Morani: «No a passi azzardati,
restiamo uniti»

MARCHE 2020 - La sottosegretaria al Mise con Base riformista chiede alla frangia Pd (Area 70) che ha indicato Mangialardi di «continuare a lavorare con gli alleati per cercare una candidatura forte e che tenga insieme la coalizione più ampia possibile»

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Alessia Morani

 

Giovanni Gostoli punta tutto su un nome civico per tenere unita la coalizione di centrosinistra ma una parte del Pd (Area 70) vorrebbe Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia e presidente Anci, come candidato governatore alle regionali. Una mossa che Alessia Morani, sottosegretaria al Mise e esponente di Base riformista non ha gradito per cui oggi pomeriggio a mezzo Facebook ha chiesto ai colleghi dem di non «minare il percorso che può portarci a proporre una candidatura condivisa e vincente» dato che «si tratta di una proposta che non rientra nel percorso deciso nell’ultima direzione regionale alla presenza del vice segretario Andrea Orlando».

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Mario Morgoni, Alessia Morani e Leonardo Catena

Parole nette che arrivano quasi in contemporanea con una nota congiunta della corrente (firmano oltre Morani anche il deputato Mario Morgoni e il coordinatore regionale Leonardo Catena), in cui si fa presente al Pd che «deve continuare a lavorare con gli alleati per cercare una candidatura forte e che tenga insieme la coalizione più ampia possibile. Le forzature e le fughe in avanti producono ulteriori irresponsabili divisioni nel Pd e non aiutano a ricomporre il quadro. Sosteniamo il segretario regionale Gostoli che sta gestendo bene questa fase complessa. Di fronte a una destra inconcludente e divisa, il Pd può uscire più forte da questa situazione e competere con una rinnovata proposta politica e con buone possibilità per vincere le elezioni regionali».

Morani, nel suo post su Facebook, ricorda che la priorità è «stare uniti per vincere una sfida elettorale che ci vede contrapposti alla peggiore destra di sempre che non si vergogna a festeggiare la marcia fascista su Roma e che propone ricette sovraniste dannose per le nostre imprese e i nostri lavoratori in un tessuto economico regionale già molto provato da questa interminabile crisi».

La “mossa” di indicare Mangialardi rischia, per Morani, «di interrompere la discussione in corso con i nostri alleati e rischia di minare il percorso che può portarci a proporre una candidatura condivisa e vincente. Faccio, perciò, un appello affinché ci sia da parte di tutti la condivisione di questa responsabilità. Evitiamo di fare passi azzardati in un momento così difficile e delicato. E ricordiamoci sempre che solo uniti possiamo vincere! L’Emilia Romagna dovrebbe averci, tra l’altro, insegnato qualcosa». Morani non menziona altri nomi, nemmeno quello di Sauro Longhi, ex rettore Univpm che pur essendo nella rosa non è gradito da tutta la coalizione (in particolare da Italia Viva) e al momento nemmeno dal Movimento 5 stelle che pure poche settimane fa sembrava pronto a trovare una sintesi con il centrosinistra proprio sul suo nome.



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