Si era levato alto nei giorni scorsi il grido di dolore del valleverdiani per la mancata presa in consegna da parte del Comune di Macerata delle opere di urbanizzazione realizzate nella inutilmente faraonica lottizzazione di Piediripa.
In effetti la questione sembrava essere stata risolta con la frettolosa e la surreale inaugurazione risalente allo scorso novembre, effettuata mestamente dinanzi a pochi intimi in una triste e plumbea giornata di pioggia. Ma poi si era scoperto che si era trattato solo di un falso allarme, quasi di una messinscena, poiché quella presa in consegna era solo provvisoria, della durata di cinque o sei mesi circa, in attesa del passaggio definitivo delle opere al Comune di Macerata. Solo adesso, a quanto sembra, il Consorzio sarebbe riuscito ad arrivare a questo risultato, dopo che il Consorzio Valleverde e i valleverdiani di complemento avevano ripreso a lamentarsi pubblicamente per la presunta inerzia del Palazzo di Piazza della Libertà.
Stefano Di Pietro, e Graziano Pambianchi con Monaldo Andreozzi e Narciso Ricotta durante la presentazione del Comitato per il sì allo svincolo di San Claudio (clicca sull’immagine per leggere l’articolo)
E per farlo Graziano Pambianchi, per un decennio abbondante Presidente dello stesso Consorzio, nonchè Stefano Di Pietro, l’ex assessore delle Giunte Meschini che a suo tempo si battè come un leone per l’infausta operazione di inutile aggressione al territorio che ormai è sotto gli occhi di tutti ed oggi – evidentemente ancora non pago di tanto inconcludente scempio urbanistico e naturalistico – riposizionatosi come Presidente del Comitato per lo svincolo di San Claudio, ci avevano ricordato a mezzo stampa (escluso il nostro giornale Cronache Maceratesi che ovviamente non è stato contattato, in quanto ritenuto ostile per il semplice fatto di aver raccontato nei mesi scorsi la verità nuda e cruda sulla vicenda) che i chilometri di strade inutili realizzati nell’inesistente polo produttivo di Piediripa sarebbero stati persino approvati sul piano tecnico, a riprova della loro perfezione, da una società veronese specializzata nel collaudo delle piste degli aereoporti.
Un’argomentazione involontariamente un po’ esilarante quella dei due uomini politici del PD (oggi entrambi autorevoli e certamente credibili rottamatori renziani), se solo si pensa che la maggior parte delle critiche, ondeggianti tra lo sdegnato e l’ironico spinto, arrivate negli ultimi tempi addosso alla scellerata operazione Valleverde aveva evidenziato proprio che di fatto il Consorzio, sacrificando inutilmente una delle più belle aree verdi della periferia maceratese, avesse realizzato, anziché le infrastrutture necessarie ad un insediamento produttivo di notevoli dimensioni, del quale sin dall’inizio mancavano con ogni evidenza le ragioni ed i presupposti, esattamente le piste di atterraggio per il futuro aereoporto di Macerata. Pseudo-piste di atterraggio poi puntualmente rimaste a servizio del nulla, visto che il polo produttivo che lì doveva sorgere (a detta dei nostri grandi scienziati dell’urbanistica maceratese, il più grande ed importante delle Marche) non è mai partito e giammai – con ogni probabilità – partirà.
Tant’è che su 67 lotti produttivi e commerciali-direzionali previsti, i cantieri partiti sono solamente tre o quattro, tra cui quello della CGIL di Macerata, il primo arrivato – sia pure faticosamente – in porto, inaugurato poche settimane fa dalla segretaria nazionale Susanna Camusso e subito dopo visitato anche da Maurizio Landini, il combattivo leader della Fiom-Cgil.
A questo proposito, e con tutto il rispetto per un importantissimo sindacato da sempre in prima fila nella tutela dei lavoratori e nelle battaglie per la legalità, viene da chiedersi se i dirigenti locali della CGIL abbiano riferito ai loro leader nazionali che la nuova sede, peraltro stranamente non dotata di parcheggi propri e quindi costretta a gravare sull’area a parcheggi condivisa con altri lotti limitrofi, rappresenta un caso quasi da manuale di snaturamento della “destinazione urbanistica produttiva” del nuovo grande insediamento, peraltro effettuato ai danni dei coltivatori diretti che avevano partecipato al Consorzio Valleverde riservandosi per loro le aree a destinazione commerciale-direzionale, le uniche che, nel nuovo insediamento, sarebbero state vendibili a mercato libero (e in tal senso certamente non sanato dagli oneri poi versati al Comune per il cambiamento di destinazione d’uso).
Un brevissimo riepilogo qui si impone. I lavori sull’area di Valleverde hanno interessato un’area assurdamente enorme – frutto di un palese, voluto e strumentale sovradimensionamento – di oltre 57 ettari, di cui 18 ettari occupati da strade, verde e parcheggi, e i restanti 39 ettari per circa il 60% destinati ad insediamenti produttivi (per 43 lotti), da vendere ancora non urbanizzati al prezzo convenzionato di 14 euro a metro quadrato, e per il 40% a zona commerciale e direzionale (per 19 lotti commerciali e 2 direzionali, quelli rimasti appunto nella disponibilità degli orginari proprietari coltivatori diretti), che potevano invece essere venduti a mercato libero.
E proprio con tale “esca”, e quindi con il miraggio di fare il più grande affare della loro vita, questi ultimi erano stati a suo tempo indotti ed esortati dai vertici del Consorzio e dallo stesso Comune di Macerata ad entrare nell’operazione Valleverde, anziché farsi espropriare le aree in questione. Altri tempi, siamo a circa dieci anni fa, quando la disponibilità di un’area utilizzabile per insediamenti abitativi o produttivi e vendibile a prezzi liberi equivaleva ad avere un piccolo tesoro in cassaforte!
Ebbene, è evidente che allora nessuno, forse solo qualche premio Nobel dell’economia, avrebbe potuto prevedere che di lì a qualche anno, a causa della terribile crisi in atto, quelle aree, e non solo quelle, avrebbero avuto una appetibilità pari a zero. Ma ancora meno sarebbe stato possibile prevedere il giochetto nefasto realizzato dal Comune di Macerata e dallo stesso Consorzio ai danni degli originari proprietari dei terreni. Il Comune, infatti, essendosi trovato ben presto a fare i conti con il sin troppo prevedibile flop dei reali insediamenti produttivi destinati a collocarsi nell’area di Valleverde, decise negli anni scorsi di non guardare troppo per il sottile e di andare oltre la destinazione realmente industriale-artigianale per i due o tre lotti che sono realmente partiti, fregandosene altamente dei diritti e delle aspettative dei poveri proprietari originari dei terreni e così autorizzando insediamenti non produttivi nella zona destinata ad insediamenti produttivi, quella dove si vendeva a prezzo controllato e quindi più basso, quella dove era possibile acquistare al ben più favorevole prezzo di 14 euro al metro quadrato.
E qui torniamo alla CGIL. Nel gennaio 2007 la Giunta Meschini decise infatti di consentire l’insediamento di questo potente sindacato, che con ogni evidenzia non è un’azienda né industriale né artigianale, in uno dei lotti a destinazione produttiva, deliberando, con una disinvoltura che veramente lascia a bocca aperta e che sa di vera e propria presa in giro, che l’area Valleverde, “oltre a risultare comprensiva sia di attività artigianali che industriali e commerciali, fosse fisiologicamente tendente ad estendersi ad attività di servizio di vario genere, riferibili persino … ad attività di amministrazioni pubbliche”. Tutto vero, peccato però che nell’area Valleverde fosse appositamente prevista una parte destinata in maniera specifica ad attività di servizio, esattamente quella commerciale-direzionale.
Certo, la nuova sede della CGIL sarebbe costata di più acquistando all’epoca uno di questi lotti a mercato libero, ma i patti, le convenzioni e le delibere comunali in teoria esistono per essere rispettati, e non per essere furbescamente aggirati dai sindacati e dalle istituzioni con deliberazioni che, a seconda delle convenienze, dicono tutto ed il contrario di tutto. Ed altrettanto, quanto al fatto di non azzeccarci per nulla con la destinazione produttiva, potrebbe dirsi, come è stato più volte già rilevato, anche per l’altro insediamento in corso già autorizzato, quello della Dinamica s.r.l., operante nel settore del marketing e dei servizi.
Comunque, siccome al peggio non c’è mai fine, ora lo stesso schiaffo alla legalità i valleverdiani lo pretendono dalla Giunta in carica per il futuro insediamento della nuova sede della Confindustria provinciale, ovviamente da effettuare negli insediamenti a destinazione produttiva con il prezzo rigidamente convenzionato.
E da qui ulteriori lamenti dei renziani di Valleverde per le esitazioni del Comune a guida Carancini, che questa volta ci sta pensando un po’ troppo prima di autorizzare una faccenda che non è proprio autorizzabile, visto che la Confindustria, pur associando imprese industriali di ogni tipo, non può certo essere definita di per sé un’industria. Però – intendiamoci – a Macerata tutto è possibile, come purtroppo insegnano le vicende di via Trento, della cittadella dello sport, del polo natatorio di Fontescodella, di piazza Pizzarello, dell’IRCR …
Nel frattempo il Consorzio ha deciso ancora una volta di forzare la situazione, formalizzando in una recente assemblea dei soci la propria messa in liquidazione e nominando quale liquidatore l’attuale Presidente, l’imprenditore di Corridonia Enzo Reschini.
Ma, posto che la liquidazione è pur sempre anticipatrice dello scioglimento definitivo, il Consorzio potrebbe da qui a breve essere ragionevolmente sciolto? Evidentemente no, visto che ad oggi non risultano adempiute tutte le obbligazioni che lo stesso Consorzio Valleverde ha nei riguardi del Comune. E tanto più che alcuni soci (che ancora attendono l’invio di copia del verbale assembleare di messa in liquidazione, pur avendone fatta formale richiesta e nonostante le promesse della massima trasparenza formulate dal neopresidente Reschini al momento del suo insediamento) non sono affatto d’accordo su tale accelerato e forzato epilogo.
Ad esempio, la convenzione prevede che il Consorzio curi la manutenzione delle aree a verde per tre anni a partire dalla messa a dimora delle essenze arboree. Con il Consorzio in liquidazione, e in prospettiva sciolto, chi curerà l’adempimento di tale obbligo, visto anche lo stato di totale abbandono delle aree verdi interne e limitrofe al perimetro stradale della lottizzazione? Ci dovrà forse pensare il Comune a spese della collettività?
Per non parlare della polizza decennale a favore del Comune a garanzia per gravi vizi e difetti eventualmente destinati ad emergere in futuro, ancora non consegnata sebbene sia obbligatoria. Sul punto – come è noto – è in corso un arbitrato tra il Consorzio Valleverde e l’impresa esecutrice dei lavori, la Socab s.r.l. di Porto San Giorgio, per stabilire chi dovrà sottoscrivere tale polizza e ovviamente sopportarne i costi. Ma nel frattempo il Comune non ha niente in mano, e non si tratta certo di una carenza di poco conto, visto che proprio facendo leva su questa polizza che ancora manca all’appello lo stesso Comune, quando l’Ufficio Tecnico era diretta dall’ing. Cesare Spuri, si oppose formalmente almeno in un paio di occasioni, con diffide belle e buone, ai precedenti tentativi di mettere in liquidazione il Consorzio. Ed oggi il Comune, partito Spuri verso altri lidi, che cosa intende fare, assistere inerte alla intempestiva liquidazione e al successivo scioglimento del Consorzio, oppure farsi parte attiva, almeno in questo frangente, a difesa degli interessi della collettività?
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Qualcuno ha fatto i conti senza l’oste. Non ci sono più i soldi e chi li compra tutti quei lotti????
ma la magistratura e|o guardia di finanza non hanno niente da dire in proposito??????
ma quante facce sorridenti che vedo nelle foto
ma che cosa avranno da ridere!!!
Ancora un’impresa “epica” del prode Carancini che nei dieci anni da consigliere comunale ha votato tutto quello che Meschini gli proponeva, e nei tre anni da Sindaco sta raccogliendo i mirabili frutti della sua politica fatta solo di annunci! Che tristezza: non ne azzecca mai una!!! Coraggio: dimissioni immediate!!!
Volo KHVXZ a torre di controllo aeroporto Ancona: ad Ancona c’è vento forte e pioggia.. Chiediamio permesso di atterrare al Nuovo Aeroporto di Macerata
Torre di controllo aeroporto Ancona a volo KHVXZ: permesso accordato… Andate giù lisci c’è un mucchio di spazio…
Far ricomprare i lotti a tutti coloro che hanno avuto le mani in pasta in tutta la vicenda?? Gia’ perché costoro con l’approvazione di tale lottizzazione hanno dimostrato in pieno di non essersi resi conto ASSOLUTAMENTE della situazione che all’epoca era gia’ EVIDENTISSIMA e cioe’ che era gia’ in atto l’inizio di una crisi EPOCALE, tanto profonda quanto piu’ e’ L’INCOMPETENZA di chi ci governa.
Col preannunciato boom dell’industria culturale, lo spazio che vedo nelle foto basterà a malapena per ospitare dei faraonici studios cinematografici, quelli che a Macerata non vorrete certo farvi mancare (visto che credo se ne tirerà su qualcuno anche qui a Camerino, nel luogo dove si era fino ad ora pensato di edificare un nuovo carcere).
Come solito, alcuni maceratesi colgono l’occasione per remare contro, sono gli stessi delle incompiute STRADA NORD (affacciatevi dalla balaustra di Viale Leopardi) In Ancona stesso cantiere terminato e funzionante) La CGIL di Ancona nella zona Baraccola ha realizzato la nuova sede nessun commento degli anconetani. Valle Verde, voluta e progettata per Macerata, ora tocca agli imprenditori e soprattutto alla politica saper programmare sgravi fiscali e richiamare investimenti europei con le nostre due università. Perchè utilizzare questa pagina solo per le critiche e non per le proposte? Dove sono i nuovi laureati? Dove sono i nuovi movimenti politici? Inoltre perchè il Comune non termina lo sbocco dell’area Valle Verde verso la viabilità del centro commerciale Valdichienti?. La Camera di Commercio, Le due Associazioni Artigianali e l’associazione Industriali possono proporre qualcosa in aiuto a nuovi insiedamenti? Le Banche che ruolo vogliono avere verso il mondo giovanile? Ho sono rimaste tutte alla giornata del risparmio. Buon lavoro costruttivo e non di sola critica a tutti.
Dove sono i nuovi laureati, si chiede Ivano Tacconi.
In materia esiste una vasta letteratura, ad esempio:
http://www.repubblica.it/economia/2012/12/28/news/istat_triplicato_in_dieci_anni_il_numero_di_laureati_che_lasciano_l_italia-49591630/
http://cambiailmondo.org/2012/05/15/2012-fuga-dallitalia-la-nuova-emigrazione-in-ripartenza-urgente-avviare-un-confronto-per-cogliere-la-sfida-del-nuovo-esodo-europeo/
Caro Tacconi,
non ho nessun dubbio che le sue parole siano permeate di buona fede, tuttavia non se ne abbia a male se ritengo il suo ragionamento buono se fosse stato pronunciato negli anni 60, ovvero all’interno di un contesto socio-culturale completamente differente da quello odierno.
La lottizzazione Valleverde, secondo me, è la quintessenza della pochezza culturale, della prigrizia mentale e della rapacità di una certa classe dirigente, ancora in sella, ma rantolante nel cupio dissolvi finale.
Pochezza culturale e pigrizia mentale, perchè non ci voleva un Nobel per l’Economia per sapere che il modello della Zona Industriale vicino al Comune non aveva più ragione di esistere per cambiamento di scenario e sovrabbondanza di offerta disponibile.
Rapacità, perchè, sappiamo tutti perchè vengono confezionate certe operazioni e quali sono le camere di compensazione.
Infine faccio la seguente considerazione: il Consociativismo che ha ucciso questo paese è plasticamente dimostrato, in sedicesimo, nella operazione Valleverde. In un paese sano e dove esiste una reale sistema di pesi e contrappesi, mai un Sindacato dei Padroni (Confindustria) ed uno dei Lavoratori (CGIL) avrebbero avallato – facendo la funzione della solita foglia di fico – tutta l’operazione. Anzi la avrebbero avversata perchè fin dall’inizio appariva assurda sotto tutti i punti di vista.
E poi ci chiediamo perchè siamo finiti con le pezze al culo!
Sono stati tolti all’agricoltura i terreni tra i più produttivi e belli del maceratese. Al Consorzio, ai proprietari dei terreni, ai politici ed a quanti hanno condiviso questo scempio (all’epoca osteggiato dalla popolazione limitrofa) vorrei dire: E’ IL MERCATO BELLEZZE, NON CI SI INVENTA IMPRENDITORI-SPECULATORI.
Un consiglio: pensate tutto quello che volete, ma fate solo quello che avete sempre fatto e, forse, saputo fare!
Caro Avvocato Bommarito,
ho molto apprezzato i suoi articoli sulla lottizzazione Valleverde. Tuttavia, se avessi avuto delle doti da cineasta, avrei fatto un cortometraggio su quella “buffonata” che è stata l’inaugurazione: un insulto all’intelligenza dei cittadini ed anche a quella di tutti quelli che attivamente ne hanno preso parte. Per curiosità e senso del masochismo ci sono andato. Una telecamera ben guidata avrebbe fatto giustizia più di mille articoli: “il corpo a corpo” con la sintassi e la consecutio temporum di Carancini e Reschini; le faccie annoiate e preoccupate degli imprenditori che a vario titolo hanno preso parte all’operazione; quelle non si sa quanto consapevoli del rappresentante della Confindustria e della CGIL; il rappresentante della provincia Palombini che fece un discorso di 35 secondi come per dire (liberatemi da questo peso prima possibile); il rappresentante della sinistra barricadera maceratese Marconi tirato credo, letteralmente per i capelli, a prendere parte alla sceneggiata come per dire (c’eri anche tu…) che compulsava nervosamente il telefonino e stava a acquattato in mezzo alla sparuta folla. L’unico allegro e felice sembrava l’Avvocato Ricotta, che ridente si spostava come una “Vispa Teresa” da un capannello e l’altro. A chiudere la farsa la benedizione, direi forse meglio l’estrema unzione, del parroco di Piediripa. Che tristezza!
Sig. Tacconi, i nuovi laureati, per loro sfortuna, se ne stanno purtroppo a casa, perche’ in Italia non e’ possibile dare loro una minima opportunita’ occupazionale ed i loro genitori sono costretti a fare da ammortizzatori sociali. Semmai la lottizzazione Valleverde e’ servita quasi esclusivamente per occupare qualche politico e qualche professionista di propria fiducia!
per fare una strada e qualche edificio prefabbricato ci sono voluti anni ma il bello è che questi edifici saranno sfitti o invenduti per altri decenni e tacconi ci dice perchè critichiamo? voi avete tanto criticato alfio caccamo che ha costruito il corridomnia con i propri soldi e a tempo di record e corridomnia è perfettamente funzionate invece valle verde sembra che sia una pista di atterraggio per aerei privati oppure potrebbe anche somigliare a piste di pattinaggio su strada ma l’importante è che valle verde cè perchè anche se non è e non sara mai perfettamente funzionabile valle verde ha fatto mangiare diverze persone
Che vuoi commentare se i Maceratesi si rendono conto del danno alla collettivita’ o si rivolgono alla magistratira o vanno direttamente da Pambianchi a chiedere spiegazioni
@ ballini
Con i propri soldi….. Sarà….
La situazione della Valleverde fa capire la miopia della classe politica maceratese che non è riuscita a capire che l’economia si sarebbe fermata, anzi andrà in indietro , purtroppo. Sarà un’incompiuta con responsabili ben precisi. Ora , per sdrammatizzare faccio una battuta: “dalle foto viste dall’alto si potrà chiedere una variante visto che le strade già ci sono si potrà realizzare un circuito per go kart o moto!!!!!!!!!!!! ” . Saluti
Ci sono elementi sull’importanza di questa lottizzazione che sono stati sottovalutati e di cui bisogna dare conto per un corretto ed esaustivo dovere di informazione.
Il Comune di Macerata non brilla per le pari opportunità in ambito di toponomastica dato che le vie intitolate alle donne sono solo 13 su 413 (pari al 3%) e la Giunta, raccogliendo il deciso invito del “gruppo di Toponomastica Femminile”, con deliberazione 93 del 27/3/2013 ha dedicato ben tre vie comprese nella lottizzazione (8 marzo – Adele Bei e Teresa Noce) alle donne, con una spesa di soli E 1.119,00 per le targhe.
Asfaltando le residue aree verdi del Comune, si potrà realizzare un perfetto equilibrio tra i due sessi.
Con la sceneggiatura abbozzata dal Tocqueville (commento 12) direi che l’idea degli studi cinematografici a Valleverde potrebbe già partire di slancio. Ma, se dovesse per caso fallire, si potrebbe agevolmente ripiegare su un piano B, consistente nel proporre la zona come sede di un G8 in stile villaggio Potemkin aggiornato, un po’ come hanno fatto recentemente in Irlanda del Nord, vedi http://www.corriere.it/esteri/13_giugno_05/finti-villaggi-irlanda-nord_b7f638fe-cdf4-11e2-b79c-27069f42756a.shtml
Per Alexis de Tocqueville.
Il cortometraggio della buffonesca cerimonia dei mesi scorsi non è stato fatto, però la Sua descrizione, così precisa e realistica, ci ha consentito, come in un film, di vedere le facce dei nostri eroi impegnati ad inaugurare il nulla, a parlare del niente e a benedire l’aria fritta. Grazie di cuore per la Sua puntualissima cronaca.
Per Ivano Tacconi
Sai bene che ho sempre riconosciuto nei Tuoi interventi, a volte poco chiari, la buona fede ed un grande amore per Macerata.
Però queste caratteristiche non possono portarti a difendere l’indifendibile, a difendere cioè un’operazione di inutile distruzione di una belle più belle zone verdi della periferia di Macerata, realizzata senza alcuna reale necessità (Macerata era ed è piena di lotti produttivi non utilizzati e di capannoni dismessi (anche nella stessa Piediripa) e senza la benché minima programmazione intercomunale (quando l’operazione è partita, Macerata era già circondata da lottizzazioni produttive in tutti i Comuni limitrofi), calibrata, più che sugli interessi della collettività e degli stessi consorziati, su quelli dei promotori dell’iniziativa stessa e dell’impresa esecutrice dei lavori. Con il Comune di Macerata che ha fatto da spalla.
Un’ultima cosa. E’ vero che negli ultimi anni c’è stata la crisi che sappiamo, ma il destino (il vero e proprio flop che oggi vediamo a cielo aperto) della megalottizzazione di Valleverde, proprio per le oggettive considerazioni di cui sopra, era segnato sin dall’inizio. E lor signori, che pensavano solo ai cavoli loro, ben lo sapevano.
Mi sembra giusto che nel polo “produttivo”
il primo a metter piede sia il sindacato
pronto e con il coltello ben affilato
per affrontare il Capitalista bruto e cattivo.
Ed ecco dall’alto dei Tacchetti tuonare l’assessore (o no)
e che non è giusto il mostrarsi indispettiti
che non è vero che si son nutriti solo insani appetiti
ma a dir ciò le gote si colorano di un pallido rossore.
Anche ad Ancona han fatto lo stesso
nuova sede per il sindacato
A beh allora tutto è giustificato
Ma insomma credi il polo tanto fesso?
Mancando il capitalista una proposta
in queste nuove sedi si avvii la produzione
in modo da dare al luogo la giusta funzione
cosi ch’l popol beone smetta la protesta.
Che sian proprio loro i Sindacati
a mettersi a cucir qualche tomaia
e di scarpe produrre qualche paia
e cha smettan di far gli sfaticati.
La cinematografia proposta da Alexis si accompagna con la prosa andata in scena il 13.3.2012 con la mozione Tartabini e altri Consiglieri di maggioranza con la quale si chiedeva di istituire un censimento delle edificazioni sul territorio, per valutare se negli anni passati fosse stato consumato territorio oltre i limiti legali.
L’allora Capogruppo Ricotta si dichiarava disponibile purché fosse esclusa la premessa della mozione, ovvero che nel Comune di Macerata erano stati compiuti scempi edilizi.
Un passo dell’intervento della Menghi racchiude il senso della politica degli ultimi decenni: “Penso quindi che se è un obbligo di legge, come diceva il consigliere Ricotta, non penso che ci sia bisogno di fare una mozione. Il consigliere Ricotta dice che loro sono per recuperare il territorio, o quantomeno per non consumarlo ulteriormente, io rispondo che ve lo siete finito e quindi ormai il territorio è già consumato. Credo che una mozione di questo tipo non serva se non diventa l’occasione vera per discutere di questo.”
Ed infine l’intervento di Ballesi: “Consigliere Tartabini, quando a ragione ti richiami ad una mancata corretta pianificazione, ad un territorio mal gestito, a frenesia edificatoria, tu tracci il quadro di almeno gli ultimi dieci anni di amministrazione del territorio e di politica urbanistica del Comune di Macerata … Allora oggi che cosa vi si chiede, di fare un censimento dei vostri sbagli? Fatelo, ma fatelo dentro casa vostra, non spendete soldi del Comune, ravvedetevi, fate in modo tale che questo territorio venga finalmente rispettato”.
Le responsabilità politiche in senso stretto sono ormai più che evidenti. Speriamo i maceratesi abbiano valide alternative al ‘prossimo giro ‘. Altre responsabilità potrebbero ben esserci. Se la magistratura non vede bisognerebbe indicare la strada. No?
Anche l’ampliamento di più di 6000 metri quadrati che il Comune si appresta a concedere al centro coqmmerciale Val di Chienti va anche a diminuire il potenziale delle nuove strutture commerciali che dovrebbero insediarsi in quela zona
Complimenti all’avv.Bommarito per il suo puntuale approfondimento sulla gestione politico-affaristica della Lott.ne Valleverde di Macerata, aggionata all’attualità. Considerato il momento di crisi generale e soprattutto di ristrettezze finanziarie soprattutto per gli Enti Pubblici ed in particolare per le Casse Comunali , sarebbe interessante conoscere quanto il Comune di Macerata ha già perso di entrate fiscali, tra oneri di urbanizzazione secondaria, costo di costruzione, imu ,riduzioni iva etc. di cui è stata esentata la CGIL per la costruzione del proprio capannone “industriale”nella Lottne Valleverde . Peraltro costruito con i soldi dei propri tesserati ed a cui andrebbero spiegate anche tante altre cose. Dimenticavo : il Sindacato,le Fondazioni dei Partiti e gli Immobili della Chiesa ,sono esentati per legge al pagamento di tali tasse, dovute dal resto dei normali Cittadini !