Dissequestro della Orim, decide il Gip

MACERATA - L'azienda aveva chiesto venissero tolti i sigilli alla parte non interessata dal rogo, il pm si è opposto e ora la palla passa al giudice. I risultati dell'Arpam sono attesi per il fine settimana, campioni di frutta e verdura inviati all'istituto zooprofillatico di Teramo per verificare la presenza di diossina

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Istanza di dissequestro della Orim, parere negativo della procura e ora starà al giudice decidere. Il pm ha detto no alla richiesta ritenendo che vi siano necessità di indagine che rendono necessario mantenere l’azienda sotto sequestro e ha trasmesso gli atti al Gip. Starà ora al giudice valutare se accogliere o meno l’istanza di dissequestro dello stabilimento. La proprietà dell’azienda di smaltimento rifiuti speciali di Piediripa ha chiesto che venga dissequestrata solo la parte che non è stata interessata dal rogo di venerdì scorso e in particolare gli uffici.

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I capannoni della Orim dopo l’incendio

Per quanto riguarda invece i risultati delle analisi svolte dall’Arpam sulla nube di fumo e sulla sua ricaduta sul territorio occorrerà attendere il fine settimana per avere un quadro completo, verosimilmente venerdì. Sono diversi infatti i campioni prelevati che hanno tempi differenti di analisi. Per esempio i campioni di frutta e verdura sono stati inviati all’istituto zooprofilattico di Teramo per verificare l’eventuale presenza di diossina e la risposta è attesa tra giovedì e venerdì. I dati poi dovranno passare al vaglio della procura e dell’Asur per una valutazione igenico-sanitaria. Solo allora, quando il quadro sarà completo e le autorità avranno svolto le proprie valutazioni, i dati saranno resi pubblici.  «Oltre ai vigili del fuoco – commenta l’associazione Città in Comune di Tolentino – tutti noi vorremmo sapere che cosa è andato in fumo e che cosa hanno respirato gli abitanti delle zone colpite dalla nube nera. Tutti dovremmo essere preoccupati e chiedere che le analisi siano fatte al più presto, perché ne va della salute di migliaia di persone che hanno subito la nube nera e non solo, ma anche i campi coltivati, gli ortaggi e le culture agricole delle zone colpite. Dovremmo essere tutti preoccupati e vicini ai lavoratori della Orim, i primi che pagheranno le conseguenze di eventuali responsabilità nella gestione dei rifiuti tossici. Lavoro e salute sono i temi principali che andrebbero garantiti e difesi in ogni settore».

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