Macerata 2020, il centrodestra al lavoro
«No accoglienza coi soldi dei maceratesi»
Candidato sindaco entro gennaio

POLITICA - La coalizione svela i primi punti del programma che punterà su sicurezza, attenzione alle famiglie e nuovo piano della mobilità a partire dal centro storico. Non si sbilancia invece sui nomi: «Sceglieremo a questo tavolo, senza imposizioni»

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Da sinistra Gianluigi Bianchini, Andrea Marchiori, Francesco Luciani, Anna Menghi, Maurizio Mosca, Deborah Pantana, Mattia Orioli, Riccardo Sacchi e Paolo Renna

 

di Alessandra Pierini (Foto Fabio Falcioni)

«Siamo vivi e a chi si preoccupa che non abbiamo candidato sindaco e programma per Macerata 2020 rispondiamo che possono stare tranquilli. Stiamo lavorando tantissimo e che entro fine gennaio daremo tutte le risposte». A dirlo è Maurizio Mosca, gran cerimoniere all’appuntamento di fine anno del centrodestra che, ancora una volta, come ormai da mesi, sottolinea la sua unità, davanti ad un folto pubblico di amici e simpatizzanti . «Questa coalizione è il primo vero cambiamento, abbiamo voglia di lottare. Macerata ne ha bisogno. Il candidato sarà scelto da questo tavolo e non sarà imposto da nessuno esterno». 

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Maurizio Mosca

E se sul nome del candidato sindaco nessuno si sbilancia, emerge invece qualche punto del programma presentato da Andrea Marchiori della Lega: «Non ci saranno più gli Sprar, l’accoglienza si faccia ma non con i soldi dei maceratesi. Non applicheremo il vergognoso Piano Mobilità approvato dalla Giunta. I maceratesi non andranno in centro con la funivia ma partiremo proprio dalla rivitalizzazione del centro. La massima attenzione sarà per le famiglie con bambini». Aggiunge Francesco Luciani, anche lui della Lega: «Assumeremo più vigili urbani».
Poi i temi caldi del momento. Primo tra tutti il bilancio, anche questo affrontato  da Marchiori: «E’ stato certificato il fallimento da tutti, una vera sciagura per i maceratesi che ora il centrosinistra vorrebbe  replicare con Narciso Ricotta. Con noi non sarà così. Faremo un bilancio sereno che ridia fiato alla città e che faccia stare tranquilli i maceratesi». E ancora sulle sottolineature della Corte dei Conti: «Hanno usato la cassa per finanziare il Gus in attesa dei fondi del Ministero che poi ha tardato a restituirlo. Lo dicevamo già il 31 luglio 2015 e ora finalmente la Corte ci dà ragione».

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Il tavolo unito

Parla di cultura Mattia Orioli (Cdu): «La città sta morendo, se non è già morta. Noi ci occuperemo di cultura a 360 gradi con una nuova visione per lo Sferisterio e con un turismo organizzato, non sporadico e di giornata». Riccardo Sacchi (Forza Italia) si concentra sulle incompiute: «Abbiamo speso 900mila euro per lo stadio ma poi l’amministrazione non ha avuto la capacità di attrarre imprenditori interessati e siamo rimasti senza squadra di alta categoria, mentre a Civitanova si festeggiava il triplete a Macerata riparavamo il tetto del palasport e per finire abbiamo buttato via 2milioni e 200mila euro per la piscina senza neanche iniziarla». Parla di famiglie Paolo Renna (FdI): «I parchetti pubblici sono lasciati a se stessi, vuol dire che ci si è dimenticati delle famiglie. La conseguenza è il declino demografico. Il verde deve essere una risorsa». Se la prende con i contributi assegnati dall’amministrazione Deborah Pantana: «La maggiorparte dei soldi viene data agli amici degli amici con contributi ai centri sociali e alle associazioni vicine all’assessore Monteverde, l’80% delle risorse è investito in servizi sociali che non funzionano». Sulla sicurezza è intervenuto Franesco Luciani: «Abbiamo le telecamere grazie a un progetto proposto da noi ma bisogna fare di più. Diciamo no all’accoglienza scellerata e sì a cittadini che devono e possono dare una mano alle forze dell’ordine».

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La platea dell’incontro

Suona la carica Anna Menghi: «Siamo qui sentiamo la responsabilità di dare un’opportunità di cambiamento a Macerata. Questa città ha bisogno di alternanza e noi abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Questa amministrazione non è stata capace di programmare 20 metri di strada che facessero sentire la città capoluogo». Conclude Mosca: «Carancini doveva essere la nuova storia 1 nel 2010, la nuova storia 2 nel 2015 e ora Ricotta, una sua costola, si propone come la nuova storia 3. Si preoccupano del nostro programma? Io con i programmi ci starei attenti visto che nel 2015 il primo punto del loro era la piscina. Non ne abbiamo visto neanche un mattone».

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L’intervento di Paolo Renna

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