di Gianluca Ginella
Disastro al Cosmari, i risultati dell’Arpam escludono l’inquinamento sia di diossine che di metalli pesanti che di idrocarburi policlicici aromatici (Ipa) nei terreni, nell’aria e nei vegetali. Questo l’esito delle analisi svolte sui campioni prelevati immediatamente dopo lo scoppio dell’incendio. Le zone che erano interessate dalla nube nera che si è scaturita dopo il rogo erano quelle di Corridonia, Colbuccaro di Corridonia e Tolentino. Ma le analisi, che sono state effettuate in base allo studio dei venti del 9 e 10 luglio, escludono danni all’ambiente. «Non c’è un valore fuori dai limiti – ha detto il direttore dell’Arpam Gianni Corvatta –. Dai risultati dell’analisi ritengo che non ci siano problematiche riguardo ad alterazioni delle caratteristiche ambientali di suolo e aria. Se diossine e metalli arriveranno nelle falde acquifere? Sicuramente, ma non in grandi concentrazioni, perché nel terreno non ve ne sono».
Da sinistra: il comandante provinciale della guardia forestale Giuseppe Bordoni, il comandante provinciale dei vigili del fuoco Achille Cipriani, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il dirigente del settore Ambiente della Provincia Luca Addei, il direttore dell’Arpam Corvatta e il dirigente del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Asur Francesco Migliozzi
Per quello che riguarda gli Ipa nell’aria, il valore soglia non deve superare 1 nanogrammo per metro cubo. I campioni non superano lo 0,4 e solo per una tipologia di Ipa, altri al massimo toccano lo 0,3 e nella sola giornata del 9 luglio mentre già il 10 i valori sono ritornati a livello medio. Analizzato anche il fumo che la notte del rogo si alzava dal Cosmari. Che conteneva valori altissimi per quanto riguarda i metalli pesanti, come 6.850 nanogrammi per metri cubi di piombo, 870 nanogrammi di rame, 170 di arsenico, 108 di cadmio e antimonio. Ma i valori dei metalli nelle analisi dell’aria nelle zone vicine (Pollenza) erano nella media per antimonio (0,5) e arsenico (0,5), mentre il cadmio era superiore (0,5 rispetto a una media nella zona che oscilla tra lo 0,05 e lo 0,56), il piombo aveva un valore di 4 nanogrammi mentre la media oscilla, a seconda del periodo tra lo 0,88 e il 3,94, inferiore alla media il valore del rame 9, rispetto a concentrazioni che vanno dai 19 a 30 nanogrammi.
Valori che comunque, ha spiegato Corvatta, non superano i limiti. Per quanto riguarda i metalli nei vegetali tutto era nei limiti: il cadmio (0,02) non superava la soglia di 0,20, il piombo (tra 0,01 e 0,07) era nel limite di 0,30. Nei controlli su insalata, pomodori, zucchine, sono emersi valori bassissimi di diossine e furani. Anche le analisi sui terreni hanno escluso valori particolari, per dire: il limite di piombo è di 100 milligrammi per chilo, e il valore massimo trovato è stato di 19. Idem per le diossine nei terreni, il limite era di 10, il valore massimo trovato è di 1,75. Tutti i dati sono disponibili sul sito della Provincia e dei Comuni vicini al consorzio (link per i dati).
Per quanto riguarda i rischi della salute, il dirigente del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Asur, Francesco Migliozzi, ha detto: «Visti i valori che hanno livelli inferiori ai limiti ritengo che si possa essere tranquilli per l’esposizione a tossicità della popolazione». Sulle indagini, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Achille Cipriani, ha chiarito che martedì sarà depositata l’informativa in procura. La procura ha aperto un fascicolo per incendio doloso e disastro ambientale colposo, fin qui l’inchiesta si è orientata sull’ipotesi del fatto accidentale: il rogo sarebbe stato causato da un corto circuito avvenuto su di un veicolo utilizzato all’interno del deposito del multimateriale. Ma qualcosa di più preciso lo dirà l’informativa.
«Tante sono state le critiche, ma nessuno ha detto che nonostante l’emergenza non abbiamo ritirato in ritardo un solo sacchetto – ha detto il direttore del Cosmari, Giuseppe Giampaoli –. Ora ci appoggiamo a Castelplanio, a Porto Sant’Elpidio, e a Osimo. E’ importante che sia stato accertato che non c’è il danno ambientale». Sulle soluzioni: «Per realizzare un nuovo impianto occorrerà oltre un anno – ha spiegato Giampaoli –. Adesso stiamo vedendo di attivare un altro impianto che abbiamo, simile a quelli distrutti. Stiamo facendo progetti per attivarlo ma quello che serve sono le autorizzazioni. E’ possibile che riusciamo a farlo partire in 2 o 3 mesi». Il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, ha sottolineato l’importanza di comprendere cosa sia successo al Cosmari e ha chiarito «Se la raccolta differenziata ci pone ai massimi vertici italiani lo si deve al Cosmari».
(Servizio aggiornato alle 15)
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Sarà vero? Non sarà vero?
Pazienza: tanto di salute non c’è morto mai nessuno…
Quindi, secondo i controlli, l’incendio non ha sviluppato nessun tipo di inquinamento…..
(scusate, mi sono piegato dal ridere e non riesco a scrivere)
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“…. risultati dell’Arpam escludono l’inquinamento sia di diossine che di metalli pesanti che di idrocarburi policlicici aromatici (Ipa) nei terreni, nell’aria e negli ortaggi…..”
Quindi presumibilmente i fumi sprigionati, dall’incendio PER ORE, erano derivanti da fuochi fatui oppure più probabilmente si stava bruciando l’incenso e altri profumi vari…..
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Scusate di nuovo, sto riprendendo a piegarmi dalle risate: nessun inquinamento, come a dire che cristo è morto di freddo………….
Incredibile, speriamo ci pensi il magistrato a ristabilire la verità.
Quintali di plastica al fuoco non posso che sviluppare diossina e la diossina se inalata non fa bene!!
Sono basito! ..ma non sorpreso…
Fonti di diossine
Le diossine si producono e vengono emesse non intenzionalmente nei processi termici che comportano la presenza di materie organiche, ossigeno e cloro, come risultato di una combustione incompleta. I maggiori quantitativi provengono dall’incenerimento dei rifiuti e dall’industria metallurgica. Altre fonti sono: le industrie chimiche (produzione di diserbanti, pesticidi, idrocarburi policiclici aromatici), le industrie del vetro e della ceramica, il fumo di sigaretta, gli scarichi di combustione degli autoveicoli, gli impianti di combustione a legna o a carbone, gli incendi accidentali, le discariche abusive, ecc.
Le diossine emesse nell’atmosfera sotto l’azione dei venti vengono trasportate lontano dai luoghi di produzione e si depositano sull’erba, sul terreno e nell’acqua, aggiungendosi a quelli già presenti in quanto contaminanti ambientali. Dal terreno e dalle piante le diossine risalgono la catena alimentare accumulandosi nel tessuto adiposo degli animali e dell’uomo (piante, erbivori, carnivori, uomo, oppure plancton, pesci, uomo). Oltre il 90% dell’esposizione umana alle diossine avviene attraverso l’alimentazione, in particolare attraverso il consumo di carne, pesce, uova, latte, burro e formaggi.
In realtà, al di là dei casi che hanno avuto risonanza sui mass-media e che hanno provocato un numero più o meno elevato di casi di intossicazione acuta negli animali e nell’uomo, è la tossicità cronica della diossina quella più grave e preoccupante, in quanto provocata dalla scarsa degradabilità (l’emivita della TCDD nell’uomo varia da 5,8 a 11,3 anni) e dal lento e progressivo accumulo.
Autori
– Amedeo Schipani, MG, specialista in tossicologia medica
– Francesco Filippo Morbiato, MG, specialista in scienza dell’alimentazione
http://alimentazione.fimmg.org/approfondimenti_mese/2009/gennaio/effetti_diossine.htm
@ cherubini
i dati presentati oggi alla conferenza stampa , a cui ero presente, sono stati raccolti e analizzati da Arpam e ASUR utilizzando più di un laboratorio . I dati presentati sono analitici e puntuali e saranno messi a disposizione sia nel sito della provincia che in quello dei Comuni interessati . Non fossero veri significherebbe che funzionari pubblici avrebbero intenzionalmente agito in modo fraudolento per modificarli o farli modificare . Difficile crederlo ma legittimo . Bisogna però dimostrarlo . I dati presentati dimostrano che nel fumo provocato dall’incendio c’erano diossina , metalli pesanti , ipa etc. E non poco . Ma questi si sono dispersi nel territorio con modalità che secondo i dati e le interpretazioni dei tecnici non destano allarme o pericolo per la salute pubblica . Ovviamente io spero come anche lei che questa sia la realtà . Oltre a sperarlo personalmente lo credo . Ovviamente rimane un evento da monitorare e da cui trarre tutti gli insegnamenti possibili.
Se nulla viene rilevato, occorre richiedere l’intervento di unità con mezzi più sofisticati. Non si misurare al centesimo una quantità con valori di millesimi. E’ come pesare l’oro con la bilancia del fruttivendolo, con tutto il rispetto per quest’ultimo!
@ iacobini
Come giustamente dice lei in alcuni casi le qta in gioco sono estremamente piccole ma sono state rilevate. Infatti non si dice che nulla e’ stato rilevato ma che le qta rilevate sono inferiori ai limiti di legge e comunque non sufficenti per creare pericolo per la salute . Secondo l’Asur
Pertanto, visti i risultati delle analisi, NON c’era alcun allarme, nessuna problematica, nessun pericolo per la popolazione…
Pertanto dovremmo esere conseguenti….
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Se nessuno correva pericoli, se l’incendio di materiale plastico non inquinava (se non nei limiti di legge), se nessuno era in pericolo di vita allora, se tutto insomma rientava “nei limiti di legge” allora è presumibile che chi ha allertato la popolazione, facendo passare auto con al fonica, dovrebbe essere denunciato per “procurato alalrme” in quanto NON c’era alcun pericolo imminente, non c’era alcun disastro, non c’era alcun allarme da dare ai cittadini….
Visto quello che è successo, a questo punto l’amministrazione del Cos.Ma.Ri. e i sindaci dei comuni limitrofi all’impianto devono prodigarsi per la creazione di un sistema di allarme con il quale allertare immediatamente le popolazioni nell’eventualità si dovessero verificare nuove situazioni di pericolo; a tal proposito mi vengono in mente degli impianti acustici fissi a sirena collegati via internet e da installare nelle zone vicine all’impianto ed in quelle potenzialmente a rischio !!
Allora quel profumo acre che si respirava a Corridonia a partire dall’ 1.45 era una nuova essenza di Chanel n˚ 5. !!!!!!!!. Infatti dalla Val Gardena ci hanno fatto richiesta di una fornitura di ARIA BUONA!!!
Per Cerasi. Bene hanno fatto coloro che hanno allarmato la popolazione: non c’erano ancora analisi dalle quali potesse dedursi che non risultava esserci un pericolo, quindi si è trattato di una giusta misura precauzionale.
@cerasi e cherubini
Sindrome “caccia alle streghe?!”
Se dubitiamo anche dei risultati di analisi eseguite dagli organi proposti allora è la fine.
I responsabili dell’ASUR e dell’ARPAM dovrebbero difendere la loro professionalità con delle querele nei confronti di chi,senza nessuna prova, mettono in dubbio il loro lavoro.
Dal punto di vista scientifico qualcuno che scrive sa che la diossina di produce solamente entro una piccola forchetta di temperatura durante l’incendio?
@ Aldo Iacobini
Dalle foto, pubblicate da CM, ma amche da altri quotidiani, l’incendio che si è sviluppato al Cosmari mi è sembrato lievemente serio.
Nel “dubbio” io (da incompetente totale) avrei fatto suonare le sirene (se cisono dentro il Cosmari), avrei fatto passare le auto con la fonica.
Per levarmi ogni dubbio avrei addirittura allertato la popolazione, andando a suonare campanello per campanello…
Sembrerebbe che a Macerata, ma anche in altri Comuni, questo legittimo “dubbio” non ci sia stato e la popolazione non è stata avvertita: ERO IRONICO, nel mio commento nr.7
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@ Stefano Florentino
Come dicevo sopra, da incompetente, io ho letto che hanno spento l’inceneritore del Cosmari perchè inquinanva, nonostante i COSTOSI (ed a questo punto presumibilmente INUTILI) FILTRI che avevano messo…
Ora se si è saviluppato un incendio di materiali plastici, di estese proporzioni che ha bruciato (senza alcun tipo di filtro) per ore ed ore…..
Non crede che sia legittimo preoccuparsi di questo?
Oppure anche lei è uno di quelli che ritiene che bruciare rifiuti non sia tossico e pericoloso?
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@ Carlo Valentini
Facciamo una ipotesi, così tanto per discutere, che con quanto è successo non c’entra nulla….
Io vado in una cantina e devo analizzare una certa bottiglia (per vedere se contiene vino) ma, per sicurezza, analizzo tutte le bottiglie di quella cantina.
Vogliamo scommettere, anche se non sono un enologo, che i risultati complessivi saranno differenti?
In quella bottiglia c’è vino, in tutte le altre acqua di fonte: vogliamo scommettere che i risultati complessivi diranno che la percentuale di alcool dentro la cantina è bassissima???
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Facciamo un’altra ipotesi, così tanto per discutere, che con quanto è successo non c’entra nulla….
Mi cade della cocacola su un terreno, oppure della birra, oppure sempre quella singola bottiglia di vino della cantina di cui sopra…
Io, spinto dalla curiosità, voglio vedere quanto il liquido è presente nel terreno.
Se io considero solo 10 centimetri avrò un tasso X di liquido, per ogni chilo di terra…
Ma se prendo un escavatrice e controllo 10 metri e faccio un analisi complessiva sui 10 metri ecco che il tasso X di liquido per chilogrammo verrà “diluito” su 10 metri (e non 10 centimetri): ed il risultato ovviamente cambia
Quindi a seconda del tipo di analisi, e come viene effettuata, i risultati potrebbero cambiare.
Ma nessuno si sognerebbe, mai, di mettere in discussione le qualifiche e le competenze di chi compie le analisi.
E nessuno metterebbe, mai, in dubbio le stesse analisi: tutte perfettamente corrette.
L’incendio del Cosmari, ha portato un ricambio d’aria salutare per l’intera zona. Così anche per il terreno dove vedrete che i pomodori saranno più grossi e variopinti. Intanto però farei una bella raccolta dei frutti della terra già pronti per la raccolta e li userei per nutrire forzatamente in caso di rifiuto ( che in base alle loro analisi non ci dovrebbe essere ) i tecnici di cui sopra la cui portata per l’orifizio anale è madornale.
Tutto OK, non poteva essere diversamente per l’ARPAM, del resto per tutti gli anni che il cosmari ha prodotto diossina, bruciando plastica ecc. per l’ARPAM è tutto OK. Non poteva essere diversamente, come vengono nominati i dirigenti ARPAM, da chi e perché?
si si si come no…va tutto bene…era ovvio…cosa vuoi che dicessero!!
Sig. Iesari sa perché non ci fidiamo dell’ARPAM? Perché noi italiani ci siamo abituati al fatto di sentirci dire che le cose vanno bene… ci dite che la mafia non esiste nelle Marche e pure sorgono centro commerciali per rimanere vuoti, ci dite che i controlli ci sono e poi si costruiscono gallerie senza cemento, e’ dal 2008 che doveva iniziare la ripresa, ci dite che le provincie saranno tolte ma non ci spiegate che fine faranno i dipendenti, ci fate fare l’embargo alla Russia ma poi le scarpe non ci spiegate a chi venderle….allora niente contro i professionisti dell’ARPAM, ma voi politici non siete più credibili….
Prima di tutto un apprezzamento per l’Assessore Iesari che non si è sottratto all’intervento ed ha usato parole sensate. Quanto ai risultati non si può che prenderne atto in prima battuta ma, a mio parere, dovrebbero essere diffusi i verbali dei singoli rilevamenti e prelievi nei quali sono specificati i metodi d’indagine, tempi e luoghi esatti delle misurazione. Verbali alla mano i consulenti terzi potrebbero riferire se le tecniche utilizzate siano state scientificamente efficaci. ..e ovviamente tutti lo speriamo.
Abbiamo un mare che è una chiavica, e Legambiente dà le bandierine blu ai comuni del nostro litorale; c’è stato un incendio da far paura di materiale tossico, e l’Arpam dice che tutti i valori ambientali sono nella norma.
Embé, ma che vogliamo di più ? Ma chi l’ha detto che le favole sono per i piccoli? Il Cosmari, dicesse almeno sui giornali di tutto quanto non ha funzionato quella notte in cui in un attimo ha preso fuoco tutto l’incendiabile, perchè troppe cose non devono aver funzionato prima dell’arrivo dei Vigili del fuoco. Che sistema antincendio avevano? Uno di primo spegnimento, a pioggia, con estintori, o come, per limitare il divampare delle fiamme come invece è accaduto, c’era? E un veicolo che può procurare un corto circuito elettrico, può circolare tranquillamente in quell’ambiente incendiabile, per esempio? Sono tante ancora le domande che ci si fa, e a cui non sono state date le minime risposte.
@Marchiori
Credo che sia possibile per chiunque specie per chi , come un consigliere comunale o una associazione di cittadini, sia portatore di uno specifico interesse poter approfondire l’argomento e verificare le modalità con cui i rilevamenti sono stati fatti. Tieni conto che generalmente i laboratori accreditati devono seguire delle metodologie standard definite dai loro processi di qualità pena gravi effetti sulla loro reputazione.