di Gianluca Ginella
Era una sera di febbraio e negli uffici della questura di Macerata le luci erano tutte accese, fuori, su piazza delle Libertà giravano troupe televisive e qualche giornalista. Erano i giorni che seguivano il delitto di Pamela Mastropietro e il raid razzista di Luca Traini. A Macerata però quel giorno la notizia, che riaccese i riflettori sulla città, era un’altra: il cambio del questore. «Sono nel mio ufficio, siamo in riunione, presto rilascerò delle dichiarazioni» erano state le prime parole di Antonio Pignataro da questore di Macerata. Era arrivato di fretta, come precipitoso era stato il cambio alla guida della questura, e quella sera, il 12 febbraio 2018, si era tuffato nel lavoro.
«Macerata non era nei miei programmi, ma una sede che non avevo mai preso in considerazione, ma dal momento in cui vi ho messo piede la mia vita è cambiata dal punto di vista professionale, in meglio» dice il questore a distanza di circa due anni e mezzo dal giorno del suo arrivo a Macerata. Un arrivo che aveva fatto notizia a livello nazionale. Poi è cominciata la sua vita in città. Ogni mattina usciva dall’alloggio riservato ai questori nella caserma Paola di via dei Velini, per andare a correre. «Non ho mai rinunciato ad andare a salutare i ragazzi che la mattina alle sei si davano il cambio a Fontescodella» dice ricordando le minacce che ha ricevuto da quando è in città, perché «anche se mi è capitato di avere paura, il coraggio deve sempre essere più grande». A Macerata è rimasto «nonostante il 30 ottobre 2019 il capo della polizia Gabrielli mi avesse offerto di andare a dirigere la qiestura di un’altra città a me gradita. Ma volevo continuare la mia opera qui, a tutela delle giovani generazioni e penso di avere ottenuto i massimi risultati conseguibili e sono certo che chi verrà dopo di me sarà in grado di consolidarli e incrementarli» dice Pignataro che è stato trasferito a Roma per un altro incarico, «si tratta di una normale rotazione» spiega. Tra le sue battaglie in difesa dei più giovani quella della cannabis light. «Abbiamo dato un forte messaggio a tutto il Paese, contrastando il fenomeno e salvando dei ragazzi. Ho ricevuto critiche e le accetto, ma maggiori sono stati gli attestati di stima».
Due episodi ricorda che l’hanno colpito, in particolare: «quello di una ragazza all’Hotel House che si prostituiva per comprarsi una dose di eroina, per questo non dobbiamo interrompere la lotta contro chi spaccia. Un altro episodio è avvenuto a Civitanova. Mi fermò per strada un operatore ecologico e mi disse “grazie per quello che ha fatto per Macerata, per la mia famiglia e per i miei figli». Sulla sua esperienza a Macerata, Pignataro ha affidato ad un messaggio il suo pensiero: «Ho sin da subito dedicato tutte le mie forze al perseguimento del benessere sociale e alla riaffermazione della legalità in una città profondamente ferita da gravissimi fatti di sangue e dallo spaccio di droga – si legge nel messaggio -. La mia finalità era quella di far ritrovare alla comunità maceratese il senso di unità e di rispetto reciproco. Ho percepito che la comunità aveva immensamente bisogno di rafforzare i fondamentali sentimenti di libertà e giustizia ed è per questo che, senza attendere che la gente si rivolgesse a me, ho preso l’iniziativa nell’unico modo che conosco: scendere in strada facendomi carico dei problemi di legalità e impegnandomi al massimo per risolverli, lottando in prima linea. Un compito arduo, faticoso che spesso mi ha esposto a rischi, ma che ho sempre portato avanti con “disciplina e onore”, trascurando a volte i miei interessi personali e familiari e senza preoccuparmi della carriera. Quello che disideravo era cercare un rapporto di fiducia con i cittadini, infondendo in loro la certezza che le istituzioni e chi le rappresenta sono a fianco a loro e lavorano ogni giorno per tutelare la legalità e i loro interessi fondamentali. E’ inevitabile, per chi come me ha preferito agire in prima persona, “mettendoci la faccia”, attirarsi qualche critica». Critiche che, aggiunge «vanno accettate perché servono per migliorarsi». Ma anche tanti gli attestati di stima, magari di qualcuno che lo ha incontrato per strada e si è complimentato per il lavoro «Ho sentito una città stringersi intorno a me, ripagando l’impegno che le ho dedicato. E’ questo il dono più grande che porterò con me, l’emozione che mi accompagnerà anche quando sarò lontano, e ripenserò gli anni trascorsi qui». E tradisce commozione nel congedarsi al termine dell’incontro in questura organizzato questa mattina per un saluto. Al suo posto arriverà, da Roma, Vincenzo Trombadore.
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Il questore Antonio Pignataro salutato al comune di Sarnano dove ieri c’è stato un incontro in comune. «È un onore per noi poter salutare di persona il questore Pignataro – ha commentato il sindaco di Sarnano Luca Piergentili -.
In questi anni abbiamo instaurato un rapporto di massima collaborazione: tutte le problematiche che abbiamo incontrato sono sempre state affrontate in piena sintonia, con grande senso di responsabilità, nell’ottica della ricerca di una soluzione concreta e condivisa. Voglio ringraziare il questore per l’egregio lavoro svolto sul territorio: al suo arrivo la Provincia di Macerata attraversava un periodo turbolento e alcuni equilibri sembravano compromessi, ma lui con fermezza e determinazione ha saputo ristabilire la legalità. A nome mio, di tutto il Consiglio e della cittadinanza, lo ringrazio anche per il prezioso supporto dimostrato al nostro Comune e, in particolare, per il partenariato relativo al progetto di installazione di 47 telecamere di videosorveglianza nel centro urbano e sulle vie di accesso al paese, che presto entreranno in funzione».
Grazie !!!!!!!!!!
Peccato perderti
Grazie !!!!
Uomo d'onore
Molto triste Questore non averla più con noi....la abbraccio con grande affetto...
Adesso che va via, speriamo bene.....
Vorrei trovare parole nuove, ma piove piove
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Grazie.
Grazie,
torna presto se puoi!!
In una democrazia compiuta non ci sono eroi, infstti ognuno compie il suo dovere per far funzionare al meglio le istituzioni.
Grazie per l’impegno ed il coraggio che ha messo nella sua professione. Amo questa città e sono grata a tutti quelli che cercano di migliorarla soprattutto in termini di sicurezza per le giovani generazioni.
Tutta questa manfrina su Pignataro è diventata veramente stucchevole.
Lo è da parte delle autorità: il Questore è un funzionario pubblico e i rapporti tra enti istituzionali dovrebbero mantenersi su quel piano, senza esaltazioni e senza denigrazioni pubbliche.
Lo è anche da parte dell’ex Questore: come responsabile della pubblica sicurezza è importante che mantenga un’equidistanza, anche pubblica, dalle autorità, a cominciare da quelle politiche ma non limitata a esse. Non è opportuno, invece, che il Questore alimenti questa situazione lanciandosi in altre dichiarazioni pubbliche, oltre a quelle, oltretutto discutibili, che ha fatto in passato.
Il sindaco di Macerata, quello di Civitanova, il vescovo, il Rettore dell’università, il Presidente del Tribunale: cosa dobbiamo dedurne, che gli altri questori siano stati un branco di inetti e di lavativi?
In tutto questa peana, giustificato o no, manca qualsiasi valutazione oggettiva dell’efficacia dell’azione del Questore. Sembra che, prima dell’arrivo di Pignataro, Macerata fosse il Bronx e che ora sia un idillio: ma non è così che Macerata è stata dipinta in campagna elettorale.
In una situazione sana l’opinione pubblica il questore non sa neanche chi è.
Signor Valenti, a parte il fatto che l’opinione pubblica non può sapere, perché non è un soggetto né una serie di soggetti ma, come dice la Treccani, un “giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini”), vorrei ricordarLe che, nel febbraio 2018, a Macerata e provincia, la situazione non era affatto “sana” e che ora, grazie all’impulso portato dal Questore Pignataro, l’aria è, sicuramente, più pulita rispetto a quella che si respirava all’epoca. Ed è solo per questo motivo che la collettività maceratese, nella sua stragrande maggioranza, ha avuto modo di conoscere e di apprezzare la meritoria attività del Dott. Pignataro.
Signor Valenti, lei stesso afferma che “in una situazione sana l’opinione pubblica il questore non sa neanche chi è”. Il fatto che dal 2018 tutti sanno chi è (o era) il questore di Macerata, vuol dire che la situazione tutto era tranne che sana.
Ha onorato tutte le Forze dell’Ordine, la provincia di Macerata aveva proprio bisogno di questo nuovo e determinato agire per combattere la malavita. La politica del capoluogo ha risentito in modo negativo soprattutto nella maggioranza della confusione nel gestire l’incontrollato flusso dei migranti in compiti non sempre suoi. Ora a Macerata esiste un Centro Destra venuto fuori da questa triste situazione senza basi tradizionali della vera politica di alternanza. Sono certo che il comportamento della nuova minoranza darà certamente alla città quella giusta collaborazione indispensabile al momento che stiamo attraversando. Grazie Questore Pignataro lascia una città fortunata di averlo avuto come responsabile delle forze di polizia dove tutti noi dobbiamo dare una continuità al giusto dialogo tanto necessario al momento attuale. Ivano Tacconi gruppo politico Macerata Rinnova
Grazie.
Ma qualcuno ricorda chi c’era prima di Pignataro?Io no.Quindi o non c’era un Questore o non c’era lo spaccio a cielo aperto.Non voglio pensare che solo Pignataro in ambito Giustizia faccia il suo dovere(perchè bastava solo quello e non un Eroe della Marvel!)