di Giuseppe Bommarito *
Il recente arresto di Giovanni Aldo Mellino, sia pure per precedenti condanne ormai divenute definitive (precisamente per un traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso accertato anni addietro a Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, per la modica quantità di una tonnellata di hashish), ha riportato all’attenzione la vicenda, sempre ricca di sorprese e colpi di scena, dello stesso Mellino e di Giuseppe Cerolini, complici e sodali nel procedimento attivato dalla Procura di Macerata per un’immane evasione fiscale (circa 180 milioni di euro) e da allora entrambi agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico al polso. Misura cautelare risalente allo scorso mese di luglio, la cui revoca, mentre le indagini proseguono a tutto campo, a breve probabilmente sarà richiesta dagli avvocati difensori.
La vicenda, come si ricorderà, aveva creato grande preoccupazione, anche perché la presenza del Mellino a Civitanova, unitamente ad ulteriori recenti arresti sempre sulla costa maceratese di altri personaggi di notevole spicco della criminalità organizzata, aveva reso evidente il sempre più profondo radicamento in provincia delle mafie nostrane, soprattutto di varie cosche della ‘ndrangheta calabrese, in particolare dell’area crotonese.
Ma, visto che non c’è mai fine al peggio, anche la camorra negli ultimi mesi ha battuto un colpo non da poco dalle nostre parti. Nello scorso settembre infatti venne arrestato a Porto Potenza Picena Adriano Manca, nell’ambito dell’operazione “Italo” coordinata dalla DDA di Napoli relativa ad un’indagine per rapine, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti in varie zone d’Italia. In totale 62 arresti. Il Manca, che a prima vista sembrava un normale pusher incappato in una delle tante retate delle forze dell’ordine, risulta in realtà essere il genero di Vincenzo Gallo Battipaglia, capo del clan Cavalieri di Torre Annunziata, oggi uno dei più importanti clan camorristici dell’area napoletana, da anni in lotta con il clan Gionta, nell’ambito di una sanguinosa faida che ha causato decine di morti dall’una e dall’altra parte.
Giuseppe Cerolini e Giovanni Aldo Mellino il giorno dell’udienza in tribunale per l’interrogatorio di garanzia
Intanto, tornando a Giuseppe Cerolini, Giovanni Aldo Mellino e Giusy Marinozzi e compagnia bella, sembrano ormai imminenti (decreto terremoto permettendo) le prime dichiarazioni di fallimento di varie società della galassia, tutta di carta, del patron della Civitanovese, con i vari reati di natura fallimentare che potranno conseguirne: per la Mangusta s.r.l. è prevista a metà gennaio la prima convocazione dinanzi al Giudice Delegato di Macerata per le procedure concorsuali, mentre per la Effemme s.r.l., con sede legale ufficialmente a Roma, è in corso il procedimento per l’accorpamento presso il Tribunale di Macerata, perchè è qui, nella nostra provincia, che le varie società del gruppo avevano indiscutibilmente la loro sede effettiva.
Proseguono nel frattempo pure i sequestri sul patrimonio delle varie società, a suo tempo disposti per oltre 20 milioni di euro ma sino ad oggi concretizzatisi in ben poca cosa, visto che le varie entità societarie del Cerolini erano tutte pressochè prive di una qualche reale patrimonializzazione. E’ di questi giorni, infatti, il sequestro di un potente Suv acquistato in leasing da una delle società del Cerolini e oggetto dei primi provvedimenti di sequestro, solo ora rinvenuto nel fermano nella disponibilità di un noto avvocato.
Comunque, sempre rimanendo alla vicenda Cerolini & Associati, la novità più grossa emersa negli ultimi tempi sembra riguardare l’avvocato Domenico Basile, del foro di Crotone, che difende Mellino e, insieme al nostro avvocato Gabriele Cofanelli, anche Giuseppe Cerolini. Ebbene, l’avvocato Basile, che da mesi si è stabilizzato armi e bagagli a Civitanova, dove per un periodo pare abbia abitato proprio nella palazzina ove sono gli uffici del Cerolini, a San Marone, sulla rotonda, esattamente dinanzi al Commissariato, e che, tra le altre cose, sta di fatto conducendo, con pugno di ferro, anche la Civitanovese (molto sgradevole – sia detto qui per inciso – la sua polemica con l’allenatore Caneo, reo di rivendicare giustamente per sé e per i suoi giocatori il rispetto degli accordi di tipo economico e logistico stabiliti con la società ad inizio stagione), risulta essere amministratore unico di una società con sede a Roma, la BA.DO. PLAST s.r.l., che si occupa di commercio all’ingrosso di gomma greggia, materie plastiche in forme primarie e semilavorati, le cui quote sono interamente di proprietà di tale Pupo Luigina.
Il fatto stupisce, non solo perché ad un avvocato libero professionista iscritto all’albo è proibito di amministrare società di capitali (al massimo è consentito di far parte di un consiglio di amministrazione, ma senza deleghe operative), quale appunto è la BA.DO. PLAST s.r.l., ma anche per il fatto che tale società nei mesi scorsi avrebbe spedito merce in Bulgaria alla società bulgara di cui è titolare il Mellino, avvalendosi dello stesso spedizioniere di cui si servivano il Cerolini e i suoi complici per le loro fittizie ed inesistenti transazioni commerciali. E qui va ricordato che proprio per il fatto di aver seguitato a evadere, tramite tale società bulgara, iva e imposte dirette a procedimento penale già in corso, venne disposto a luglio 2016 il clamoroso provvedimento di custodia cautelare, tuttora in corso, sia del Cerolini che del Mellino.
Insomma, se risultasse vera la circostanza di tali spedizioni in Bulgaria, la posizione e il reale ruolo dell’avvocato Domenico Basile nella vicenda meriterebbero senz’altro qualche chiarimento e qualche approfondimento.
Per finire, due parole sulla Civitanovese, squadra veramente da encomiare per il valore e la serietà dei giocatori e del mister Caneo, rimasti fieramente in piedi sul campo mentre intorno a loro tutto sta crollando. I tifosi possono mettersi il cuore in pace: nessuno l’acquisterà, perché la sua situazione debitoria è altamente incerta e perché, alla fin fine, a conti fatti, per un eventuale personaggio interessato all’acquisto sarà più conveniente e più sicuro rilevarne il titolo in sede fallimentare (proprio come due anni fa ebbe a fare lo stesso Cerolini, all’epoca delle promesse mirabolanti e degli affacci benedicenti dal balcone del palazzo comunale di Civitanova). E comunque, ammesso e non concesso che qualcuno adesso si faccia avanti, il prezzo che eventualmente sarà versato non finirà certo nelle mani della società venditrice, visto che la Civitanovese risulta essere, per il 98% delle quote, di proprietà della Effemme s.r.l., società che è assoggettata all’amministratore giudiziale nominato dalla Procura di Macerata.
*Avvocato Giuseppe Bommarito, presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
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Neanche Camilleri avrebbe inventato una situazione così complessa e intrigante. Caro Peppe come sempre molto dettagliato e preciso. Ho riletto il tuo articolo 2 volte e ho trovato analisi che tu avevi già anticipato. Oggi la conferma che anche il nostro territorio è preda delle cosche e questo non ci lascia affatto tranquilli. Il procuratore Gratteri ci aveva messo in guardia. Ma come tu sai anche Gratteri è stato prima indicato e poi escluso da cariche ministeriali. E questo ci fa capire molte cose. Il rischio è che la mia amarezza sia anche quella di milioni di italiani. Tu comunque va avanti come sempre. Raccontando con coraggio la verità. Te ne sono grato come amico e come cittadino.
……”Visto che la Civitanovese risulta essere, per il 98% delle quote, di proprietà della Effemme s.r.l, società che è assoggettata all’amministratore giudiziale nominato dalla procura di Macerata”…
Allora la situazione della Civitanovese era come dicevo io mago Otelma!
Caro avvocato, da cittadino e da civitanovese mi auguro che questa vicenda si chiuda quanto prima e se gli imputati verrranno riconosciuti colpevoli, paghino il dovuto.
Civitanova viene troppo spesso dipinta come città sporca, abbiamo certamente i nostri problemi, ma noi civitanovesi siamo per il 999 per mille da sempre gente onesta e lavoratrice, i guai spesso li portano i “forestieri”.
Piuttosto gli organi competenti devono alzare il livello di guardia e di attenzione perchè siamo una città sotto il mirino di persone pericolose, come tutte le città costiere del resto.
Quanto alla Civitanovese, limitiamoci ad andare allo stadio e ad incoraggiare questi ragazzi che ci stanno facendo vivere delle belle giornate di sport.
Ai problemi fuori dal campo ci penseremo dopo, i fallimenti sono una costante nel calcio moderno, non ci hanno mai fiaccato e non avverrà in futuro.
Caro Marco Gatti,
sicuramente Civitanova Marche è composta in larghissima parte da gente onesta e lavoratrice, che fa il suo dovere e lavora seriamente e con impegno. Su questa aspetto sono pienamente d’accordo con Lei.
Ciò non toglie che, proprio per le caratteristiche specifiche dell’economia della città, essa sia stata presa di mira da diverse organizzazioni mafiose per impiantarvi delle teste di ponte e delle basi logistiche.
Di ciò, indubbiamente risponderanno i criminali impegnati in questa infame attività (che poi si traduce in un fiume di droga che circola in città e in provincia e uccide i nostri figli), nonchè chi li ha favoriti. E, indubbiamente, per la parte di loro competenza, coloro che, stando ai vertici della vita politica e amministrativa della città, hanno fatto finta di non cogliere gli innumerevoli segnali di questo crescente radicamento in città della criminalità organizzata.
Quanto alla Civitanovese, non posso che ribadire i complimenti alla squadra, al mister, e ai ragazzi che sul campo stanno vincendo la loro personale battaglia contro immani difficoltà quotidiane.
Caro Peppe, sai la stima reciproca, ma sai anche che non amo il calcio, ma lo sport vero quello che si svolge sul campo.
Perchè invischiare una società sportiva su un presunto malaffare di soggetti, anche se collegati a detta società?
Campanilismo…piantiamola e vediamo lo sport in se e per se nei tempi regolamentari!
L’unica cosa è che a questo si è abbassato il calcio…al DIo danaro..quando ci sono tanti, tantissimi sport degnissimi che in Italia e solo in Italia non trovano spazio!
più che di “galassia” sarebbe il caso di parlare di nebulosa…
Vorrei ringraziare l’avvocato per la tenacia ed il coraggio che mostra nello scrivere dettagliatame
dettagliatamente e puntualmente episodi di corruzione sempre più diffusi nel nostro territorio, non solo sulla costa.
Mi fa enorme piacere sapere che ci sono persone che ricercano la VERITÀ smuovendo le coscienze addormentate di tanti maceratesi o cercando di smuovere i vigliacchi e omertosi comportamenti di tante persone che anche io incontro nel mio viveve qutidiano.