Errani humanum est
Perseverare autem diabolicum
Dieci domande a Vasco

LETTERA 22 - Il Commissario straordinario al terremoto fa un sacco di promesse salvo decidere volta per volta quale rispettare. Il risultato è che siamo messi sempre peggio. Ma non bisogna dirlo altrimenti lui si arrabbia. Come Fabrizio Curcio capo della Protezione (?) Civile che tuona: “Chi tocca il sistema tocca il Paese”. Ma anche no

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Carlo Cambi

 

di Carlo Cambi

Da qualche tempo considero che l’unico risarcito per il terremoto che dal 24 agosto dello scorso anno non ci dà tregua sia proprio Vasco Errani. Come si sa ha avuto la sua carriera politica fortemente compromessa da una vicenda giudiziaria dal quale è stato completamente assolto. L’uomo è un ex comunista di quelli studiosi e permalosi e ha esercitato il potere con la convinzione profonda che il potere logora chi non ce l’ha. Da ravennate – per la verità è nato a Massalombarda e fa una qualche differenza: lì c’era la palude e l’orizzonte è piatto, senza ombre, senza mezze misure, col fascismo eran tutti fascisti dopo son diventati tutti comunisti – qual è non ha accettato il nuovo corso renziano e Renzi per vedere di tacitare la minoranza Dem ha offerto all’ex presidente dell’Emilia Romagna il riscatto sotto forma di Commissario straordinario per l’emergenza terremoto. Ecco il risarcimento! Ora bastava fare un giro per le zone terremotate dell’Emilia (2012) per rendersi conto che proprio tutto a posto non è, ma è indubbio che Errani è uno che si applica molto. Così si è avviato sull’ardua salita della messa in sicurezza e poi della ricostruzione. Ne capisce di terremoti? Ne sa di edilizia e di leggi? Ai posteri l’ardua sentenza. Sì perché se va avanti di questo passo se ci siamo salvati e come dal terremoto è cosa che nelle nostre vite presenti non vedremo. Noi ne siamo consapevoli, ma non ditelo a Vasco: ci resta male.

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Vasco Errani, commissario straordinario alla ricostruzione

A me è capitato di aver cercato di fare un piacere a due ragazze che sfamavano i pompieri raccontando la loro storia e dicendo che forse era il caso di pagarle in anticipo per il servizio mensa. Ebbene se l’è così tanto presa Errani che le ragazze – poi comparse a La Prova del Cuoco – mi hanno dato dello sciacallo per far vedere che avevano fatto marcia indietro. Deve esser successa una cosa simile al sindaco di Camerino. Gianluca Pasqui ha mandato una letteraccia il 18 gennaio affermando che siccome non gli erano stati mandati i soccorsi per il nevone il “comune di Camerino risulta totalmente abbandonato a se stesso”. Una presa di posizione decisa che però il 19 gennaio – lo riferisce l’Ansa – diventa un appello ai colleghi sindaci ad abbassare i toni “e riportare un clima di collaborazione con il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e le istituzioni” che “ci sono stati sempre vicini”. Un gesto di conciliazione “nell’interesse dei nostri concittadini”. Che abbia ragione Fabrizio Curcio – capo della Protezione (?) civile il quale afferma: “chi tocca il sistema tocca il Paese”. E infatti il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che ha la Protezione Civile in casa che può assegnare le casette ai suoi concittadini con un bel sorteggio “manda un grande abbraccio al Curcio ingiustamente accusato”.

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Soccorsi all’hotel Rigopiano

Magari sarebbe il caso di spiegarlo ai parenti dei morti nella strage dell’hotel Rigopiano che le critiche sono ingenerose e che la Protezione Civile è intoccabile. Ma sarà colpa di qualcuno se dall’allarme – peraltro non preso sul serio subito – ai soccorsi sono passate 20 ore, se la turbina che doveva liberare il passaggio è rimasta senza gasolio, se la Protezione Civile che aveva emesso un’allerta meteo fin da venerdì sulla zona di Farindola poi non ha dato seguito, se gli elicotteri del soccorso Forestale sono rimasti a terra a Rieti perché – pare – non hanno ancora la scritta Carabinieri e nel passaggio tra Forestale e Arma lì hanno chiuso tutto? Il bello è che la base è a due passi da quella della Protezione Civile. E ancora sarà colpa di qualcuno se Marche e Abruzzo sono rimaste senza corrente per giorni e giorni? Qualcuno avrà la responsabilità dei container mai arrivati, delle strade mai spazzate, delle stalle mai montate? Ma non ditelo a Errani: ci resta male. E allora non voglio dire nulla al Commissario straordinario. Gli voglio solo porre dieci domande.

1 – Visto che paghiamo le tasse e in cambio abbiamo questo disastro signor Commissario ci fa sapere se lei presta la sua opera gratuitamente? Alla voce trasparenza sul sito della Presidenza del Consiglio ci sono gli stipendi di altri due Commissari di Governo, ma il suo al 26 ottobre – a due mesi quasi dalla sua nomina- risulta ancora in via di definizione. Ce lo dice lei quanto si mette in tasca dei soldi dei cittadini?

sms_solidale_vert_blu_d0-232x4002 – E’ vero o non è vero che dei 28 milioni raccolti in varie forme dalla solidarietà degli italiani e misteriosamente confluiti su un conto del Monte dei Paschi di Siena – quindi ad ipotetico rischio bail in – non è stato distribuito neppure un euro perché lei non sa che farci con quei soldi?

3 – E’ vero o non è vero che Matteo Renzi aveva promesso i container prima di Natale e che lei aveva spinto per quella soluzione per evitare le tendopoli ma i container non sono pronti e non arriveranno se non fra due mesi peraltro privi di bagni e di riscaldamento?

4 – E’ vero o non è vero che lei nelle sue funzioni deve coordinare le Regioni e i Comuni e che proprio dai sindaci sono venute le più pesanti denunce di carenze nell’affrontare l’emergenza terremoto?

renzi-ad-arquata-3-400x2765 – E’ vero o non è vero che in tutto il cratere ma soprattutto nella provincia di Macerata le macerie del terremoto non sono state ancora rimosse?

6- E’ vero o non è vero che lei doveva provvedere a dotare gli allevatori e le aziende agricole di stalle provvisorie e di supporti per evitare che l’economia decadesse e che a tutt’oggi le stalle non sono state consegnate e si è avuto un pesantissimo impatto sulle aziende agricole?

7- E’ vero o non è vero che per le attività economiche non sono arrivati i sostegni previsti e che la certificazione dei danni alle strutture produttive – in particolare per i danni qualificati come A – è del tutto bloccata e parimenti che per le attività commerciali non è previsto alcun contributo per le sistemazioni provvisorie?

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GELO – Un asino dell’azienda agricola Scolastici

8 – E’ vero o non è vero che i certificatori Aedes sono del tutto insufficienti e che per colpa dell’atteggiamento centralistico della Protezione Civile e del Commissariato straordinario il censimento dei danni è in gravissimo ritardo, che le categorie professionali (ingegneri, architetti e geometri) hanno chiesto più volte di snellire le procedure senza ottenere risultato, che in conseguenza di ciò nulla della ricostruzione è stato avviato, che i Comuni sono stati invitati ad evitare le dichiarazioni di inagibilità per non incrementare il numero degli sfollati, che non sono stati del tutto soddisfatti i rimborsi, che peraltro potrebbero spirare ad aprile certamente prima dell’arrivo delle casette di legno, a chi ha provveduto all’autonoma sistemazione, che le ordinanze sulla ricostruzione sono contraddittorie e non vi sono date certe proprio per evitare di estendere i benefici di ristoro del danno?

9 – E’ vero o non è vero come accusa la presidente nazionale di Legambiente che sono stati rifiutati i volontari per i beni culturali, che vi sono stati ritardi nella messa in sicurezza del patrimonio artistico per gli eccessivi vincoli burocratici posti dalla Protezione Civile e dal Commissariato che non ha sollecitato le Regioni a chiedere interventi mirati provocando ulteriori danni, che i beni culturali deportati dalle Marche rischiano di non tornare nelle zone di provenienza proprio per evitare di dover ricostruire chiese ed edifici rurali che li ospitavano, che nessun restauro è stato ancora avviato, che lei in accordo con la Protezione Civile si è rifiutato di allestire un polo di Protezione Civile nel maceratese lasciando tutto concentrato a Rieti e rendendo di fatto impossibile l’attività prodromica alla ricostruzione?

10 – E’ vero o non è vero che non esiste un cronoprogramma degli interventi, della ricostruzione, una stima precisa dei danni, un tempo e una modalità certa nell’erogazione dei fondi per la ricostruzione e che non c’è nessuna certezza che ci siano davvero i miliardi promessi dal Governo?

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Il recupero di un’opera d’arte a Caldarola

Vede egregissimo Commissario Errani, queste sono solo alcune domande che un povero cittadino le rivolge. Ma ci sono tante altre curiosità che mi animano e dunque ci sono altri interrogativi che vorrei porle, stavolta però su un piano di mera umanità. Mentre mi auguro che lei alle dieci domande mi dia delle risposte puntuali, per smentirmi – ma non come fa lei d’abitudine con affermazioni di principio che sembrano un’ interpretazione di Paolo Cevoli (Zelig) quando fa l’assessore alle varie ed eventuali di Roncofritto ipotetico comune romagnolo: vorrei delle smentite con numeri, fatti e date precisi – a questi altri interrogativi mi basta che cerchi dentro di se una risposta.

Lei è italiano come me e immagino che paghi le tasse. Ebbene non prova un senso di rabbia e di vergogna insieme nel constatare che nonostante ci tolgano di tasca oltre la metà di quello che riusciamo a racimolare si possano abbandonare migliaia di cittadini al freddo e al buio, che l’Enel non riceva alcuna ammonizione o sanzione per questo enorme disservizio, ma che abbia invece ottenuto senza colpo ferire considerevoli aumenti delle bollette? Non prova un po’ di vergogna nel sapere che ai Vigili del Fuoco sono stati tagliati 4 mila organici? Non prova un po’ d’angoscia nel sapere che a un’allerta meteo e a un’allerta valanghe emesse dalla Protezione Civile la medesima non ha dato seguito con interventi preventivi e che un albergo rimasto isolato da cui sono partite infinite richieste d’aiuto prima inascoltate poi inevase si è trasformato in una fossa comune? Non prova un senso di frustrazione quando sente che ci sono centinaia di paesi isolati che nessuno raggiunge perché non essendo più manutenute le strade tutto sta cadendo a pezzi? Non sente un moto di stizza quando le raccontano che se uno ha avuto la casa distrutta dal terremoto e per sua fortuna ha due soldi per comprarsene un’altra magari precaria e di fortuna lo Stato gli chiede le tasse come seconda casa?

errani-ceriscioli-castelsantangelo-4-400x225Non sente un fastidio nel dover constatare che ci sono migliaia di agricoltori sul lastrico? Di allevatori che devono morire di freddo per accudire i loro animali? E se lei fosse stato deportato sulla costa in un albergo senza poter rivedere la sua casa o quello che ne resta, perdendo il lavoro non vorrebbe risposte chiare e certe? O si accontenterebbe di una vacua promessa di futuro? E se lei fosse uno studente di una delle nostre università non si sentirebbe abbandonato dallo Stato sapendo che solo i due rettori hanno dato l’anima per evitare di chiudere le aule? E se fosse un paziente dell’ospedale di Macerata che arriva al pronto soccorso e si trova di fronte a medici e infermieri stremati perché hanno dovuto fare fronte da mesi a un superlavoro derivante dalla chiusura di altri presidi sanitari e dovesse aspettare ore e ore per ricevere le cure non si chiederebbe perché pago le tasse? E se lei fosse la mamma o il papà di un bambino che ha perso mesi di scuola che tutt’ora deve andare a scuola in aule sulla cui sicurezza pende un’alea non sarebbe indignato e preoccupato?

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Castelsantangelo sul Nera

Se lei sapesse – e faccio un esempio fra i tanti – che Castelsantangelo sul Nera è ridotto alla stremo, ma i primi container vanno a Norcia – quella Norcia additata dai professionisti dell’antisisma mediatico come l’esempio di una ricostruzione impeccabile nelle tragiche ore dopo il 24 agosto salvo poi verificare che il 30 ottobre è venuto giù tutto – perché li le telecamere sono accese come si sentirebbe? E se lei fosse il sindaco di Ussita che ha le frazioni isolate e chiede una turbina per spalare la neve e la turbina della Protezione Civile si blocca perché non ha le catene si metterebbe con orgoglio la fascia tricolore? Se lei fosse il sindaco di Bolognola che dal 30 ottobre aspetta un intervento che sia uno cosa penserebbe? Se lei fosse il sindaco di Caldarola che ha dovuto attendere tre mesi per liberare le strade del suo paese cosa proverebbe? Se lei fosse il sindaco di Arquata o di Acquasanta Terme che dopo i morti sono state del tutto dimenticate tanto che la Salaria era una trincea invece che una strada cosa direbbe a un Commissario straordinario di Governo pagato per coordinare e ricostruire? Glielo ha scritto il sindaco di Camerino cosa si prova, ma poi ha fatto marcia indietro. Non trova stonato che una denuncia venga lanciata e ritirata nel giro di 24 ore? Vorrei sapere: per caso ha telefonato o ha fatto telefonare al sindaco di Camerino? Mi risulta che lei di fronte alle critiche in privato chiami spesso. E infine se lei fosse com’è Vasco Errani non sentirebbe un peso d’ipocrisia nel fare promesse che non sono state mai mantenute, nel ripararsi dalle critiche dietro il sudore, il rischio, la fatica di migliaia di volontari e di migliaia di uomini delle diverse forze dell’ordine e di soccorso che guadagnano probabilmente meno di un decimo di quello che guadagna lei come ha fatto il suo sodale Fabrizio Curcio? Ecco vorrei che meditasse su questi interrogativi.

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Fabrizio Curcio e Vasco Errani

A questo punto lei ha di fronte a se due strade: o viene a Macerata e convoca la cittadinanza di queste terre martoriate e smarrite, ma non rassegnate e spiega per filo e per segno cosa ha fatto e ci dà tempi certi su quello che farà e come lo farà, oppure le conviene alzare le braccia e dire: scusate non sono all’altezza del compito. Perché vede: Errani humanum est, perseverare autem diabolicum. Evidentemente non conosce questo detto latino o forse non sa come stanno davvero le cose Paolo Gentiloni Silverj che è presidente del Consiglio ma anche conte di Filottrano, Cingoli e Macerata – quando si dice che il nobile è vicino al suo popolo! – perché risulta che ieri sera abbia affermato su Rai 3 – incalzato come d’uso dalle ficcanti domande di Fabio Fazio (leggi) – che conta su di lei e su Curcio per superare questa emergenza che vi darà ancora più poteri. Nel maceratese si segnalano molti scongiuri: da quelli più corrivi a giaculatorie nelle poche chiese rimaste in piedi.

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Gentiloni con Errani e Curcio

Che Gentiloni , al quale però lei per decreto avrebbe l’obbligo di riferire come stanno le cose, sappia poco di cosa è successo passi, ma certo non un semplice cittadino quale io sono avrebbe dovuto porle questo interrogativo, ma il presidente della Regione Marche: quel Luca Ceriscioli di cui nelle zone terremotate abbiamo perso le tracce. Ceriscioli – dopo il referendum – non sa più che Renzi prendere e dunque non vuole mettersi in urto con lei: c’è un certo smarrimento nel Pd. Ceriscioli è di Pesaro e Pesaro è lontana da Macerata, figurati da Gualdo! Se a Palazzo Chigi Gentiloni ha il Renzimaker a Palazzo Raffaello Ceriscioli ha il Riccimaker e Ricci ha detto che al compagno Errani bisogna portare rispetto. Perciò Ceriscioli che dovrebbe incalzarla l’asseconda. E del resto se uno telefona in Regione per farsi spiegare come si procede con la ricostruzione, con le certificazioni si capisce che pendono dalle sue labbra. Ma siccome lei Errani tace, il risultato è il silenzio. Abbiamo perso anche le tracce di Fabrizio Curcio il gran capo della Protezione Civile. A giudicare come sono andate le cose negli ultimi giorni in Abruzzo, forse non è neanche il peggiore dei mali. Lei Errani non parla, Curcio non vede e Ceriscioli non sente, non sente che dalla sua gente ferita, derisa e abbandonata monta una muta protesta che è corroborata dal dolore di vedere che in questo Paese si muore per neve, si muore per incuria, si muore per ignavia.
Con ossequi.

PS: Chi le scrive è un cittadino sfollato che si sta pagando con i propri soldi l’affitto per la soluzione abitativa temporanea senza aver ricevuto a oggi un soldo di contributo, che dall’inagibilità della propria casa ha avuto un danno anche alla propria attività professionale, che ha una moglie e una figlia che secondo un tecnico del Comune potevano anche rimanere in una casa poi dichiarata inagibile. Chi le scrive ha assistito alla propria moglie fare la spola in Comune per chiedere che le fosse fatta una valutazione del danno perché non si sentiva tranquilla ad abitare in quella casa con sua figlia e che ha costretto il Comune ad attivare le schede fast a due mesi dalle terribili scosse del 30 ottobre. Chi le scrive è un terremotato che a oggi dai professionisti che ha incaricato non è in grado di avere risposte su quando e come potrà tornare a casa propria perché gli stessi ingegneri non hanno da lei risposte su come procedere a qualificare i danni, ad aprire la procedura per ripristinare le abitazioni, ad attivare i contributi dello Stato. Ma chi le scrive è un privilegiato: ha comunque una casa nella sua città, riesce ad andare avanti. Niente sono i nostri disagi a confronto di chi lotta in montagna per sopravvivere accanto ai propri animali, di chi langue in un albergo della costa, di chi non avendo più lavoro da aprile potrebbe restare senza un centesimo di contributo e dunque non potrà più pagarsi un affitto se è fuori di casa perché non ha più neppure un lavoro visto che le vostre lentezze non danno nessuna garanzia sul futuro.

Non abbiamo morti da piangere ma vite da ricostruire



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