Visso raccontata a fumetti
in una tesi di laurea

110 E LODE - Giulia Cianca ha raccontato i luoghi dove trascorreva le estati sin da piccola, tra personaggi, ricordi e folklore: «E’ un progetto nato molto naturalmente, dalla necessità di raccontare la mia storia e quella di Visso, che mi ha trasmesso emozioni e valori»

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Il fumetto realizzato da Giulia Cianca

di Monia Orazi

Visso a fumetti, per raccontare il bello che ancora c’è, in un percorso tra presente e passato, memoria e futuro: la perla dei Sibillini ieri è stata protagonista della tesi di laurea in fumetto e illustrazione di Giulia Cianca, giovane studentessa di Roma, con il cuore rimasto tra i vicoli di Vallopa, una zona di Visso, dove sin da piccola trascorreva le estati insieme alla sua famiglia, nella seconda casa di loro proprietà, oggi distrutta dal terremoto, come tante altre nella zona.

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Giulia Cianca a Bologna

«E’ un progetto nato molto naturalmente, dalla necessità di raccontare la mia storia, la storia di Visso, che mi ha trasmesso emozioni e valori, contribuendo a fare di me, quella che sono oggi – racconta la giovane – insieme ai ricordi d’infanzia come momenti di massima felicità, ai ricordi di mio padre, ai personaggi che popolano queste zone, ricordo una signora minuta in carrozzina, mi sembrava una bambola. E’ una storia incredibile quella di Visso, che merita di essere raccontata, anche per quelle persone di Visso che stanno cercando di portare avanti il paese».

Il racconto si snoda su un doppio piano temporale, il presente incarnato da una serie di itinerari escursionistici di trekking, per scoprire il lato nascosto delle zone montane, il passato attraverso itinerari della memoria, personaggi, episodi di vita vissuta, racconta Giulia Cianca: «Mio padre mi ha tramandato i suoi ricordi da bambino di quando era a Visso, mi ha colpito l’idea di tramandare la mia storia da bambina, quel tempo incredibile, pieno di significato trascorso in paese, momenti che hanno attecchito in profondità nel mio modo di essere, portandomi a prendere strade lavorative diverse da quello che pensavo. Per la mia tesi non riuscivo a pensare ad altro, se non a raccontare Visso. I docenti ci hanno sempre detto di raccontare una storia con i nostri disegni, la mia speranza è che le persone leggano il fumetto e ci si ritrovino, anche se non hanno mai vissuto Visso. Ho collegato il trekking, ad esempio il primo sul monte Vettore è legato ai miei ricordi da bambina, con l’arrivo a Visso, il percorso in Valnerina, il formaggio preso a Borgo Cerreto. I miei professori sono rimasti entusiasti, mi hanno consigliato di provare a pubblicarlo».

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Nelle tavole illustrate con un stile coloratissimo e diretto, Giulia Cianca raccoglie scorci e storie, propone itinerari turistici fatti di ricordi ed esperienze, basati sull’arte del camminare, con approfondimenti storici, culturali e folkloristici. Nei suoi disegni c’è posto persino per il fiore barometro, che attaccato nelle case indicava il tempo futuro: «Si tratta della carlina bianca, un fiore barometro che indicava se stava per piovere o meno, veniva attaccato alle case, è un fiore bellissimo, i petali sembrano di carta argentata. Sono nata circa un mese dopo l’istituzione ufficiale del Parco dei Sibillini, mi piace pensare che sia un segno. Camminando per quelle zone, si scopre una fucina di cose incredibili. Camminare credo sia la chiave per riportare le persone a visitare i Sibillini e i loro paesi, zone che meritano di essere scoperte, non solo per le bellezze naturalistiche e culturali, le peculiarità enogastronomiche, ma anche per i personaggi che ci vivono. Spero di poter portare gente e far conoscere loro la meraviglia di questi posti. Mi ha aiutato molto partecipare alla Sibillini Summer School, per capire come raccontare quello che volevo dire. Vorrei diventare una guida naturalistica, è una parte di me che sto riscoprendo ed avevo messo da parte per seguire il percorso artistico».

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Un lavoro che ha convinto la commissione di laurea a dare il massimo dei voti alla laureanda, che ha concluso il suo percorso accademico con un bel 110 e lode.
Conclude la giovane: «Il primo racconto, il flashback, intitolato SP209 km 67 (l’ingresso del viale alberato) presenta tavole a colori, dall’impatto più cinematografico. Non presentano conversazioni e balloon (nuvolette di testo), ma solo flusso di pensieri che ripercorre la strada fino a Visso, infatti ogni vignetta ritrae un flash, un istante, proprio com’è l’istante del ricordo. Il secondo racconto invece è la “Tappa n.1”, si viaggia da Visso al Monte Vettore) e presenta tavole in bianco e nero. Raccontando il presente ho optato per uno stile più cartoon che mi permetteva di cogliere e restituire al lettore i momenti esilaranti del viaggio».

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Giulia Cianca con il padre

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