Petrini autosospeso dal Pd:
«Io e questa dirigenza siamo agli antipodi»

MARCHE 2020 - L'ex parlamentare critica la candidatura Mangialardi: «Secondo me anche lui avrebbe dovuto autosospendersi per via del procedimento giudiziario. La Mancinelli sarebbe stata la scelta migliore? Non è un'opinione, è oggettivo»

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Al centro Paolo Petrini ieri alla direzione regionale del Pd (foto Marinelli)

di Pierpaolo Pierleoni

Quella di Paolo Petrini è stata una delle voci più critiche sulla candidatura a governatore di Maurizio Mangialardi. Quello che aveva da dire lo ha espresso ieri alla direzione regionale del partito, prima di autosospendersi da ogni ruolo per via del procedimento giudiziario in corso per i rimborsi spese nel periodo in cui era assessore e consigliere regionale. Una scelta che a suo avviso sarebbe stata opportuna anche per lo stesso Mangialardi, che andrà a processo per l’alluvione che colpì Senigallia, di cui è sindaco, nel 2014.

Il giorno dopo, poche parole, per l’ex parlamentare di Porto Sant’Elpidio, ma pesanti. «Prendo atto di quanto deciso all’interno del Partito democratico – il suo commento – Io ho espresso il mio giudizio, è nota la mia contrarietà. Credo non sia opportuno aggiungere altro, perché ho deciso di autosospendermi e al momento non sono più un dirigente e nemmeno un semplice iscritto al partito». Una scelta, quella di Petrini, che deriva dalla volontà “di non mischiare le vicende giudiziarie con quelle politiche. Voglio chiarire tutte le accuse che mi riguardano senza mettere in imbarazzo me stesso né il Pd. La ritengo la decisione più saggia».

Ma al di là dei procedimenti in corso, la questione per le regionali 2020 è politica e Petrini evidenzia di “non aver niente da aggiungere a quanto già fatto, in modo molto articolato, alla direzione regionale del partito”. Non è un mistero che l’ex deputato avrebbe preferito, per la presidenza delle Marche, la candidatura della sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, così come espresso ieri da Mario Morgoni, deputato del Pd (leggi l’articolo).  «Beh, questo mi sembra ovvio, l’ho detto e ridetto tante di quelle volte… – continua Petrini – Non è neanche un’opinione, mi sembra un dato oggettivo che sarebbe stata lei la figura migliore da esprimere nel centrosinistra. Si è deciso diversamente e ne prendo atto. Posso solo dire che non potrei sentirmi più distante dall’attuale classe dirigente del partito».

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