Partorì in camerino durante l’Aida
e chiamò il figlio Radamès

STORIE PERDUTE - Laura Germani di San Severino diede alla luce suo figlio il 15 agosto del 1921 durante l'ultima rappresentazione dell'opera verdiana nella prima stagione lirica maceratese. Di umili origini all'indomani se ne tornò a casa su un carretto trainato da un asinello

- caricamento letture
Filippo-Giacomo-Radames-San-severino-2-488x650

Filippo Giacomo Radamès Coletta

 

di Marco Ribechi

Spesso il nome di una persona può custodire piccoli segreti difficili da decifrare senza un adeguato racconto. Ancor di più quando la storia è legata all’opera lirica, così ricca di suggestioni da aprire infinite possibilità di interpretazione. Ma le vicende della nascita di Filippo Giacomo Radamès Coletta di San Severino superano ogni umana immaginazione regalando allo Sferisterio di Macerata un racconto degno de Le mille e una notte o di un libro di fiabe dei Fratelli Grimm. A raccontarlo oggi è la figlia Giovanna che, nella ricorrenza del centenario della prima Aida dell’arena, ha ripercorso le vicende degli straordinari natali di suo padre. «Mia nonna Laura Germani era un’umile lavandaia – spiega Giovanna Coletta – spesso capitava che prestasse servizio per le famiglie borghesi di San Severino, che ad inizio secolo erano numerose, lavando i loro panni alla fonte oppure addirittura facendo la casalinga nelle loro abitazioni». Proprio nelle case degli aristocratici settempedani Laura Germani ha il suo primo incontro con l’opera lirica. «Piano piano per lei diventò una vera e propria passione – prosegue la donna – al quel tempo per i poveri non c’erano molte occasioni per sognare e le opere liriche le permettevano di immaginare mondi altrimenti lontanissimi».

Filippo-Giacomo-Radames-San-severino

Radamès all’epoca della Seconda Guerra Mondiale durante il servizio militare in aviazione ad Albenga

Per questo, quando nel 1921 fu annunciata la prima stagione lirica maceratese, dal 27 luglio al 15 agosto, la lavandaia non ci pensò due volte e iniziò a risparmiare i soldi per poter acquistare i biglietti dello Sferisterio. Il desiderio era ascoltare dal vivo quelle voci meravigliose, ammirare gli allestimenti esotici e, perché no, almeno per una volta nella vita sentirsi una vera signora. «Lo spettacolo che andò a vedere con suo marito fu l’ultimo, quello del 15 agosto – continua Giovanna Coletta – in quei giorni però scadevano i nove mesi della gravidanza. Ma mia nonna desiderava troppo prendere parte a quella prima fantastica Aida e non si tirò indietro, andò ugualmente a Macerata anche se il viaggio all’epoca era piuttosto impegnativo».

Filippo-Giacomo-Radames-San-severino-4-488x650

Filippo Giacomo Radameès Coletta nel giorno del suo ottantesimo compleanno

Proprio nel bel mezzo dello spettacolo succede l’imprevisto: alla donna iniziano le doglie e si rompono le acque. «Fu chiesto se ci fosse un medico in sala e fu portata all’interno di un camerino – spiega Coletta – partorì mio padre in quel luogo magico e per questo decise di chiamarlo Radamès, in onore del protagonista dell’Aida». La coppia, con il bambinello appena nato, trascorse l’intera notte all’interno dello Sferisterio e il giorno dopo, come in una scena biblica, se ne tornò a San Severino a bordo di un carretto trainato da un asinello. Il fanciullo fu avvolto in un morbido asciugamano rosa che il tenore aveva loro regalato. «Mio padre fu registrato quindi all’anagrafe di San Severino il 16 agosto – spiega la discendente – ma sempre lo diceva con un pizzico di amarezza perché, di fatto, lui era nato la notte del 15. Sempre festeggiò il suo compleanno con un giorno di anticipo rispetto a quanto riportato sui suoi documenti e ogni volta era fiero di raccontare ai presenti la storia della sua nascita e lo faceva ad ogni compleanno, fino al sei novembre del 2004 quando ci ha lasciati». Ovviamente anche Filippo Giacomo Radamès, che trascorse tutta la vita a lavorare come pastaio a San Severino, ereditò la passione per l’opera e il canto. Ma la storia stava quasi per ripetersi alla nascita di Flavia, figlia di Giovanna e nipote di Radamés. «Anche a me stava per capitare la stessa sorte di mia nonna – spiega divertita la signora Giovanna – il giorno della nascita di mia figlia Flavia avevo programmato di andare al cinema. Mio padre si oppose con tutte le sue forze dicendo che avrei fatto come mia nonna che aveva partorito nello Sferisterio. Non mi lasciò andare e fece bene perché proprio quella sera, alle tre e cinquanta, nacque Flavia».

 

libretto-aida

La prima Aida dello Sferisterio. Il libretto riporta il 15 agosto come data conclusiva, quella della nascita di Filippo Giacomo Radamès Coletta

 

Filippo-Giacomo-Radames-San-severino-3-488x650

Articoli correlati






© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
Podcast
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X