Pamela Mastropietro
Omicidio di Pamela Mastropietro, al via gli accertamenti sulla Pars. Li ha disposti la Procura, dopo avere ricevuto una serie di documenti da parte del giudice tutelare del tribunale di Roma. Il fascicolo aperto dagli inquirenti al momento è senza indagati, due le ipotesi di reato: la truffa ai danno dello Stato e l’abbandono di persona incapace. La 18enne romana infatti, per il cui efferato delitto è stato condannato in primo grado all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale, soffriva di un disturbo della personalità a cui si era associato l’abuso di stupefacenti. Per questo il giudice tutelare di Roma aveva nominato un amministratore di sostegno, la nonna materna, con la quale erano state concordate terapie. Tra queste rientrava anche il ricovero alla Pars di Corridonia. Pamela arrivò nella struttura a settembre del 2017, ma il 29 gennaio dell’anno dopo fuggì con il suo trolley, decisa a tornare a casa. Il personale della comunità ha sempre detto di avere fatto il possibile per fermarla, ma che la legge non consente di bloccare fisicamente un maggiorenne. D’altro canto la famiglia ha sempre contestato il fatto che Pamela fosse riuscita a lasciare la comunità così facilmente, lamentando anche la tardività con cui erano stati avvisati sia loro che i carabinieri. Nel corso delle indagini, inoltre, è emerso anche che la ragazza aveva assunto eroina mentre era alla Pars, come accertato anche dalle analisi sui capelli. Questi i fatti denunciati dalla famiglia di Pamela al giudice tutelare, che ha inviato gli atti alla procura di Macerata. Da qui l’apertura del fascicolo.
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…be’, mi auguro solo che non indaghino con…Parsimonia!! gv
Era ora.
Monachesi, non è la prima volta che chiediamo più luce su questa vicenda sia da parte tua che da qualche altro commentatore. Finalmente qualcosa si muove e sembra anche di importante.
https://www.cronachemaceratesi.it/2019/10/26/pamela-lappello-della-famiglia-si-faccia-luce-sulle-comunita-di-recupero/1317842/
tutti ci stavamo chiedendo che cosa aspettavano….
Non per difendere la Pars, ma è vero che non ci si può opporre con la forza quando un tossico maggiorenne vuole abbandonare la struttura di recupero. Lo vedevo con il Narconon: quando un tossico in riabilitazione se ne andava, dopo dieci minuti quattro operatori partivano in macchina dove sapevano che sarebbe andato: ossia un luogo di spaccio. Lo icrociavano, e bloccavano e cercavano di riportarlo indietro. Ho fatto parte una volta di questo tentativo andato bene… Qualora non avesse accettato, il Narconon avvisava la famiglia, i carabinieri…
Ricordo quanto Vincenzo Muccioli dovette soffrire per le denunce della Sinistra quando impediva ai tossici di andarsene. Ma un genitore, che gli aveva affidato il figlio, chiedeve ogni forma di coercizione per evitare di mandare a morte il figlio. Un tossico è una persona che obbedisce solo alla sua mente bisognosa di droga e quindi non è in grado di intendere e di volere per la sua effettiva sopravvivenza. E’ necessario quindi decidere per lui in forma realistica e non in base a teorie che sono pensate da assertori del diritto individuale.
Se a Pamela fosse stato impedito, con al forza fisica e della legge, di andarsene, la cara Panmela sarebbe ancora viva.
Dìaccordo con te Giorgio.
Sarebbe interessante sapere se tuttora da quelle parti si trovi droga in circolazione.