Ussita, Visso e Castelsantangelo
da quattro anni in fermo immagine
«Ma con Legnini un cambio di passo»

26 OTTOBRE - Le voci dei sindaci e le immagini di quelle drammatiche giornate che hanno segnato le comunità dell'entroterra maceratese e non solo. Il nuovo commissario convince ma i problemi sono ancora tanti

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26 OTTOBRE 2016 – I soccorsi dopo la scossa delle 21,18 a Visso quattro anni fa (foto De Marco)

 

di Monia Orazi

La terra che trema, prima alle 19,11 cacciando tutti di casa all’ora di cena e permettendo così di non avere nemmeno un morto in un sisma devastante, poi alle 21,18 di quel maledetto 26 ottobre di quattro anni fa, si sbriciola il bar Sibilla a Visso ed una nube di polvere bianca invade piazza de Martiri Vissani ferita a morte, cadono i massi a Villa Sant’Antonio e si blocca la strada a Castelsantangelo la terra sembra spaccarsi e tutti si radunano al buio ed al freddo della pioggia davanti al comune. Anche ad Ussita crolli diffusi cancellano intere frazioni e svuotano il centro storico. A quattro anni di distanza resta in un fermo immagine la distruzione di questi piccoli centri, resi vivi dal turismo e dalla bellezza incontaminata delle natura, epicentro delle scosse di quella notte terribile, che ne ha segnato in modo irreversibile il turismo ed il futuro.

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27 OTTOBRE 2016 – L’esodo da Castelsantangelo dopo la scossa del 26 ottobre

Incalza da Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci: «Solo in questi ultimi mesi abbiamo avuto un cambio di passo, i comuni come il nostro rasi al suolo, hanno problemi maggiori rispetto ad altri. Il tempo vero della ricostruzione partirà da quando saranno operativi i piani attuativi o i piani di fabbricazione. Questi quattro anni sono stati anni di attesa. Noi abbiamo perso quindici mesi prima di avere finanziati i piani attuativi. Oltre alle conseguenze del terremoto stiamo vivendo un’emergenza sanitaria per il Covid 19, il combinato disposto di questi due fattori rischia di far rallentare tutto.

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Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo

A fine anno contiamo di completare il processo di pianificazione, i comuni distrutti hanno necessità diverse da altri con un minore livello di danno. C’è stata una mancata volontà politica in questi anni di risolvere i problemi burocratici, il modello Genova va applicato a strade, ponti e dissesti idrogeologici, con poteri speciali e deroghe, specie per la strada verso Castelluccio, la 136, invece giochiamo con le perizie di variante. Ho detto al presidente Conte di fare un atto di coraggio e di salvare la montagna con un’apposita legge. Vanno fatte agevolazioni fiscali differenziate e stabili nel tempo, una zona franca stile Livigno, per agevolare la ripresa economica, altrimenti la montagna non riparte».

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27 OTTOBRE 2016 – Da sinistra il responsabile della Protezione civile Marco Urbani, il sindaco Mauro Falcucci e l’allora vicesindaco Ovidio Valentini

Da Visso mette l’accento sulla necessità di stabilizzare il personale Gian Luigi Spiganti Maurizi: «Siamo molto avanti con i progetti delle opere pubbliche, ma la burocrazia allunga i tempi. Quello che è rimasto indietro cerchiamo di portarlo avanti, di cantieri ne sono partiti pochi. Va dato atto che Legnini si sta muovendo bene. Chi ha scelto le perimetrazioni è quasi al nostro stesso livello, nei nostri piccoli comuni ci sono tanti problemi, ci vorrà tempo ma dipende da chi fa le leggi.

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Il sindaco di Visso, Gian Luigi Spiganti Maurizi

Confido molto nel nuovo presidente della Regione Francesco Acquaroli, che in qualità di vicecommissario è molto sensibile alle nostre istanze. Ha a cuore le Marche, che vanno dalla costa alla montagna. Le nostre sono bellissime zone e vanno valorizzate, la vedo dura se non riparte la ricostruzione. Va sistemata la questione del personale. Una volta che sono stati stabilizzati, i nostri piccoli comuni non hanno la capacità finanziaria per pagarli e vanno aiutati. Ci vorranno anni per finire, noi non siamo come Tolentino e San Severino, da loro la ricostruzione finirà prima. A loro va data sicurezza, altrimenti fanno i concorsi e se ne vanno. Da noi se ne sono andati in quattro, la loro mancanza si fa sentire».

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27 OTTOBRE 2016 – I crolli a Villa Sant’Antonio (Visso)

E’ sindaco di Ussita da appena un mese Silvia Bernardini e già annuncia che toglierà le perimetrazioni ad Ussita: «Nei centri come il nostro, con una situazione di devastazione totale lo stesso comune ha difficoltà a rimettersi in sesto ed iniziare a ricostruire. Guardando dalla finestra dell’ufficio vedo che Ussita è completamente distrutta, non esiste più. Non sono ripartiti gli impianti sciistici, per noi la ripresa economica è ancora lontana.

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Silvia Bernardini

Non deve mai venire meno la speranza, che ha come figli lo sdegno ed il coraggio. Tutti insieme con dedizione, sdegno e coraggio ricominceremo a far pulsare il cuore di Ussita. Noi ce la dobbiamo fare, chi ha il potere di decidere ci aiuti. Con il commissario Legnini si è registrato un cambio di passo, ci auguriamo un sostegno concreto e tangibile per centri devastati come i nostri. Da quanto ci ha anticipato nei recenti incontri a cui abbiamo partecipato farà un’ordinanza ad hoc per i centri minori, con i centri storici devastati. Solo così possiamo pensare di ripartire. Uno dei primi atti che faremo come amministrazione, sarà l’eliminazione delle perimetrazioni, abbiamo convocato una riunione di giunta in tal senso. La ricostruzione del patrimonio pubblico è ferma. Uno dei colli di bottiglia da rimuovere è il fatto che la Soprintendenza, che da noi come territorio vincolato deve esprimere il suo parere su ogni pratica, ha una sola persona che si dedica a questo. Alberghi e strutture ricettive che devono delocalizzare ad ad esempio, molto importanti per noi che abbiamo pochi posti letto, devono accollarsi nel caso di un albergo che ha il progetto pronto 400mila euro di anticipo Iva, che non viene anticipata, non è un incentivo a ripartire per chi da anni non lavora. Si sono fatte procedure e norme che semplificano, come ad esempio l’ordinanza 100 per i privati, che mal si conciliano con altre norme da applicare all’atto concreto. Sono tutte cose da rivedere, che necessitano di maggiore approfondimento».

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27 OTTOBRE 2016 – La piazza di Ussita il giorno dopo la scossa

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29 OTTOBRE 2016- Visso, centro storico

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29 ottobre 2016 – La piazza di Visso

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28 OTTOBRE 2016 – Pieve Torina

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28 ottobre 2016 – Muccia

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28 OTTOBRE 2016 – Il campanile crollato di Santa Maria in Via a Camerino

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