Daniela Corsi
di Luca Patrassi
Un paio di determine importanti, pronte per la firma, sono rimaste sul tavolo della dirigente dell’Ast di Macerata Daniela Corsi. La notizia, non la notifica, della sentenza del Tribunale di Roma sfavorevole alla dirigente ha bloccato di fatto due atti che avrebbero radicalmente modificato l’assetto visivo ed economico della dirigenza sanitaria amministrativa. Pur in un momento particolare per il quadro sanitario e politico, sia in ambito locale che regionale, l’Ast è voluta intervenire sulla questione. «Nell’azienda sanitaria territoriale di Macerata era in corso – rileva appunto l’Ast in una nota – l’adozione di due importanti determine riguardanti la riorganizzazione aziendale, sia per quanto riguarda la dirigenza sanitaria che amministrativa, nelle more della definizione dell’atto aziendale per la strutturazione poi definitiva dell’assetto organizzativo. Purtroppo la vicenda della Dr.ssa Daniela Corsi ha, di fatto, impedito seppur temporaneamente l’adozione di questi atti significativi e strategici per l’efficienza dell’attività sanitaria e amministrativa della stessa Ast. Parliamo delle determine concernenti l’una la revisione dell’assetto organizzativo della Dirigenza della Sanità e la correlata gradazione delle funzioni, nonché la conseguente valorizzazione della retribuzione di posizione complessivamente spettante, e l’altra relativa agli incarichi di struttura e professionali della dirigenza Pta (personale tecnico e amministrativo)».
L’opinione della dirigente Daniela Corsi: «Il processo di revisione, nuova valorizzazione e quindi rinnovo degli incarichi ai dirigenti dell’area della Sanità e amministrativi è ritenuto dalla direzione di forte impatto per l’operatività aziendale delle categorie professionali interessate, peraltro segnate da una fase storica di particolare impegno. La Direzione aziendale da circa un anno aveva messo in atto un capillare processo di consultazione con i capi dipartimento e i direttori di struttura per individuare le specifiche funzioni e professionalità da implementare e valorizzare, in relazione alle esigenze e agli obiettivi aziendali». Il messaggio finale con indicazione della traccia da seguire: «Per quanto riguarda l’area dirigenziale Atl – osserva la dirigente Corsi – l’avvio della nuova Ast ha fatto emergere in particolare la necessità di rivedere e di attribuire tutta una serie di funzioni e attività amministrative precedentemente svolte dall’Asur in forma centralizzata. Del processo era già stata data informativa alle organizzazioni sindacali e realizzato il relativo confronto nelle riunioni già svoltesi, ora al nuovo direttore generale che sarà nominato il compito di proseguire nel percorso intrapreso».
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Ma quando finirà sta storia. Dopo aver occupato un posto che sapeva di non poter tenere perché l’artefice della riforma sanitaria già tradotta in 98 lingue l’ha voluta per forza , sfidando tutti i poteri dello Stato, pure il suo, comunque per un incarico dove sembra che con la sua firma, diventata importantissima proprio un giorno dopo che non può più occupare il suo ufficio e penso né tantomeno i corridoi dell’ospedale se non per altro motivo, e per quel poco che ci ho capito, il “ paziente” ma non troppo ,avrebbe avuto una migliore organizzazione nell’ospedale e dirigenti più valutati. Forse un prestigioso obbiettivo raggiunto grazie alle capacità tanto decantate d qualcuno, assolutamente non menzionate da molti? Però non consigliati ed indirizzati ad intraprendere la via del lavoro nei campi e nelle officine, nonché fabbriche di qualsiasi genere , dove non servono smalti, rossetti, chiacchere e premi per qualsiasi sciocco obbiettivo formulato all’inizio dell’anno, naturalmente ottenuto e premiato con altri soldi del contribuente che qui mi sembra anche preso in giro e pure sfacciatamente, senza nessun riguardo e senza arrossire almeno un po’.. Pure le rape se si sforzano ci riescono. Non è solo quest’episodio a dimostrare come sanità e politica dovrebbero non lasciarsi ma proprio divorziare dopo essersi squartati davanti ad un avvocato e raggiuto finalmente il principio che le Regioni, succhiatrici di soldi, inutili e come formazione e soprattutto perché condotte da personaggi che una volta perdono e l’altra vincono perché nelle varie sostituzioni si peggiora sempre. E lo si fa con qualsiasi situazione prenda in mano la Regione che spesso decide in base al colore di turno. Tanti di questi personaggi oltre ad essere pagati finiscono in galera e danno luogo a processi complicatissimi, lunghissimi e costosissimi dove magari alla fine se la cavano con un buffetto sulla guancia. Per non parlare di tutti quei pseudo impiegati ai vari gabinetti dove altri soldi partono per staff, portaborse e consiglieri inutili tenuti solo perché hanno favorito alla tavola prima e continuano a farlo a disprezzo di tutti quelli che il pane se lo sudano con le mani e non perché hanno avuto la furbizia di capire non se con la cultura si mangia o no ma che con la politica sì.Basta avere buoni periodi che in alcuni eletti non certo dal Signore, durano tutta una vita e non avere mai nessuna remora anche se a volte a qualcuno potrebbero fare schifo ed avere voglia di tagliarsi una mano affinché neanche un centesimo a loro prelevato e guadagnato finisse nelle loro mani. Mi sono lasciato un po’ andare ma parlare ancora della Corsi o di Saltamartini che partito con l’arroganza di un Dux si è ritrovato con la necessità di abbassare subito toni, cambiare versioni e soccombere , ma non del tutto davanti ai giudizi tremendi che si sono aggiunti a quelli che in tre anni ha ammucchiato e in questo c’è da dargliene atto superando di gran lunga il suo Boss. Non sono riuscito a capire quella storia di un ex questore ex sindaco di Cingoli ora assessore alla sanità che i suoi , non so nemmeno come definirli e forse è meglio ,lo vorrebbero spostare dalla sanità per metterlo a fare l’economista o qualcosa del genere. Cose da pazzi o meglio da Leghisti di fede Salviniana che è quello che più di qualunque altro rappresenta il sogno italiano dove ognuno, chiunque esso sia, qualunque cosa abbia fatto può riuscire a imitarlo , a mettersi sullo stesso suo piano che è veramente penoso. Non è il solo per carità ma siccome stiamo parlando di Saltamartini, lì si finisce col ragionare. Anzi devo dire che in fondo lui se non faceva niente non sbagliava di sicuro, questo è un aforisma che spesso si usa, però sbagliando ha fatto, mentre tanti altri a forza di blaterare hanno già cambiato e migliorato tutto il maceratese promettendo grandi opere da far tremare il prossimo premio Nobel sulla fisica che dovrà riuscire a costruire un ponte sul vuoto senza alcun appiglio se vorrà ambire al premio. Un assessore regionario civitanovese è già a buon punto, ha creato il vuoto e lo ha fatto anche con l’ausilio di tante di quelle promesse che quando il suo cane lo incontra fa finta di non conoscerlo. Solo che non è un genio e adesso non sa come andare avanti.