Sindache a confronto a Montefano
Mancinelli: «La sinistra non sa comunicare
perché non ha le idee chiare»

DIBATTITO - Accolta da Angela Barbieri e ospite di padre Maggi al Centro Studi biblici, la prima cittadina di Ancona non ha perso l'occasione di ribadire: «Sono uscita dal teatrino della politica. Chi strumentalizzava la mia candidatura, non ha più alibi»

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L’incontro al Centro Studi Biblici. Da sin.: Alberto Maggi, Francesca Marchetti (Cna),  Paola Medori,  Angela Barbieri, sindaca di Montefano e Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona

di Elisabetta Mascellani

«Vedrà, la dirigente è una donna, ma è intelligente». Nel 1964, quella donna presentata così era Valeria Mancinelli, oggi prima cittadina della città dorica. Il giovane appena arrivato al Comune di Ancona per il suo primo incarico era Alberto Maggi, oggi direttore del Centro Studi Biblici ‘Vannucci’. L’episodio lo ricorda lui stesso, introducendo la sindaca ospite del Convento dei Servi di Maria di Montefano.
Quello di ieri doveva essere, come è stato, un incontro tra due sindache: l’una, Valeria Mancinelli, già al suo secondo mandato ed insignita dalla Word Mayor del riconoscimento di miglior sindaco donna del mondo, e l’altra, seduta accanto a lei, Angela Barbieri, come lei allora ad Ancona, dirigente al Comune di Recanati, da pochi mesi eletta sindaca di Montefano e già alle prese con i numerosi problemi di una seppur piccola comunità.
Due diverse tappe di un cammino simile, ma stesso punto di vista di un genere, quello femminile, ancora, nonostante le apparenze, considerato minore.
Doveva essere, come è stato, un incontro di donne. Doveva essere, come è stato, la presentazione de ‘I principi del buon governo’, di Valeria Mancinelli, edito da Mondadori.

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Un momento dell’incontro

Ma l’incontro, organizzato da Anpi, Comune di Montefano e dallo stesso Centro Studi Biblici, sebbene fissato da tempo, oggi, all’indomani delle dichiarazioni  dell’avvocata Valeria Mancinelli che si è fatta da parte nella corsa alla candidatura come presidente della Regione, assume qualche connotazione in più.

In sala, con la giunta locale, tra gli altri anche il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, e l’assessore alla cultura uscente di Macerata, Stefania Monteverde, oltre ai dirigenti dell’Anpi e della Cna, nella palpabile delusione delle aspettative di avere una donna come governatore – tutti simpatizzanti, tutti a chiedersi se ci fossero novità, – e nell’attesa di dichiarazioni riguardo alle scelte di partito e di coalizione, in apparenza tutto, aspettative ed attese, sembrava naufragato.
Invece, i chiarimenti e le risposte alla vecchia sinistra che non c’è più ed a quella che non c’è ancora, erano tutti lì, nelle parole-chiave, tratte dal volume e riproposte dalla coordinatrice, l’avvocata Paola Medori, per definire l’attività di Valeria Mancinelli. E soprattutto negli esempi a corredo dei suoi interventi. Parole ed esempi che, oggi, qui, dalle apparenti lontananze di questa centrale periferia, assumono un significato più diretto.
Prima di tutto, è nella differenza tra ‘principi’ come solidarietà e uguaglianza, che devono ispirare l’azione di governo – del Governo – , e ‘ideologia’, la rappresentazione astratta della realtà, una gabbia, in cui si annullano la possibilità di soluzione dei problemi concreti della gente, la costruzione del bene comune. Esempio: il vecchio cinema Metropolitan, al centro di Ancona, «rimasto per 18 anni testimonianza del degrado della città e dell’insipienza della politica di certa sinistra, ferma a mantenere per quell’edificio una destinazione d’uso, sala cinematografica di 1500 posti, ormai non più contemporanea».
Poi le parole: ‘comunicazione’: «La sinistra non sa comunicare perché non ha le idee chiare». Altro esempio, i flussi migratori: «La destra sa benissimo cosa comunicare. La sinistra, di fronte alle preoccupazioni, condivisibili e legittime, della gente, è balbettante. Gli slogan, in politica, – continua Valeria Mancinelli, – sono sempre esistiti, perfino nelle elezioni del ’48, quando il 50% degli italiani erano analfabeti, ma ci vogliono le idee. Se la sinistra, invece di salire solo sulla barca di Carola, in quella occasione avesse anche chiesto all’Europa la redistribuzione dei migranti, sarebbe risultata più incisiva ed efficace. Il problema della comunicazione della politica, anche della sinistra, esiste, ma il punto vero è la mancanza di contenuti».
Altra parola-chiave: ‘sicurezza’. «Chi l’ha detto che la richiesta di sicurezza sia solo ‘di destra’ e non un bisogno essenziale cui dare risposte?» Terzo esempio: la signora che è costretta a subire schiamazzi di ubriachi sotto le finestre di casa, ha un problema vero.
«La politica, – prosegue Mancinelli – deve saper parlare, distinguendo i bisogni e le risposte, quindi parlare al cervello ed al cuore, ma anche alla pancia della gente. Altrimenti, lascia a Salvini il campo libero».
Ma la pancia, osserva qualcuno dal pubblico, troppo spesso è male alimentata. «Penso che le paure vadano ascoltate tutte, – risponde Valeria Mancinelli. – Non per cavalcarle. Non per enfatizzarle. Ma neppure per sminuirle con risposte generiche, tipo ‘la difficile situazione sociale’ e ‘i problemi del mondo’. Vanno invece accolte e cercate le soluzioni alle necessità, ai bisogni concreti ».
Ma come si fa a riappropriarci di queste parole, chiede Paola Medori?
«Con la pratica quotidiana», ribadisce Mancinelli. «Senza confondere il problema, di cui occorre farsi carico, con le soluzioni, che vanno trovate».
E la ‘competenza’, chiede infine Medori? «Nella pratica del governo, – conclude Mancinelli – è il sindaco che sceglie i suoi assessori».
Insomma, ad Ancona come anche qui a Montefano, centrale periferia del mondo, sembra emergere che la partita della Regione Marche, che si avvia a soluzione in queste ore, si gioca tra astrazione e concretezza e sul piano, scabroso, dell’autonomia dagli equilibri di partito.
Il tentativo di rompere, anche in politica, il tetto di cristallo sulla testa delle donne, – tra le Sardine che chiedono discontinuità, l’ipotesi dei renziani come alleati-antagonisti a sostegno di questo o quel candidato, scandali veri e presunti, manovre e fuochi incrociati, – resta lo scomodo anello di raccordo tra la politica e la gente. Quello, per intenderci, che dà fastidio e ti togli dal fianco mentre guardi altrove.
Valeria Mancinelli, pur restando ottimista riguardo alla strada che riusciranno a compiere le donne, e disponibile a ‘dare una mano’, sul suo rifiuto di partecipare al ‘teatrino della politica’ ribadisce, gentilmente ma senza una parola di più, quanto aveva già dichiarato in una sua diretta facebook: «togliere ogni alibi a chi dentro e fuori il Pd, ha inteso utilizzare strumentalmente la mia disponibilità come una sorta di contrapposizione, una divisione interna, una volontà di creare problemi, una volontà, addirittura, di azzoppare il presidente uscente».

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