La sentenza sfavorevole alla Corsi,
Saltamartini: «Procediamo al cambio»
Carancini: «Disfatta indecorosa»

MACERATA - L'assessore alla Sanità annuncia la sostituzione imminente. Il consigliere regionale attacca: «Hanno mandato al macello una professionista invece di tutelarla. Totale rassegnazione e sfiducia della comunità sanitaria maceratese nei confronti della catena di comando». Angelo Sciapichetti, segretario provinciale Pd: «Il governo regionale ne esce con le ossa rotte rimediando una figuraccia senza precedenti»

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Daniela Corsi e l’assessore Filippo Saltamartini

di Luca Patrassi

Daniela Corsi, il giorno dopo. La pubblicazione della sentenza della terza sezione Lavoro del Tribunale di Roma che ha accolto il ricorso del Ministero contro l’inserimento di Daniela Corsi, poi nominata direttrice della Ast Macerata, nell’elenco degli idonei alla nomina a direttore di azienda sanitaria pubblica sta facendo discutere e molto. Dopo la pubblicazione della notizia l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini osserva: «Nel momento in cui ci arriva la sentenza dobbiamo procedere alla sua sostituzione. Appena ci sarà la notifica del procedimento, attiveremo l’iter per la nomina del nuovo direttore generale, potremmo farlo anche a prescindere visto che abbiamo avuto notizia della sentenza».

Saltamartini tiene a precisare la posizione: «Esprimiamo fiducia nella magistratura, il nostro sistema prevede tante possibilità e fasi di giudizio. Dobbiamo prendere atto della sentenza, a questo punto se la dottoressa Corsi volesse impugnare l’atto i tempi sono talmente lunghi che noi non possiamo aspettare». Insomma la Regione si sta muovendo per la nomina del sostituto di Daniela Corsi sul ponte di comando della Ast e sarà il nuovo direttore generale a scegliere poi il direttore amministrativo e il direttore sanitario, ruolo questo ultimo lasciato scoperto.

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Angelo Sciapichetti

A farsi sentire è l’opposizione di centrosinistra, nel particolare il segretario provinciale del Partito Democratico Angelo Sciapichetti: «La destra non solo non ha ascoltato i nostri consigli, ma l’arroganza e il delirio di onnipotenza l’hanno portata a fare i conti con la legge e il governo regionale ne esce con le ossa rotte rimediando una figuraccia senza precedenti». Aggiunge l’esponente Democrat: «L’assessore Saltamartini che ha fortissimamente voluto la nomina, e non più tardi di una settimana fa l’ha difesa con pervicacia rilasciando dichiarazioni gravissime e incommentabili, rimedia un ko politico e uno schiaffo istituzionale facendo così perdere la faccia all’intera giunta e creando un grave danno all’immagine istituzionale delle Regione Marche stessa. Una domanda al presidente Acquaroli: cosa deve succedere ancora per cacciare dalla giunta una personaggio improbabile e imbarazzante come Saltamartini?».

Durissimo l’intervento del consigliere regionale Democrat Romano Carancini: «La sentenza del Tribunale di Roma – osserva l’esponente Dem ed ex sindaco di Macerata – non sancisce tanto la sconfitta di Daniela Corsi sulla rivendicazione del diritto a dirigere aziende sanitarie quanto piuttosto l’ostinata questione politica e personale che della vicenda ne hanno fatto una bandiera sia l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini sia il presidente ombra della Regione Marche Francesco Acquaroli, quest’ultimo manifestamente incapace di governare, da un lato, il braccio di ferro con la Lega, e dall’altro, il “capriccio” del proprio vice presidente. La sentenza è una disfatta indecorosa per loro i quali indifferenti alle regole, all’istituzione, al buon senso, hanno trascinato a fondo una professionista sanitaria che avrebbe dovuto essere protetta, non mandata al macello come è in effetti avvenuto».

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Il consigliere regionale Romano Carancini

Carancini evidenzia un altro aspetto: «Dunque, il tema centrale, come sempre è stato, non è Daniela Corsi, la quale ha purtroppo dimostrato di essere un bravo medico ma non certo una brava manager di azienda sanitaria. Questo, per inciso, fa considerare che farebbe un errore madornale l’ex direttore generale della Ast 3 di Macerata se desse la propria disponibilità personale a rientrare “dalla finestra” nel sistema sanitario regionale, da “protetta”, ovvero addirittura, come follemente prospettato poche settimane fa dall’assessore Saltamartini, facendosi beffa e indifferenza di una sentenza di un Tribunale, trovando in ogni caso, un espediente che la lasci o la riporti a breve termine alla guida dell’Azienda sanitaria territoriale di Macerata. Il tema è altro. Riusciranno i “nostri eroi” Acquaroli e Saltamartini a capire che la scelta – oggi – del ruolo di direttore generale Ast 3 in sostituzione di Daniela Corsi ha una delicatezza particolare? Conoscono la condizione della sanità provinciale maceratese?».

Aggiunge Carancini: «Il “male” più profondo è la totale rassegnazione e sfiducia della comunità sanitaria maceratese nei confronti della catena di comando: in questi anni, con il cambiamento del governo regionale, sono accadute situazioni inaccettabili: “liste di buoni e cattivi” a seconda se eri ferocemente supino alla ortodossia oppure no. E bastava poco non esserlo. “Regolamento di conti” personali perché nel passato si era operato con ruoli dirigenziali con la precedente amministrazione; ovvero situazioni nelle quali, in assoluta buona fede, ci si spinge ad attivarsi cercando di portare acqua rispetto alle difficoltà sanitarie, così invadendo spazi del direttore generale. La sfiducia di questi anni la dimostrano i tanti abbandoni di professionisti sanitari dalle strutture maceratesi, verso il privato ovvero altri territori ma anche l’indisponibilità a partecipare ai concorsi. Il tutto sulle spalle spesso ignare dei cittadini e del loro essenziale bisogno di salute. Fingere che non sia così non fa un buon servizio alla comunità sanitaria e soprattutto alla speranza di tornare ad essere, con i fatti, un punto di riferimento della sanità regionale come lo siamo stati, in parte, nel passato. Non ci si inventa manager aziendale dall’oggi al domani per il solo fatto che sei un buon medico. In questi anni, soprattutto, è mancata la “mano” del governo regionale: di un presidente invisibile e di un assessore che attraverso dichiarazioni, azioni, scelte sbagliate e promesse mancate ha influito sulla Ast 3 con particolare negatività».

L’appello finale del consigliere regionale del Pd: «Occorrono autorevolezza, competenza sanitaria e manageriale, capacità di relazione e aggiungerei coraggio indipendentemente da quale sia, eventualmente, l’opinione politica di chi si chiama a guidare l’azienda maceratese. Ci sono donne o uomini all’altezza e occorre farlo subito, in pochi giorni, senza il mercanteggio politico tra Lega e Fdi».

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