Orim, domani dovrebbero arrivare gli esiti degli accertamenti. Venerdì poi si svolgerà un tavolo tecnico con Arpam e Asur che in seguito, secondo quanto emerge, comunicheranno ufficialmente quanto è emerso dalle analisi su vegetali e aria. «Per ora abbiamo dati parziali, che dicono poco, attendiamo domani per avere quelli completi» spiega il direttore dell’Arpam, Tristano Leoni. L’incendio alla Orim è scoppiato lo scorso venerdì all’interno del reparto solventi. Una densa nuvola nera si era alzata dallo stabilimento di Piediripa di Macerata.
A detta della proprietà, non sono bruciate plastiche contenenti Pvc, dunque non ci sarebbe stata emissione di diossina. Cosa sia effettivamente bruciato dovrà comunque dirlo l’indagine che è stata aperta dalla procura di Macerata per incendio colposo e inquinamento ambientale. Da chiarire anche le cause che hanno generato il rogo. Domani intanto si svolgerà un incontro al Soi, chiesto dalla prefettura, per fare il punto della situazione a distanza di alcuni giorni da quando c’è stato l’incendio. Poi venerdì il tavolo tecnico Asur-Arpam che si incentrerà su quanto emerso dalle analisi svolte. Resta alta la preoccupazione in provincia e sono attesi con ansia i risultati per capire se con l’incendio, avvenuto in una azienda che si occupa di rifiuti speciali, siano state emesse sostanze dannose per la salute. L’azienda è invece in attesa di avere risposte sulla richiesta di dissequestro della parte non interessata dalle fiamme. Dopo il no del pm, ora starà al giudice decidere se dare o meno l’ok al dissequestro, parziale, della ditta.
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«Quella della Orim a Piediripa è una sede che va chiusa e questo non è solo un parere personale – dice Andrea Blarasin, ex assessore provinciale residente a Piediripa –. Lo dicono i fatti. Tra il 2007 e il 2011 all’interno dello stabilimento ci sono stati più di 15 incidenti e negli anni successivi almeno uno all’anno. È proprio in presenza di questi fatti reali che è necessario quanto urgente sospendere immediatamente l’autorizzazione fino a chiusura delle indagini. È sconcertante che questa proposta non venga avanzata unitariamente dall’opposizione politica della città, proposta che reputo assolutamente un atto dovuto nei confronti di tutti i maceratesi. Chi eventualmente concedesse il dissequestro dell’azienda senza aver compiuto tutte le verifiche del caso si deve assumere la piena responsabilità nei confronti di tutti i cittadini anche delle zone limitrofe». Blarasin continua dicendo che «occorre dire no all’immediato dissequestro dello stabilimento» e aggiunge che «Chi sta al governo deve occuparsi con estrema attenzione della questione. Perché la Orim non è un’azienda qualsiasi: come potrebbe esserlo uno stabilimento che ha un numero così alto di incidenti e che provoca conseguenze tali da causare disagi ai tanti produttori della zona, agli abitanti, persino al corpo dei vigili del fuoco che chiede chiarezza sugli eventuali elementi tossici nelle loro divise? Le priorità sono la salute e l’interesse di tutti i cittadini non la richiesta di un titolare che chiede l’immediato dissequestro della propria azienda con cause e conseguenze che sono ancora tutte da accertare».
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Il potere amministrativo, gli enti preposti, dovrebbero interrogarsi su quale sia l interesse pubblico. Inoltre in queste attività ci dovrebbero essere le telecamere sempre attive e dislocate su ogni mq dell ‘attività, per legge. È impossibile accettare che qualora si riprendesse questa attività non si siano accertate le responsabilità. Con il rispetto per tutti i dipendenti, ma prima si dovrebbero accertaree responsabilità. Attività del genere sono delicate, e non può finire tutto con una stretta di mano.