Una nuova panchina rossa in via Guerrazzi, nel parco Baden Powell in occasione del 25 novembre giornata contro la violenza sulle donne. A Civitanova il Comune ha voluto ricordare così tutte le donne vittime di violenza, fisica e psicologica, inaugurando una nuova panchina rossa, la terza dopo quella di via Zavatti e dell’ospedale.
All’inaugurazione presenti il sindaco Fabrizio Ciarapica, il presidente del consiglio comunale Fausto Troiani, gli assessori Claudio Morresi, Roberta Belletti e Giuseppe Cognigni, i consiglieri comunali Giorgio Pollastrelli e Lavinia Bianchi, Fabiola Polverini e Letizia Murri, rispettivamente presidente e vice della commissione pari opportunità e la consigliera provinciale Laura Sestili, con delega alle pari Opportunità.
Prima tappa, la panchina in Piazza Cecchetti. «Oggi – ha detto il sindaco Fabrizio Ciarapica – vogliamo ricordare tutte le donne vittime di violenza. Vogliamo dire no a tutte quelle violenze e a quelle discriminazioni nei confronti delle donne sia nel mondo del lavoro che nella vita quotidiana”. Il sindaco ha ricordato «la signora Maria Pia Bigoni che nel 2013 è stata uccisa per mano del marito e Alina, che dopo essere stata aggredita con l’acido sul volto, è stata coraggiosamente salvata dal titolare del locale che è riuscito ad intervenire». Nel 2102 però ci fu anche un altro femminicidio che scosse Civitanova: quello di Grazyna Tarkowska uccisa dal marito Maurizio Foresi con una scarica di colpi di pistola. Il sindaco ha poi citato i dati sullo sportello anti-violenza nel maceratese: «da inizio anno, sono 73 le donne che hanno avviato un percorso presso questo sportello, 28 a Civitanova. Numeri questi che ci invitano tutti a riflettere e a mantenere le luci accese su un problema grave e reale. E’ quanto mai necessaria un’azione di sensibilizzazione che ciascuno, nella diversità del proprio ruolo sociale, professionale ed istituzionale, ha l’obbligo di fare, iniziando dalla formazione dei giovani ai fondamentali principi del rispetto e della tolleranza di genere».
«Le panchine rosse sono state pensate come simbolo di rifiuto della violenza nei confronti delle donne. Un segno permanente di memoria e speranza che, a partire dalle scuole, può diffondersi in ogni luogo delle nostre città» – ha detto la consigliera provinciale Laura Sestili invitando le donne a denunciare, non chiudendosi nel silenzio. «La panchina rossa, colore del sangue, è divenuta il simbolo del percorso di sensibilizzazione dell’eliminazione della violenza contro le donne. La violenza di genere è una piaga sociale che si manifesta a tutti i livelli: dalla violenza psicologica, a quella sessuale, allo stalking, fino ad arrivare al femminicidio e la panchina rossa rappresenta un simbolo di rispetto verso quelle donne che oggi subiscono troppo spesso, nel silenzio, violenze di ogni genere, e un simbolo per tenere lontana l’indifferenza. Lo spazio occupato oggi da questa panchina è il simbolo di quella voce non ascoltata o che non si è fatta sentire abbastanza. È un’informazione alternativa, visiva, lontana da preconcetti e ricorda che la violenza (frutto della disuguaglianza nei rapporti tra uomini e donne) colpisce tutti i giorni tra le mura domestiche, per la strada e può coinvolgere amiche, sorelle, madri, colleghe. La panchina rossa costringe tutti a fermarsi, a riflettere, a non voltare la testa dall’altra parte, è un punto di riferimento per dare a quelle donne indifese, vittime di violenze, il coraggio di denunciare perché solo in questo modo, come scriveva Alda Merini, “potranno far uscire dalle loro profonde ferite farfalle libere».
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