordinare la prevenzione sul territorio provinciale. Una scelta assurda e irresponsabile quella del prefetto Ferdani, ancora più grave perchè assunta da un organo statale che dovrebbe rappresentare lo Stato e assumersi tutte le proprie responsabilità.
Un’ultima considerazione. E’ ridicola l’affermazione del sindaco Ciarapica secondo il quale la città sarebbe sicura poichè tutti i maggiori fatti di cronaca giudiziaria sono stati posti in essere da soggetti provenienti da fuori. Il sindaco dovrebbe chiedersi come mai questa massa di gente pericolosa e allucinata, che si droga e ricicla a tutto spiano denaro illecito, viene attirata proprio da Civitanova. E’ un caso, è colpa del destino cinico e baro, o è l’effetto ovvio e naturale del tipo di sviluppo che la città si è voluta dare?
Completamente d’accordo con il dottor De Rosa e l’avvocato Bommarito. Abbiamo però voluto dar voce a chi non ce l’ha ed è fuori dalle logiche economiche e di palazzo.
Buon pomeriggio e grazie per l’invito a Civitasvolta che qui rappresento.
Tradurrò in civitanovese concetti importanti di sociologia che aiutano l’amministrazione a capire le giuste politiche per la sicurezza, gli autori sono Wilson il controllo del territorio limita gli atti vandalici, Milgramm e l’obbedienza al capo, Zimbardo per l’effetto Lucifero.
Chiunque voglia approfondire può trovare in internet il materiale.
Il controllo del territorio si fa in tanti modi; molti sono convinti che lo si faccia con le telecamere che però dovrebbero essere costantemente e in tempo reale monitorate dalle forze dell’ordine, lo si fa anche con la cura delle periferie e non solo del centro.
Lo si fa tenendo aperti i bagni pubblici affidandone la cura a disoccupati che altrimenti non avrebbero reddito, lo si fa aprendo le fontanelle di acqua pubblica che voi avete chiuso in tutta la città, lo si fa asfaltando le strade che non si asfaltano dal 1984.
La pulizia delle strade è essenziale al centro come in periferia e i parchi per bambini dovrebbero essere aperti e curati..
La cura ambientale, il rispetto delle regole e la giustizia sociale fanno parte del controllo del territorio in cui il tavolo permanente in prefettura e il coinvolgimento delle scuole giocano un ruolo importante trascurato da decenni.
Richiamiamo l’attenzione sulle procedure condivise e previste dai regolamenti per rilasciare permessi a costruire, sulla sistematica distruzione del paesaggio, sulla continua cementificazione della spiaggia, tutto ciò che ansia e insicurezza anche tra gli adulti, non solo negli adolescenti continuamente sottoposti, insieme alle loro famiglie, a campagne di colpevolizzazione come se il disagio fosse una malattia endemica e non uno stato naturale da gestire insieme alle istituzioni.
Dagli anni 90 si incentra la discussione su come intervenire in tema di dipendenze, ma oltre non siamo andati, anzi si è passati da centri di aggregazione culturale nelle scuole a centri di aggregazione nelle parrocchie. Non tutti signori frequentano le parrocchie e non tutte le parrocchie hanno un sistema di controllo su ciò che succede. le scuole signori sono la quotidianità, è il gruppo classe, non è la strada incontrollata. Una volta le unità cinofile e le forze dell’ordine in borghese marcavano il territorio nei pressi delle scuole, oggi che si fa? Oggi non ci sono più luoghi facilmente identificabili per lo spaccio, lo si fa alla luce del sole e ci siamo troppo abituati a questa condizione per cui i ragazzi si permettono da più di dieci anni di ritrovarsi in gruppo proprio dietro le parrocchie a giocare a picchiarsi come se fosse divertente. Allora che fare? Il gruppo deresponsabilizza l’individuo (effetto Lucifero) e l’individuo non ha punti di riferimento se non la mala movida. Sicurezza ambientale e sanitaria fortemente trascurata, secondo i dati regionali a Civitanova ci sono 335 siti inquinati, avete chiesto i fondi pnrr per le bonifiche? Non avete ancora stilato un piano antenne e cosa ancor più grave non avete fatto calcolare il cumulo degli inquinanti da elettromagnetismo? Dove avete messo la delibera consiliare 35 del 2011? Sappiamo che alcune malattie sono collegate all’inquinamento e all’uso di droghe, come fanno le istituzione a sottovalutarle? Oltre a chiudere le docce e relative fontanelle sul lungomare Piermanni dopo l’uscita di acqua verde e marrone che cosa avete fatto? Chiediamo formalmente che le analisi siano effettuate seguendo il protocollo previsto dal basso bacino del Chienti
Non abbiamo intenzione di indicare idee, proposte che sappiamo non essere bene accette, ma a destrutturare tutto ciò che va contro la sicurezza. Non ci sono organismi che possano favorire la partecipazione del cittadino perciò si ha un senso di profonda insicurezza- Le indagini e gli indagati contribuiscono a minare la fiducia nelle istituzioni quando poi non si fanno rispettare le regole.
lo sportello antiviolenza separato e riconoscibile non può essere accessibile ai più dovrebbe essere inserito in luoghi pubblici quali la biblioteca che avrebbe dovuto presentare progetti per la digitalizzazione della emeroteca,
Progetti per il servizio civile tra i giovani assenti, solo quelli in Europa.
Andare per strada incontro ai giovani della movida, creare sportelli di ascolto è solo parziale e emergenziale, non è la quotidianità nè la normalità
Sicurezza stradale, una volta gli introiti delle multe venivano usati per riparare le strade, ora che fina hanno fatto?
La teoria delle finestre rotte si fonda sul principio che lo stato dell’ambiente urbano influenzi il crimine in tre aspetti:
Conformità sociale dei soggetti che abitano un certo ambiente;
Mancanza di monitoraggio dei comportamenti;
Segnalazione sociale dei crimini.
Il paesaggio comunica alle persone come ci si deve comportare
L’idea interessante è che gli individui cerchino segnali nell’ambiente per verificare la presenza di norme sociali nell’ambiente e il rischio di essere scoperti nel violare tali norme: uno dei segnali è appunto l’aspetto generale dell’area.
Quindi, secondo la “teoria delle finestre rotte” un ambiente ordinato e pulito invia il segnale che l’area è monitorata e che il comportamento criminale non viene tollerato.
sicurezza stradale
sicurezza sanitaria
servizi mancanti
equità di trattamento e sociale
evitare messaggi contraddittori come la panchina rossa
A quanto detto da Civita Svolta aggiungo che i genitori – entrambi occupati – perdono il controllo dell’ormai unico figlio che hanno, con la conseguenza che il ragazzo comincia a sniffare già all’età di 12 anni!
L’eroina è di sinistra, la cocaina di destra!
Non invitate chi da decenni lucra sui tossici con risultati approssimativi.
Sert: Su 10 ingressi 9 sono per cocaina. La cittadinanza chiede sicurezza e contrasto alla criminalità ed una parte di essa finanzia i criminali acquistando droga. Gli ingenti proventi di denaro contante saranno poi investiti in operazioni di riciclaggio, investimenti in opere pubbliche e riacquisto di altra droga perché anche questa è economia circolare. A livello sociale bisogna ribaltare l’odierna convinzione che la droga non fa male e comunque arricchisce i criminali. Tommyg
…alcol, droga, gioco d’azzardo, qualcuno ha scoperto l’acqua calda! Infatti sette, otto o dieci anni fa non c’erano mica!!! Maaa, in ogni caso, la cosiddetta sinistra (che dovrebbe essere l’opposizione, mi pare…), non è quella che vorrebbe lo spinello libero, e qualcuno anche tutte le droghe, per combattere le mafie (ognuno ha le sue illusioni, nella vita…che ci vuoi fare…), oltre ai rave liberi, bei posticini pieni di bravi ragazzi che acquistano droghe dai negozietti interni, gestiti da negozianti esperti che registrano tutto e pagano un sacco di tasse!!? Ma forse mi sbaglio, chissà, non sono molto aggiornato, forse è anche peggio, se ci opponiamo!!! gv