Burchio, tutto da rifare
Ma sparisce lo spettro risarcimenti

PORTO RECANATI - Il Tar Marche annulla le delibere con cui si era votato l'annullamento della variante sul colle della discordia, spegnendo il progetto di un mega resort a Montarice. Il Commissario Passerotti dovrà pronunciarsi in un senso o nell'altro, entro 45 giorni, con una nuova delibera. La domanda di risarcimento della Coneroblu non è stata accolta

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La vista dal Burchio, dal luogo in cui doveva sorgere l'hotel 5 stelle superior

La vista dal Burchio, dal luogo in cui doveva sorgere l’hotel 5 stelle superior

 

di Alessandro Trevisani

Burchio, tutto da rifare, ma nessun risarcimento va versato ai “russi”. Il Tar Marche ha pronunciato la sua sentenza sulla variante urbanistica del Burchio: il Consiglio comunale di Porto Recanati – ovvero il commissario Passerotti, essendo da due mesi caduta la giunta Montali – ha tempo 45 giorni per pronunciarsi di nuovo sull’accordo che a fine 2013 la Coneroblu Srl aveva stretto col Comune di Porto Recanati, per rendere edificabili circa 34 ettari, il 2 per cento del territorio cittadino, sul colle che sorge in località Montarice, in cambio di alcuni oneri di urbanizzazione.
Il cambio di destinazione, secondo le intenzioni espresse più volte dagli investitori sui media e negli incontri pubblici, doveva servire a dar vita al progetto di un resort 5 stelle superior, che comprendeva un hotel, circa 40 villette e parecchie attrezzature sportive e di benessere, oltre a 17 ettari di verde.
L’idea era stata avallata dall’ex sindaco Rosalba Ubaldi, che aveva concluso gli accordi per poi portarli in Consiglio comunale. Dopo le elezioni del maggio 2014 il nuovo sindaco Sabrina Montali aveva fatto disporre l’annullamento degli atti, provvedimento poi votato a maggioranza dal Consiglio comunale il 21 novembre dell’anno scorso. Intorno al caso-Burchio erano scoppiate polemiche feroci e la maggioranza montaliana aveva cominciato a perdere pezzi, dopo un forte contrasto con la segreteria locale del Pd.

Via del Burchio si dirama da via Montarice direzione sud est

Via del Burchio si dirama da via Montarice direzione sud est

I ricorsi di Coneroblu, com’è noto, erano due. Uno per impugnare – quindi annullare – le delibere 46 e 47, con cui il Consiglio comunale, 8 mesi fa, annullava per vizi di forma e di sostanza l’accordo di programma che rendeva edificabili, nel dicembre 2013, quei terreni. L’altro per vedersi risarciti i danni, tema su cui aveva ballato la maggioranza che sosteneva Sabrina Montali, col contorno di due assessori e un consigliere che si erano assicurati personalmente. Ok per l’annullamento, dicono i giudici Franco Bianchi, Tommaso Capitanio e Giovanni Ruiu. Niente da fare, invece, per la richiesta di danni: le parti pagano ciascuno il suo avvocato, e nulla di più.
I giudici spiegano perché l’accordo sancito dalla Ubaldi con Coneroblu non andava annullato. Secondo Montali e Co – col supporto del segretario comunale – un accordo di quel tipo non è contemplato dalle leggi regionali. In particolare l’accordo coi “russi” non considerava a sufficienza l’interesse pubblico, in più mancava nell’accordo la firma di un rappresentante del Comune e in ogni caso era doveroso fare una gara d’appalto. I giudici hanno cassato tutte queste motivazioni alla base dell’annullamento votato dal Consiglio comunale: il problema della firma è stato superato dalle votazioni favorevoli del Consiglio comunale ai tempi della Ubaldi; votazioni che comportano una auto-limitazione della libertà di scelta del Comune, perché con esse “il margine di discrezionalità iniziale si assottiglia”; infine la giuriprudenza ha considerato più volte le strutture ricettive – il Burchio, secondo l’accordo, diventava “R1”, cioè zona turistico-residenziale – come “opere di interesse pubblico”.

Il commissario prefettizio Mauro Passerotti

Il commissario prefettizio Mauro Passerotti

Una bacchettata il Comune la prende in questo passaggio: “ il Consiglio Comunale (al presumibile fine di evitare al Comune l’esborso di somme di denaro a titolo di indennizzo) ha tentato di mascherare la revoca per riconsiderazione dell’interesse pubblico in annullamento d’ufficio per omessa valutazione dell’interesse pubblico”. Cioè Montali ha voluto radere al suolo l’accordo, sostenendo che era viziato e non sanabile. Il che, secondo i giudici, ha mascherato la semplice volontà politica di lasciare a verde quel terreno agricolo, il tutto per paura di pagare il conto. Quanto alla gara dicono i giudici che quando l’accordo nasce dalla proposta di un privato non ci sono regole che impongono appalti.
Per i giudici non fa problema nemmeno la mitragliata di no (19) arrivata a suo tempo dalla Soprintendenza, perché “sono ben possibili successivi affinamenti progettuali che consentano un più razionale collocamento delle aree destinate a verde”, e soprattutto perché comunque il progetto sarà sottoposto alla V.I.A. Ma i giudici vanno ancora più a fondo e scrivono: “Non si riesce a comprendere quale sia l’interesse pubblico prevalente che giustifica la non approvazione della variante”.
Quanto al risarcimento, per i giudici Coneroblu ha sostenuto “a suo rischio e pericolo” le spese di acquisto dei terreni e dei volumi; un danno per l’annullamento, invece, potrebbe chiederlo in futuro, qualora la variante fosse approvata e il progetto decollasse, calcolando il ritardo che ha sofferto.

L'ex sindaco Rosalba Ubaldi in consiglio con Sabrina Montali

L’ex sindaco Rosalba Ubaldi in consiglio con Sabrina Montali

Ma ad approvare o non approvare l’accordo è chiamato a questo punto il Commissario, che entro 45 giorni è tenuto a “portare a termine il procedimento pianificatorio, il quale potrebbe concludersi nuovamente in senso sfavorevole per la ricorrente (non essendovi a monte del procedimento alcun obbligo per il Comune di approvare la variante)”.
Insomma, si torna al 20 novembre. Commenta Sabrina Montali: “A questo punto il commissario è incaricato di una responsabilità politica. Credo che l’avvocato Andrea Berti (che rappresenta il Comune, ndr) proporrà invece di fare direttamente appello”. Esiste quindi, chiaramente, una terza via. Commenta Rosalba Ubaldi: “Questa è una sconfitta politica totale della giunta Montali. La sentenza dice che le loro delibere sono sbagliate, mentre gli atti approvati a suo tempo dalla mia amministrazione sono trasparenti. Dice anche che dopo i nostri voti di adozione non c’era più spazio per una scelta politica. Quanto ai danni Coneroblu li chiedeva qualora il progetto fosse bocciato, quindi erano richieste alternative: o l’annullamento delle delibere, o i soldi”.

Infine l’avvocato Luciano Pantanetti, che rappresenta Coneroblu col collega Andrea Calzolaio: “Sentenza limpida e lineare, che va pienamente rispettata. Ogni singolo punto delle nostre ragioni è stato preso nella debita considerazione. Che cosa farà Passerotti? Non lo so”. Non resta che aspettare. Al massimo 45 giorni dalla notifica in Comune.

(Servizio completo aggiornato alle 20,55)

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