di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)
Mascherine sul volto, a volte indossate anche se la situazione non è quella di un assembramento. C’è ancora confusione sul nuovo decreto del Governo emanato ieri ed entrato in vigore da oggi alle 18. Abbiamo fatto un giro in centro a Civitanova per capire come la norma sia stata recepita nell’orario dell’happy hour. Piazza Conchiglia è la meta: è stata la protagonista dell’estate, la prima a ripartire quando ancora la stagione estiva non era avviata e anche la prima a pagare lo scotto dei primi “assembramenti” tanto da suscitare l’iniziale indignazione.
Stupori e polemiche poi sfumate appena hanno riaperto discoteche e locali da ballo, chalet e musica in spiaggia. A quel punto le immagini di quella che una volta era un’estate pienamente riuscita sono diventate le scene degli assembramenti. Con buona pace dei controlli. A stagione ormai quasi conclusa una stretta che appare contraddittoria a molti esercenti. E questa sera è la prima vera sera di test per capire come cambieranno abitudini e movida. Solitamente il lunedì sera infatti il lungomare sud pullulava di giovani in fila davanti allo chalet Calamaretto per la serata a tema. Ma nell’ora dell’aperitivo in piazzetta le mascherine tra gli avventori, prima dell’arrivo ai tavoli ci sono. Raro vederle indossate fino a ieri. Poco cambia per le attività di ristorazione e somministrazione bevande, anche se il timore è che con le discoteche chiuse la movida possa riversarsi su piazza Conchiglia con le problematiche già emerse ad inizio stagione: «ancora è tutto da capire – afferma Orazio Gabriele della birreria Al 25 in piazzetta – e non sappiamo bene come comportarci. Con le discoteche chiuse questo torna ad essere un punto di ritrovo ancora più frequentato rispetto ad ora e il rischio è che diventi come nella prima fase di riapertura. Il problema è che non possiamo tenere sotto controllo tutti al 100%. Per questo abbiamo pensato di mettere una persona per un controllo all’esterno. Fino ad oggi spesso capitava di dover riprendere qualcuno che entrava senza mascherina. E poi ancora non sappiamo come verranno fatti i controlli e se ci saranno sanzioni, chi farà rispettare il decreto. Siamo comunque molto delusi: non si capisce perché ad esempio solo la fascia oraria dalle 18 alle 6. E chi sta al mare di giorno non rischia?».
E il rischio che con la chiusura delle serate più gettonate molta movida si ripercuota su piazza Conchiglia ha portato tutti gli esercenti che si affacciano sulla piazzetta a ripensare di ripristinare il servizio di vigilanza: «stasera è la prima prova – ha aggiunto Nicolò Perticarini di Vicolo Marte e Vintage Cafè – durante la settimana è abbastanza tranquillo, per il fine settimana probabilmente torneremo a mettere i vigilantes così da rendere più gestibile la permanenza». «Noi la mascherina la indossiamo sempre al lavoro per cui cambia poco – afferma Diego Berdini di Wine way – se occorre portarle anche al di fuori del lavoro ok, andrebbe indossata h24 però, gli assembramenti non si formano solo nei locali, anche al mare. Vedremo se questo provvedimento porterà dei risultati positivi in termini di contagi». «Non sappiamo quello che succederà – conclude Luca Berdini di Cheers su corso Umberto I – al momento a noi non cambia nulla. Vediamo quello che accadrà». In giro sul corso anche i civitanovesi si sono adeguati: «c’è la legge e quindi la portiamo – dice una donna – purtroppo quello che si è visto sul lungomare fino a ieri sera era scandaloso. E inoltre devo segnalare che anche l’Asur sui controlli potrebbe essere più tempestiva. Mio cognato è tornato venerdì dalla Croazia e nonostante abbia provato in tutti i modi a mettersi in contatto per fare il tampone alla fine è stato costretto a farlo a pagamento e con tutta la famiglia sono rimasti in isolamento fino ad oggi. A San Benedetto lo fanno in strada gratuitamente».
Ciarapica difende la movida: «Provvedimento esagerato, la scelta andava lasciata ai territori»
Purtroppo qualcuno di noi la prende troppo alla leggera la situazione. Sia in spiaggia che nei locali del lungo mare. Mi dispiace tantissimo per i ristoratori,bar e schalet
La gente parla a che titolo? Cè una situazione mia vista prima e fanno tutti gli scienziati. E fidatevi ! Che convenienza ha il governo a fare andare male le cose ?
Purtroppo durante il lockdown si sono laureati tutti in medicina con specializzazione in virologia quindi ora favellano...
La testa della gente non è chiara ....
Per coerenza si dovrebbero chiudere anche le spiagge, no?
Ma il virus fino alle 18 sta in stand by?
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.
È banale capire del perché della fascia oraria.
Basti pensare che statisticamente il virus si sta diffondendo su persone più giovani, data la loro spessa inosservanza delle più comuni norme igieniche.
E data la periodicità della cosiddetta “movida” si è ben pensato di imporre l’uso delle mascherine nelle fasce orarie 18-6, in soldoni dal primo aperitivo serale alla mattina presto.
Non era difficile capirlo da soli, e se non ci si riuscisse si faceva più bella figura ad informarsi su internet prima di parlarne in un’intervista.
Infatti Mengascini, non è chiaro per chi non vuol capire, tanto più che l’obbligo di mascherina all’aperto, se non c’è il metro di distanza, c’è e c’è sempre stato.
Ma davvero occorre spiegare il ” perché” della fascia oraria per l’ obbligo alle mascherine?
Allora, temo che , a questo punto, solo un disegnino può riuscire nell’ intento.
Ben oltre la metà dei contagi di questi giorni, sono da attribuire a una ” movida” irresponsabile.
Seguono poi i rientri dall’ estero.
Purtroppo per qualcuno, solo il 3,5% dei contagi riguarda migranti.
Per altro,in questo caso, la diffusione riguarda praticamente solo l’ ambito dei centri ove sono accolti.
Difficile vedere giovani che si accalcano per un aperitivo o per semplice voglia di divertirsi, al di fuori di quella fascia oraria.
Il problema piuttosto è un altro:
Sicuri che i giovani non trovino il modo di organizzarsi party e serate danzanti in barba alla legge???
Perchè, il problema principale, come sempre ( e per tutto) in Italia, è FAR RISPETTARE LE LEGGI!!!!!
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3388159691235326&set=a.147055052012489&type=3&theater