Due sono le spine nel fianco per i consorziati di Valleverde: la mancata presa in consegna delle opere di urbanizzazione da parte del Comune di Macerata e lo svincolo di San Claudio che sempre più sta svanendo all’orizzonte, in quanto ormai passato decisamente in secondo piano nella scaletta delle priorità sia dei Comuni di Macerata e Corridonia che della Provincia di Macerata. Si tratta di problemi diversi, anche se tra di loro sicuramente connessi, in quanto la soluzione di entrambi appare come decisiva per consentire agli ideatori di questa superdimensionata e disgraziata megalottizzazione di uscire dall’attuale situazione di impasse e di salvare in qualche modo la faccia.
Andiamo per ordine e cominciamo dal primo aspetto. La presa in consegna delle opere di urbanizzazione sembrava cosa fatta già nella primavera dell’anno scorso. Le opere erano state infatti positivamente collaudate a fine maggio 2011 da un tecnico nominato e retribuito dal Consorzio con il benestare dell’Ufficio Tecnico Comunale di Macerata (e qui sorvoliamo sui conflitti di interesse che anche oggettivamente possono crearsi in situazioni del genere – purtroppo consentite dalla normativa vigente – laddove il controllore viene pagato dal controllato), e pochi giorni prima, in una affollata conferenza stampa all’Hotel Claudiani di Macerata, l’avvocato Graziano Pambianchi, all’epoca ancora Presidente del Consorzio stesso, con malcelata soddisfazione aveva presentato alla cittadinanza i risultati apparentemente finali dell’intera vicenda Valleverde, iniziata – come è ormai noto – nei primissimi anni 2000, allorchè nell’ambito della prima Giunta Meschini si decise di dare il via ad una enorme lottizzazione produttiva di cui la città di Macerata in effetti non aveva alcun bisogno.
Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, la parola “fine” su Valleverde e dintorni non poteva ancora essere scritta (e non sarà scritta per chissà quanto tempo ancora), tant’è che, proprio a collaudo avvenuto, iniziò un serrato confronto tuttora in corso tra i tecnici comunali, quelli del Consorzio e lo stesso collaudatore. L’ente pubblico lamentava in buona sostanza una serie di criticità e il mancato adempimento di taluni obblighi scaturenti dalla convenzione che aveva consentito l’avvio dei lavori. Per rimanere alle cose principali (e prendendo spunto da una fonte non sospetta, cioè dalla relazione dello stesso Consorzio allegata all’ultimo bilancio), il Comune sostanzialmente riteneva: non completata la rete di distribuzione del gas metano, mancando il tratto di collegamento alla presa principale dell’Italgas; non realizzati i muretti di recinzione dei singoli lotti verso la proprietà pubblica; non fornita la polizza decennale postuma prevista dalle leggi vigenti a copertura del rischio di gravi vizi e difetti che potrebbero emergere nei dieci anni successivi alla consegna dell’opera.
Incompletezze peraltro ancora più delicate (e rischiose anche a titolo di responsabilità personale per i dirigenti comunali in ipotesi di incaute prese in consegna dei lavori) a fronte di un’altra polizza colpevolmente fatta scadere a fine 2010, proprio quella fideiussoria congiuntamente rilasciata per il Consorzio dalla Banca delle Marche e dalla Banca Popolare di Ancona a favore del Comune di Macerata a garanzia della completa, corretta e regolare esecuzione di tutte le opere di urbanizzazione previste nell’intera lottizzazione (polizza comunque assurda e di zero utilità sin dall’inizio per il Comune, visto che in essa era incredibilmente prevista la possibilità per il Consorzio di bloccarne l’operatività per la sola “insorgenza di contestazioni, ancorchè sommariamente indicate”: evidentemente in Comune a qualcuno è consentito di tutto e di più, mentre ad altri si cerca pure il pelo nell’uovo).
Ma torniamo a concentrarci sugli ultimi sviluppi della vicenda, che possiamo collocare nei primi mesi di quest’anno, a ridosso del nevone di febbraio. E’ proprio in questo periodo che, nel tentativo di forzare la mano all’Amministrazione Comunale con la tattica del fatto compiuto e comunque nella piena consapevolezza delle “criticità” sopra elencate e ancora non risolte, il Consorzio decideva una mossa a mio avviso un po’ azzardata: la convocazione per il giorno 29 febbraio 2012 dell’assemblea straordinaria dei soci per la propria messa in liquidazione, come se tutto fosse stato ormai realizzato e non vi fosse più nulla da portare a termine in relazione alle opere di urbanizzazione oggetto di convenzione. Qui però accadeva l’imprevisto, che rompeva l’unità di intenti apparentemente esistente all’interno del Consorzio. Succedeva infatti che un consorziato, in disaccordo con l’ipotesi di sbaraccare il Consorzio prima del tempo e nel timore che per quanto rimasto in sospeso il Comune potesse poi rivolgersi a ciascuno dei soci, dava lettura di una nota del dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, l’ingegnere Cesare Spuri, nella quale si ribadivano le incompiutezze più significative nelle opere realizzate nonché la mancanza della polizza postuma decennale a garanzia di eventuali vizi e difetti sopravvenuti e si evidenziava, per tali motivi, la conseguente impossibilità della messa in liquidazione del Consorzio.
Apriti cielo! A questo punto, come se fosse stato doveroso per il Comune accettare la presa in consegna di opere incomplete e senza polizza assicurativa a garanzia di vizi e difetti e come se fosse oltraggioso per lesa maestà il fatto che qualche consorziato avesse iniziato a ragionare in maniera autonoma, l’avvocato Graziano Pambianchi, evidentemente punto sul vivo da uno sviluppo della vicenda così inaspettato, rassegnava polemicamente le proprie dimissioni dalla carica di Presidente del Consorzio, carica ricoperta sin dal 2003.
E qui, almeno sull’aspetto del passaggio al Comune dei lavori di urbanizzazione, la storia si è poi tristemente arenata. Nominato infatti un nuovo Presidente nella persona di Enzo Reschini, imprenditore di Corridonia, all’interno del Consorzio si sta tuttora discutendo su chi debba farsi carico della spesa, circa 80.000 euro, per il completamento delle rete di distribuzione del gas, visto che alcuni soci, già sfiancati dal notevole aumento dei costi registrato in corso d’opera, non sono affatto d’accordo a tirar fuori altri soldi. Così come, dopo aver inutilmente provato a sostenere che la polizza decennale postuma non sarebbe dovuta, nelle alte sfere del Consorzio si sta ancora cercando di risolvere pure questo problema (anche se la soluzione in verità appare lontana, stante l’indisponibilità della SOCAB, l’impresa realizzatrice dei lavori, a farsene carico).
Tutto questo per dire che tanto polemizzare da parte del Consorzio, dei suoi dirigenti e di alcuni consorziati per la mancata presa in consegna delle opere di urbanizzazione appare francamente fuori luogo. Il Consorzio prima faccia tutto quanto per legge e per convenzione è tenuto a fare, e solo dopo, qualora il Comune facesse ancora resistenza, alzi la voce e pretenda la presa in consegna dei lavori. Ma, senza aver prima completato i compiti a casa, le polemiche sin qui sollevate, anche per il tramite di ripetute interrogazioni presentate da alcuni solerti consiglieri comunali facenti parte della sinistra del mattone e quindi particolarmente attenti alle esigenze e alle volontà del Consorzio, si caratterizzano chiaramente come strumentali, arroganti e degne di miglior causa.
Un’ultima considerazione su questo aspetto, prima di passare alla storia dello svincolo di San Claudio. Il ritardo nella presa in consegna da parte del Comune dei lavori di urbanizzazione ha in verità diverse chiavi di lettura anche all’interno del Consorzio. Se esso nuoce a quei pochi consorziati che veramente hanno in animo di costruire nei loro lotti (ma chi glielo impedisce nel frattempo, visto che la presa in consegna rileverà solo a edificazione finita dei lotti, cioè in sede di agibilità?), sicuramente non dispiace ad altri consorziati che sono terrorizzati dall’obbligo, su di loro gravante in base alla convenzione con il Comune, di edificare i propri lotti nel termine di 18 mesi dalla presa in consegna delle opere di urbanizzazione da parte del Comune stesso. E quindi anche all’interno del Consorzio, con uno strano e inespresso gioco delle parti, in realtà c’è, come si dice nel gergo del gioco delle bocce, chi accosta (e quindi privilegia un profilo più basso nelle polemiche, dovendo ricontrattare con il Comune questo termine di scadenza) e chi mena, preferendo lanciare accuse gratuite a destra e a manca.
Sta di fatto che, per un verso o per un altro, sta gradualmente montando all’interno del Consorzio Valleverde il malumore dei soci, sia tra gli imprenditori che tra i proprietari dei terreni, verso coloro che, garantendo all’epoca grandi affari in vista e tempi veloci di realizzazione e dando per scontato ciò che scontato non era affatto, cioè lo svincolo di San Claudio, li hanno portati, con la fattiva collaborazione delle vecchie Giunte Meschini, dentro un’opera inutilmente ipertrofica ed eccessivamente costosa, senza sbocchi, sempre più strozzata nella campagna che costeggia Piediripa e sempre più slegata dalla grande viabilità, un’opera che a conti fatti appare ogni giorno di più in realtà calibrata sin dall’inizio non sull’utilità dei consorziati e della collettività, ma su quella dell’impresa realizzatrice (la SOCAB del gruppo Alici Biondi), dei professionisti che hanno collaborato a vario titolo e dei componenti degli organismi di gestione.
A questo punto, per collegarci all’annosa questione dello svincolo di San Claudio, si innesta una doverosa considerazione sulla compiutezza o meno della lottizzazione Valleverde. L’attuale Sindaco Carancini ha infatti sostenuto nei giorni scorsi su questo giornale che Valleverde non sarebbe l’ennesima incompiuta maceratese (leggi l’articolo), essendo stati (quasi) completati i lavori di urbanizzazione. Egli ha dimenticato però di considerare quel tratto stradale a quattro corsie a monte della lottizzazione che è stato realizzato con quelle dimensioni (e con discreti costi aggiuntivi a carico dei poveri consorziati) solo in quanto esso, nelle azzardate previsioni dei nostri seriosi scienziati dell’urbanistica, era destinato ad essere inglobato nella strada che sarebbe partita appunto dallo svincolo di San Claudio per salire poi, anche con decine e decine di mezzi pesanti che potrebbero provenire pure dall’insediamento produttivo di Valleverde, verso le strozzature che dalla rotonda collocata davanti alla facoltà di Scienza della Formazione conducono verso Macerata (ma questo è un altro gravissimo problema, di cui nulla ovviamente dicono i valleverdiani). Beh, quel larghissimo moncone di strada di oltre un chilometro, a questo punto senza né capo né coda (visto che lo svincolo e la strada a salire verso Macerata rimarranno nel libro dei sogni e che quindi per chissà quanti anni ancora San Claudio identificherà solo una prestigiosa abbazia), come lo vogliamo definire, se non come uno dei monumenti, peraltro tra i più ingombranti e imbarazzanti, della fatale incompiutezza maceratese?
Ribadito pertanto ancora una volta, quanto allo svincolo di San Claudio, che la sua mancata realizzazione da parte degli enti pubblici interessati sembra ormai certa per molti anni a venire, nonostante le pressioni interessate, i comitati costituiti “ad hoc” (leggi l’articolo) e le panzane strumentalmente sparate sulla stampa (mitica quella recentissima dell’ex assessore Stefano Di Pietro – a suo tempo uno dei più accesi sostenitori della lottizzazione produttiva di Valleverde e oggi non a caso uno dei più convinti promotori del neonato Comitato – sui mille posti di lavoro che lo svincolo, ovviamente pagato con i soldi della collettività, farebbe nascere per grazia divina nell’attuale deserto di Valleverde), occorre a questo punto essere estremamente chiari sulle vere priorità della città di Macerata, in questi tempi difficilissimi in cui di soldi ne girano pochi e le prospettive reali vanno afferrate al volo prima che le esigue risorse disponibili vengano dirottate altrove.
Oggi, a mio avviso, in termini di viabilità un’altra è la priorità delle priorità per Macerata. E’ la realizzazione nella superstrada dello svincolo di Campogiano a cura della Quadrilatero (opera già preventivata, che si collocherebbe a metà strada circa tra Piediripa e Sforzacosta e che potrebbe risolvere in un sol colpo i gravi problemi di traffico delle due frazioni) e in contemporanea del tratto stradale di circa due chilometri che da tale svincolo salirebbe sino a via Mattei passando per la Pieve, così spezzando, grazie anche alla galleria e alla prosecuzione verso Villa Potenza, uno storico e nefasto isolamento viario del capoluogo provinciale (tale per quanto tempo ancora?). Proprio per questo svincolo, nonché per questo tratto di strada indispensabile per collegare le due vallate del Chienti e del Potenza, per il quale la Provincia di Macerata, qualificandolo come opera pubblica prioritaria di rilevanza provinciale, ha intelligentemente aumentato di tre milioni di euro lo stanziamento in bilancio, andrebbe in realtà costituito, da parte di chi ha veramente a cuore gli interessi della città di Macerata, un Comitato promotore. E proprio su questo tratto di strada, al punto in cui oggi siamo, andrebbe anche convogliato da parte del Comune di Macerata l’importo preventivato per la lottizzazione Simonetti a Piediripa e inizialmente destinato allo svincolo di San Claudio e alla strada di collegamento con Valleverde, ben due milioni di euro che qualcuno nei palazzi comunali, con dimenticanze che non possono non apparire sospette, sta tenendo fermi (cioè addirittura non riscossi e nemmeno inseriti in bilancio da parte del Comune di Macerata), forse nella speranza che qualche miracolo possa riaprire prima o poi, appunto a favore della lottizzazione Valleverde e di altri ben piazzati nei paraggi, la partita dello svincolo di San Claudio.
Dietrologia spinta? Può essere, forse – è vero – mi sono fatto prendere la mano. Ma badate bene, è già successo che per correre dietro agli interessi dei grandi manovratori di Valleverde (che non potevano certo consentire diversivi rispetto all’agognato svincolo di San Claudio) la città di Macerata abbia mandato all’aria la concreta prospettiva di realizzare lo svincolo di Campogiano e la strada Pieve-via Mattei. Qualcuno se lo ricorderà l’allora Sindaco Meschini che, di fronte alla possibilità che la Quadrilatero realizzasse queste opere con i propri fondi, e quindi a costo zero per le casse comunali (ribadisco affinchè i lettori ricordino bene questo particolare: a costo zero), accampando futili e sciocchi motivi di natura ideologica, in realtà dei meri pretesti, qualche anno fa si levò a dire, fiero in volto e con il cipiglio del grande condottiero che vede lontano: “Macerata non ha bisogno della Quadrilatero. La strada Pieve-via Mattei ce la facciamo e ce la paghiamo da soli (!!!)”.
Il risultato delle spinte lobbistiche dei manovratori di Valleverde si è poi visto: Macerata ad oggi non ha né lo svincolo di San Claudio, né quello di Campogiano, né la strada Pieve-via Mattei. Ora, se lo svincolo di San Claudio si è ormai del tutto dileguato come prospettiva concreta, quello di Campogiano e la strada da lì a salire, sia pure a questo punto con un onere economico non indifferente a carico del Comune (per il quale possiamo affettuosamente ringraziare Meschini & Company), stanno riprendendo quota grazie alla rinnovata ed aumentata disponibilità della Provincia. Vogliamo perdere anche questa occasione, sicuramente l’ultima che si presenterà, per un collegamento veloce tra la superstrada e il centro cittadino, e da qui verso la vallata del Potenza?
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LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA VALLEVERDE:
-La prima puntata (leggi l’articolo)
– La seconda puntata (leggi l’articolo)
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Sindaco Meschini che, di fronte alla possibilità che la Quadrilatero realizzasse queste opere con i propri fondi, e quindi a costo zero per le casse comunali (ribadisco affinchè i lettori ricordino bene questo particolare: a costo zero), accampando futili e sciocchi motivi di natura ideologica, in realtà dei meri pretesti, qualche anno fa si levò a dire, fiero in volto e con il cipiglio del grande condottiero che vede lontano: “Macerata non ha bisogno della Quadrilatero. La strada Pieve-via Mattei ce la facciamo e ce la paghiamo da soli (!!!)”
Visto che da soli non riusciamo a farcela non è che, per caso, chi ha così cipigliatamente affermato in passato quanto sopra dovrebbe quantomeno scusarsi con i maceratesi tutti?
In un Paese normale uno farebbe di tutto per farsi dimenticare, scomparirebbe, no che si candida, da solo, a guidare un grosso partito nazionale…
Qualcuno in altra sede ha sostenuto che le disgrazie urbanistiche di Macerata sono iniziate con l’Unione innaturale di una certa sinistra rappresentata dagli ex PCI, una parte dei cattolici e quei miscredenti di repubblicani. Certo che la politica urbanistica del PD di Macerata, almeno dopo l’uscita di scena di pigliapoco è stata uno scandalo.
Grazie all’avvocato Bommarrito,che ancora una volta ha dimostrato come i nostri amministratori hanno fatto gli interessi dei soliti noti invece di fare quelli della collettività.
Anche noi di Corridonia siamo d’accordo per la priorità dello svincolo di Campogiano, con ponte e successiva strada Pieve-Mattei per raggiungere velocemente Macerata, onde farla uscire dall’isolamento in cui è stata condannata per lungo tempo, fin dall’epoca di Ciaffi-Tambroni ad oggi.
Noi di Corridonia abbiamo sempre considerato un “non senso” lottizzare Valleverde, ammesso che una struttura produttiva servisse ai Maceratesi, senza prima approntare la viabilità, intesa come ponte sul fiume Chienti e svincolo di San Claudio della supestrada, in territorio di Corridonia.
MA CHE CI AVEVANO IN TESTA GLI AMMINISTRATORI CATTO E POI COMUNISTI DI MACERATA, QUANDO HANNO ARCHITETTATO IL CONSORZIO VALLEVERDE: “LA RENELA?” – COME DIREBBERO AD ANCONA…
E’ bene ribadirlo: a Corridonia non interessa un bel niente lo svincolo di San Claudio, in quanto non abbiamo interessi edilizi e produttivi nella zona di Vallescura, dove dovrebbe esserci il collegamento con la nostra città, ma esisterebbe solo l’interesse della Zona Damen Due, lottizzata e da edificare, che col ponte e lo svincolo a due passi diventerebbe appetibile per nuovi residenti.
Certo, ci sono “segnali” che tutto dovrebbe continuare in allegria e a spese del Popolo, come vorrebbero gli attuali amministratori di Macerata, in connubio con i grossi interessi di Valleverde.
Qualcuno vorrebbe vedere l’ampliamento del Cityper, da poco approvato, come una forma di “pressione” sulla pubblica opinione, che dovrebbe esprimersi in un “è necessario fare presto lo svincolo di San Claudio” (che col ponte ad un’arcata sul Chienti verrebbe a costare 20 milioni di euro, che nessuno ancora dice dove verrebbero reperiti).
MA COME SI FA AD AMPLIARE IL CITYPER SENZA NEL CONTEMPO CONSIDERARE L’AUMENTO DEL CARICO URBANISTICO?
Che amministratori maceratesi e “valleverdiani” si trovino con l’acqua alla gola per le scadenze e, per qualcuno perfino con il rischio di bruciarsi le cervella, lo dimostra il fatto che sia stato eletto un notissimo industriale corridoniano che conta negli ambienti del PD… Riuscirà costui a “convincere” il SINDACO NELIA CALVIGIONI a “scucire” la NOSTRA parte di soldi a favore di Valleverde, assumendosi la responsabilità di realizzare a spese NOSTRE lo svincolo di San Claudio?
Riuscirà – in caso di fallimento con il sindaco Calvigioni – a convincere un grosso esponente del PD, “ciaffiano”, vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici di Corridonia, nonché Presidente del Consiglio provinciale, il geometra PAOLO CARTECHINI, di provare a sua volta – nella sua qualità di “Delfino” della sindaca alle prossime amministrative del 2017 – a convincere la Calvigioni a desistere dalla sua “tigna” di non buttare i soldi dei corridoniani per FARE RIDERE il Reschini, i soci di Valleverde, il consiglio di amministrazione del Consorzio, i tecnici e i politici maceratesi?
E, qualora il “DELFINO” CARTECHINI non riuscisse a muovere a compassione il sindaco Calvigioni, userebbe l’arma del ricatto? Ossia, quella che dice “O TI PIEGHI AGLI INTERESSI DEI CATTOCOMUNISTI MACERATESI, OPPURE IO E GLI ALTRI DEL PD IN CONSIGLIO COMUNALE TI MANDIAMO A CASA!!!”
Poiché sono incline a dare buoni consigli e ad evitare confusioni e incazzature nel 63,8 per cento di quei concittadini che hanno votato per la Calvigioni e per Cartechini, consiglierei di trovare l'”Uomo del Destino” atto a risolvere l'”impasse” in cui hanno cacciato Valleverde.
Il “QUI CI VUOLE UN UOMO!”, usato nel tempo con Garibaldi, Vittorio Emanuele, Mussolini, Berlusconi, eccetera, deve essere auspicato per Valleverde. Io quest’UOMO ce l’ho davanti…
Si chiama ALFIO CACCAMO. Pur avendolo contestato per CorridoMnia, io riconosco in LUI grandi capacità imprenditoriali, astuzia e autoderminazione nel perseguire i suoi fini, mantenimento delle promesse e quindi fiducia in Lui per i finanziamenti…
Mettete in mano la vicenda Valleverde-svincolo di San Claudio all’imprenditore ALFIO CACCAMO e vedrete che risolverà le cose con i suoi sistemi puntuali e spicci. Ovviamente, egli dovrebbe avere interessi di qualche genere in tutta la zona che va dalla lottizzazione Valleverde alla zona Damen, ossia tutta quella fascia che da Valleverde giungerebbe al Ponte sul Chienti e poi allo svincolo.
Già avete avuto la prova che con l’imprenditore Caccamo laddove c’era il “verde” fiorisce poi il “cemento”. E nella zona di San Claudio di cemento ce ne vorrebbe a montagne: Valleverde, i capannoni lungo lo stradone a quattro corsie per collegare Valleverde al ponte sul fiume, la Zona Damen Due, i fabbricati della Curia Arcivescovile di Fermo dietro l’abazia di San Claudio…
Coraggio, cari VALLEVERDIANI! Il consiglio ve l’ho dato. Io sono convinto che l’imprenditore Caccamo prenderà con interesse una sfida di tal genere.
Senza di LUI, credetemi, siete destinati a fallire. Pure, perché quali giustificazioni “sociali”, tipo una struttura ospedaliera come lo spostamento dell’Ospedale di Macerata, potreste portare per giustificare i finanziamenti richiesti al Comune di Macerata, alla Provincia e al Comune di Corridonia?
BELLO L’ARTICOLO. INCHIODA POLITICI DI UNA SINISTRA CATTO-COMUNISTA, ECOLOGISTA SOLO A PAROLE (bisognerebbe informare Bersani). INCHIODA UNA CLASSE DI IMPRENDITORI CORRUTTORI, MASSONI, SQUALLIDI SPECULATORI SULLE SPALLE DELLA COLLETTIVITA’. POTREMO MAI SPERARE CHE IN ITALIA LE COSE CAMBINO? VERGOGNATEVI!!!!!!!!!!!!!
Caro Rapanelli,
nonostante le nostre indoli opposte – lei Espressionista, io più Impressionista per usare due metafore pittoriche – Le assicuro che nel caso Corridonia scucia € 1 per lo svincolo ed il ponte di S. Claudio, tolgo gli abiti di Visconte ed indosso quelli di un rivoluzionario del terrore alla Robespierre. Insieme potremmo fare una bella squadra.
Forse Meschini, quando diceva “la strada ce la facciamo e ce la paghiamo da soli”, intendeva che si sarebbe messo lui al lavoro insieme ai suoi “consoci”.
Che si rimbocchino le maniche, Meschini risalga sulla ruspa su cui si è fatto baldanzosamente fotografare, tirino fuori loro i denari, e inizino subito. Appena si fermano un attimo, giù scudisciate!
I PESCI IN BARILE
L’ex-sindaco Meschini dovrebbe spiegare il motivo per il quale non ha voluto che la Quadrilatero intervenisse sull’intera opera: svincolo di Campogiano, ponte sul Chienti e strada dicollegamente Pieve-via Mattei… Adesso – qualora la Quadrilatero non volesse mettere un Euro per la strada di collegamento Pieve-via Mattei – saranno i Maceratesi che hanno votato per la continuazione del centrosinistra a pagare per l’eccessiva baldanza dell’ex-sindaco Meschini.
C’è da dire che – a meno che non si rimangi le promesse (non credo sia possibile) – il Presidente della Provincia Pettinari è pronto a finanziare con 3 milioni di euro quella che considera – e giustamente – una priorità viaria.
Riusciamo – con ciò – a vedere quanto sia importante che la Provincia rimanga a Macerata?
Io mi permetto di ironizzare sul potere politico dell’UDC. Però, Tonino Pettinari è di Treia. Ed uno di Treia c’è da rispettarlo perchè questa piccola, ma ben tenuta cittadina piena di Storia, sforna politici di valore, che sanno farsi contare… Non per nulla, l’ospedale di Corridonia fu chiuso, mentre quello di Treia rimase operativo per altri lunghi anni. E poi a me Treia piace veramente e ci abiterei volentieri.
Il “pesce in barile” è, a mio parere il vicesindaco di Corridonia Paolo Cartechini. Io, inconcludente bastardo, oso chiedergli di esprimersi in merito allo SVINCOLO DI SAN CLAUDIO. La sua sindaca ha detto chiaramente quale è la sua posizione. A meno che, dall’ultima volta che si è espressa su queste pagine, non l’abbia cambiata.
Capisco la difficoltà di “esprimersi” da parte del vicesindaco Cartechini quando la sua sindaca ha già detto la sua opinione. Però, egli e “straziato” tra la fedeltà alla sua sindaca e la fedeltà alla posizione del PD, il suo partito in cui egli è “catto”, mentre gli altri sono rimasti “comunisti”.
C’è di più: non dimenticare che il geometra Paolo Cartechini ha uno studio tecnico, ove opera pure FRANCESCO MERLONGHI, interessato al DAMEN DUE, come lo era stato per il DAMEN UNO.
Voi capite che quella lottizzazione DAMEN DUE, con le opere di urbanizzazione in essere, grazie al ponte sul Chienti e allo svincolo della superstrada, diventerebbe più appetibile come residenza abitativa.
Quindi, pure il DAMEN DUE avrebbe gli stessi interessi di Valleverde, dei grossi proprietari delle terre lungo lo stradone di collegamento a quattro corsie, della Curia Arcivescovile di Fermo, e di diversi altri che sulla cementificazione di San Claudio non ci sputerebbero sopra.
Ad un “cuor di cemento” non si comanda: tutte le chiecchiere ambientaliste (A PROPOSITO, QUALCUNO SA DIRMI DOVE SONO ANDATI A FINIRE “LEGAMBIENTE”, “VVF”, “ITALIA NOSTRA”, I VERDI, ECCETERA, ECCETERA…), poiché, quando è la Sinistra a cementificare, la difesa ambienta va a farsi fottere. Anche gli Ambientalisti si comportano come PESCI IN BARILE, appunto.
Infine, il capogruppo di Minoranza di “CORRIDONIA CITTA’ VIRTUOSA” architetto ALBERTO RITA ha qualcosa da dire sulla discussa vicenda dello svincolo e di Valleverde? Ai cittadini di Corridonia le “vergini dai candidi manti” interessano poco, soprattutto quando fanno i PESCI IN BARILE. E quando i cittadini rischiano di dover cacciare fuori i soldi per i “dolori” dei Valleverdiani, il cui capo odierno è un noto imprenditore di Corridonia, “amico” ideologico di Cartechini, del PD, dei produttori di cemento e dei cementificatori…
Una storia esemplare,da manuale e bravo l’avvocato Bommarito che ha messo in piazza le responsabilit.Una storia che potrebbe essere mutuata per Civitanova Marche sulla vicenda intricata e poco trasparente della cxoncessione al centro commerciale Civita Park con annessa nuova sede Ente Fiera.Ci sarà pure qualcuno che spieghi alla città,carte alla mano cosa è successo,che succede,le polizze Fidejussorie,gli oneri di costruzione,ecc. Oppure come dice il sig.Rapanelli ci sono anche a Civitanova in consiglio comunale nelle segreterie dei partiti specie a sinistra i soliti Pesci in Barile?
Gli articoli di Bommarito sono sempre molto documentati, sulla storia politica di Via Mattei – La Pieve, sfugge però Gli Ordini del Giorno presentati dal gruppo UDC Picchio, Tacconi, Beccacece votati poi a maggioranza dove si stabiliva che la Società Quadrilatero S.p.A. doveva prolungare il progetto già stabilito nel programma fino all’incrocio con Via Mattei. La battuta dell’ex sindaco “me la faccio da solo” fu superata dall’ingresso nella Società della Provincia di Macerata e della Regione Marche. Il grande convegno che fu fatto all’Aditorium San Paolo presenti tutti i vertici della Quadrilatero fu un messaggio politico a Macerata ma in quella occasione solo l’UDC comunale fu presente. Il Sen. Baldassarri autore dell’iniziativa Quadrilatero per Macerata sempre diffidente più di questo non poteva fare. A Ottobre l’Udc inizierà nella ripresa della battaglia su Via Mattei La Pieve affinchè l’intervalliva Supestrada Val di Chienti – Villa Potenza dia al capoluogo la vera intevalliva sull’originale percorso della s.s. 77 Foligno – Loreto.
@ Ivano Tacconi
CARO IVANO, RINGRAZIO BOMMARITO E TE PER AVERMI “ILLUMINATO” SU DI UNA VICENDA DI CUI SAPEVO POCO.
TI PRENDO IN PAROLA PER OTTOBRE.
HO SEMPRE CONSIDERATO L’UDC UN “DATO STABILE” PER I CATTOLICI E I “MODERATI”.
POI, CON LE SCELTE DI CASINI A “SINISTRA” E’ DIVENTATO UN “CASINO” E HA PERSO CONSENSI DA PARTE DI MOLTI “MODERATI” E CATTOLICI.
PERO’, RIMANETE SEMPRE UN PUNTO DI RIFERIMENTO STORICO CON CUI TUTTI DEVONO FARE I CONTI.
PRENDI, AD ESEMPIO, LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE PETTINARI SULLA PRIORITA’ DELLA STRADA DI COLLEGAMENTO DI MACERATA CON LO SVINCOLO DI CAMPOGIANO… SE NON CAMBIERA’ PUNTO DI VISTA, LA MAGGIORANZA (IN PROVINCIA, NEL COMUNE DI MACERATA E – PERCHE’ NO – PURE CON L’UDC DI CORRIDONIA) DOVRA’ FARE I CONTI CON QUESTA POSIZIONE ESPRESSA NON SOLO A PAROLE, MA PURE CON 3 MILIONI DI EURO.
E LA BATTAGLIA A CIVITANOVA MARCHE DELL’UDC SUI “PRINCIPI NON NEGOZIABILI” IN MERITO ALL’ARGOMENTO DELLE COPPIE DI FATTO DOVE LA METTI?
SONO SEMPRE ANDATO A VOTARE A “SINISTRA” PER LE POLITICHE NAZIONALI, POI IN PROVINCIA E IN REGIONE PER IL PDL… MA DI FRONTE ALLO STRAPOTERE DELLA CASTA POLITICA AVEVO DECISO CHE NON SAREI PIU’ ANDATO ALLE URNE.
L’IDV E’ ODIVAGO, “5 STELLE” E’ PRIVO DI UNA STRATEGIA E SUI PROBLEMI SOLLEVATI DA “CRONACHE MACERATESI” FA IL PESCE IN BARILE, L’ESTREMA SINISTRA E’ IN PIENA CONFUSIONE.
TUTTO CIO’, MENTRE IL POPOLO CHE SOFFRE HA BISOGNO DI IDEE STRATEGICHE E DI “DATI STABILI”.
SE L’UDC DOVESSE RIMETTERSI SU DI UN POSIZIONE RETTAMENTE CENTRISTA POTREI ANCHE VOTARLA IN FUTURO… ORMAI, DESTRA E SINISTRA SONO RICORDI OBSOLETI DEL PASSATO E NON ILLUDONO PIU’.
le mie 5 lauree le ho conseguite lungo i marciapiedi di
New York – Londra – Parigi – Monaco di Baviera e Italia in genere -studiando e leggendo abbastanza libri- ma prevalentemente studiando e leggendo moltissimo le genti – –
Eppure purtroppo – nonostante tutte queste letture mi sento profondamente ignorante -tanto da non capire quel che segue.
Allora sono circa 18/20 mesi che gli articoli denuncia di Bommarito evidenziano quanti e quali disastri ha causato l amministrazione Meschini nei suoi 2 mandati alla nostra città.
Ora noto che ad ogni articolo denuncia che lo riguarda il nostro ex Sindaco trova il modo
per salire qualche gradino nella élite della cosiddetta casta a tutti noi molto simpatica.
1) Bommarito denuncia il caso di villa potenza dove la Gabrielli ci regalava il palazzetto dello Sport Ecc ecc
Il sindaco Meschini rifiuto’ l offerta .
Dopo questo articolo l’ ex Sindaco scrive un libro sui valori fondamentali della carità cristiana –
Favori ed appoggi Curia assicurati.. Bho’ ????
Poi l’articolo che denuncia il caso IRCER e lui subito dopo
questo articolo entra nella giunta esecutiva nazionale della Federcasa.
Chissà se casa dopo feder sta per unita’ abitativa -se si -anche qui favori ed appoggi da chi le case le fabbricano evidente sono assicurati …
Infine articolo della Pierini o di Zallocco sulla crisi interna della attuale amministrazione – molto probabilmente dovuta alla gestione della precedente dove lui era Sindaco e cosa fa’ ????
Si propone alle primarie contro Bersani – per la presidenza del consiglio -//. Qui onestamente penso che favori e appoggi glieli possa dare solo Berlusconi – non penso serva spiegare il perche’ .
C’e qualcuno che mi sveglia da questo
torpore – facendomici capire qualcosa????
Sarebbero graditi anche interventi dei diretti interessati –
PS. Certo se si riuscisse a capire questo- forse risulterebbe piu facile capire tutto il resto – svincoli compresi —/
Caro Rapanelli, a Macerata parlare di strade e industrie è molto difficile. Gli accordi dell’Udc sono sempre mirati con quelle forze politiche popolari che vogliono risistemare la nostra economia. Abbiamo ereditato un paese l’Italia che è nel bene e nel male la 6^potenza industriale al Mondo. Purtroppo molte cose sono superate e devono essere messe alla pari degli altri paesi europei. Il nostro accordo alla Regione Marche sta funzionando, le grandi infrastutture stradali, ferroviarie e sanità sono obbiettivi molto vicini senza l’estrema sinistra radicale si lavora anche per la raffineria API, Sadam di Jesi e Fermo. L’accordo va anche verso obbiettivi di termovalorizzatori, nuove forme di energia, il modello marchigiano a molto bisogno di una politica più coraggiosa. Su tutto questo, il centro destra segna il passo per la paura di perdere voti. Sacrificare un partito per questi obbiettivi credo che sia anche una cosa giusta, molti cattolici che ci hanno abbandonato devono capire che la famiglia ha bisogno di stabilità economica, dire sempre no al modernamento è solo egoismo personale chi si rifugia diestro le 5 Stelle del migliardario Beppe Grillo ha solo paura di cambiare con una strada già fatta e percorsa anche da politici seri e puliti.
@ Ivano Tacconi
Caro Ivano, io ti sostengo in alcune tue tattiche, ma non nella strategia di stare con chi ti offre poltrone. A costo di deludere e perdere voti.
Se voi siete i portatori di valori cristiani non negoziabili, allora non potete stare a governare con chi, subdolamente, cerca di distruggere la morale cristiana, e, di conseguenza, la Chiesa.
Guarda la “battaglia di Civitanova sulle coppie di fatto”.
State da soli, moderati, al centro. E da lì potete orientare il voto contro la vecchia casta e la nuova di arruffapopolo che si sta formando. Con amicizia.
Sulla vicenda “valleverde” l’amico Peppe evidenzia due gruppi di questioni tra loro interconnessi, definiti “spine nel fianco per i consorziati”.
La prima spina raggruppa problematiche connesse alla “criticità” politico-gestionale con cui è stata condotta la più grande lottizzazione produttiva pubblica (PIP) della città che, come paventato da Bommarito, rischia di divinire la più grande incompiuta zona industriale della regione.
Su questo aspetto posso solo aggiungere alla documentata analisi di Bommarito, che è arrivato il momento di riflettere meglio anche sulla “regola” –non scritta ma sempre seguita a Macerata dopo l’esperienza del PEEP di Collevario- per la quale la macchina comunale non sarebbe in grado di gestire in proprio con efficacia ed efficienza opere programmate che, per dimensione, aspetti tecno-giuridici ed economici, presentano particolari complesstà. Infatti, l’osservazione dei negativi esiti conseguiti con la delega al privato (STU di via Trento, galleria delle fonti, Piano di ricostruzione, PIP valleverde ecc.), dovrebbe indurre la politica comunale ad invertire la rotta. In questo senso appare davvero stridente (almeno formalmente) la ricordata affermazione dell’ex Sindaco Meschini “…Macerata non ha bisogno della Quadrilatero(a costo zero). La nuova strada(di P.R.G.) via Mattei-Pieve ce la facciamo e ce la paghiamo da soli..).
Tuttavia è la seconda spina –scelte urbanistiche generali e aggiornamento delle priorità circa le strade e gli svincoli superstradali– che a mio avviso necessità un supplemento di riflessione.
Bommarito ritiene lo svincolo di Campogiano a Colbuccaro –prossimo al lato est della zona industriale di Sforzacosta- sia prioritario rispetto a quello di S.Claudio –più vicino alla zona industriale di Piediripa-.
Premesso che è assurdo continuare a curare la malattia con la malattia (incopiute con incompite), sarebbe altrettanto assurdo porre, Macerata su Macerata, problemi di priorità tra due svincoli che hanno alla base presupposti diversi (giuridico-urbanistici, economici e territoriali).
Intanto ambedue gli svincoli ricadono nel territorio di Corridonia che li ha recepiti nel proprio PRG e, dunque, quel Comune ha dichiarato pubblicamente e correttamente, ai suoi cittadini e all’intera provincia, quali sono le sue priorità, i suoi interessi e le sue strategie competitive. Dall’altra parte del confine, il Comune di Macerata ha recepito nel suo PRG solo la presenza dello svincolo di S. Claudio, ignorando completamente quello di Campogiano.
Allo stato delle cose, dunque, gli interessi e le priorità pubblicamente dichiarate -ieri e oggi- da Macerata sono quelle relative allo svincolo di S. Claudio e, naturalmente, gli interessi conseguenti –pubbli e privati- sono stati e debbono essere orientati in quella direzione. Ora si potrà ritenere che quella fu una scelta sbagliata o non più attuale, ma questo lo deve decidere democraticamente la città assumendosi il rischio di un’ulteriore e fatale sbandata nelle sue prospettive di sviluppo.
Sbandare, si sa, è sempre stata una particolare caratteristica della Macerata post-unitaria e repubblicana, ma la particolarità maceratese è anche la dimostrazione che si può sbandare pur stando fermi. E’ forse proprio da questa città che nasce la formula –politica ed economica- per cui la massa pesante dell’inerzia e dell’immobilismo, per effetto della rotazione terrestre e dei naturali piani inclinati, rotola da sola verso il baratro.