Andrea Marinelli, segretario cittadino del Pd
La spaccatura nel Pd diventa insanabile, la guerra fratricida tra il sindaco Francesco Fiordomo e il segretario Andrea Marinelli arriva a un punto di non ritorno e così il centrosinistra si presenta diviso alle prossime elezioni comunali. Ecco l’ennesimo capitolo di una faida iniziata da tempo all’interno della maggioranza che ha guidato la città negli ultimi dieci anni: l’annuncio dato dai dem dell’appoggio alla candidatura a sindaco di Graziano Bravi. Il Pd ha considerato la candidatura di Antonio Bravi, attuale vicesindaco appoggiato da Fiordomo e da parte dell’amministrazione, una scelta calata dall’alto, da qui lo strappo. «Con le prossime elezioni amministrative si chiudono dieci anni che ci hanno visti protagonisti con le nostre donne ed i nostri uomini – dichiara il Pd – una stagione fortunata che ha cambiato in meglio la nostra città, risultati che sono il frutto di una squadra, di una comunità e di un lavoro che è partito da molto lontano, dalla nascita del Pd recanatese, dalla costruzione di un programma ambizioso, dall’entusiasmo di amici e militanti. Non tutto è filato liscio, ci mancherebbe, ma siamo soddisfatti del lavoro svolto e intendiamo continuare. Abbiamo preso atto della volontà di pochi di non voler discutere con il Partito Democratico, un atteggiamento irresponsabile verso la forza politica che non ha mai fatto mancare in questi anni il proprio sostegno votando il 100% dei provvedimenti, una forza a cui invece bisognerebbe essere grati e senza la quale nessuno degli attuali amministratori avrebbe potuto soltanto immaginare di vivere un’esperienza politica e personale di questo tipo».
Francesco Fiordomo
Ecco la prima stoccata a Fiordomo e ai suoi. «Abbiamo altresì preso atto dello scioglimento della maggioranza politica che in questi dieci anni ha sostenuto la giunta la Fiordomo – continuano i dem – l’Udc ha espresso un proprio candidato sindaco (Massimiliano Grufi, ndr) l’assessore Taddei ha lasciato la giunta due anni fa, alcuni amministratori sono usciti dal Pd, il gruppo “SulaTest”a, artefice della vittoria al ballottaggio del 2009, lasciato per strada già cinque anni fa. Il Partito Democratico avrebbe potuto legittimamente esprimere un proprio candidato, ma non lo ha fatto, ha tenuto conto dei cambiamenti politici nazionali e locali ed ha scelto la strada dell’apertura, della partecipazione, del reale coinvolgimento, un percorso condiviso con la propria comunità, con tutte le donne e gli uomini che con passione e sudore hanno consentito a Francesco Fiordomo di diventare sindaco, perché le elezioni si vincono anche grazie a coloro che affiggono i manifesti di notte o che distribuiscono i volantini casa per casa».
Graziano Bravi
L’accusa di “tradimento” rivolta a Fiordomo è palese, spiegata dunque la scelta di appoggiare l’altro Bravi, Graziano. «Dinnanzi alla chiusura di tutte le porte rispetto ad una prospettiva unitaria e dinnanzi ad una candidatura imposta, schiacciata ed isolata a sinistra come quella dell’amico Antonio Bravi – continua il partito – il Pd ha insistito affinché si trovasse una figura della società civile in grado di allargare l’orizzonte, di aprirsi ad altre forze, ai giovani, all’associazionismo e di giocarsi con maggiori chance la partita al ballottaggio. L’entusiasmo che si è creato intorno alla figura del professor Graziano Bravi, a cui è giunto in pochi giorni il sostegno di cinque liste civiche, ci ha convinto a sostenerlo quale candidato sindaco alle prossime elezioni. E il Pd, come sempre, guarda avanti, terminati questi dieci anni che ci hanno visto al centro dell’azione politica, come nel 2009 siamo pronti a scrivere una nuova pagina di storia e lo faremo insieme alla nostra gente e ai tanti cittadini che stanno aderendo ora dopo ora a questo nuovo progetto civico, sostenendo la candidatura di Graziano Bravi a sindaco della città».
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