di Gabriele Censi
E’ stato un Elisir d’amore a farli diventare marito e moglie. Si sono incontrati alle Canarie per quell’opera. Lei soprano, di Las Palmas, lui, bresciano, direttore d’orchestra, da allora sempre insieme nella vita e spesso nel lavoro. Sono due dei protagonisti della stagione 2017 del Macerata Opera Festival. Davinia Rodriguez, che ha già debuttato la scorsa settimana con il ruolo di Liù nella Turandot, e Riccardo Frizza che si prepara alla ripresa dell’Aida di Micheli (anteprima giovani il 27 e prima il 30 luglio). Allo Sferisterio, con la loro bambina Sofia, rientrano da una gita nelle campagne maceratesi che ormai conoscono e amano da dieci anni, quando lui ha diretto per la prima volta allo Sferisterio: “E’ un pò una seconda casa” dicono in coro. Esordio invece per lei, non al festival a cui ha già partecipato ma in arena si: “Qui è tutto più facile, un posto magico per l’acustica, sono felice per il debutto dove ho provato a dare il meglio di me. Questa produzione all’inizio è stata scioccante poi mi ha preso il cuore e l’ho capita molto bene”
Per lui una settimana importante di lavoro: “Lo spazio dello Sferisterio è di una bellezza incantevole, ricordo il mio debutto con la Maria Stuarda per la regia di Pizzi nel 2007. L’Aida di Francesco Micheli propone delle novità rispetto al 2014, questo laptop che occupa la scena ci racconta la storia con la voce del narratore Ramfis. E’ la mia quinta Aida e ogni volta scopro qualcosa di nuovo e interessante. Ho diretto spesso Verdi, è certamente il mio autore preferito. L’obiettivo della mai carriera è rappresentare tutte le sue opere e rivisitarne alcune”. Infine un omaggio a Macerata e le sue colline: “Abbiamo visitato tanti centri della provincia e ogni volta il territorio ci accoglie con un atmosfera rilassante. Veniamo volentieri anche al festival perchè è come una famiglia”
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