Alla fine è Mattarella bis,
la resa dei partiti

IL PARLAMENTO he deciso di ridare l'incarico al presidente uscente alla ottava chiamata. Con oltre 750 voti è il secondo più votato della storia. Decisivo anche l'intervento del premier Mario Draghi. L'ennesimo fallimento di un'intera classe politica
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Sergio Mattarella, 80 anni, è stato rieletto presidente della Repubblica

 

Alla fine è Mattarella bis. All’ottava chiamata il Parlamento ha deciso di ridare l’incarico al capo dello Stato uscente che ha superato il quorum di 505 tra gli applausi dell’aula. Con 759 voti è il secondo presidente più votato della storia della Repubblica dopo Sandro Pertini. Decisivo a quanto pare oltre all’accordo dei partiti di maggioranza, l’intervento del premier Mario Draghi che avrebbe chiesto a Mattarella di restare per il bene del Paese. Si chiude così una partita in cui nessuno può dirsi vincitore. Anzi. Si è iniziato con l’autocandidatura di Berlusconi, appoggiata controvoglia anche dagli alleati, e poi ritirata. Si è passati ai tre nomi proposti ufficialmente dal centrodestra (Pera, Moratti e Nordio) che nessuno, forse neanche loro stessi, ha mai preso veramente in considerazione. Poi è arrivata la scelta di Salvini e Meloni di voler forzare la mano con la presidente del Senato Casellati, che alla fine non è riuscita neanche a raccogliere tutti i voti del centrodestra. Quindi è saltato fuori il nome di Elisabetta Belloni, a capo dei servizi segreti, che per diverse ore è sembrato quello giusto, per poi tornare nuovamente nel dimenticatoio. E nella girandola di summit, riunioni e faccia a faccia, Pd, M5S e Italia Viva, non hanno mai proposto un nome veramente spendibile.

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Il presidente Mattarella all’inaugurazione dell’anno accademico Unimc

Insomma, una settimana che lascia almeno una certezza: il fallimento dei partiti e del Parlamento. Che ancora una volta sono dovuti salire al Colle col capo cosparso di cenere per implorare il Capo dello Stato a restare.  In dieci anni, infatti, è la seconda volta viene rieletto il presidente della Repubblica uscente. Era già successo con Napolitano e ora è capitato di nuovo con Mattarella. Seppur la Costituzione dispone che «il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni», senza contenere alcun limite alla possibile rielezione, prima del 2013 non era mai successo che un Capo dello Stato venisse rieletto. All’epoca si parlò di un’eccezione dovuta a una situazione emergenziale, oggi idem. Due eccezioni nell’arco di appena un decennio fanno inevitabilmente cadere il carattere di unicità ad entrambe le scelte e pongono un problema importante che riguarda la struttura stessa della nostra Repubblica. Oltre a certificare, ancora una volta, l’inadeguatezza di un’intera classe politica.

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La visita di Sergio Mattarella nel 2019 a Casa Leopardi

Ma tra i grandi elettori marchigiani, c’è chi non la vede così. «Esprimo grande soddisfazione per l’accordo raggiunto sulla rielezione del presidente Mattarella – commenta Maurizio Mangialardi, capogruppo Pd in Regione –  Un’ottima scelta per l’Italia e per l’Europa, dopo giorni di grandi tensioni, causate dallo scriteriato tentativo perseguito da Matteo Salvini e Giorgia Meloni volto a imporre contro ogni logica e contro l’evidenza dei numeri un candidato del centrodestra.  Un tentativo al limite del fanatismo, durante il quale i due leader della destra sovranista non hanno esitato a consumare strappi istituzionali, sacrificando e umiliando figure di primo piano appartenenti al loro stesso schieramento. La loro sconfitta – netta, rumorosa e senza appello – è frutto del grande senso di responsabilità dimostrato dal Partito Democratico, che fin dall’inizio, constatata l’assenza di una maggioranza chiara in Parlamento, aveva responsabilmente proposto la condivisione di un nome di alto profilo istituzionale, al di sopra delle parti e capace di unire non solo le forze politiche, ma anche la Presidenza della Repubblica al Paese. Quel nome ora c’è ed è probabilmente quello che nel cuore di tutti coloro che tengono ai valori della Costituzione auspicavano per quanto Sergio Mattarella, con il suo prestigio e la sua umanità, ha saputo dimostrare nel corso del suo settennato».

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Il presidente Serrgio Mattarella al teatro Lauro Rossi di Macerata

«Un sentito ringraziamento – continua Mangialardi – va al segretario Enrico Letta, che con pazienza e lucidità, mai venute meno neppure nelle ore più difficili, ha lavorato affinché si raggiungesse questo risultato, riunendo costantemente in assemblea tutti noi grandi elettori per condividere ed elaborare la strategia. Un metodo che ha permesso al Partito Democratico, a differenza di tutte le altre forze politiche, di mantenere una unità granitica.  Ma la soluzione che abbiamo saputo trovare è doppiamente importante, perché oltre a salvaguardare l’istituto della Presidenza della Repubblica, consente di rafforzare il governo Draghi, la cui azione da qui alla fine della legislatura sarà chiamata a dare le risposte che gli italiani si attendono con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per portare il Paese fuori dall’emergenza sanitaria.

(Gio. Def.)
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