di Gianluca Ginella
(nelle foto di Fabio Falcioni i vigili del fuoco al lavoro oggi alla Orim)
Incendio alla Orim, la procura apre un fascicolo per incendio colposo e inquinamento ambientale. Al momento non ci sono indagati. Intanto da questa mattina l’Arpam è al lavoro per svolgere i campionamenti dell’aria, «il primo lo abbiamo eseguito questa mattina. Sono inoltre in corso i campionamenti dei vegetali nell’ipotetica area di ricaduta dei fumi. Abbiamo messo in cartografia le aziende che devono essere controllate.
Sono 7-8 aziende che sono ripartite lungo tutta l’area interessata e poi ci saranno i tempi di analisi che varieranno da mercoledì o giovedì della prossima settimana a fine della settimana prossima» spiega il direttore dell’Arpam, Tristano Leoni. Arpam nel pomeriggio ha completato i primi campionamenti di aria e terreni. Per le prime risposte servirà attendere qualche giorno ma dovrebbe venire fuori qualcosa tra mercoledì e venerdì. Ma cosa è bruciato nell’incendio di ieri alla Orim? «Sulla base di quanto ci è stato riferito dall’azienda, in prevalenza si tratta di solventi, c’erano poi carta e cartone, c’erano anche plastiche (ci hanno detto che non sono costituite da Pvc), erano prevalentemente polietilene e polipropilene, in base alle informazioni che ho reperito direttamente dal proprietario. Ma occorrerà vedere i registri per poter dire con certezza cosa sia bruciato». Intanto nel pomeriggio i vigili del fuoco hanno concluso le operazioni di spegnimento degli ultimi focolai d’incendio. Nei prossimi giorni al via gli accertamenti da parte degli inquirenti per stabilire le cause del rogo.
Oggi il procuratore Giovanni Giorgio ha aperto un fascicolo d’indagine. Le ipotesi di reato sono incendio colposo e inquinamento ambientale. Al momento comunque le indagini sono in una fase embrionale e gli accertamenti sono in corso in particolare per capire come si sia generato l’incendio che per tre ore ha devastato i capannoni dell’azienda che si occupa di smaltimento di rifiuti speciali con una colonna di fumo alta decine di metri.
Per quanto riguarda frutta e verdura, resta fermo l’invito fatto ieri dal comune di Macerata a evitare di consumare prodotti che siano stati coltivati nella zona vicino all’azienda e quella dove si è mosso il fumo dell’incendio (che i venti portavano in direzione della costa).
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