«Lavoriamo due ore di più
e prendiamo 400 euro in meno»
Si mobilita la sanità privata non ospedaliera

PORTO POTENZA - La protesta organizzata da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. «Aggiornamento del contratto o si andrà allo sciopero nazionale». Intanto il Gruppo Kos chiarisce: «Pur senza nessuna copertura, abbiamo adeguato le retribuzioni di tutto il personale infermieristico. Ora serve impegno di governo e Regione»

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La protesta

di Giulia Sancricca (Foto Federico De Marco)

«Un contratto fermo da 14 anni». È questo il motivo della protesta di oltre duecento lavoratori della sanità privata non ospedaliera che ieri pomeriggio, davanti alla sede Aris Rsa di Porto Potenza, dove c’è l’istituto Santo Stefano, hanno manifestato per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro della riabilitazione privata.
Un corteo indetto dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per mettere in evidenza le disparità tra i professionisti della sanità privata non ospedaliera e i lavoratori della sanità pubblica e della sanità privata ospedaliera che hanno visto rinnovato il loro Ccnl.

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«I lavoratori – dice Alberto Beltrani di Uil Fpl – protestano per chiedere con forza il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro fermo da 14 anni. Siamo in un contesto dove gli operatori, soprattutto dopo due anni di pandemia, hanno dato tutto il loro contributo, anche a rischio della propria salute. Non è corretto, né accettabile, che un professionista che lavora nella riabilitazione percepisca circa 400 euro in meno e lavori due ore in più a settimana rispetto ai suoi colleghi della sanità pubblica».
Gli fa eco Raffaele Miscio di Cisl Fp. «C’è un contratto da rinnovare da 14 anni – esordisce – . Ci troviamo in una situazione assurda in cui un lavoratore, con lo stesso titolo di studio, la stessa professionalità e gli stessi rischi, ha un salario più basso di circa 400 euro al mese. È un fatto inspiegabile – denuncia – soprattutto perchè il datore di lavoro, pur essendo privato, ha un budget garantito dalla Regione, ed anche durante la pandemia sono state elargite risorse anche verso la sanità privata. Per questo si è deciso di aprire una serie di manifestazioni a livello regionale e, qualora non ci fossero risposte, si andrà verso lo sciopero. Oltre al livello economico – aggiunge – ci sono anche una serie di fattori da aggiornare relativi ai cambiamenti sociali avvenuti in 14 anni come il part-time e il diritto allo studio. Si sono rotte le trattative a livello nazionale e abbiamo chiesto lo stato di agitazione: noi non vorremmo mai arrivare allo sciopero nazionale – confessa – ma il percorso sembra essere quello».

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Non ci sta nemmeno Matteo Pintucci di Fp Cgil. «Abbiamo avuto un tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro il mese scorso, ma sostanzialmente è fallito perchè le parti datoriali non intendono aprire le trattative finché non hanno rassicurazioni in tema di finanziamenti. Noi sindacati invece crediamo che vada individuata una ipotesi di accordo sugli aspetti normativi ed economici».
Le strutture coinvolte nella mobilitazione regionale sono la Kos Care da Macerata Feltria ad Ascoli, la lega del Filo d’Oro di Osimo ed il Bignamini di Falconara.
Dal canto suo, il Gruppo Kos ha voluto chiarire in una nota che «la qualità dell’assistenza, ampiamente riconosciuta al Santo Stefano Riabilitazione, è frutto della professionalità e del quotidiano impegno di tutti i suoi operatori.

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È per questo – precisano – che la direzione del Gruppo Kos precisa che il tema del rinnovo del Ccnl Aris extraospedaliero è una priorità su cui l’azienda è direttamente impegnata da tempo, anche come promotrice in prima persona della riapertura del tavolo negoziale tra Aiop/Aris e sindacati nazionali.
Il Gruppo Kos, pur senza nessuna copertura, ha comunque applicato a proprie spese il rinnovo del Ccnl dei medici ed ha proceduto ad adeguare le retribuzioni di tutto il personale infermieristico, ma per estendere gli aumenti a tutto il restante personale è necessario che il Governo e la Regione provvedano ad un aumento delle tariffe, ferme al 2012, senza il quale le strutture socio-sanitarie non potrebbero sopportare un ulteriore aumento del costo del lavoro.
Così come è stata trovata la copertura per il rinnovo del contrato della sanità pubblica – conclude il Gruppo – , sarebbe altrettanto necessario trovare le coperture per le aziende che lavorano per conto del sistema sanitario nazionale garantendo l’intero panorama dei servizi extraospedalieri».

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