di Fabrizio Cambriani
Erano i primi di giorni di luglio dello scorso anno e, nel capoluogo dorico e sotto un caldo bestiale, assistevo a un incontro regionale a porte chiuse del Movimento 5 Stelle con il capo politico Luigi Di Maio. Pur anche ministro e vicepresidente del Consiglio. L’onda di marea leghista delle recenti europee aveva loro dimezzato i consensi per farli direttamente transitare nel partito di Salvini. Da quasi 11 milioni di voti delle politiche si passava a poco più di 4 milioni e mezzo. Un salasso pauroso che avrebbe dovuto introdurre misure e provvedimenti straordinari. Le scialbe e inadeguate proposte di Di Maio mi parvero banali e inefficaci. Lo scrissi, ma mal me ne incolse. Arrivarono precisazioni, puntualizzazioni e distinguo. Il cui tenore era il seguente: ero io che non ci avevo capito una beata fava; a dispetto delle mie opinioni, viceversa, si costruivano hic et nunc, decenni di futuro florido e ricco di interessantissime opportunità per tutti. Carla Messi, a nome del M5S di Macerata, mi segnalava addirittura di come loro fossero «al comando di una nazione che ha bisogno di invertire la rotta». Testuale: al comando. Manco fosse una tappa del tour de France. Stava per scapparmi un gran “me cojoni”, ma ebbi la prudenza di sapermi trattenere.
Luigi Di Maio
Quel che resta oggi della galassia pentastellata, all’indomani di due importanti e indicative tornate elettorali regionali, è il simulacro liso e sbiadito di un movimento incapace di raccogliere nemmeno i più elementari e manifesti segnali che provengono dalla società. Altro che apriscatole. In nemmeno due anni di governo si sono chiusi dentro i palazzi del potere, sbarrando – con tanto di saldatore – porte e finestre, senza mai rivolgere lo sguardo sulla vita reale del Paese. L’unica abilità dimostrata è stata quella della trattativa. Un suk a cielo aperto per i ministeri, i posti di sottogoverno, le nomine. Tanto da far arrossire perfino qualche spregiudicato reduce del Caf degli anni Novanta. I numeri sono impietosi e stanno lì a inchiodarli tutti alle loro responsabilità. L’immagine della frattura tra la classe dirigente e il suo popolo è quella di Luigi Di Maio che dimettendosi da capo politico si toglie la cravatta. La cravatta, dunque come segno identificativo e distintivo di un movimento nato e cresciuto in tutte le piazze della penisola. Roba che manco il partito liberale di Malagodi…Poi l’assoluta incapacità o peggio il deliberato rifiuto nel non voler dialogare con il movimentismo giovanile e spontaneo delle Sardine. Che, sia detto per inciso, hanno riempito, a loro volta, quelle piazze lasciate ormai deserte dai grillini. E se le sardine danno ossigeno e rivitalizzano il panorama di centrosinistra, parimenti inaridiscono e svuotano il M5S. È un’analisi elementare. Che però nessuno dei così detti portavoce pentastellati, dall’alto della propria torre d’avorio, è capace di realizzare.
Mirella Emiliozzi
Che il M5S abbia persa tutta la sua forza propulsiva lo si può tranquillamente verificare nei blog. Quello di Beppe Grillo affronta ancora argomenti e tematiche alternative e innovative. Quello dei 5 Stelle sembra più un sito di televendite dove si sfogliano solo lodi sperticate sulle loro produzioni normative. Ma la questione più grave e assurda è quella di volersi ancora chiamare fuori dalle scelte di governo nelle regioni come qui nelle Marche. Sottraendola perfino alla consultazione tra gli iscritti. Una decisione romana dove tre o quattro valgono più di tutti gli altri: iscritti e simpatizzanti. La motivazione, stando alle parole della neo-facilitatrice Mirella Emiliozzi, sarebbe che mai bisognerebbe allearsi con chi è stato responsabile del declino delle Marche. Io, francamente non so bene cosa faccia un facilitatore del M5S, ma se la predisposizione è questa, quello di cui sono sicuro è che ne faciliti il decesso. Infatti, non si spiega – logica alla mano – il perché nelle regioni con il Pd non ci si può governare, mentre a livello nazionale ci si va tranquillamente a braccetto e se ne condividono responsabilità. Oppure, se le motivazioni che hanno indotto i pentastellati a baciare il rospo Pd a Roma, non debbano essere altrettanto alte e nobili anche qui nelle Marche.
Gianni Maggi, capogruppo in Regione del M5S
Le regioni, lo ricordo a me stesso, hanno la competenza per la sanità. Ambito che riguarda il diritto alla salute e i servizi alle persone. Mica le varie ed eventuali. Fare la stessa battaglia nelle regioni solo per migliorare i servizi sanitari ha lo stesso valore – anzi sicuramente ne ha molto di più – che per il reddito di cittadinanza o la diminuzione dei parlamentari. La verità vera è che il M5S sta sfuggendo, come un’anguilla, alle proprie responsabilità politiche. Una vile e infantile diserzione che fa carne di porco di tutti i loro principi, nei quali moltissimi elettori si sono riconosciuti e che per anni sono stati sbandierati a tutti i venti. Un volgare e squallido voltafaccia in nome di risibili scuse e banali pretesti che anche il meno scaltro tra tutti gli ingenui ha perfettamente inquadrato e saprà giudicare al momento opportuno. Ma quello che i loro dirigenti non percepiscono è che il peccato di ignavia, oramai da tutti scoperto, lo sta erodendo consultazione dopo consultazione. E che le esperienze di Emilia Romagna e Calabria, dove hanno registrato rispettivamente un 4% e un 6,3% stanno a indicare il fine corsa di una esperienza politica che resterà nei manuali: come bruciare un patrimonio di 11 milioni di voti in tre anni per l’ostinazione di non voler scegliere da quale parte stare. Se mi chiedessero di realizzare un epitaffio per il M5S scriverei: ebbero le truppe, mancò loro il coraggio.
Scusa prima questi tizzi vanno a parlare nella sede del PD , con il loro portavoce pronto ad allearsi con il PD locale, poi visto la strage delle ultime elezioni dicono andiamo soli . Ma pensate che siamo tutti tonti noi marchigiani?
Certo che se si mette a guidare un partito ed il paese uno che fino a pochi anni prima faceva il bibitaro allo stadio San Paolo, questo qua non può che essere il logico epilogo. Anzi, la gente doveva aprire gli occhi molto prima.
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Nè destra nè sinistra in politica è una pura astrazione.Magari per un millimetro,solo per un millimetro,uno si troverà sbilanciato a destra o a sinistra.Con la decisione assunta riguardo alle elezioni regionali i 5/s, deliberatamente o meno, hanno spezzato una lamncia a favore della dx.
Sono una BRANCALEONE allo sbaraglio.
https://youtu.be/YuT22VzIXYA
…be’, “il movimentismo giovanile e spontaneo delle Sardine”…è proprio da circo Barnum, non c’è alcun dubbio!! gv
Ormai i “vaffa” dell’elettorato li sta mandando in gloria. Il loro inutile campo di gioco lo stanno occupando le Sardine, facendo piazzate per poi andare a farsi una pizzata. Il PD se le mette in scatola. Siamo all’inganno: le Sardine facendo credere che hanno qualcosa in testa, mentre i parlamentari dei 5 Stelle, più pratici, tengono in piedi un governo, pur di continuare a mangiare ancora… Altrimenti, se vanno a casa, fanno la fine di tanti italiani senza lavoro…
Ogni volta che mi reco al seggio (e l’ho sempre fatto) verifico i candidati in rapporto innanzitutto alla loro onestà, crediblità, autorevolezza. Ammetto che la scelta è sempre più difficile perché tali requisiti sono ormai una autentica rarità. Nei 5S ‘doc’ non sono però mancati; casomai possono essere tacciati di ingenuità e masochismo visto che non possono evitare infiltrazioni oppoertunistiche (i tanti che hanno optato per lo stipendio intero), emerite teste di cuoio del Sistema dominante che confida, da almeno 2000 anni, in … Barabba!
Reddito di cittadinanza,Taglio delle pensioni d’oro,Quota 100,
Abolizione vitalizi parlamentari,10.000 assunzioni nelle forze dell’ordine,1,5 miliardi rimborso ai risparmiatori truffati, legge anticorruzione,1 miliardo per l’innovazione, Decreto Dignità per contratti stabili, Flat tax 15% per le partite Iva fino a 65000 euro, legge sulla class action, Protezione donne e bambini con Legge «Codice Rosso»,Trasparenza per enti che gestiscono migranti, Stop nuove trivelle nei nostri mari, Ecobonus per auto elettriche, 11 miliardi contro dissesto idrogeologico, Sbloccacantieri, Aumento tempo pieno scuole del Sud, Taglio 345 parlamentari, Decreto clima, Stop aumento dell’ Iva.
Poi anche vari errori, ma lo sguardo sempre verso i più deboli.
Il resto pura fuffa di pseudogiornalisti in cerca di spazio.
Seguo poco la politica specialmente quella guidata da Salvini e Renzi che va ciancicando ancora di buon governo come se dovessimo tutti sapere cos’è dopo che ce n’ha dato abbondante dimostrazione. Non capisco che cosa vogliono e a cosa servono. A Salvini riconosco la lotta alla migrazione incontrollata, non sostenibile (termine usato nell’ecologia ma che qui non vuole avere assolutamente questo significato) per quanto oramai tarda, incontrollabile e padrona. Però dal momento che Salvini ha questo obbiettivo per farsi pubblicità oltre allo slogan ” Prima gli Italiani ” senza considerare che i non italiani a cominciare dai cinesi e poi tutti gli altri, sia lavorando che criminalizzando non si mettono certo in fila dietro agli italiani, diciamo che è un po’ poco perché oltre a non essere assolutamente in grado di poter fare qualsiasi intervento effettivamente valido che non sia quello di spostare il problema da Cip a Ciop. Per il resto dice a pappagallo quello che dicono tutti ma che vigliaccamente almeno finora non hanno abbandonato il governo ( va beh che non ci stavano) dopo aver ottenuto di aver sbloccato la Tav e dando i numeri perché dicono che sia spesso ubriaco o perché forse con i postumi pesanti del dopo sbronza dire di voler tutti i poteri gli faceva da Alca Seltzer. Lasciamo perdere poi i nuovi schiavi a due e tre euro all’ora che magari non danno precedenza agli italiani ma non vorrei che potrebbero cooperare insieme se già non lo fanno magari con un contratto nazionale che li rende tutti uguali con la qualifica di super sfruttati, poveri e per rendere omaggio a Manfredi, forse anche brutti sporchi e cattivi. Detto questo, non posso che essere d’accordo con Cherubini al cui movimento di appartenenza sono dovuti i provvedimenti di cui l’elenco è nel suo commento. Da altri partiti se e quando andranno al governo mi auguro che prima di trovare il posto libero i 5stelle trovino il tempo e il modo di fare ancora qualcosa soprattutto se a favore dei meno abbienti. Non capisco se i 5stelle dovrebbero o comunque vengono accusati di non volersi mettere con il Pd e andare da soli. Io fossi in loro, visto anche che in Emilia sia a destra, che a sinistra, al centro e ai 5stelle, se Bonaccini ha vinto è perché si è votato anche con la testa a volte disgiunta dalla tessera. Non vorrei certo vedere e non solo i 5stelle affratellarsi magari con Ceriscioli per un nuovo quinquennio. Aspettiamo che almeno questo signore venga rimandato al mittente in qualsiasi parte dell’universo si trovi e poi magari non cambia niente ma vedere se c’è un margine di scelta valido o iandare per proprio conto che non si sbaglia mai.