Cerolini: “Sono tranquillissimo,
ma temo per le mie aziende”

CIVITANOVA - L'imprenditore si trova agli arresti domiciliari da ieri. Per lui parla uno dei suoi legali, l'avvocato Domenico Basile: "Accuse infondate. Teme che le sue società possano fallire". E su Giovanni Aldo Mellino, anche lui finito in manette: "Ha pagato il conto con la giustizia, lavora con onestà, non frequenta consorterie criminali"

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Giuseppe Cerolini questa mattina alla caserma della Finanza di Macerata

Giuseppe Cerolini questa mattina alla caserma della Finanza di Macerata

 

La conferenza di questa mattina

La conferenza di ieri mattina: da sinistra il colonnello Andrea Magliozzi, il colonnello Amedeo Gravina e il capitano Valerio Pica

 

di Gianluca Ginella

«Giuseppe Cerolini è tranquillo, teme solo per le sue attività». Il patron della Civitanovese parla, tramite un suo legale, dopo l’arresto suo e di Giovanni Aldo Mellino (leggi l’articolo). Entrambi sono ai domiciliari in seguito al provvedimento del gip che ha deciso di disporre le misure cautelari, su richiesta della procura di Macerata, per il rischio di reiterazione dei reati di evasione fiscale. L’avvocato Domenico Basile (foro di Crotone), che assiste Cerolini e Mellino insieme al legale Gabriele Cofanelli, ha voluto chiarire la posizione dei suoi assistiti. Per quanto riguarda il patron della Civitanovese, il legale «rileva la gravità del provvedimento giudiziario in quanto il suo assistito nel respingere tutte le accuse, infondate e ingiuste, fa presente che da oltre 10 anni è sottoposto a perquisizioni continue da parte della Guardia di finanza e dagli organi inquirenti, sono stati effettuati sequestri su beni ma poi tutte le accuse in sede processuale e dipartimentale si sono rilevate infondate ed è stata acclarata e dichiarata la regolarità e la correttezza dell’operato del signor Cerolini». Il provvedimento cautelare nasce dall’apertura di una azienda in Bulgaria da parte di Mellino, verso la quale due società di Cerolini avrebbero emesso fatture per 410mila euro, senza pagare l’Iva. Fatti che sarebbero avvenuti dallo scorso marzo, quando già Cerolini era indagato per reati fiscali nell’ambito di altre due inchieste della procura. «Le ipotesi di reato sono tutte da verificare – dice Basile –; ma trattandosi delle medesime accuse di operazioni fittizie ed inesistenti, all’uopo basta citare la sentenza della Corte di cassazione che in un procedimento per le stesse ipotesi di reato ha stabilito che il signor Cerolini ha operato con regolarità, trasparenza e correttezza nella sua attività imprenditoriale». Altro punto sono le aziende dell’imprenditore civitanovese: «Cerolini esprime preoccupazione per il proseguo di tutte le attività che fino al 21 gennaio 2016 erano attive e floride ed occupavano oltre 280 dipendenti. Le stesse, a causa di questa continua persecuzione, rischiano la chiusura ed il fallimento a causa della mancanza di capacità imprenditoriale e gestionale disposto dalla procura a mezzo di terzi. Sicuro che la verità verrà accertata e proclamata nelle sedi opportune, da persona per bene, da imprenditore che ha dato lustro ed ha dato molto alla città di Civitanova, Cerolini attende serenamente che la vicenda si chiarirà in tempi brevissimi. Si sente tranquillo, tranquillissimo, per la vicenda giudiziale mentre è preoccupato per la sorte delle attività produttive». Nome nuovo dell’indagine è quello di un collaboratore di Cerolini, Giovanni Aldo Mellino «anche se in passato ha avuto problemi, ha pagato il conto con la giustizia. Lavora con onestà e professionalità non frequenta consorterie criminali. Nell’istruttoria dibattimentale del signor Mellino dimostrerà documentalmente, per tabulas ,la regolarità e correttezza del suo operato. Il signor Mellino ribadisce che ha lavorato con professionalità ed onestà, che non ha fatto richieste illecite, estorsive o antigiuridiche ma quando ha richiesto un suo legittimo diritto lo ha fatto sempre con modi e metodi corretti. Pertanto respinge tutte le accuse infondate ed ingiuste ed aspetta con fiducia che la giustizia, fatto il suo iter, dichiarerà la sua innocenza ed estraneità dei fatti». Fin qui le indagini della Guardia di finanza hanno portato a sequestri per equivalente, quasi tutti a carico di Cerolini, di 21 milioni di euro a partire dallo scorso gennaio.



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