Il funerale di Maria Bianchi
di Francesca Marsili (Foto di Fabio Falcioni)
Al funerale di Maria Bianchi c’è incredulità per la terribile sorte della 84enne: uccisa dal figlio Michele Quadraroli nella loro casa di San Severino. Tutti dicono la stessa cosa: che nulla poteva far pensare che l’uomo, 56enne, potesse uccidere la madre. Una cinquantina le persone che questa mattina hanno partecipato al funerale dell’anziana donna, che si è svolto nella chiesa Santa Maria della Pieve.
Al funerale c’è chi abitava nello stesso condominio, c’è chi frequentava il bar di via Raffaello Sanzio dove Michele e Maria hanno lavorato per tanti anni e che ora, dopo il delitto avvenuto nell’appartamento che si trova sopra al locale, è chiuso. E ci sono i parenti, seduti in prima fila. Nessuno ha molta voglia di parlare, troppo grande il dramma, troppo delicati i contorni che fanno da sfondo all’omicidio. A spezzare il silenzio, dopo il funerale, è una vicina di casa, l’amica più cara di Maria Bianchi, che assieme al marito è sempre stata accanto alla donna. Preferisce restare anonima e racconta di come forse è stata l’ultima persona a sentirla. Perché domenica scorsa, il giorno in cui è avvenuto il delitto (intorno alle 14), lei e Maria si erano sentite al telefono. Era stata lei, alle 13,08, a chiamare Maria. «Le ho chiesto se fosse tutto a posto e se Michele avesse assunto i farmaci, ma non mi ha accennato nulla che lasciasse pensare a quello che sarebbe avvenuto da lì a pochi minuti».
Il sindaco Rosa Piermattei
Fuori dalla chiesa, all’uscita del feretro salutato con un applauso, altri parenti raccontano di Maria e del marito, morto prima del sisma del 2016. Una famiglia originaria di Serrapetrona.
«Appena sposati erano andati a Roma a cercare fortuna, lavoravano per una famiglia – racconta una parente che chiede di restare anonima -. Negli anni Sessanta, quando nacque Michele, erano tornati nelle Marche e avevano acquistato l’abitazione in via Raffaello Sanzio e avevano aperto il bar nei locali di sotto. Lo scorso agosto – dicono – Maria e suo figlio erano venuti a Caccamo di Serrapetrona per farci un saluto. Michele era tranquillo come sempre, nessun segnale che lasciasse pensare che qualcosa non andava». Al funerale, celebrato da padre Paul Mbole, era presente anche il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei.
Maria Bianchi
«Per la città è stata una settimana di tristezza, sgomento e sofferenza – ha esordito nel suo discorso – Non dobbiamo giudicare, dobbiamo pregare per Maria e per il figlio, dobbiamo prendere atto che questo è un momento in cui ci sono realtà molto difficili. Vi chiedo una cosa – ha esortato il primo cittadino – nei momenti di difficoltà aiutiamoci, chiedete aiuto, non dobbiamo avere vergogna. Una volta dei mali inguaribili non si parlava perché era qualcosa di cui non parlare; questo noi non dobbiamo farlo, ma avere la forza di evitare che accadano fatti come questi. Pensate a Maria, alla sua forza, al suo coraggio di affrontare tutto questo».
A destra l’avvocato Laura Antonelli
«Maria ha accettato di portare la sua croce, non si è mai tirata indietro, fino all’ultimo dei suoi giorni – ha detto padre Paul –. L’ho vista tante volte passando nel suo bar, prendendo un caffè. Si è sempre dimostrata una persona disponibile. Ha sempre amato suo figlio Michele, lo ama ancora e lo amerà sempre». Presente al funerale anche l’avvocato di Michele Quadraroli, Laura Antonelli, che al termine della funzione si è intrattenuta con i parenti della vittima. «Michele non sa del funerale perché non sa che sua mamma è morta, non ricorda nulla. In questo momento è totalmente alienato» ha spiegato il legale del 56enne che si trova in carcere a Montacuto di Ancona.
Fiori davanti al bar
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mi è dispiaciuto tanto
povera Maria.
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