Cesare Catà
di Marco Ribechi
Battiato, Baudelaire, Shakespeare e Verdi. Per il sesto aperitivo culturale all’asilo Ricci di Macerata Cesare Catà cala il suo poker d’assi in una mano vincente. Il caldo tropicale e gli inconvenienti da green pass non sono bastati a tenere lontano il pubblico maceratese dall’attesissimo ospite che, come ogni anno, è tornato ad arricchire con i suoi spunti gli approfondimenti mattutini del fine settimana guidati da Cinzia Maroni. In un misto di serietà e brio, tra profondità e leggerezza, Catà con il suo consolidato stile divulgativo si è addentrato principalmente nel racconto della tragedia di Antonio e Cleopatra cercando di evincerne le analogie con Radamès e Aida, i personaggi dell’opera verdiana che proprio questa sera andrà in scena nell’arena dei cento mecenati.
Enrico Gasparrini
Ad aprire l’incontro però un omaggio inatteso al maestro Franco Battiato che a sua volta, insieme al filosofo Mario Sgalambro, nel 1999 aveva inserito nel suo disco Fleurs il brano “Invito al viaggio” mutuato dall’omonima poesia di Charles Baudelaire (di cui quest’anno ricorrono i duecento anni dalla nascita) nella raccolta I Fiori del Male. Il video realizzato da Riccardo Minnucci segue la lettura della “fine dicitrice” Gabriela Lampa. Quali i collegamenti con Verdi e la sua Aida? Il tema del viaggio è appunto quello che fa da padrone nella trattazione di Catà, un viaggio non solo materiale ma soprattutto spirituale e dell’animo che portano gli ascoltatori nell’antico Egitto, dell’Aida ma, soprattutto, di Antonio e Cleopatra. «Verdi conosceva le tragedie romane di Shakespeare e conosceva Antonio e Cleopatra – spiega Catà – si tratta della più sontuosa storia d’amore narrata da Shakespeare, tra l’altro raccontata al contrario rompendo ogni convenzione di storytelling».
Il pubblico all’asilo Ricci
Antonio, leader romano in un momento critico dopo la morte di Cesare, sembra essere diviso tra due mondi: a Roma è ferreo e infallibile mentre in Egitto, tra le braccia di Cleopatra, è ridotto a “pagliaccio di una prostituta”, totalmente incapace di affermare il suo volere. «Cleopatra è l’emblema della femminilità che riesce a piegare ogni uomo ai suoi piedi, incluso Marco Antonio che era un condottiero stimatissimo – spiega Catà – il loro amore a differenza di quello di Romeo e Giulietta è maturo, consapevole anche dei propri limiti ma travolgente e inarrestabile». La figura di Antonio si divide quindi tra una Roma tellurica e un Egitto liquido, come il suo fiume Nilo. Proprio su consiglio errato di Cleopatra, per un errore macroscopico, Antonio perderà la vita perché “il suo elmo era intriso di donne e vino”.
Cinzia Maroni
Le analogie con Radamès e Aida sono molteplici, non solo legate alla terra dei faraoni. Entrambe le storie hanno inizio che i due sono già innamorati, contraddicendo tutti gli stereotipi dei racconti amorosi. Come Antonio dimentica Roma dicendo addirittura “Che sprofondi nel Tevere” così Radamès rinuncia all’Egitto per amore di Aida a tal punto da rifiutare un matrimonio combinato, cosa che invece Antonio farà su suggerimento di Ottaviano. «Il viaggio in Egitto che Antonio compie è anche una trasformazione spirituale – dice Catà – egli scopre una parte nuova di sé, differente, che non riesce a controllare e che lo porterà all’eccesso estremo. Persino la morte è emblematica perché non riuscirà nel tentativo di togliersi la vita, proprio lui che incarnava tutti i valori della romanità tra cui una morte fiera per propria mano. Forse Shakespeare vuole farci capire che la sua trasformazione è tale da perdere la propria romanità, per questo muore da egiziano». Shakespeare quindi, per raccontare un’epoca tragica ovvero la fine della Roma repubblicana animata da guerre intestine ci racconta la fine di un amore «Che è sempre anche la fine del mondo» conclude Catà. Quindi Verdi, che nella sua produzione mostra in più occasioni di conoscere bene l’opera di Shakespeare, sembra chiaramente ben informato anche della struttura narrativa di Antonio e Cleopatra, creando nella sua opera totale Aida delle analogie che non possono sicuramente essere frutto del caso. L’aperitivo, terminato tra gli applausi ,è stato a più riprese allietato dalle composizioni originali del musicista Andrea Gasparrini sia alla chitarra che al flauto. Il rinfresco è stato offerto dall’Antica Gastronomia di Mogliano. Domani Angela Azzaro e Andrea Schillaci parleranno delle Sex workers in un appuntamento accreditato ai fini della formazione forense.
Il titolare dell’Antica Gastronomia
Gabriela Lampa
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati