Mario Morgoni nella sala “Transantlantico” della Camera dopo aver votato
di Leonardo Giorgi
«Siamo al punto in cui eravamo all’inizio. Oggi non c’è stato nessun passo avanti significativo, anche se può cambiare tutto nel giro di poche ore». C’è amarezza nelle parole del deputato Mario Morgoni, grande elettore impegnato in queste ore con la votazione del presidente della Repubblica, la cui seduta di oggi si è conclusa con la seconda fumata nera e una valanga di schede bianche: 527, contro i 39 voti a pari merito dei due candidati più votati (Paolo Maddalena e Sergio Mattarella). Rieletto nelle fila del Pd dopo essere stato nominato senatore nel 2013, originario di Potenza Picena, l’onorevole Morgoni (prima della diffusione della triade di nomi proposti dal centrodestra, Moratti-Nordio-Pera) sottolinea che «invece di dare nomi di parte, sarebbe più utile per tutti un confronto serio per approdare a un nome non dichiaratamente schierato. È vero che anche in passato ci sono stati uomini di parte, come Napolitano, ma avevano caratteristiche di credibilità e autorevolezza adatte a rappresentare tutti. Al momento è una situazione di stallo».
Secondo Morgoni il tempo stringe: «Ogni giorno che passa diventano sempre meno utilizzabili le opzioni Draghi o Mattarella-bis. Sono personalità con le quali non si può giocare troppo a lungo. Ci stiamo consumando carte. Bisogna arrivare ad una situazione tempestiva, non voglio pensare che da giovedì inizi una giostra di nomi. Dobbiamo dare un esempio al Paese. Il mio auspicio è che si lavori in un modo serio e avere un nome in 24/48 ore. Altrimenti avremmo un ulteriore discredito della politica, soprattutto in un momento economico e geopolitico come questo». Morgoni è già stato grande elettore durante le tornate del 2013 (Napolitano-bis) e 2015 (Mattarella). «Ci sono molte similitudini con il 2013 – sottolinea il deputato -. L’attuale fragilità del sistema Paese non è distante da quella che avevamo nove anni fa».
Mirella Emiliozzi, deputata dei 5Stelle
Ore frenetiche anche per Mirella Emiliozzi, deputata di Civitanova, eletta nelle file del Movimento 5 stelle: «Per domani è stato convocato un incontro con i colleghi del centrodestra per trovare una quadra e convergere su un candidato di altissimo profilo, una persona adatta a traghettare l’Italia attraverso i prossimi anni, che saranno sicuramente non facili». «Come è emerso dal vertice di questa sera tra Conte, Letta e Speranza – conclude Emiliozzi -, i nomi proposti dal centrodestra sono quello che sono: nomi di personalità di area sicuramente di alto profilo, ma per noi manchevoli di quel requisito di terzietà che è necessario per un presidente della Repubblica».
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L'unico esempio che dovete dare e fare è andare a casa, fatevi un esame di coscienza per come state governando
Anna Longarini tireranno a campare. Vedrai
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Al netto del circo di questi pagliacci che tanto troveranno un nome all’ultima votazione utile.. Draghi lasciamolo al Governo, è necessario dare continuità e credibilità a questo Paese..
…”conDivide et imPera”…andrebbe pure bene, ma a loro proprio non piace, no no, vogliono ancora un presidente dalla loro parte, certo, ma se così fosse, altro che terzaetà…ehm…terzietà, altro che banchevoli…ehm…manchevoli, altro che inquisito…ehm…requisito!!! gv
Eleggete Scheda Bianca, in credibilità ed autorevolezza non è che possiate andare oltre.
Ci sarebbe Cartabia(nca), anche per un doveroso omaggio a Totò…
Lì il problema Pavoni è che, oltre ad evocare un visceralmente liberatorio Totò, Cartabianca coincide col titolo d’un più stitico programma televisivo condotto dall’erede d’uno storico condottiero di sinistra, e quindi sarebbe un nome troppo di parte.
Mi viene in mente Sciascia che aveva definito i politici” Mezzi uomini, Ominicchi,Ricchiuni e Quaquaraqua” che giocano sulla pelle degli Italiani.
Cercatene uno di bassissimo profilo, incapace in tutto, vigliacco, traditore, opportunista, inaffidabile, tipo sul divorziato anti divorzista e via così, poi sorteggiate tra i presenti et voilà, il presidente è fatto.