Romina Pergolesi
Duro atto di accusa di Romina Pergolesi sulla deriva che a suo dire sta prendendo il Movimento 5 Stelle, con particolare riferimento ad alcuni «baronetti marchigiani» che siedono in Parlamento. Oggi, 10 febbraio, scadono le autocandidature sulla piattaforma Rousseau e la consigliera regionale pentastellata ha deciso di tirarsi fuori. Non si candida. «Non ci metto più la faccia con questo partito che, dal 2018, ha preso una deriva che tradisce il programma e le aspettative dei tanti cittadini che vi avevano riposto fiducia sperando in un cambiamento reale – tuona la Pergolesi – Non siamo più quelli delle origini. Appena arrivati a Roma, alcuni nostri parlamentari hanno completamente abbandonato il territorio, dimenticandosi che erano lì per risolvere i problemi ai cittadini e non per rimanere ancorati alle poltrone. Uno scollamento ormai irrecuperabile. Non si sono più visti, né sentiti, preferendo i privilegi di quella casta che tanto contestavano. C’erano persone valide, competenti e capaci all’inizio di questo nostro viaggio, ma sono state denigrate, insultate, isolate. Si sono preferiti i pigiabottoni per consolidare il proprio potere, tradendo cittadini e compagni di viaggio».
I facilitatori delle Marche in riunione a Roma con Vito Crimi e Danilo Toninelli
Attivisti storici che se ne vanno, gruppi che non si ripresentano alle amministrative, macchina del fango sui social, scorrettezze meschine se non si è allineati. E’ questo il quadro che tratteggia la Pergolesi. «Noi consiglieri regionali siamo stati lasciati soli a combattere le battaglie storiche locali – osserva – Abbiamo dovuto respingere attacchi personali ogni giorno, per cinque anni, ma mai una volta nel merito delle questioni, non ne erano capaci. Ho personalmente organizzato centinaia di riunioni e assemblee in tutta la regione, mentre i nostri rappresentanti a Roma erano impegnati a commentare sui social contro di noi. Incapaci di confrontarsi con i cittadini e poco inclini ad ascoltare le criticità per cercare di risolverle, si sono specializzati nei post, facendo scappare le più belle menti che avevano creduto in questo progetto. Noi, pur stando all’opposizione siamo stati in grado di incidere ed ottenere importanti risultati per i marchigiani. Loro al governo cosa hanno fatto per i terremotati? Per la chiusura degli ospedali? Sull’inquinamento ambientale? Finisco il mio mandato con la consapevolezza di aver svolto appieno il mio lavoro e messo sempre l’interesse dei cittadini al primo posto, a differenza di alcuni cosiddetti “puristi” che strumentalizzano il loro ruolo per potare vantaggi a parenti e amici. Ora restano il dispiacere e la delusione di un bel sogno che, per l’arrivismo di alcuni, si è trasformato in qualcos’altro. Non ho mai ceduto ai ricatti e alle ingerenze calate dall’alto, né voglio rendermi complice dei clamorosi voltafaccia delle nostre battaglie identitarie. Io, come altri portavoce, non ci metteremo più la faccia. Resto comunque convinta che la bellissima rete di brave persone che si è creata negli anni continuerà a lottare per il bene comune, con i tantissimi strumenti che ci sono a disposizione. A loro va il mio più grande ringraziamento e rispetto».
Ha scoperto l'acqua calda...non lo sapeva prima??? la mia nonna e la mia mamma dopo mi diceva sai??chi tocca il miele..poi si lecca le dita e scopre che è buono e resta a leccarselo intingendolo nel miele!
Dopo aver sconfitto la povertà il loro ruolo potrebbe anche essere terminato. Miracolati
Perfetto!
Fa benissimo a non ricandidarsi .... inoltre siamo sicuri che per la sua poltroncina ....vi penserà il PD
Nessuna perdita per la collettivita'.
Ce ne faremo una ragione
Questi primi commenti fanno semplicemente pena
E fa bene. Non e' all'altezza
Daniela Diomedi non la conosci stai zitta
Non conosco Romina Pergolesi ne la sua storia ne mi interessa come non mi sono mai interessati i 5s ma penso che se vuole dire qualcosa sulla esperienza politica vissuta ha diritto di farlo
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Brava e coraggiosa, hai semplicemente detto cose condivisibili e ti capisco. Il movimento non esiste più da molti anni e finalmente credo che oramai gli italiani lo abbiano capito. Il movimento caccia o non valorizza tutti i migliori e tu non fai eccezione. Mi permetto solo di consigliarti di continuare a volare alto e non considerare la macchina del fango che si è già attivata.
Daniela Diomedi fa da sempre la cosa che gli riesce meglio: offende. Sicuramente non fare politica.
Grande Romina Pergolesi e grazie per il gran lavoro fatto in Regione in questi cinque anni! Che poi magari un giorno facciamo un bell’incontro pubblico e raccontiamo qualche “simpatico” retroscena di questi ultimi anni…
Solo chi ha conosciuto Romina Pergolesi può comprendere il dispiacere che provo nell’apprendere la notizia della perdita politica di una figura altamente valida sotto vari punti di vista, sia professionali che umani. Una persona appassionata, competente, infaticabile, sempre disposta all’ascolto… Ricordo qui solamente la “battaglia” che ci ha visti partecipi assieme al gruppo M5S di Macerata in difesa delle zone terremotate. Con il suo impegno e la sua competenza molto si sarebbe potuto fare, ma la storia purtroppo è andata diversamente!
Mi pare difficile darle torto…
Conosco Romina da anni, abbiamo combattuto insieme battaglie per l’ambiente e la salute (al di fuori di qualsiasi raggruppamento politico) e so che la sua priorità è stata sempre quella di difendere la collettività e la legalità. Quindi credo di non sbagliare se dico che non mette i suoi interessi davanti a quelli collettivi.
Quello che non conosco molto da dentro, per la verità, è il movimento 5 stelle, anche se ho sempre avuto una pessima impressione, pur conoscendo delle persone splendide che ne fanno (o ne facevano) parte.
L’idea di democrazia interna che hanno quelli a capo del movimento è piuttosto discutibile ed elastica. Elastica nel senso che la tirano e la deformano dove fa loro comodo. Tutti quelli che ricoprono una carica politica devono rispondere in prim’ordine alla legge e subito dopo alla propria coscienza. Solo poi alla linea del proprio partito: quando la linea diventa discutibile è giusto combatterla, anche per tentare di migliorare il partito stesso. Nel movimento, invece, vedo diktat incotrovertibili e chiunque la pensi diversamente è fuori. E, una volta fuori (a volte anche prima), si mette in moto la macchina dell’insulto, del fango, in modo pseudo-squadrista. Dall’accusa di essersi venduti al PD in giù.
Ligi alla linea della nomenklatura, come i peggiori partiti di sinistra e, alla bisogna, manganellatori come i peggiori di destra. Pessimi!