Pandemia, i dati un anno dopo:
da 603 ricoverati a 143
«La differenza la fanno i vaccini»

NELLE MARCHE si è in una fase di plateau epidemico. I numeri rispetto al 2020 sono molto diversi, a partire dai pazienti in terapia intensiva: da 85 a 31. Erano 3.353 i sintomatici, oggi sono 252. L’assessore Filippo Saltamartini: «Su 31 casi gravi sono solo 7 le persone vaccinate. Rispetto all’anno scorso poi abbiamo possibilità di intervenire con gli anticorpi monoclonali»

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I dati della pandemia nelle Marche che si trovano in una fase di plateau epidemico: cosa è cambiato in un anno? La presenza dei vaccini. Che oltre ad essere la risposta più scontata, è anche quella che emerge nitidamente, semplicemente raffrontando i numeri della pandemia attuali con quelli del 9 dicembre del 2020.

E’ il dato dei ricoveri quello che segna la differenza più eclatante rispetto all’anno scorso: 365 giorni fa c’erano 603 ricoverati nelle strutture ospedaliere, oggi sono 143. Il 9 dicembre 2020 erano 85 i ricoverati in terapia intensiva, oggi 31. 140 quelli in semi intensiva, 378 in reparti non intensivi, più altre 286 persone fra ospiti in strutture territoriali (260) e pronto soccorso (26), numeri davvero molto più alti di quelli odierni che dicono 33 persone in semi intensiva, 79 in reparti non intensivi, più altre 120 persone fra ospiti in strutture territoriali (96) e pronto soccorso (24), unico dato rimasto praticamente invariato a 365 giorni fa.

Venendo ai casi e contatti in isolamento domiciliare c’è una sostanziale differenza: sono 11.225 asintomatici e 252 sintomatici per un totale di 11.477 di cui 186 sanitari oggi, un anno fa i numeri parlavano di 10.096 asintomatici (dato in linea con quello attuale) ma di ben 3.353 sintomatici per un totale di 13.449 di cui ben 486 sanitari. Altro dato che fa riflettere è quello sul numero dei morti: furono nove quelli legati al Covid il 9 dicembre 2020 ed inseriti nel bollettino del Servizio Sanità, oggi sono quattro. Infine, venendo ai casi giornalieri, sono praticamente gli stessi: 229 l’anno scorso su 1.246 tamponi processati, oggi 195 su 1.404 esaminati, numero che però risente del minor numero di tamponi analizzati l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. L’incidenza dei positivi era però maggiore (18% di allora contro il 13,9% odierno).

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Filippo Saltamartini

«Il dato più rilevante è quello della terapia intensiva – spiega l’assessore Filippo Saltamartini -. Su 31 casi di ricoveri sono solo 7 le persone vaccinate, ricoverate per gravissime comorbidità. Prova evidente che la vaccinazione ci difende dal Covid. In aggiunta a questo, siccome abbiamo scoperto che il vaccino ha una copertura limitata (5-6 mesi), rispetto all’anno scorso abbiamo possibilità di intervenire con gli anticorpi monoclonali. Ci insisto perché gli anticorpi ce li abbiamo. L’applicazione clinica in diversi casi ha dimostrato che le persone sono tutte guarite con questo tipo di terapia. E sono tutte persone immunodepresse, come trapiantati e malati di cancro.

Ai primi sintomi si può chiedere ai medici di medicina generale di proporre agli ospedali l’impiego degli anticorpi monoclonali per non far aggravare la patologia e per non far pesare ancora di più il Covid sulla sanità dopo due anni. La pandemia non finisce oggi, la porteremo avanti come tante altre patologie. Non dobbiamo aspettare camper e organizzazione dei palazzetti, ma dobbiamo seguire un percorso organizzativo già fatto, attraverso distretti, medici generali e pediatri. Dobbiamo tornare nella normalità del sistema, senza cui tante persone che hanno diritto di essere curate non possono farlo perché i posti letto e le professionalità sono occupati dai malati covid. Il sistema aveva pochi anestesisti. Senza anestesisti non possiamo neanche fare interventi chirurgici. Tutta una serie di ore cliniche che non sono fattibili perché gli anestesisti sono occupati nelle aree Covid. Non ci deve più spaventare, ma deve diventare una malattia come altre che conosciamo, forse non la più grave».

(Redazione Cm)

 

 

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