Graziano Bravi
di Giovanni De Franceschi
Un ex candidato del centrodestra che diventa l’uomo del Pd, un grillino “redento” che si candida per il centrodestra, anzi per la destra senza centro, curiosi simboli di lista, scivoloni social. Recanati: la campagna elettorale è servita. Posizioni che cambiano, ruoli che si invertono. La corsa è iniziata. Partiamo da Graziano Bravi, il candidato sindaco appoggiato dal Pd e da liste civiche. Per lui si tratta della terza tornata elettorale alle amministrative, la prima però per la poltrona più ambita. Graziano Bravi, infatti, si era già candidato come consigliere sia nel 2004 che nel 2009 e in entrambi i casi correva per il centrodestra: prima per Fabio Corvatta (sostenuto da Forza Italia, An, Udc e civiche varie) e cinque anni dopo per Roberto Bartomeoli (Pdl, Udc e civiche). E in tutte e due le occasioni lo sfidante per la carica di sindaco era un candidato del centrosinistra: prima Massaccessi (Ds), poi Fiordomo (Pd). Ora le parti si sono invertite: Graziano Bravi è diventato un uomo del Pd, sostenuto a gran forza dal segretario Andrea Marinelli. Che a sua volta ha scaricato il sindaco Pd, Fiordomo appunto.
Lo scivolone social di Graziano Bravi
Vecchi rancori che si trascinano dalle primarie del 2017 quando Fiordomo appoggiò il candidato perdente Massimo Corvatta (ora nella lista Vivere Recanati) proprio contro Marinelli? Difficile dirlo, di sicuro una scelta al passo coi tempi, visto che in Basilicata (fatte le dovute proporzioni) il Pd ha candidato alle regionali un ex seguace di Giorgio Almirante. E in questa girandola da far perdere la bussola, Graziano Bravi ha trasformato uno dei suoi primi post da candidato sindaco in un vero e proprio scivolone. Probabilmente voleva scherzare sulla sua professione da insegnante, ha finito per offendere chi fa volontariato. Ha corretto il post e ha chiesto scusa. Simone Simonacci è invece il candidato sindaco del (centro)destra (Lega, Fratelli d’Italia e civiche), annunciato con toni trionfalistici. «Sono orgoglioso che il centrodestra abbia visto in me una figura innovatrice», ha esordito Simonacci. Ieri, cioè nel 2014 quando si candidò col Movimento 5 stelle ottenendo 38 preferenze, probabilmente lo stesso Simonacci sarebbe stato etichettato come punkabbestia da Giorgia Meloni, che così ha definito i grillini al governo, rei a suo avviso di difendere i «matrimoni misti» e tra «specie diverse» (testuale). Oggi, cinque anni dopo, «Simone rappresenta chiaramente quei valori espressi da Giorgia Meloni», ha dichiarato il portavoce locale di FdI.
Poi c’è la lista “Vivere Recanati” che appoggia Antonio Bravi, attuale vicesindaco. Per il segretario del Pd una candidatura troppo «isolata a sinistra» e «imposta». Antonio Bravi è appoggiato da Fiordomo e da parte dell’amministrazione uscente. Qui la curiosità sta nel simbolo scelto dalla lista, il nome Fiordomo campeggia più in alto di quello del candidato sindaco. Una forma che ricorda molto da vicino quella scelta dalla Lega-Matteo Salvini premier e che letta tutta d’un fiato suona “Vivere Recanati Fiordomo”. Dove Fiordomo, che pur lavorando con la lista ha scelto di non candidarsi, sarebbe a questo punto una sorta di “padre nobile” della squadra. Infine, in attesa che il Movimento 5 stelle sveli le proprie carte, l’ultimo candidato: Massimiliano Grufi dell’Udc. Ha annunciato che correrà da solo, c’è solo da capire se e con quale altra lista farà un accordo in un possibile ballottaggio, visto che l’Udc nel 2009 appoggiava il centrodestra e nel 2014 il centrosinistra.
Antonio Bravi
Simone Simonacci
Massimiliano Grufi
Boniiiii!
Dov'è la serietà cambiate idee politiche come cambiate camicie pretendete pure fiducia ma andate va!.....
Complimenti
Opportunismo allo stato puro : oggi a destra , domani a sinistra ...chi offre di più ? Tra ridicole liste civiche preconfezionate e “usa e getta”, ognuno cede il proprio voto al miglior offerente .
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come si cambia per non morire…come
si cambia per il potere
Gli atleti che saltano da un carro del vincitore all’altro sono in aumento.
Sta agli elettori non eleggerli, sempre che non sia un amico dell’amico ….. naturalmente.
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Non parteggio per nessuno dicendo che nel giudicare i cambiamenti individuali sull’orientamento politico bisogna sempre andare un po’più a fondo.I cambiamenti sono disdicevoli solo quando sono forti gli elementi che fanno ritenere che dietro siano presenti motivazioni di opportunismo,calcoli di convenienza.Arrivare sempre e comunque ad un giudizio di condanna significa delegittimare il senso critico,che nell’uomo è un valore essenziale.
Considerato che si tratta di elezioni comunali e che inoltre le ideologie sono venute a mancare da un pezzo, questi spostamenti da uno schieramento all’altro io non li vedo così ‘drammatici’.