Piazza Cesare Battisti
di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
La zona gialla tra ristoratori e bar del centro storico di Macerata è una mappa dalla geografia molto diversificata. Si va dai più felici e ottimisti, pronti già a riscaldare i clienti a cena con una copertina di lana, a chi proprio non ne può più delle norme che si susseguono e chiede solo di poter lavorare anche all’interno.
Paolo Bragoni
Come Paolo Bragoni del Pozzo, che non usa mezze misure: «Una tragedia annunciata», dice nel suo locale, uno dei più grandi in città ma che in questo momento all’esterno non ha molto spazio e oltre a quello anche i ponteggi dei lavori del palazzo. Le sedie fuori ci sono, sono le 20 e a mancare sono i clienti per il momento. L’asporto? «Ha funzionato il primo giorno. Finita la novità, ci sono stati pochissimi ordini. Se vogliamo salvaguardare la tradizione italiana del mangiare, bisogna che ci fate gestire i clienti all’interno. A mangiare non ci vengono cento persone, ma una ventina che sono numeri gestibili. Altrimenti saremo nel limbo, come adesso, dato che il sole non si può certo garantire. Non penso serva un comitato tecnico scientifico per dare regole di buon senso ai ristoratori e permetterci di lavorare all’interno».
Marco Guzzini
Stamattina il meteo sembrava minacciare la giornata di riaperture, con i tavoli del pranzo perlopiù vuoti. Ma il sole si è riaffacciato e le persone hanno deciso di uscire e ripopolare le vie del cuore cittadino. Marco Guzzini di DiGusto, che osserva una piazza Cesare Battisti praticamente piena, con i funghi riscaldanti in posizionamento. «Sta andando benissimo – dice -. Siamo contenti, nonostante il tempo non sia dei migliori. Siamo stati bene a pranzo e abbiamo mantenuti comunque attivi i servizi delivery. Stiamo montando proprio adesso i funghi riscaldanti e dalla settimana prossima forniremo copertina alla clientela per tenerli ancora più al caldo. C’è una grande gioia di rivedere le persone qui, il nostro lavoro – dice indicando le persone ai tavoli – è questo».
Giorgio Ripari
Ritorno positivo anche per Giorgio Ripari del Cabaret di via Gramsci. «Come prima serata molto positiva ed entusiasmante e lascia ben sperare. Le persone sono rispettose delle regole e il 90% delle persone che vengono a fare aperitivo prenotano prima, così che risulta più facile gestire i tavoli». Indaffaratissimo anche Roberto Andreoli del bar Mercurio, che per l’aperitivo ha avuto praticamente il boom di prenotazioni: «Teniamo tutti ben distanziati – spiega da dietro al bancone -. C’è tanta voglia di tornare alla normalità».
Anche il Caffè centrale ha riempito i tavoli all’aperto, così come c’è stato tanto via vai per corso della Repubblica. Mentre per i ristoranti le direttive si sono un po’ chiarite, resta della confusione interpretativa su negozi ibridi, come le pizzerie da asporto, sul fatto se i clienti possano o meno consumare per strada o mentre camminano. Legittimi dubbi, dato che chi sgarra rischia multe salate, che però oggi quasi svaniscono di fronte a una Macerata che finalmente riassomiglia un po’ di più a quella che era prima della pandemia. Con il via vai delle persone, delle auto, amici e conoscenti che si ritrovano. Se non fosse per le mascherine, sembrerebbe quasi un lunedì qualsiasi di inizio primavera.
Corso della Repubblica
Il Bar Mercurio
Piazza della Libertà
La pioggia di stamattina
Piazza Mazzini all’ora di pranzo
Osteria dei Fiori a pranzo
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La contentezza di un barista o di un ristoratore è proporzionale alla grandezza del dehors che ha.
Ho assistito ad una delle più grosse stupidità, e pure vili, da parte della politica di governo, dato che esistono altri assembramenti nei supermercati, sui treni e sugli autobus. Vuoi vedere, che se riprenderà una nuova ondata la colpa la daranno ai ristoranti e ai bar, che hanno servito pasti all’aperto e col coprifuoco?