«Detriti e abbandono
dopo l’alluvione
e nessuno fa nulla»

MATELICA - La protesta di una residente che vive in località Crinacci: «Dopo quattro mesi non è ancora stato sistemato l'argine del fiume franato, ci sono anche tronchi d'albero che fanno da tappo ed in caso di maltempo potrebbe essere pericoloso»

- caricamento letture
IMG-20230118-WA0004-650x650

I detriti a ridosso del corso d’acqua in località Crinacci

di Monia Orazi

Là dove c’era il gorgogliare del ruscello, ora restano detriti ed abbandono dopo l’alluvione che il 15 settembre ha devastato la zona di Matelica. Una delle aree più colpite è in località Crinacci. Racconta Simona Leonardi, che abita con la famiglia proprio in località Crinacci: «A quattro mesi dall’alluvione nessuno è venuto a sistemare l’argine del fiume franato per l’alluvione. Il mio terreno è frenato e nonostante abbia contattato Comune, Unione montana e Consorzio di bonifica sto assistendo ad un rimbalzo di responsabilità e nessuno fa nulla. L’argine che dovrebbe contenere l’acqua del fiume manca del tutto ed è pieno di detriti inquinati, plastiche, asfalto. Andrebbe pulito, per evitare che i detriti facciano da tappo e si creino problemi idrogeologici, in caso di maltempo in futuro».

IMG-20230118-WA0002-650x366

In quella zona, si era aperta anche una voragine sulla strada. Poco lontano da lì scorre il ruscello, dove l’ondata di acqua e fango ha cancellato l’argine. La famiglia di Simona Leonardi si è trovata a fronteggiare due metri di acqua e fango, subendo danni ingenti. Il fiume scorre in parte nella proprietà della donna e l’argine ormai inesistente, consente all’acqua di erodere il terreno su un fronte lungo circa cento metri. «Sono riuscita ad ottenere un sopralluogo da parte del Consorzio di bonifica – racconta – ho contattato anche l’Unione montana. Tutto è ancora abbandonato. Ci avevano detto che sarebbe venuta la Protezione civile. Era una bella zona prima dell’alluvione, con fauna e pesci, ora restano solo i detriti in una zona ad elevato pregio naturalistico. Ho trovato resti di una costruzione per le galline, un pezzo di stufa in ghisa, le ruote di una bici. Ci sono persino i tronchi d’albero, posti nello stesso senso del corso del fiume, andrebbero rimossi, perché fanno da tappo ed in caso di maltempo potrebbe essere pericoloso. Chiediamo un intervento lungo il fiume, in modo da ricostruire l’argine che è franato, per evitare l’erosione del terreno e deve essere effettuata la rimozione dei detriti. Vogliamo una risposta definitiva a chi di competenza per risolvere questa problematica».

 

IMG-20230118-WA0003-650x650

Articoli correlati


 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
Podcast
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X