La presentazione della stagione dello sferisterio
di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)
«Ci dicono che è tardi, non è così e comunque meglio far le cose per bene come abbiamo fatto per la stagione allo Sferisterio». Il sindaco Sandro Parcaroli sprizza entusiasmo nel corso della presentazione della stagione lirica 2023, scenario l’auditorium della biblioteca comunale Mozzi Borgetti. Parcaroli ricorda il successo della presenza maceratese alla Bit e passa il microfono all’assessora regionale alla Cultura Chiara Biondi: anche lei parte dalla Bit e sottolinea l’azione della Regione al fianco di Macerata anche per la stagione lirica: «sono felice di essere qui, la stagione dello Sferisterio è un appuntamento importante per la città e la regione, il modo giusto per far conoscere la nostra regione, il binomio cultura e turismo è vincente».
Chiara Biondi e Sandro Parcaroli
Non solo parole, l’assessora regionale, sentendosi come dire incalzata dal primo cittadino, ha assicurato un adeguato sostegno economico dalla Regione. Dal fronte amministrativo-politico si è passati al lato tecnico con le presentazioni del sovrintendente Flavio Cavalli, del direttore musicale Donato Renzetti e del direttore artistico Paolo Pinamonti che ha detto di aver «cercato di far tesoro delle esperienze dello scorso anno, iniziando dall’alternanza delle opere, due opere che si alternano nei weekend con un balletto o un concerto, operazione che quest’anno si è resa possibile grazie al fatto che siano partiti prima con l’organizzazione». Pinamonti ha illustrato i contenuti della stagione, augurandosi la consueta positiva risposta del pubblico ed evidenziando uno storico problema della città: «Spero possa crescere l’offerta alberghiera, non è sempre facile trovare un posto».
Paolo Pinamonti
La biglietteria aprirà i battenti dal primo marzo. Se lo Sferisterio si prepara a volare alto, stamattina si è presentato il solito scenario, problemi – questa volta di visibilità – interni alla maggioranza con un consigliere comunale di FdI che si è lamentato in maniera accesa fuori dalla sala per non essere stato invitato alla conferenza stampa (che in teoria dovrebbe essere convocata per i giornalisti).
Ma il tema della giornata era la presentazione della stagione 2023 allo Sferisterio che si svolgerà dal 20 luglio al 19 agosto: cinque weekend in cui si intrecceranno opera, letteratura, cinema e musica. Dalla fragilità di Lucia di Lammermoor – fatta sposa suo malgrado e per questo costretta a un gesto estremo – al mito eterno di Carmen uccisa per le sue scelte, all’ostinata voglia di vivere di Violetta Valèry, che rinuncia all’amore per amore e che da quasi due secoli si scontra contro ogni perbenismo.
Donato Renzetti
Nel dettaglio, nell’Arena maceratese – costruita nella prima metà dell’Ottocento per il gioco della palla al bracciale e poi divenuta da cento anni uno degli spazi operistici da non perdere per le estati dei melomani – andranno in scena una nuova produzione di Carmen di Georges Bizet (20, 23 e 28 luglio, 6 agosto) firmata da Daniele Menghini e con il direttore musicale del festival Donato Renzetti sul podio, La traviata di Giuseppe Verdi (22 e 30 luglio, 5 e 13 agosto) nello storico allestimento di Josef Svoboda con la regia di Henning Brockhaus e la bacchetta di Domenico Longo, una nuova produzione di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti (12, 14, 17 e 19 agosto) affidata a Jean-Louis Grinda con Francesco Ivan Ciampa sul podio. Attorno al mito della sigaraia sivigliana, protagonista di una novella di Prosper Mérimée, si svilupperà un “festival nel festival” che, accanto all’opera di Bizet, avrà altri due appuntamenti imperdibili come il leggendario spettacolo di flamenco Carmen (4 agosto) firmato nel 1983 da Antonio Gades e Carlos Saura proposto dalla Compañía Antonio Gades, e una serata con due pietre miliari del cinema muto: Carmen di Cecil B. DeMille e A Burlesque on Carmen di Charlie Chaplin (11 agosto), sonorizzate dal vivo con la bacchetta di Timothy Brock. A Carmen è dedicata anche l’attività per le scuole secondarie di secondo grado intitolata Carmen MOF – My Original Feelings della Compagnia teatrale “Fabiano Valenti” di Treia, firmata da Francesco Facciolli e Fabio Macedoni (Teatro Lauro Rossi, 25 e 26 maggio).
Flavio Cavalli
A un altro grande personaggio come Don Giovanni, legato al mito della seduzione, creato nel Seicento dalla penna di Tirso de Molina e poi divenuto nei secoli soggetto di tantissime trasposizioni, è ispirato lo spettacolo di danza Don Juan (27 luglio), una creazione del coreografo Johan Inger, premio Danza&Danza 2020, coprodotta dall’Associazione Arena Sferisterio con la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e un ampio gruppo di altre istituzioni teatrali. L’appuntamento sinfonico 2023 sarà con il capolavoro di musica sacra di Giuseppe Verdi, la Messa da Requiem (29 luglio), coprodotto con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna che proporrà il brano anche nella stessa Bologna, a piazza Maggiore, per le celebrazioni in memoria della strage alla Stazione del 2 agosto; sul podio dell’orchestra e coro felsinei Donato Renzetti e un quartetto di solisti vocali come Eleonora Buratto, Clementine Margaine, Antonio Poli, Roberto Tagliavini. Carmen, Violetta e Lucia sono le protagoniste dell’estate allo Sferisterio: le prime due ben conosciute dal pubblico, la terza meno frequente sul palcoscenico maceratese (assente dal 2003) ma pronta a conquistare i cuori con il suo canto struggente. Cominciando proprio dall’ultimo titolo in ordine cronologico, Lucia di Lammermoor di Donizetti (12, 14, 17 e 19 agosto), si tratta di un’importante coproduzione con le Chorégies d’Orange, località francese celebre per l’imponente teatro romano in cui ogni estate si svolge un festival assai simile a quello maceratese (soprattutto per il luogo monumentale sede degli spettacoli).
Chiara Biondi
Nel cast interpreti belcantisti di fama internazionale come Ruth Iniesta (Lucia), Dmitry Korchak (Edgardo) e Davide Luciano (Enrico), guidati da Francesco Ivan Ciampa (che il pubblico ricorderà per la lettura di Macbeth nel 2019), con uno spettacolo di Jean-Louis Grinda evocativo dell’ambientazione scozzese tipicamente romantica di questo melodramma. Com’è noto, l’opera più rappresentata al mondo è Carmen di Georges Bizet, che torna in scena a Macerata (20, 23 e 28 luglio, 6 agosto) in un nuovo allestimento firmato da Daniele Menghini, con le scene di Davide Signorini e i costumi di Nika Campisi (applauditi autori del Barbiere di Siviglia della scorsa estate): questo nuovo team creativo sta immaginando un’ambientazione che fa appello a chiari simboli della cultura spagnola e che trasformerà lo Sferisterio in una grande Plaza de Toros, un unico grande spazio, sfruttando il celebre muro in modo peculiare.
Sandro Parcaroli, Donato Renzetti e Paolo Pinamonti
Protagonista sarà l’intenso mezzosoprano Ketevan Kemoklidze, con Ragaa Eldin come Don Josè, anche lui tenore emergente molto interessante, e ancora Roberta Mantegna (Micaëla) e Fabrizio Beggi (Escamillo). Violetta tornerà in scena con lo spettacolo più rappresentativo e iconico delle produzioni allo Sferisterio degli ultimi trent’anni – già in cima alle richieste dei gruppi internazionali – La traviata “degli specchi” ideata nel 1992 dallo scenografo Josef Svoboda con la regia Henning Brockhaus e i costumi di Giancarlo Colis (22 e 30 luglio, 5 e 13 agosto). Nel ruolo della protagonista una delle più apprezzate interpreti di oggi, il soprano Nino Machaidze, con Anthony Ciaramitaro (Alfredo) giovane tenore emergente che sta conquistando le platee dei teatri di tutto il mondo, e Roberto de Candia (Giorgio Germont). Sul podio Domenico Longo. Come tradizione la Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana sarà impegnata in tutti e tre i titoli operistici e quest’anno anche nei due spettacoli di danza e nell’esecuzione dal vivo delle colonne sonore dei film dedicati a Carmen; ad affiancarla il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani (coinvolto anche nel balletto Carmen), la Banda Salvadei e i Pueri Cantores “D. Zamberletti” diretti da Gianluca Paolucci in Carmen.
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Un calendario funzionale sia dal punto di vista dell’attrazione di pubblico (Traviata e Carmen) e sia da quello della ricercatezza delle chicche (i due muti con orchestra dal vivo e il Requiem verdiano): questi secondi appuntamenti mi intrigano di più (ma è un fatto di gusto personale). La sintesi nella Lucia di Lammermoor, opera più difficile delle altre due ma splendida, per la quale mi auguro un allestimento tradizionale.