Il lupo appeninico
«In perfetto sincronismo con i parlamentari di Fratelli d’Italia, che nei giorni scorsi hanno presentato degli emendamenti per consentire la caccia nelle aree protette, nei centri abitati e in tutti i periodi dell’anno, anche la Regione Marche, guidata dalla giunta Acquaroli di destra, ha presentato una proposta di legge alla Camera dei Deputati per riaprire la caccia al lupo». E’ quanto denuncia Danilo Baldini, delegato regionale della Lac (Lega per l’abolizione della caccia).
«La proposta di legge 12/2022 – spiega Baldini – è stata avanzata dai consiglieri di maggioranza Bilò e Rossi, quest’ultimo recidivo a simili iniziative contro il lupo, visto che anche lo scorso anno aveva proposto di aprire la “caccia di selezione” al predatore. La proposta attuale si ispirerebbe ad un “modello” di normativa recentemente introdotto in Germania, che permetterebbe l’abbattimento di determinati esemplari di lupi, rapportandola e graduandola, in relazione alle predazioni effettivamente compiute da quei particolari individui ed alla loro reiterazione su un determinato territorio. Tutto ciò presuppone però che le vittime delle predazioni siano sottoposte ad accurate e costose indagini genetiche per risalire al Dna del predatore, in modo tale che si possa dimostrare che ad uccidere sia stato proprio quel determinato lupo, piuttosto che un altro».
Danilo Baldini
«Le giustificazioni addotte dai due consiglieri per far riaprire la caccia al lupo – aggiunge – sono prive di qualsiasi fondamento scientifico e servono solo a fomentare un clima di odio e di paura nella popolazione, specie quando si afferma che il lupo entra nei giardini delle case, sbrana i cani e gli animali domestici nei cortili e rappresenta ormai un pericolo anche per l’uomo stesso. Tutto ciò è smentito dal fatto che, in tutto il pianeta, negli ultimi 150 anni, non sono mai stati registrati casi di attacchi all’uomo da parte di lupi, inoltre è dimostrato dall’esame delle loro feci che le loro prede preferite non sono i bambini o i nostri cagnolini, bensì i cinghiali ed i caprioli. In realtà quindi, questa proposta di legge, con la scusa di tutelare gli allevatori, è invece l’ennesimo regalo dei politici ai cacciatori, in quanto il lupo rappresenta ormai il loro maggior “competitor”, perché, come detto, le sue prede preferite sono i cinghiali, che guarda caso però, sono anche quelle più ambite dai cacciatori, visto che ne traggono un’importante fonte di guadagno, rivendendo i capi abbattuti ai ristoranti di cacciagione ed alla filiera della selvaggina».
«Naturalmente – sottolinea Baldini – se un branco di lupi si imbattesse in un gregge incustodito o in qualche animale domestico lasciato vagante, potrebbe facilmente predarlo, perché ovviamente non distinguono tra un’animale selvatico ed uno allevato. Quindi l’unica soluzione valida ed efficace è quella di adottare misure di prevenzione e di custodia responsabile degli animali, utilizzando adeguate recinzioni e difese, soprattutto con l’ausilio di cani pastori abruzzesi, una specie che per secoli è stata selezionata e quindi si è “specializzata” proprio nella difesa delle greggi dai lupi. Purtroppo però queste misure vengono spesso palesemente ignorate e non applicate. E comunque, la legge regionale delle Marche n. 17 del 1995 prevede indennizzi agli allevatori sia se le predazioni sono causate da lupi, che da cani randagi o inselvatichiti. Riaprire la caccia al lupo, quindi, farebbe solo ritornare in serio pericolo di estinzione questo stupendo animale, già decimato dal bracconaggio, dagli incidenti stradali e dalla selezione naturale e priverebbe la biodiversità del predatore al vertice della catena biologica, che ricopre un ruolo fondamentale nel contenimento di specie invasive introdotte dai cacciatori come i cinghiali. Infine – conclude Baldini – come dimostrano numerosi studi scientifici, non servirebbe a limitare le predazioni, perché nei rarissimi casi ove essa è stata effettivamente consentita, come in Francia e in Spagna, gli attacchi agli animali negli allevamenti sono addirittura aumentati ad opera di branchi di cani inselvatichiti, che sono di gran lunga più numerosi dei circa 3.000 lupi attualmente censiti in Italia».
Si, il 12 dicembre il consiglio regionale delle Marche ha approvato la proposta di legge 12/22 per chiedere allo Stato la deroga per sparare al lupo! Una vera dimostrazione di regresso culturale!
Che brutta "BESTIA" L'uomo!!! Prima ci hanno riempito di cinghiali(abito in aperta campagna e fino una decina d'anni fa mai visto un cinghiale). Adesso siccome questo tipo di "caccia" non diverte più passano al lupo!
Gli Attila de noantri.
Sarà sempre tardi
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Il lupo caccia anche giovani cinghiali, i quali sicuramente costituiscono un grosso problema per tutti noi. C’è l’abbiamo anche a Macerata o a Civitanova. Per questi animali, quali proposte?
Mai scelta potrebbe essere più sbagliata. Negli anni Ottanta la sopravvivenza del lupo è stata garantita dall’operazione “San Francesco”, gestita dal WWF, dal CAI e da tante altre associazioni ambientaliste. Il ritorno al passato sarebbe imperdonabile.
La caccia al lupo: https://www.youtube.com/watch?v=koEC7iSSG5k
Questa gente fa di tutto per dimostrarsi neo fascisti
Alimentare le paure ingiustificate è il loro primo metodo di raccolta del consenso. Per qualche voto di qualche cacciatore sono disposti a compiere uno sfacelo inutile. Ma il fine non giustifica i mezzi.
W il lupo.
Il lupo non aggredisce le persone, è allergico alla carne umana, sicuramente preferisce morire di fame piuttosto che assaggiarne un pezzettino. Sbrana soltanto pecore, agnelli, asinelli, vitelli e così via, che vuoi che sia. Se questo avviene la colpa è dell’avarizia e dell’arretratezza culturale degli allevatori che si rifiutano di investire i loro smisurati capitali in bunker impenetrabili, fortilizi inaccessibili, castelli turriti. Il lupo è depositario di diritti civili, ma non è soltanto progressista è anche utile, limitando il proliferare di cinghiali e caprioli.
Veramente le capacità professionali dei lupi potrebbero suscitare qualche perplessità, dato che la loro diffusione è direttamente proporzionale a quella dei cinghiali e dei caprioli. Ma il punto non è tanto questo quanto la contraddittorietà della logica moraleggiante. Dopo dieci mesi di martellante condanna dell’aggredire e di scandalizzata distinzione tra aggressore colpevolissimo e aggredito da difendere doverosamente, costi quel che costi, in nome dei valori, dei nostri valori, di fronte al fascino della spietata brutalità d’un frammento della natura restiamo ammirati e plaudenti. Laddove il cacciatore che, se potesse, sterminerebbe i cinghiali molto meglio suscita indignazione morale…
Ove la perniciosa iniziativa andasse avanti non resterebbe che porre i lupi sotto la protezione della NATO.
Più che del Lupo mi sembra assolutamente necessario che ci si dovrebbe occupare dell’inselvatichimento di cani presumibilmente abbandonati e di soggetti dalle sembianze umane come ad esempio i consiglieri di cui sopra e di cui sarebbe meglio tenersi a distanza per non rischiare di essere morsi e contagiati dalla rabbia di essere e non sopportarlo.
Per liberarsi dei predatori di queste comunità non serve dirigersi nei boschi. Sono seduti sugli scranni delle amministrazioni.
Il lupo è un animale che va assolutamente tutelato, una nobile razza che ha sempre accompagnato l’uomo nella sua storia. Come tutti gli animali selvatici può creare dei problemi ma a differenza nostra (homo homini lupus) uccide solo per necessità di sopravvivenza, altrimenti è schivo e ha paura dell’uomo.
Piuttosto che di lui dobbiamo avere timore di certe teste che ci governano, neanche cappuccetto rosso arriverebbe a concepire la caccia autorizzata al lupo.
Ed una lupa, che di tutte brame
sembiava carca ne la sua magrezza,
e molte genti fé già viver grame,
questa mi porse tanto di gravezza
con la paura ch’uscia di sua vista,
ch’io perdei la speranza de l’altezza.
Che figura di mer.da, povero Dante… aver paura di un nobile animale da compagnia per di più femmina… invece di tutelarla…