Ecco come fanno lezione gli studenti del Filelfo
di Francesca Marsili
Sono 400 gli studenti del liceo Classico e Scientifico “Filelfo” che da sette anni fanno lezione in aule ricavate in dei capannoni nella zona industriale est di Tolentino. Attendono ancora l’avvio del nuovo campus scolastico. E’ sufficiente arrivare davanti a quei capannoni per capire le tante criticità di una soluzione che doveva essere temporanea: aule sul piano stradale con porte d’emergenza spalancate a mo’ di finestra, perché le finestre non ci sono, e il rumore del traffico della provinciale che passa proprio lì davanti è il sottofondo, per giunta insalubre, della lezione di latino.
«Le aule sono rumorose e concentrarsi resta difficile – spiega una studentessa del quarto anno del Classico – se vogliamo è anche pericoloso, uscendo dalle aule ci si ritrova praticamente sulla strada, dove passano continuamente auto e corrieri».
A ridosso della strada un parcheggio, tutto in una manciata di metri, a fianco del quale sono stati installati due moduli allestiti a laboratorio di chimica e fisica. Gli studenti dello Scientifico fanno slalom tra le auto per raggiungerli, attraversando la strada. E qui l’ennesimo disagio: «Non ci sono le postazioni sufficienti per farci lavorare contemporaneamente – spiega un alunno – ci dobbiamo muovere con i turni». Sostanzialmente due capannoni, il terzo ospita l’auditorium che funge da sala conferenze al piano terra. In quelli principali, che distano alcuni metri l’uno dall’altro e sono attraversati dall’ennesima strada mattonata da camion, ci sono le aule ricavate da ex uffici o dove addirittura, precedentemente, c’erano autosaloni e bar. «Alcune aule, dove ci sono le classi dello Scientifico e il biennio del Classico, sono davvero strette – prosegue uno studente del terzo anno sezione A del Classico – e il numero dei bagni è insufficiente rispetto al numero di persone».
«D’estate è caldissimo e d’inverno sentiamo freddo – aggiunge una studentessa del quarto anno – per scaldarci abbiamo delle stufette». La durata della lezione è stata ridotta, per permettere ai ragazzi che arrivano col treno di prendere il bus e raggiungere la zona est della città. Questo fa perdere loro 45 minuti al giorno di lezione «e di conseguenza anche il tempo a disposizione per le verifiche è ridotto», aggiunge un’altra studentessa.
A tutto ciò si aggiunge il dispiacere di essere un istituto praticamente diviso, spalmato su due strutture: «Non vediamo mai i ragazzi che sono nell’altro stabile, siamo divisi – fa eco una liceale – non abbiamo il senso della comunità. E’ difficile pensare a questi locali come scuola».
Per questi ragazzi l’immagine della scuola inteso come comunità nel senso più nobile del termine, è stata sostituita dall’illusione che presto avrebbero avuto una nuova scuola. Una struttura, il nuovo polo scolastico, che sarà «straordinaria», come l’ha definita il presidente della Provincia Sandro Parcaroli annunciandone un avvio imminente un anno e mezzo fa, ma che ad oggi è ancora sulla carta. E le difficoltà restano. Stringere i denti, questa in sostanza la lezione impartita da alcune istituzioni, in attesa della nuova scuola che se va bene sarà pronta tra altri 4 anni. Mentre i disagi ci sono stati, ci sono e ci saranno ancora, se non si trova una soluzione.
«Capiamo benissimo chi ora deve iniziare il liceo e sceglie un’altra scuola – ammette una studentessa del quarto anno del Classico -. Abbiamo iniziato nel 2020 con la prospettiva che ci sarebbe stato il nuovo campus, oppure che avremmo cambiato sede. Poi siamo arrivati in terza e abbiamo capito che non sarebbe successo, e c’è chi ha cambiato scuola. Una piccola percentuale, ma è successo. La scuola è validissima e i professori sono bravissimi – ci tiene a sottolineare – ma siamo docenti e studenti, ci manca il terzo elemento, una scuola».
I laboratori di Chimica e Fisica
Cambiare sede, nel frattempo. Ovvero quanto promesso un anno e mezzo fa dal presidente della Provincia Sandro Parcaroli davanti alle telecamere di Striscia la notizia, dopo una serie di manifestazioni messe in atto dai 400 studenti del Filelfo per esprimere tutto il loro disagio. Fino al punto di fare una lezione di protesta sul parcheggio con i loro banchi e loro sedie, come a dire: piuttosto meglio all’aperto. Sebbene una soluzione a quella promessa è stata trovata dal sindaco di Tolentino Mauro Sclavi, almeno per le dieci classi del Classico, mettendo in sicurezza quella che era la precedente sede dei licei, l’ex orfanotrofio, Parcaroli ha detto no: «manca la sicurezza», nonostante i lavori sono stati certificati dall’ingegnere della Provincia stessa. L’ipotesi ex orfanotrofio sembra quindi definitivamente archiviata. L’ultima novità annunciata dal presidente della Provincia per trasferire i ragazzi è «Ragioneria», che si trova in piazza Don Bosco, in centro città. Ma che però, come evidenziato anche sindaco di Tolentino Mauro Sclavi, non sembra avere spazi sufficienti dal momento che tutte le 14 aule sono occupate dalle classi dell’Ite e dal 2016 ospita anche quelle del liceo Coreutico. La Provincia sembra comunque voler valutare lo stabile di Ragioneria, e intenzionata a dare una risposta a tutte le classi del Filelfo, non solo al Classico.
Giovedì scorso la consigliera provinciale con delega all’edilizia scolastica Laura Sestili ha incontrato il dirigente scolastico del Filelfo Donato Romano. L’incontro ne precede uno, previsto per i primi giorni della prossima settimana, che si terrà anche alla presenza del primo cittadino di Tolentino. Si attendono quindi ulteriori sviluppi sulla questione. Che sia l’uno o l’altra, dopo che istituzioni e amministratori hanno detto la loro, è il caso di chiedere anche ai diretti interessati cosa ne pensano di un eventuale trasferimento. «Ci piacerebbe molto – concludono – l’ex orfanotrofio è bellissimo. Li avremmo almeno una situazione che può definirsi scuola, con spazi sufficienti e tutto il Classico sarebbe insieme, oltre al fatto che in centro ci sono anche punti di incontro che qui ci mancano. Ne parliamo praticamente sempre tra noi. I ragazzi e le famiglie che sono contrari ad uno spostamento sono poche, la maggior parte di noi vorrebbe una sede diversa, in questo luogo ci manca l’identità», conclude il gruppetto di studenti.
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Intanto il segretario del circolo Pd di Tolentino Matteo Pascucci ha riunito la direzione locale del partito per valutare le prossime iniziative da assumere a tutela degli studenti. Erano presenti oltre al consigliere comunale Cesini, il capogruppo di Macerata Narciso Ricotta ed il consigliere regionale Romano Carancini. Il Pd di Tolentino sostiene «convintamente la realizzazione del nuovo polo scolastico ma non può accettare che in attesa della sua oramai remota e precaria realizzazione non si ricerchi subito una soluzione provvisoria ed adeguata per studenti ed insegnanti. Tutto il partito giudica irresponsabile il comportamento di Parcaroli ed inadeguato la consigliera delegata Sestili. Depositata una interrogazione in consiglio provinciale per interrogare il presidente sui motivi di tali ritardi. Pronta una interpellanza per approfondire il tema dei costi annuali per le istituzioni (130.000 euro di affitto e 34.000 di trasporti) e la collettività della inadeguata struttura della quadrilatero. Risorse – concludono i dem – che Regione e Provincia potevano utilizzare meglio coinvolgendo il comune di Tolentino».
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una domanda? Il Presidente della provincia vuole valutare "Ragioneria" (Ite). Il plesso è attualmente occupato da 5 classi ITE e 5 Coreutico. Alcune classi sono occupate per attività dedicate. Ci sono aule disponibili?
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E qualcuno deve ricorrere ai doppi turni per farsi i selfie..
Mi si riempie il cuore quando vedo dei ragazzi che dibattono e combattono per ciò che considerano un loro diritto da difendere e da raggiungere.
Se considerano giusto avere subito una sistemazione idonea, perché aspettare che l’obiettivo proposto dalla politica, che è ancora sulla carta, si realizzi in un futuro non molto vicino?
Tutti giudicano al limite della schizofrenia il comportamento del presidente della provincia che qui è stato e non capisco perché, discernuto dall’altro meno importante incarico di sindaco ma nessuno si muove. Inutile che lui rubando il motto ai sui amici nemici urli: ” Me ne frego”. Abbandonate il capannone, mandateci lui e cercatevi un posto idoneo che poi mi pare di capire che già c’è.
Se il ministro Valditara desse un’occhiata agli altri Paesi Europei, per non andare lontano, si renderebbe conto di come le scuole debbono essere organizzate per funzionare bene.