Indagine sul gruppo Cerolini,
18 avvisi di garanzia

CIVITANOVA - La procura ha chiuso l'inchiesta che aveva portato a sequestri per 21 milioni di euro per presunti reati fiscali e all'arresto di Giuseppe Cerolini e del suo collaboratore Giovanni Aldo Mellino

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Giuseppe Cerolini

 

Chiuse le indagini sul gruppo del patron della Civitanovese Giuseppe Cerolini. Diciotto le persone indagate, a vario titolo, a cui sono stati consegnati gli avvisi di conclusione dell’indagine relativa a presunte frodi fiscali. L’inchiesta riguarda presunte emissioni di fatture per operazioni inesistenti, ma anche la fraudolenta dichiarazione dei redditi, l’utilizzo di fatture e documenti falsi. Secondo la procura Cerolini era al vertice di una vera e propria associazione per delinquere, reato che viene contestato a nove dei 18 indagati. L’inchiesta unisce due filoni di indagine che tra il gennaio e il marzo dello scorso anno ha portato a sequestri per 21 milioni di euro. Diverse le società che facevano capo a Cerolini che erano rimaste coinvolte: tra queste la Effemme srl, una società al cui interno si annoverano vari tipi di attività commerciali: dalla gestione di punti di distribuzione di carburante alla gestione di bar e ristoranti. Una indagine che, tra l’altro aveva portato al sequestro anche di cinque bar, tra cui il Venanzetti di Macerata (che ora ha cambiato gestione), sei ristoranti, quattro distributori. Nel corso delle indagini erano stati anche arrestati il patron Cerolini e un suo collaboratore, Giovanni Aldo Mellino.

La procura parla di frodi fiscali realizzate attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la dichiarazione dei redditi fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti falsi, la omessa dichiarazione, l’occultamento o distruzione di scritture contabili, l’indebita compensazione. Sulla base di quanto accertato la frode si sarebbe basata sul massiccio ricorso all’emissione o sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con la costituzione di falsi crediti Iva. Questo avrebbe consentito agli indagati di operare soprattutto illegittime compensazioni con debiti d’imposta, permettendo così di ottenere rilevanti risparmi fiscali. Inoltre in questo modo, sempre secondo gli investigatori, le aziende potevano proporre prezzi concorrenziali.

Oltre a Cerolini, l’associazione per delinquere viene contestata a: Antonio Cardinali, 66, civitanovese, Maria Giuseppina Marinozzi, 54 anni, di Morrovalle, ragioniera del gruppo, Fausto Malvestiti, 63, di Montegranaro, Vincenzo Fustilla, 51, di Porto Sant’Elpidio, Giovanni Aldo Mellino, 67, crotonese, residente a Civitanova, Matteo Stuppiello, 33, di Porto Sant’Elpidio, Marco Ciotti, 43, di Montecosaro, Serena Falcone, 33, di Montecosaro.

Gli altri indagati sono Cornel Moldovan, 29, di Civitanova, Roberto Federini, 36, e Luigi Federini, 48, entrambi di Fermo, Giuseppe Dariozzi, 61, e Paolo Dariozzi, 27, di Monte San Giusto, Abdel Hady Mohamed El Sayed, 61, residente a Montegranaro, Iuri Agostinis Tesan, 44, di Roma, Mohammed Said Boucenna, 43 anni, residente a Crotone e Giuseppe Santoro, 56, di Crotone.

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