I nomi hanno un peso, sulla cronaca locale questo si moltiplica, negli articoli di cronaca nera e di cronaca giudiziaria aumenta ancora di più. Questo è chiaro a tutti e spesso i nomi diventano oggetto di domande dei lettori, se non delle persone stesse coinvolte in una indagine, in un processo o in un episodio di cronaca. E spesso ci viene chiesto come mai di qualcuno compaiano nomi e cognomi e di altri solo le iniziali. I motivi di questo devono essere chiari ai voi lettori che con passione seguite le nostre (vostre) Cronache. In primo luogo voglio diradare delle fastidiose nuvole: le iniziali non vengono adottate mai per coprire l’identità di persone conosciute (in questo caso sarebbe il contrario del nostro lavoro omettere i nomi) o di imprenditori che finanziano direttamente il giornale, anche perché non ce ne sono. Chiarito questo, i nomi non vengono messi per esteso quando si tratta di tutelare le vittime di certi tipi di reato, come le violenze sessuali o lo stalking, nel momento in cui la vittima sia riconoscibile se viene indicato il nome di chi il fatto lo ha commesso. Allo stesso modo non vengono indicati per tutelare i minori, e tantomeno vengono messi nomi di minorenni coinvolti in episodi di cronaca, né se ne sono vittima, né se ne sono autori. Un’altra distinzione è tra chi viene denunciato e chi viene arrestato. Nel primo caso, salvo si tratti di persone che ricoprono un ruolo istituzionale o siano personaggi pubblici, vengono indicate solo le iniziali (a volte nemmeno quelle). Per gli arrestati, a meno che non ci siano da tutelare le vittime o le indagini, i nomi vengono indicati. E ancora: niente nomi e cognomi di persone indagate che non siano a conoscenza del fatto di essere coinvolti in una inchiesta che li riguarda. Per i processi, i nomi degli imputati vengono indicati sempre – le udienze, ed è stata una conquista dell’umanità non di poco conto, sono pubbliche –, salvo che, se rivelati, possano danneggiare minori e vittime di determinati reati. Sui suicidi, normalmente il nome non viene riportato, almeno su questo giornale. Salvo che l’episodio non avvenga in un luogo pubblico, o che susciti particolare clamore o allarme, o che sia compiuto da persone conosciute, o che ricoprono incarichi istituzionali. Tutto questo per dire un po’ le regole, davvero imparziali, che vengono adottate come linea di questo giornale e che sono quelle adottate generalmente dai media in base alle regole deontologiche della professione giornalistica.
Un ultimo punto riguarda direttamente voi lettori. Perché presto dovrete essere voi a metterci nome e cognome. E’ stata infatti avviata la certificazione di chi si registra e può commentare gli articoli. Un progetto che la nostra redazione completerà entro la fine dell’anno e di cui i lettori registrati sono stati informati via mail. Siamo probabilmente i primi in Europa a farlo ed è garanzia contro spiacevoli episodi di diffamazione da parte di qualche commentatore. L’informazione deve essere limpida, corretta verso tutti, deve tutelare tutte le parti, essere sempre pronta a dar voce a chiunque, qualunque sia il modo in cui la pensa, e non si deve schierare se non in difesa di certi valori. La stampa nasce libera, una libertà che deve essere tutelata in primis dai giornalisti stessi. La democrazia, la tolleranza, la correttezza, il rispetto del prossimo e di razze, religioni, culture, credenze ma anche del dolore, del dramma delle persone sono valori che il giornalista deve tenere sempre a mente, non solo quando scrive, ma nel vivere quotidiano perché deve essere un esempio. Più profondamente della questione dei nomi, dei cognomi, delle iniziali, dei commenti ci sono questi valori che rappresentano, comunque sia, il rispetto di chi compare nelle Cronache.
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E’ giusto che chi esprime una sua opinione ci metta pure la sua faccia, ossia la sua firma con nome e cognome. L’anonimato è sintomo di cattiva coscienza, o timore di esporsi.
Lodevole iniziativa!! E’ da tanto che chiedo che venga abolito l’anonimato o gli pseudonimi.Chi esprime il suo parere,le sue idee perche’ deve nascondersi? Da cosa e da chi?Chi commenta si assume le proprie responsabilita’,compresa quella di metterci un nome ed un cognome.
Davvero un bel pezzo, complimenti a Ginella; approfitto per copiare ed incollare sul mio profilo fb il concetto sulla libertà della stampa e sul dovere di rispettare le persone.
Benissimo! E’cosa che speravo da tempo. CM ne perderà in quantità ma ne guadagnerà nettamente in qualità. Ottimo pezzo di Ginella, complimenti sincerissimi!!!
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A Case for Pseudonyms https://www.eff.org/deeplinks/2011/07/case-pseudonyms Uno spostamento verso politiche di crafting che richiedono nomi “reali” avrà un effetto raggelante sulla libertà di espressione on-line.
Ecco perche occorre l’uso di uno pseudonimo come garanzia di una maggiore libertà di espressione.
Un conto è il rispetto, un conto è la libertà. Una maschera può rendere liberi e paritetici in certe situazioni o diventare uno strumento per delinquere in altri. Voi avreste tutti i mezzi a disposizione per impedirne l’uso scorretto. Non lo capisco, ma (non) mi adeguo.
Bene: a me non cambia nulla, perché ci metto la faccia dal primo giorno. Ma finalmente sapremo chi si nasconde dietro certi pseudonimi (o se non altro avremo il piacere di non leggerli più).
Sì alla libertà di pensiero e di critica, no alla libertà di insulto sotto il manto dell’anonimato.
@ BAK. Sono perfettamente d’accordo con te. Adesso posso insultare liberamente soggetti che si nascondono sotto falso nick, poi non potrò più farlo. Mi prenderei una denuncia e il giornale credo potrebbe addirittura sospendere i miei post. Tanto vale andare direttamente dal diretto interessato e stampargli in faccia i miei dubbi.
Del tutto d’accordo! Auspicavo da tempo questa scelta di civiltà.
Credo che ci sia da fare una distinzione necessaria e doverosa….
Da un lato ci sono gli “anonimi” che, quasi sempre, intervengono per denigrare, insultare, screditare, offendere, inguriare, ecc.
Lo speudonimo allora diventa lo scudo dove lavorare alla “macchina del fango”…
Tristi e patetiche figure (che altro non sono che pattume infinito): si nascondono dietro l’anonimato soltanto per sfogarsi, non apportando nulla allla discussione, anzi spesso facendola franare a livelli infimi.
Questi omucoli, che si nascondono nell’ombra, ritengo farebbero la felicità degli psichiatri e degli spicoterapeuti….
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Dall’altro lato ci son invece alcuni lettori (che utilizzano pseudonimi e nick) che intervengono per puntualizzare o per divulgare alcuni retroscena che, altrimenti, non si saprebbero.
A questa seconda categoria di “anonimi” credo possano essere iscritti molti cittadini che, per un motivo o per l’altro, NON possono esporsi in prima persona.
Dipendenti (pubblici e privati) oppure Dirigenti (pubblici e privati) che sanno benissmo le (tante) magagne del loro ambiente di lavoro, ma che non possono dirle pubblicamente in quanto rischierebbero di perdere il posto di lavoro (oppure verrebbero messe nelel condizioni per andarsene).
Che rischierebbero di vedersi la carriera rovinata o che potrebero subire altre “gentilezze” simili (trasferimenti, orari impossibili, mobbing, ecc.)
Sempre a questa categoria vanno ascritti i “pasquini” che, talvolta, dietro al nick rendono pubblici i tanti “segreti di pulcinella” che tutti sanno (spaccio, evasione, malafare, ecc.) e per i quali, in tanti, non capiscono perchè chi deve agire non agisce…
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Ecco mettere tutti (sia color che solo insultano, solo provocano, solo infangano… e “gli altri”) nello stesso calderone credo sia profondamente sbagliato
Salve a tutti, questa cosa del pseudonimo era utile per poter portare a galla situazioni vergognose che ci sono in tutti i paesi, capisco che chi non ha nulla da nascondere possa usare questo metodo per infangare, ma troppo spesso gli enti preposti ha sorvegliare fanno finta di non vedere, magari al loro guadagno. Quindi suggerire in modo anonimo è ripeto suggerire potrebbe essere utile a chi voglia indagare e approfondire sulle questioni che riguardano a noi cittadini.
FINALMENTE!
Non ho mai capito il motivo per cui se qualcuno ha da dire qualcosa debba nascondersi dietro pseudonimi o nick-name, o meglio, il motivo è chiarissimo…
Per quanto riguarda chi vuole denunciare certe situazioni, basta scrivere direttamente alla testata, chiedere di non essere menzionato, ma se poi trattasi solo di denigrazione, pagarne in sede giudiziaria.
Sono anni che scrivo su forum e commenti di giornali vari col mio nome e cognome senza mai aver ricevuto querele: basta darsi una regolata e non scambiare internet per uno sfogatoio da bar o peggio…
era da tempo che auspicavo una presa di posizione simile.Se si ha il coraggio delle proprie azioni sicuramente chi ha cose importanti da scrivere continuera’ a farlo…degli altri che sono qui solo per insultare e denigrare se ne puo fare tranquillamente a meno.
«L’unico vero rischio nella vita è non voler correre alcun rischio.»
(Sergio Bambarén Roggero)
Da anni ho scelto deliberatamente di rinunciare ai nickname sui vari siti in cui intervengo, in primis Cronache Maceratesi: il mio nome e cognome con la mia faccia (che aggiornerò presto per farla vedere ancora meglio) ci sono stati fin dal momento della mia prima iscrizione.
Internet è un luogo pubblico virtuale dove ci si dovrebbe comportare come quando si sta in un luogo pubblico fisico; se proprio non si riesce ad astenersi dagli insulti privati esiste la mail, che è riservata e diretta.
A chi invoca la libertà di espressione dico che ogni libertà deve essere accompagnata dal senso di responsabilità altrimenti degenera in abuso, specie tra noi italici che non brilliamo di certo per senso civico. Ahinoi.
@ Cerasi: ho quotato il suo intervento però mi permetto di farle notare che se qualche cittadino comune ha da denunciare situazioni “scomode” può rivolgersi ai giornalisti che, per dovere deontologico, dovrebbero tacere le loro fonti e la cui professionalità si giustifica proprio per questo tipo di casi. I forum sono comunque un luogo pubblico ove vigono regole di comportamento pari a quelle di un luogo pubblico fisico.
@ Luca Perilli
In linea generale sono d’accordo con lei ma credo che, talvolta, una denuncia anonima particolareggiata su CM fa rumore.
(che poi, chi deve ascoltare, finge di essere sordo è un altro discorso).
Almeno qui, alcune volte, ci sono stati interventi anonimi che hanno acceso la luce su alcune cose piuttosto in ombra…
Spero che CM si limiterà a garantire un percorso di certificazione della registrazione associando a Nick di fantasia (spesso anche azzeccati per l’utilizzo che ne viene fatto !) una persona fisica al solo fine di garantire il diritto di ognuno di noi a non essere ‘offeso’ e nel caso in cui l’offesa avverrà CM dovrà fornire i dati reali dell’offensore.
…così l’anonimato resta MA dietro all’anonimato non ci si deve e non ci si può nascondere !
Scenari futuri sulla privacy: perché è importante proteggersi
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Quali sono le attuali massime possibilità di utilizzo dei dati personali da parte di organizzazioni e aziende? Perché è importante proteggere a tutti i costi la nostra privacy?
Nel video che vi proponiamo http://www.ted.com/talks/alessandro_acquisti_why_privacy_matters?embed=true&language=it – tratto da TED Global2013 – Alessandro Acquisti, economista comportamentale della Carnegie Mellon University di Pittsburgh Online, racconta come le ricerche nel campo della privacy abbiano portato a dimostrare un paradosso del comportamento umano: desideriamo la privacy ma non riusciamo a fare a meno di diffondere online informazioni, anche personali, su di noi.
Il gruppo di ricerca della Carnagie Mellon University ha elaborato uno studio sulle tecnologie di riconoscimento facciale nelle foto in grado di collegare l’immagine di un volto anonimo alle sue generalità, e al suo account Facebook, in circa 3 secondi.
Un’ulteriore analisi ha permesso di dimostrare come sia possibile ottenere un social security number americano utilizzando un algoritmo di base collegato alle informazioni pubblicate online.
In questo video,http://www.ted.com/talks/alessandro_acquisti_why_privacy_matters?embed=true&language=ita tratti angosciante, Acquisti ci spiega perché la protezione dei dati personali sarà la lotta del nostro futuro.
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fonte : http://www.blogstudiolegalefinocchiaro.it/privacy-e-protezione-dei-dati-personali/scenari-futuri-sulla-privacy-perche-e-importante-proteggersi/
Caro Cerasi, per l’appunto c’è una redazione che potrebbe accogliere tali denunce, magari con la giusta riservatezza.
Interessanti i link di Bak, purtroppo la morale è che se volessimo davvero preservare la nostra privacy dovremmo comportarci come un certo Totò (non l’attore, il siciliano): pizzini e basta. Ribadisco che stare su internet è come stare in un luogo pubblico: si può pure tentare di celarsi, ma prima o poi si verrà inevitabilmente fuori. Il problema è che si tratta di un luogo pubblico praticamente planetario e che dunque ciò che ci riguarda può finire ovunque: facciamocene una ragione e regoliamoci di conseguenza.
Chiedo a CM come è possibile cancellarsi da Cronache Maceratesi per poi iscriversi nuovamente con nome e cognome. Grazie per la risposta.
La vera libertà di stampa esiste solo nei paesi più moderni e meno corrotti. L’Italia che dovrebbe stare più o meno ai livelli degli USA ( attorno al 47° posto ) se la sogna. Basta una querela per bloccare giornalista e giornale e sul fatto querelato, una volta che il giudice decide di andare a giudizio cala il sipario. Adesso stoppiamo anche Internet e siamo apposto. Comunque la Corea del Nord è attestata al 105° posto o su di li. Ne abbiamo di strada da fare, ma piano piano la Corea sarà nostra.
Bravi ! Una scelta che riporta il dibattito e il confronto sui binari della civiltà e della correttezza. Gli anonimi diffamatori dovranno trovare altre sedi oppure tacere per sempre. Altra cosa invece è mantenere l’anonimato a tutela dei minori, dell’ incolumità personale e dei familiari su fatti e reati di estrema gravità.
ottima decisione…basta con l anonimato che tutela i vigliacchi ed i calunniatori…ognuno abbia il coraggio delle proprie opinioni
Non vi è necessità di utilizzare altro che il PROPRIO nome e cognome…..CONSIDERATO CHE TUTTI ne abbiamo UNO…..basta prestare UN MINIMO DI ATTENZIONE….a quello che si SCRIVE…..il discorso dell’articolo è DIVERSO……ovviamente un’articolo presuppone la descrizione di un FATTO ed ovviamente in BASE al FATTO si decide….
perfettamente d’accordo…..
@l. Perilli
Esatto internet e’ un luogo reale e non sempre pubblico , in cui il diritto alla privacy e’ tutelato dalla custituzione europea e privare le persone di questo diritto discriminandone la partecipazione o meno non credo sia corretto.Riguardo la diffamazione e la privacy non vedo la correlazione tra loro. Pertanto ognuno e’ libero di farsi” guardare o spiare in bagno di casa propria” rinunciando alla propria privacy ma non per questo va ritenuta la cosa giusta anche per gli altri.Infine credo che mettere il nome e cognome possa creare problemi con persone omonime totalmente estrane al contesto anche per questo penso che lo pseudonimo serva.
@R.Russo
Ognuno di noi al momento dell’accesso a CM o a internet in generale viene identificato dal server con un ID univoquo in un log , quindi rigurdo l’illecito non c’e’ anonimato.
Usare un nick a posto del nome e cognome è la stessa cosa che riporta l’articolo: una forma di tutela verso chi scrive o verso le persone di cui scrive i fatti e non sempre si possono fare i nomi.
L’omertà è spesso data dalla paura delle conseguenze mentre, internet e siti come CM, dovrebbero essere uno strumento dove possono venire fuori anche cose che, dietro a un nome e cognome, non potrebbero mai essere rese note.
Per coloro che invece usano il nick per diffamazione esiste anche la “moderazione” e i commenti possono essere cancellati, invece che pubblicati.
Per contro, chi usa un nick non vuol dire che è capace solo di offendere o scrivere scemenze.
Come può esserci diffamazione se c’e’ moderazione a monte? Il metterci nome e cognome, cosa che non succede nemmeno su Corriere della sera on line, non mi sembra una grande idea, specie sul web. Sembra un tornare indietro, un castrare la libertà su internet, una cosa vecchia. Quando vi è il filtro della moderazione non dovrebbero esservi problemi. Infine io ritengo che questa testata perderà molta verve e schiettezza. Buon lavoro comunque.
@LILLY. Brava Lilly, con poche e chiare parole hai detto le cose nella maniera più chiara e che dovrebbe andare bene per tutti. Di tutti i commenti fatti finora, il tuo è il più sensato. Su l’uso del nick, la storia di Pasquino, la statua romana dove ogni notte, anonimi vi affiggevano messaggi in rima per denunciare il malcontento dei romani la dice lunga. Se poi vogliamo fare salotto con tè e pasticcini su Cronache Maceratesi, siamo liberi di farlo. L’anonimato comunque non esiste, il tal Gazzosa di Civitanova che dice sempre di aver dispiegato i suoi avvocati per denunciarmi, se l’ha fatto e la cosa va avanti, in tribunale andrei con il mio nome e non mi vergognerei di certo. Denigrare è una cosa, dire la verità è un’altra. Quindi non è certo la paura di denunce che potrebbe darmi fastidio, ma il fatto che con una denuncia verrei messo a tacere sul fatto incriminato sul giornale anche se di contro poi in tribunale posso provare quanto da me postato, ma quando: fra un anno, 2 anni, tre anni… L’ho spiegato in un post precedente come funziona la libertà di stampa. Il problema per CM certo esiste, ad ogni mia denuncia potrebbe corrispondere anche una denuncia per il giornale. Credo che con questo nuovo approccio, CM voglia salvaguardarsi sennò prima o poi chiuderebbe.
Un consiglio, visti anche i commenti, che potrebbe da un lato garantire l’anonimato a chi vuole averlo (si pensi ai molti commenti di persone magari informate che però non vorranno più esporsi per motivi etici, di lavoro, personali ecc) e dall’altro sollevare la testata da responsabilità e contemporaneamente addebitare a chi scrive l’eventuale rischio di ciò che scrive. Credo sia semplice far autenticare tutti i commentatori in un database di Cronache Maceratesi e far continuare ad utilizzare il nick name a chi vuole utilizzarlo. A questo punto però, il commentatore che diffama ad es., saprebbe benissimo che c’è la sua vera identità dietro il nick name utilizzato. Forzare la mano ed imporre nome e cognome per tutti nell’era di internet e dell’assoluta libertà che contraddistingue questa nuova era digitale mi sembra davvero un controsenso, anzi mi riporta alla memoria quel detto “per colpa di qualcuno, non si fa più credito a nessuno”. La registrazione con i dati prima, e la moderazione poi, dovrebbe poter essere sufficiente ad evitare diffamazioni ed altri reati. Per evitare problemi, CM potrebbe benissimo mettere un disclaimer chiaro e comunque avere la mano pesante nel momento della moderazione. Io credo che prima di fare questo passo CM dovrebbe attentamente vagliare tutte le possibili alternative, anche prendendo esempio dalle testate giornalistiche nazionali online perché magari il successo avuto sin qui deriva anche da quella schiettezza dei commenti che molti leggono subito dopo l’articolo.
bravi lilly, back, 71, ciro e cerasi.
Bene a Cronache Maceratesi grazie per farla finita con tutti questi commenti senza faccia