Ex Upim, c’è ancora speranza per un ritorno dell’università di Macerata nel progetto. La cortina di ferro tra il sindaco Romano Carancini e il rettore Francesco Adornato, dopo le dichiarazioni di quest’ultimo nell’annunciare l’uscita dal progetto di riqualificazione dello stabile, non sembra allentata. Tuttavia il lavoro per il disgelo prosegue incessantemente.
In questi giorni, dopo la riunione di maggioranza da cui è emersa chiaramente la volontà del Comune di andare incontro a qualsiasi esigenza – nei termini di legge – dell’ateneo e la nota di Carancini che dichiara massima disponibilità per trovare un rimedio all’impasse tecnico, in queste ore politica e università hanno recuperato grazie alla mediazione della maggioranza un dialogo, non troppo sbandierato, per arrivare a una soluzione praticabile. Sia per sciogliere il nodo dell’illuminazione al piano seminterrato (ostacolo che è stata la goccia per l’università, che ha annunciato la ritirata dal progetto dopo il parere tecnico negativo degli uffici comunali) e, possibilmente, anche le tensioni politiche e personali tra sindaco e rettore che continuano a non parlarsi tra loro ma attraverso degli intermediari. Una sorta di “ambasciatori”, sopratuttto all’interno del Pd, che stanno cercando di convincere Adornato a tornare sui suoi passi. Che l’ateneo si sia preso del tempo, potrebbe quindi essere un segnale positivo per la città, che rischia altrimenti di vedere in pieno centro storico uno spazio importante destinato a restare vuoto per altri 15 anni. Il piano di Unimc prevede, sempre che si faccia ancora, un investimento di 2 milioni di euro per trasformare l’ex Upim in un polo didattico con aule, uffici e un magazzino.
Riccardo Sacchi
Intanto Riccardo Sacchi, capogruppo di Forza Italia, legge nelle manovre di maggioranza un commissariamento di fatto del sindaco. «La parziale marcia indietro a cui la maggioranza, e in particolare il Pd, ha costretto Romano Carancini – dice Sacchi -, nell’inaudito e pericolosissimo scontro istituzionale con l’università e che si è palesato nei contrasti sul progetto per la trasformazione dei locali dell’ex-Upim in aule per l’ateneo, ma che ha motivazioni e origini ben più profonde come, peraltro, il rettore Francesco Adornato ha ben evidenziato, dimostra che il sindaco è di fatto commissariato. E’ Carancini ad aver avvelenato i pozzi e il clima della città per manifesta incapacità e a causa della sua protervia. Il Pd tenta di separare le proprie responsabilità da quelle del sindaco che sta conducendo Macerata verso il disastro. La città ha toccato il suo punto più basso: alla gravissima insicurezza dei cittadini, alla scellerata gestione dell’immigrazione, alla politica culturale e sociale miopi se non clientelari, alla scomparsa di qualsiasi progetto di sviluppo della città, oggi si somma lo scontro con l’università che, come segnala con lucida ragione il rettore, è dovuto a un “clima di ostilità politica” che il sindaco ha creato ad arte nei confronti dell’ateneo e di chiunque non la pensi come lui. Il sindaco – prosegue Sacchi -, ha “sgovernato” la città, ha allontanato ogni possibile prospettiva di crescita e di dialogo. Dopo la Lube, dopo il flop del polo natatorio di Fontescodella e i tanti pubblici denari sperperati, dopo le opache e tafazziane vicende calcistiche, assistiamo al balbettio sulle scuole promesse alle Casermette a prezzo di svendere un pezzo identitario della città, dopo l’assurdo balletto sul nuovo ospedale, dopo annunci mirabolanti sulla bretella Pieve-Mattei, adesso il sindaco “inaugura” una nuova inimicizia con l’Università e si rinserra nel fortino di un centro storico in asfissia. Ha piegato la città sui suoi disegni acquistando scelleratamente il Park-Sì sfruttando la mobilità – per la quale ora si arriva al punto di chiedere consulenza ai cittadini! – nel tentativo di giustificare l’incauto acquisto. Così come sta uccidendo le attività del centro storico per favorire interessi, divenuti palesi con l’annunciata realizzazione dell’inutile nuovo centro commerciale, che non corrispondono con quelli della città nella sua identità. E’ da supporre che il veto posto – peraltro in maniera tartufesca – al polo d’ateneo nell’ex-Upim risponda a analoghi disegni. Contro questa cappa che sta soffocando Macerata, Forza Italia chiama l’opposizione tutta ad una mobilitazione unitaria per stoppare l’opera di “distruzione di massa” che il sindaco e i suoi fedelissimi stanno perpetrando, rinnova la sua stima nei confronti del rettore Adornato e ribadisce la centralità e l’indispensabilità del ruolo dell’ateneo nella vita e nello sviluppo della città. Forza Italia chiede che il sindaco riferisca immediatamente in Consiglio comunale sull’intera vicenda, sui rapporti con l’ateneo, e invita il Pd, se veramente intende prendere le distanze dal primo cittadino, a spingersi oltre il “commissariamento di fatto”, sfiduciandolo o, almeno, censurandone l’operato in Consiglio comunale. Perché delle due l’una: o il Pd intende realmente tutelare i rapporti con l’università, come dichiarato dal segretario cittadino e dalla maggioranza consiliare – e allora deve “liberare” la città restituendo la parola ai cittadini – oppure si farà interamente carico, e sarà pienamente corresponsabile, dei “delitti politici” del sindaco».
(redazione CM)
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Ho tante perplessità sulla disponibilità del sindaco Carancini a trovare una vera soluzione con l’università. Nonostante tutte le pressioni dei cittadini e della sua stessa maggioranza, non ha mai avuto una parola di ammissione degli errori commessi. Questo è nel suo carattere di un uomo solo al comando, chi non è con me è contro di me. Lo dimostra la sua stessa giunta prona in tutto al sindaco. Chi e dove si decide tutte le scelte e in particolare sulle consulenze, non ultima ancora sulla viabilità? Sulle consulenze credo che ci sarebbe molto da verificare. Nonostante le sue uscite camaleontiche di fatto non si verifica mai un vero cambiamento e una vera assunzione di responsabilità su quello che succede a Macerata che sta morendo.
Sono molto pessimista su come è amministrata la città. L’unica vera soluzione è di mandarlo a casa.
Se Sacchi ha letto il commissariamento ‘di fatto’ del Sindaco è possibile che non sappia leggere. Se invece legge una critica interna, anche dura, forse legge bene.