Mirella Emiliozzi (M5s): «Noi vigliacchi?
No, continuiamo a combattere
contro chi ha malgovernato per 20 anni»

MARCHE 2020 - La deputata, recentemente scelta tra i facilitatori, risponde alle critiche rivolte ieri ai pentastellati da Fabrizio Cambriani nella sua rubrica su CM
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Mirella Emiliozzi

 

Mirella Emiliozzi, deputata civitanovese del Movimento 5 Stelle, recentemente scelta dalla piattaforma Rosseau come uno dei tre facilitatori per le Marche, risponde al commento di Fabrizio Cambriani pubblicato ieri all’interno della sua rubrica politica su Cronache Maceratesi. La pubblichiamo integralmente: 

Caro Cambriani,

Lei ha perfettamente ragione: non ha capito “una beata fava”! E non solo quando s’intrufolò in una riunione “a porte chiuse” per sua stessa ammissione di spione prezzolato, ma anche ieri, quando ha vergato un “epitaffio” parafrasando l’iscrizione che campeggia sul cippo in memoria dei caduti a El Alamein. Laggiù c’è scritto “mancò la fortuna, non il valore” e quel motto omaggia dei soldati. Lo rispetti, per favore: non sta bene farne un calembour! Quaggiù, invece, parliamo al massimo di un manipolo di amministratori a vario titolo che, carte alla mano, hanno tenuto sotto scacco una Regione per vent’anni. Non volersi alleare con costoro non è di certo ignavia, direi piuttosto educazione, senza scomodare il pudore e men che meno la scienza dell’amministrazione o l’opportunità politica, che non sempre coincide con quella elettorale.

Premesso ciò, provo a spiegarle, perché questo è il compito assegnato a un facilitatore: rendere appunto più facile il capire cosa c’è davvero dietro a certe scelte e dove portano alcune decisioni non facili da prendere ma che, una volta assunte, vanno perseguite fino in fondo, anche le più dubbie. La frase che lei cita, “mai alleati di chi si è reso colpevole del declino delle Marche” non è detta per questo o quel partito, ma nel suo contesto è una frase proprio ‘ad personam’ e la confermo, rivendicandone persino il primato di pronuncia: l’ho scritta ben prima di leggere di Aerdorica e dell’inchiesta della procura di Ancona, ahimè. M’è bastato vivere tutta la vita nelle Marche, per pensarla!

E poi, la prego: se mi cita, mi citi fino in fondo. Completo io: “per questo il Movimento 5 Stelle promuove i valori civici del rinnovamento e del buongoverno e correrà (elettoralmente parlando) con o in appoggio a liste civiche che nulla abbiano avuto mai a che fare con le precedenti amministrazioni regionali. Il nostro obiettivo è quello di portare un rinnovamento radicale nell’amministrazione marchigiana”. La chiama ignavia lei? Per me, per noi, è la guerra che abbiamo sempre combattuto. Poi, per carità, la strategia, le tattiche, Sun Tzu e tutto l’armamentario narrativo lo scelga pure lei, che è del mestiere: io mi limito a sancire qual è il valore di fondo, il fine ultimo. Saremo anche gente semplice, prestata alla politica, “truppe di fabbri e calzolai” – come potrebbe dire lei – ma non siamo sempliciotti e non siamo dei vigliacchi.

Ora mi dica: ma secondo lei è possibile rinnovare una regione al fianco di chi è al comando da vent’anni senza soluzione di continuità? La sanità, lei cita. Ora risponda: ma come possiamo noi allearci con chi l’ha resa una delle peggiori d’Italia, con chi ignora gli allarmi di medici che finiscono aggrediti, con chi non ascolta niente e nessuno se non è del proprio cerchio magico? Lo so, lo so, ora ribalterà il discorso dicendo “e allora a Roma, al governo col Pd?”. La prevengo: l’abbiamo fatto perché c’era da salvare una situazione non dovuta a noi, imprevedibile. Abbiamo preso un colpo basso, chi l’ha tirato ne risponderà semmai, ma noi abbiamo seguito il nostro istinto: abbiamo cercato di pararlo facendo scudo con noi stessi ai cittadini, che non avessero a soffrire con l’aumento dell’IVA o sotto al giogo dell’Europa.

Forse sì, ci siamo davvero suicidati come dice lei, ma noi siamo come quegli idioti che a El Alamein diedero la vita per difendere un pezzo di deserto che forse non aveva alcun valore, ma che per loro era tutto, la missione. Ecco: dica quel che vuole, ma abbia rispetto. Combatta quella sua battaglia da “opinionista, filosofo, batterista, anarchico, cintura nera di dissacrazione, gucciniano e deandreologo”, ma lo faccia a viso aperto. Si schieri, Cambriani: si vede che non aspetta altro. Noi siamo schierati, abbiamo un progetto e delle idee. Le racconteremo strada facendo a chiunque vorrà ascoltarle, anche a lei che se ne frega e trova ben più appagante salire sopra a un palco per compenso o emozione. Ma visto che fa il deandreologo e il gucciniano, la prego: si limiti all’esegesi di canzoni, non provi anche lei a cantare. Perché mi lasci dire: la trovo piuttosto stonato.

***

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Fabrizio Cambriani

La risposta di Fabrizio Cambriani  – Gentilissima deputata,
dalla risposta, desumo che non deve avere preso bene il mio commento, ma si rilassi e cerchi di essere più sportiva. Non si avventuri in azzardatissime interpretazioni di epitaffi il cui accostamento non mi è mai nemmeno venuto in mente. E lasci anche perdere le mie passioni musicali che nulla aggiungono o sottraggono alla discussione. Qui – glielo segnalo sommessamente- il personaggio pubblico è lei e non io. Ed è sempre lei e non io quella che sale e scende dai palchi.
Piuttosto, si metta d’accordo con se stessa. Se esordisce con il dire che io non ci ho capito una beata fava, non può, nel proseguo, affermare che poi ho ragione quando lei stessa scrive che “forse sì, ci siamo davvero suicidati”. Che sarebbe poi il condensato del mio pezzo.
Io non le devo nessuna risposta. Credo sia lei, da parlamentare, a darle agli elettori. E, casomai, io a sollecitarle con i miei scritti. Pensavo che almeno fosse chiaro il concetto dei ruoli. Però, ribadisco il dato: i suoi, i vostri elettori vi hanno abbandonati. E, aggiungo, non per colpa mia, né di chi ve lo fa notare. La politica, da Atene in poi, ha come finalità quella di migliorare la condizioni di vita dei propri concittadini. Un concetto che vale tanto a Roma, quanto in Ancona. Se avete offerto i petti alle nemiche lance, trasformandovi in scudi umani per non farci soffrire l’aumento dell’iva, potevate farlo, molto più prosaicamente anche da noi, dettando e pretendendo condizioni cogenti per migliorare la sanità marchigiana. In Umbria, glielo ricordo, il vostro simbolo era accanto a quello del Pd e di altre formazioni politiche e civiche. Benché lì avessero addirittura arrestato il segretario regionale e la presidente della regione si fosse dimessa per gli scandali, vi ci siete comunque alleati. Per cui il pippone delle immacolata purezza e del romanticismo idealista, almeno a me, lo risparmi. E tuttavia, in questa lunga e articolata risposta che mi trasforma – e di questo la ringrazio per la pubblicità- quasi in unico protagonista, manca la spiegazione sul perché vi siete sottratti a quel bagno di democrazia che sono le consultazioni online sulla piattaforma Rousseau. Da parte mia, ancorché, notoriamente stonato, continuerò a cantare De André. A lei, se mi permette, consiglio una tisana rilassante.

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