I due hotel di Ussita
di Monia Orazi
La voglia di futuro negli occhi azzurri, la voce ferma che a 82 anni ha le idee chiare: ricostruire il suo amato albergo, l’hotel Felycita di Frontignano in cui per ben 53 anni ha accolto turisti ed appassionati di montagna. Gianfranco Tombini accoglie con grande gioia l’approvazione definitiva del decreto Ricostruzione, che con l’emendamento Ussita, toglie l’anticipo dell’Iva da versare per la ricostruzione delle attività produttive, che sino ad oggi ha bloccato la ricostruzione di tanti alberghi.
Gianfranco e Felicita Tombini
A dare la notizia a tutti è stata qualche giorno fa la sindaca di Ussita Silvia Bernardini, che già appena insediata aveva sollevato la problematica, esprimendo il suo plauso all’inserimento della norma, che consente di ricostruire anche a chi sino ad oggi, dopo anni difficili, non aveva la liquidità necessaria ad anticipare l’Iva. Ora è previsto che ad anticiparla sarà la struttura commissariale. Così aveva esultato Silvia Bernardini sui social: «Ed in particolare la norma Ussita. Grazie commissario così i nostri alberghi potranno avere un futuro, impossibile fino ad ora. Grande risultato di un bel lavoro di squadra! Avanti tutta». Da dietro al bancone della sua attività delocalizzata a Frontignano, nei cento metri quadrati del suo bar ristoro “Cotto e mangiato” Tombini non nasconde la soddisfazione: «Venerdì andrò alla riunione della Confcommercio, dove ci sarà anche il commissario Castelli, per sapere di preciso come funziona, come gestore dell’Hotel Felycita sono grato ed accetto questa soluzione, che garantisce respiro a tante attività della montagna. E’ la prima volta che viene applicata questa legge, non era mai stato fatto in nessun terremoto, nemmeno a L’Aquila. Tante attività stanno rischiando di chiudere, era impossibile andare avanti così. Io avrei dovuto anticipare 450mila euro di Iva, dopo anni di chiusura dell’albergo, ci avrei messo vent’anni a recuperarli. Questa norma è una vera manna dal cielo per la montagna, che in questo modo riparte ed accoglie il turista».
L’hotel Felycita da demolire e ricostruire
Tombini esprime la sua analisi riferendosi al territorio più gravemente danneggiato dal sisma: «Da Caldarola, passando per Camerino e le alte zone montane, Visso, Ussita e Castelsantangelo, si sono praticamente persi tutte le strutture che garantivano i posti letto prima esistenti. Solo questa zona rientra nel danno, ho voluto fare questa delocalizzazione, altrimenti a Frontignano non c’era nemmeno un posto per prendere un caffè. Ho voglia di ricostruire subito, appena andrà via la neve ed il tempo tornerà bello, i lavori partiranno. Ricostruisco perché dopo 53 anni trascorsi lì dentro, ho voglia di rivederlo il mio albergo, a 82 anni. Ho il progetto pronto da tre anni, già approvato, con questo ritardo non sono riuscito ancora a ricostruire, ma ora vado venerdì alla riunione per informarmi, poi si parte».
Più a valle, il titolare di un altro degli storici alberghi di Ussita, il Crystal, Luca Bartoletti che insieme alla sorella Luisa ha gestito la storica struttura di famiglia, guarda con positività alla novità, dallo chalet dove ha delocalizzato l’attività: «Senza questa norma la ricostruzione degli alberghi sarebbe stata ferma almeno altri vent’anni. Abbiamo ricevuto la notizia dal sindaco, presenteremo il progetto di ricostruzione del Crystal entro dicembre, l’azzeramento dell’anticipo dell’Iva un 10 per cento su 3, 4 milioni è una buona notizia. Abbiamo necessità di riparare l’albergo, questo è il nostro unico lavoro. Dobbiamo valutare altre problematiche, non ultima l’interruzione del sisma bonus 110 per cento, perché in quasi ogni ricostruzione c’è una parte di accollo, ci vorranno circa tre milioni di euro per ricostruire l’albergo, che per oltre sei anni è stato esposto alle intemperie ed all’incuria, la situazione dei danni si è aggravata, ci sono notevoli complicazioni che dovremo affrontare».
L’hotel Crystal
Il presente della famiglia Bartoletti è lo chalet ad Ussita capoluogo, dove le dieci camere sono abbastanza richieste, spiega il titolare: «Lavoriamo in prevalenza con gli operai della ricostruzione, i titolari di seconde case danneggiate che tornano in zona, adesso con il turismo legato alla neve, nell’ultimo mese e mezzo abbiamo mandato via per mancanza di posti letto nella nostra struttura, un numero di persone che avrebbe potuto occupare almeno una trentina di camere. Abbiamo anche una casa da ristrutturare, ci è stato chiesto più volte se affittiamo come uso appartamento, perché si pensa sia più economico rispetto all’albergo, c’è la fila di gente che chiede case per l’estate, anche le ditte della ricostruzione cercano alloggio. Il problema della mancanza di alberghi e strutture ricettive coinvolge non solo Visso, Ussita e Castelsantangelo, ma anche Camerino, Muccia ed altri centri. Il nostro albergo è da recuperare, è un valore per noi, qui le strutture ricettive sono in prevalenza gestione familiare e non tutti avevano, dopo anni di fermo e chiusura, i soldi da pagare per l’anticipo dell’Iva». Non tutti gli alberghi saranno ricostruiti, in una zona di Ussita i titolari di un vecchio albergo non hanno avuto il ricambio generazionale per gestirlo, ma non mancano segnali positivi. A Visso ad esempio sono in corso i lavori in due strutture da affittacamere, che dovrebbero essere pronte per l’estate. La norma sull’Iva riguarda la ricostruzione di tutte le attività produttive, ma le modalità e le condizioni in cui, tramite contabilità speciale del commissario si potrà anticipare l’Iva, saranno individuate tramite una successiva ordinanza che sarà emessa dal commissario alla ricostruzione Guido Castelli.
(Clicca qui sopra per ascoltare la notizia)
bene
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