Dal nostro lettore Umberto Prenna riceviamo una riflessione (corredata dalle due foto) sull’energia impiegata per illuminare la zona della lottizzazione Valleverde, appena inaugurata dal Comune di Macerata:
“Valleverde, un nome pieno di poesia che evocava la serenità di quel luogo, ai piedi della collina maceratese, tra Piediripa e San Claudio, dedicato fino a qualche anno fa all’agricoltura, divenuto poi tristemente famoso per una grossa operazione edile rimasta incompiuta. E’ stato sottratto (sprecato) suolo che poteva essere più proficuamente utilizzato per produzioni agricole di qualità, settore che anche in questo periodo di austerity non conosce crisi. I grandi strateghi dell’economia “de noandri” che si lamentano dell’imprevedibilità dell’attuale recessione hanno (volutamente?) sottovalutato i segnali che già si manifestavano all’inizio degli anni 2000: il Giappone, dopo il picco del boom edilizio e finanziario raggiunto verso la fine degli anni 80 del secolo scorso, era caduto in una stagnazione (la “lost decade” 1991-2001) simile a quella che l’Europa sta attraversando ora.
Osservando in quegli anni l’andamento dell’economia italiana, ma più in generale quella europea e americana, e avendo memoria della crisi economica asiatica, non si poteva non notare le inequivocabili analogie: crescita di un bolla immobiliare senza limiti sostenuta da un circolo vizioso di prezzi in crescita e prestiti (anche) ad alto rischio concessi dalle banche con facilità.
Gli organismi regolatori del G10, paventando una simile crisi anche nell’occidente, avevano già varato nel 1988 il primo accordo di Basilea (Basilea 1) per indurre le banche a rafforzare i loro patrimoni e rivedere le loro politiche di erogazione del credito. Normativa divenuta più severa con il “Nuovo Accordo di Basilea” (Basilea II) del 2001 che diverrà poi efficace a fine 2006.
Quindi uno stop al credito “facile” era ampiamente prevedibile.
In tanti (troppi) pensavano però che la crisi asiatica non era replicabile da noi, chissà perché! Da noi, pertanto,essa non veniva assolutamente presa in considerazione e parimenti venivano ignorati i segnali che già indicavano una bassa crescita del PIL, che mediamente in quegli anni cresceva tra l’ 1 ed il 2%. Si pensava che la bolla del “mattone” che pure veniva riconosciuta, non scoppiasse mai. E invece… nonostante tutto ciò si seguitava a costruire case e capannoni: specie per quest’ultimi, dopo le due “Tremonti”, il mercato si era saturato poiché erano stati edificati soltanto per usufruire della detassazione degli utili e così la maggior parte delle nuove costruzioni non erano destinate ad ampliamenti aziendali ma erano oggetto di pure speculazioni immobiliari. Le varie zone industriali si riempivano di cartelli “VENDESI” e “AFFITTASI”.
Per Valleverde si è voluto andare avanti comunque: ora le aziende che hanno acquistato i lotti o hanno necessità dei denari, prima destinati ai nuovi capannoni, per finanziare le loro attività o non possono contare sui finanziamenti bancari che avevano immaginato di poter ottenere con facilità. Ora Valleverde è divenuta Vallegrigia, per i nastri di asfalto e cemento che hanno sostituito il verde dei campi. Di notte, poi, diviene Vallegialla per le decine e decine di lampioni che illuminano le strade deserte con la loro luce spettrale. Uno spettacolo (si fa per dire) surreale che rende l’atmosfera da film “noire” degli anni ‘70. Uno spreco (un altro) di risorse energetiche ed un inquinamento luminoso per rischiarare “il niente”! Chi paga la bolletta? Il Consorzio Valleverde o il Comune (cioè noi)? Il Comune, dopo l’inaugurazione della lottizzazione, ha preso in carico le strutture? Se l’energia elettrica fosse a carico della collettività, chi ci dirà mai quanto costa? Quanta parte dell’IMU e delle varie addizionali è destinata ad essere buttata al vento? In ogni caso a rimetterci sono sempre e comunque i cittadini. Non contenti di ciò, i “Valleverdiani” chiedono anche un collegamento con la superstrada. Ma noi abbiamo già dato, abbondantemente!”.
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non spegnete la luce che tra qualche mese organizziamo qualche corsa in notturna, che figata
La luce c’è, ora’ tutto pronto per costruire qualche nuova fabbrica…
MMmmmmmmm….
Non capisco di cosa ci si lamenti: abbiamo il III aeroporto internazionale italiano, a 2 passi dalla città, ma non ci sta bene nulla 🙂
Quindi per far atterrare gli immaginari aeroplani, nel deserto asfaltato dell’aeroporto di Vallemorta, le piste devono essere illuminate….. :-O
io qualche volta ci passo si è vero è poco transitata ma xc x far funzionare LUCE NOTTURNA non hanno fatto il fotovoltaico? cosi’ il COMUNE NON AVEVA SPESE ma c’è da studiarci sopra a certe cose MA …….
L’altro giorno c’era due che si divertivano da matti, uno con un aeroplano telecomandato e l’altro con una macchina che sfrecciava ma sempre telecomandata, visto che la Valleverde a qulcosa è servita.
Poi questa estate sarà il posto ideale per le lucciole, così ci sembrerà di stare in Viale Ceccarini.
pero’ alla faccia della crisi!!!!!!!!!!!
L’illuminazione serve… per ora… alle coppiette (almeno ce vedono) poi ci verranno le “lucciole” se i terreni non saranno “inquinati”!!! Con l’estate: campionati comunali di “modellismo”… ma ci saranno i modelli ??? Con le prossime votazioni… certamente una folta presenza…!!!
Ma come vi permettere? Macerata è la città di Maria, e parlate di mignotte?
Per la verità, è pure la città di Lilith, la grande prostituta, effigiata nella statua sulla rotatoria dei Lions all’inizio di via Roma. Solo il vescovo non se n’è accorto che con quella statua si parla del Grande Oppositore.
Ma con un Bagnasco che si eccita pensando ad un Monti, partner della Trilaterale e del Gruppo Bilgerberg, il nostro vescovo fa la figura di bimbo in fasce. Infatti, si accontenta di una lapide…
Se fossi nel Consorzio Valleverde, farei utilizzare i lotti per metterci le roulotte e realizzare – guadagnandoci sopra – una specie di “ragazze in vetrina”, dove il cliente se le sceglie e sale dentro.
Oddio, non siamo all’altezza di qualche brianzolo che le usa e poi se le paga manco fossero di platino con diamanti incastonati. Però, a qualcosina per noi vecchietti, si potrebbe pure pensare…
E’ immorale? Di fronte alla sporcizia del connunbio politica-clero quello del sesso è un peccato veniale.
mj ripeto.chi ha commesso l’errore di dilapidare soldi pubblici per una simile porcata che paghi!!!!!!o in questa citta’ non esistono nemmeno le regole elementari e chi dovrebbe farle rispettare??????
Non ti preoccupare con l’arrivo dei magistrati in politica vedrai come le faranno rispettare le regole, vedrai che saranno fatti pagare anche i danni!!!! (BONANOTTE)
Un esempio concreto del costo per la collettivitá di questo modello tutto italico di non-pianificazione urbana.
Grazie Umberto per la lucida riflessione! Vedo con piacere che sei rimasto il pericoloso nemico del progresso di sempre!!! 🙂
marta massetani
A proposito di pianificazione urbana a Macerata è sempre molto istruttivo sapere a chi appartengono i terreni dove poi si costruisce: forse mi sbalgio ma tempo fa un architetto della Provincia mi diceva che dove ora si sta costruendo ai Cappuccino , non so in quale misura, appartengono ad un noto architetto il cui cognome compare anche nelle liste nella massoneria maceratese
L’apertura al traffico di cotanta urbanizzazione potrebbe essere almeno utilizzata per permettere al traffico di passagio di non rimanere imbottigliato all’interno di Piediripa : ad esempio provenendo da trodica e volendo andare a Macerata girare verso il centro commerciale alla prima rotatoria andare diritti fino alla nuova viabilità di valleverde uscire nella rotatoria ( vicino alla pasticceria Filoni) e proseguire per Macerata sulla solita viabilità, lo stesso per tornare da Macerata ( chiaramente al contrario ) si risparmia tantissimo tempo. Inoltre dato che per raggiungere in macchina la zona di San Claudio e la sua abbazia percorrendo la nuova viabilità di valleverde ci vuole veramente pochissimo tempo, sarebbe il caso che il comune di Macerata , chiudesse al traffico dall’incrocio del passaggio a livello che porta ai Valeriani ( riservando il transito dei mezzi a motore dei solo residenti e operatori agricoli ) la strada storica di valleverde, quella utilizzata dal percorso ciclo pedonale intercomunale delle Abbazie .Potrebbe essere finalmente utilizzata in tutta tranquillità da chi vuole raggiungere San Claudio a piedi o in bicicletta
Da molti anni passeggio in quella zonaedhoavuto modo di veder nascere,crescere ed entrare in stallo gli inutili capannoni ,che,contemporaneamente alla crisi che attanaglia il Paese e i capannoni li chiude,avrebbero dovuto richiamare investimenti e lavoro.Apprendo ora dell’accensione delle centinaia di lampioni che consentiranno ai passanti di vedere anche di notte lo scempio di Valleverde.
Mi preoccupa l’assenza di quell’ineffabile signore che dichiara di attendere da anni di potere trasferire la sua attività artigianale a Valleverde (al momento, mi risulta che i suoi unici “abitanti” prossimi venturi siano la CGIL e la Dinamica srl…)
I suoi commenti su noi bastian contrari (sempre assai pacati, del resto!) mi mancano moltissimo…
Visto che parliamo di una nuova installazione il comune ha provveduto a rispettare le normative circa il contenimento del consumo energetico e per l’abbattimento dell’inquinamento luminoso?
Sono passato solo una volta ma mi sembra che l’illuminazione non sia a led e che la visione dell’alto dell’area sembra davvero le pesti di un aeroporto.
Spero di non sbagliarmi ma l’idea di installare lampade energivore e meno costose anziché investire in prodotti magari inizialmente più costosi ma con costi di gestione, manutenzione e consumi elettrici inferiori rappresenta una visione non a lungo periodo e assolutamente sbagliata.
Spero che il comune possa smentirmi dichiarando quali sorgenti luminose ha installato e quante.
Grazie mille