«Medici esasperati, pazienti disinformati
Obbligo vaccinale eviterebbe incertezze»
Così Romano Mari sul caso Giorgetti

IL PRESIDENTE dell'Ordine provinciale esprime solidarietà per il collega di Recanati che ha affisso davanti al suo ambulatorio il manifesto sui no vax. «Io non avrei mai ricusato un paziente, ma lo capisco. Dispiace vedere le persone che snobbano i nostri consigli»

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Romano Mari

 

di Leonardo Giorgi 

«Io non avrei mai ricusato un paziente, ma capisco l’esasperazione del medico. A volte le persone arrivano dopo che si sono informate leggendo baggianate in rete». Così Romano Mari, presidente dell’Ordine dei medici di Macerata, esprime solidarietà ad Amedeo Giorgetti, il camice bianco di Recanati che lo scorso sabato ha affisso sulla porta del suo studio il messaggio diretto ai suoi pazienti no vax (leggi l’articolo). Un gesto che ha fatto il giro dei giornali e delle pagine social di tutta Italia, accendendo un dibattito sulla tutela del ruolo del medico e sul deterioramento del rapporto di fiducia tra medico e paziente dovuto alla disinformazione. Temi sui quali si è soffermato il presidente dell’Ordine. «Conosco Giorgetti da tantissimi anni, sia come dottore sul territorio, che nell’attività da professore universitario di Scienze della nutrizione, in particolare per la lotta all’obesità – racconta Mari a Cronache Maceratesi -. Capisco Giorgetti, che è un bravissimo dottore, capisco a pieno la sua esasperazione, così come quella di tanti altri medici. Come dottori avvertiamo tanto disagio per quello che sta avvenendo. È una preoccupazione che deriva anche dallo Stato e dalla stampa, con contraddizioni che spesso arrivano dagli stessi virologi. Questo ha creato problemi».

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Il dottor Amedeo Giorgetti e il cartello sul suo ambulatorio

«Abbiamo avuto il caso AstraZeneca, abbiamo il caso dei test anticorpi – spiega il presidente Mari -. Questa preoccupazione comporta un disagio. Disagio che viene chiaramente avvertito dal medico che is impegna costantemente nel suo lavoro. Nel suo studio e nel suo territorio. Il medico territoriale è un medico di sentinella, che ha la pesante responsabilità di intercettare l’infezione del paziente. Ha un ruolo importante nel vedere gli effetti di quell’infezione e capire il momento in cui trova la broncopolmonite interstiziale, perché ha a che fare con l’insufficienza respiratoria. Il medico in sostanza deve capire quando ricoverare il paziente. Perciò dispiace vedere che a volte i pazienti snobbano certi consigli e attività dei medici. I pazienti spesso si sono informati da baggianate lette in rete, e questo ha esasperato Giorgetti. Lui ha esposto questo avviso in cui dice ai pazienti di seguire i suoi consigli con fiducia o li avrebbe ricusati. Da parte mia io non avrei mai ricusato i miei pazienti, ma capisco». «È tutto frutto di incertezze – continua Romano Mari – che si sarebbero risolte con l’obbligo vaccinale. Certo, è normale avere dubbi, ma abbiamo la responsabilità morale di fare certe azioni se vogliamo uscire da questo pantano di pandemia. Personalmente, domani andrò a fare la terza dose del vaccino, anche se non ho obblighi da questo punto di vista».

 

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